Egregio Direttore, spettabile Redazione, le allego una mia lettera (che riportiamo sotto ndr) con alcune considerazioni sul Vostro articolo dal titolo: “Cameratismo e vicentinità †davanti al Lioy: le scuole stanno per riaprire, professori (non camerati) fate qualcosa...". Gian Luca Deghenghi, Movimento Italia Sociale Vicenza
Egregio sig. Deghenghi, premesso che condivido quanto scritto dal mio collaboratore, quanto a cadute di stile che lei lamenta, alla fascista?, quando si pubblica qualcosa di sgradito ai “camerati†stendo un velo pietoso (da pietas in latino visto che il passato, sia pur lecitamente, la ispira e vista la cultura di cui dà prova nella sua replica).Â
Stefano Poggi, l'attivissimo deus ex machina di Fornaci rosse, un bell'esempio di confronto aperto a Vicenza su idee e contenuti, ci chiede una "rettifica" sull'articolo "Profughi a Fornaci Rosse: al festival "rosso" di Vicenza utilizzati per i rifiuti. I giovani italiani di sinistra "cool" hanno... rifiutato?" in cui il nostro Edoardo Andrein, di cui Stefano non trovava il contatto che pure è presente sul nostro sito, riportava l'osservazione di un fatto e faceva una domanda. Pubblichiamo volentieri la sua nota a cui rispondiamo io ed Edoardo.
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Otello Dalla Rosa, ex candidato sindaco e ora capogruppo del Pd all'opposizione in Comune di Vicenza, generalmente molto attivo nella comunicazione risponde su Facebook alla nota del nostro Edoardo Andrein "L'opposizione trasforma in 'sala Gialla' la sala Collese: svista, mancato rispetto o il 'giallo Dalla Rosa' è sinonimo di 'verde dalla bile'? Pd mai più al Quirinale, papale e monarchico" e a Marco Lunardidella Lista Rucco Sindaco che, insieme ad altri, su Fb e sul nostro giornale hanno commentato l'apparente gaffe di Dalla Rosa e dell'opposizione.
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Nella mia "temporanea" ma, per la prima volta lunga direzione di VicenzaPiu.com a distanza (dagli Usa dove mi sono concesso di godermi i miei due figli e il neonato nipote che lì, povera Italia, stanno costruendo il loro futuro), mi tengo aggiornato e, per scribacchiare qualcosa (che viziaccio!), scambio frequentememte notizie e impressioni con i miei (pochi ma buoni) collaboratori che mai "fermano" questo mezzo. Così ho fatto anche per l'attacco concentrico subito da Francesco Rucco da parte del "sistema", imprenditoriale, quindi mediatico, e politico, imperante da dieci anni e prima della sconfitta di Otello Dalla Rosa.
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Cercheremo con queste riflessioni di accompagnare in maniera "decrittativa" (e riassuntiva) il video integrale della conferenza stampa di martedì 19 giugno del presidente della Fondazione RoiIlvo Diamanti e del suo vice Andrea Valmarana di cui ha già riferito il nostro Edoardo Andrein titolando «"Nasce una "nuova" Fondazione Roi per Ilvo Diamanti: "chiuse alcune vertenze, le altre non dipendono da noi". Valmarana: "perdita di 25 mln sulle azioni BPVi oltre incognita ex cinema Corso, ora statuto blindato"» la sua cronaca immediata accompagnata dalle video interviste dei due protagonisti dell'incontro con la stampa e, soprattutto, della gestione dell'anno e mezzo successivo alla presidenza di Gianni Zonin.
Dopo la polemica di Forza Italia Vicenza per le multe (una figuraccia dicono Tosetto e Ammendola), per divieto di sosta in Via Carducci fatte ai tifosi della Reyer o per gli appassionati di basket di alto livello richiamati in masa al Palasport di Via Goldoni per un evento internazionale, il match amichevole con l'Inter Bratislava della gloriosa e fresca scudettata squadra di Venezia, che in passato aveva giocato proprio a Vicenza per mancanza di impianti in laguna, Edoardo Andrein, che dirige Labaskettara.com, l'unico "giornale" locale specializzato nel basket del Vicentino e non solo, tira fuori l'eccezione: quella fatta per il bus del club veneziano parcheggiato di fronte al palasport, come è tipico per le squadre che vengono a Vicenza, ma, a differenza dei poveri sostenitori, non multato. Ecco l'articolo del collega che denuncia... l'ingiustizia, figuraccia nella figuraccia.
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Organizzato dallo studio Lambertini & Associati si è svolto oggi a Vicenza il convegno su "L'azione di responsabilità delle società di capitali, l'esonero, le rinunce, i patti di manleva" in concomitanza, come, in apertura dei lavori ma reclamando una distinzione tra cronaca degli ultimi tempi e "insegnamento" odierno, ha ricordato l'avvocato Lamberto Lambertini (domani pubblicheremo una sua interessante intervista, ndr), dell'azione intrapresa contro il vecchio Cda e i sindaci di Veneto Banca e di quella che il 13 dicembre partirà per la Banca Popolare di Vicenza, nei confronti di chi e per cosa lo sapremo alla sua approvazione nella relativa assemblea "dominata" come quella montebellunese dal Fondo Atlante.
Dietro all'improvviso licenziamento di Ario Gervasutti, il precedente direttore de Il Giornale di Vicenza , ufficializzato dall'editore mercoledì 7 settembre, nonostante i "chiarimenti" da lui esternati in redazione come da noi rivelato in esclusiva (e da nessuno smentiti) permane ancora un alone di mistero al di là dell'unica motivazione plausibile, quella del taglio dei costi che ha portato Luca Ancetti sulla tolda di comando del quotidiano confindustriale. Ma non c'è mistero alcuno sulla continua perdita di copie vendute anche solo analizzando i dati delle tirature del giornale (le copie stampate), resi noti ogni giorno in quarta pagina dello stesso. Anche dopo l'uscita di Gervasutti, ora al gruppo editoriale di Caltagirone, i numeri sono continuati a scendere. Se il precedente direttore parlava di 34.000 copie vendute in media al giorno, il 16 settembre, solo pochi giorni dopo la sua defenestrazione, il ben noto cronista di giudiziaria del GdVIvano Tolettini in un importante convegno lo contraddiceva ("vendiamo 31.000 copie al giorno in media") pur se si consolava col poco incoraggiante "agli altri va peggio".
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Dietro all'improvviso licenziamento di Ario Gervasutti, il precedente direttore de Il Giornale di Vicenza , ufficializzato dall'editore mercoledì 7 settembre, nonostante i "chiarimenti" da lui esternati in redazione come da noi rivelato in esclusiva (e da nessuno smentiti) permane ancora un alone di mistero al di là dell'unica motivazione plausibile, quella del taglio dei costi che ha portato Luca Ancetti sulla tolda di comando del quotidiano confindustriale. Ma non c'è mistero alcuno sulla continua perdita di copie vendute anche solo analizzando i dati delle tirature del giornale (le copie stampate), resi noti ogni giorno in quarta pagina dello stesso. Anche dopo l'uscita di Gervasutti, ora al gruppo editoriale di Caltagirone, i numeri sono continuati a scendere. Se il precedente direttore parlava di 34.000 copie vendute in media al giorno, il 16 settembre, solo pochi giorni dopo la sua defenestrazione, il ben noto cronista di giudiziaria del GdVIvano Tolettini in un importante convegno lo contraddiceva ("vendiamo 31.000 copie al giorno in media") pur se si consolava col poco incoraggiante "agli altri va peggio".
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