Di Riflesso
Mercoledi 4 Settembre 2013 alle 14:41 | 0 commenti
Inizia oggi la nuova rubrica periodica di VicenzaPiù.
Si chiamerà Di Riflesso perché vorrebbe restituire un riflesso, appunto, delle riflessioni dei nostri lettori, di quanto cioè questi sembrano pensare della loro – nostra – Vicenza e del territorio circostante. Riflessioni ragionate o, come può anche accadere talvolta, sinceramente di pancia, scritte appunto di riflesso, di istintivo riflesso, a quanto si è appena letto, che sia piaciuto oppure no. In entrambi i casi, ragione o sentimento, noi tenteremo qui di cogliere questo riflesso e di restituire come in uno specchio l’immagine, vera o ideale, della città desiderata o vista, le delusioni e le soddisfazioni provate, le aspirazioni e le amarezze sentite.
Buona lettura e buona interazione.
26 agosto - 1 settembre 2013
Vicenza. Edilizia rampante e politica latente.
Vicenza, una città su cui qualcuno prova a mettere le mani, racconta in un comunicato di successo tra i nostri lettori il segretario regionale del PdCI Giorgio Langella. Che paragona la città berica alla Napoli di un noto classico del cinema italiano, Le mani sulla città di Francesco Rosi. Una città in cui non si sa bene quanto alcune nuove strutture servano il bene della comunità e quanto piuttosto quello di pochi privati.
I lettori reagiscono e rincarano la dose; come «Valposina», che descrive una città in cui nuove strade distruggono vecchi siti archeologici, inquinata dalle polveri sottili, mal servita da una sanità ridotta e per pochi fortunati, con case su case vuote e costose. Sembra essere, in piccolo, il ritratto della fine dello stato assistenziale così come lo ricordiamo. C’è anche chi la mette sul piano delle ideologie, come «Kairos» che sembrerebbe identificare la sinistra pro Variati col comunismo e replica: «Il mondo è cambiato e la storia ha decretato la fine di quella prospettiva politica, facciamocene una ragione». E accusa così gli «amanti dell’antiquariato»: «per loro la politica è solo essere contro e sono sempre senza vere proposte».
Sulla stessa linea, ma in risposta a una frase dello scrittore campano Erri De Luca al Festival Dal Molin, scrive «Damore»: «Antiitaliano […] chi continua a proseguire ideologie che la storia ha condannato definitivamente»
Vicenza e Resistenza. «Nuovi» attriti.
E in effetti la bianca Vicenza è ancora teatro di vecchi e mai sopiti contrasti. In settimana ha fatto scalpore, in un modo o nell’altro, l’annullamento di un incontro, nella zona di Santa Corona, previsto per i primi di settembre: Oltre il ‘900: verso verità e giustizia il titolo, due esponenti dell’estrema destra tedesca e il legale del capitano dell SS Erich Priebke avrebbero dovuto figurare tra gli ospiti. Nel comunicato del Comune, da cui traiamo queste informazioni, il vicesindaco Jacopo Bulgarini d’Elci spiega il perché dell’annullamento: la pressione della questura che teme disordini per un contemporaneo convegno di segno politico opposto e fissato in precedenza. Altrimenti, spiega sempre il vicesindaco, il convegno sarebbe stato mantenuto, anche se in disaccordo col pensiero ufficiale delle istituzioni: annullarlo sarebbe stata antidemocratica censura preventiva.
Tra i commenti, chi se la prende con i «centri sociali», che secondo «Damore» dettano le regole democratiche di Vicenza, chi invece con la giustificazione di Bulgarini d’Elci: il convegno non doveva essere permesso, pare sostenere «Zingara», proprio per la sua natura e in rispetto al passato resistenziale della città . E il dibattito prosegue anche quando, in un comunicato, Germano Raniero dell’Usb Vicenza sottolinea la gravità delle giustificazioni dell’annullamento: «Impedire quel convegno è un dovere dettato dalla Costituzione nata dalla Resistenza» e ovunque e in qualsiasi data venga fatto, troverà l’opposizione di chi si riconosce nell’antifascismo.
Altri comunicati sono arrivati sulla questione, ma non hanno avuto commenti nella settimana presa in considerazione.
Della vicenda approfitta «Kairos» per domandarsi se non sia il caso che anche il vicesindaco, oltre al sindaco, venga eletto e non nominato.
Vicentino, ambiente e strutture militari. Non solo Dal Molin.
Uno dice «Vicenza» e pensa «Dal Molin». In realtà di strutture a uso militare nel Vicentino ce n’è più d’una, ma qualcuna giace abbandonata a se stessa: è il caso degli alloggi di Tonezza del Cimone, di cui riferisce il nostro Edoardo Andrein, costruiti nel 1963 in supporto alla stazione di controllo di Monte Torano. Sono un vecchio ricordo della guerra fredda consegnato alle erbacce dall’evolversi dei tempi; nel loro territorio, avvisano i cartelli, non si può cacciare, fotografare, riprendere senza autorizzazione, ma si può osservare e riferire: campi da basket e da tennis in completo disuso, la scritta Comando Prima Regione Aerea campeggia sul nulla.
Due lettori si sono interessati della vicenda: «Marco_M» consiglia un sito per la ricostruzione della storia di questo e di altri siti analoghi, «Enrico 111» chiede invece notizie della base di Monte Calvarina, ma sollecitato a fornirle lui stesso in prima persona nel caso ne avesse, non ha ancora risposto.
Su problemi ambientali come questo e altri che affliggono il Veneto, Daniela Sbrollini del PD informa di voler aderire anche lei alla protesta del digiuno di don Albino Bizzotto, ma il lettore «Rellev.on» la trova poco credibile per le scelte che avrebbe fatto in merito ad alcune note opere pubbliche di grande impatto ambientale.
Disabilità . Chi vuole ascoltare e chi no.
Infine dobbiamo ringraziare «Riccardo.Cagnes» per i complimenti che ci fa – a noi come giornale e alla nostra Martina Lucchin autrice del pezzo - per la «nuova e disinteressata amicizia»: ovvero perché ci occupiamo di disabilità e rendiamo conto della difficile situazione attraversata da quelle famiglie che hanno rischiato di vedersi ridurre il finanziamento ai Centri diurni per disabili, manovra per ora scongiurata in extremis. Il lettore afferma di parlare anche a nome del Comitato Vicentino Handicap. Rimane ancora da far leva sulla Regione e sulla Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 6, che non dimostra la stessa apertura di alcune testate e di altre istituzioni, precisa ringraziando a sua volta «Vanni».
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