Sala Collese trasformata in "gialla" dal centrosinistra. Dalla Rosa: è stata una svista, non rabbia. VicenzaPiù: sala Collese c'è da dieci anni... a mancare è la sinistra
Venerdi 27 Luglio 2018 alle 02:11 | 1 commenti
Otello Dalla Rosa, ex candidato sindaco e ora capogruppo del Pd all'opposizione in Comune di Vicenza, generalmente molto attivo nella comunicazione risponde su Facebook alla nota del nostro Edoardo Andrein "L'opposizione trasforma in 'sala Gialla' la sala Collese: svista, mancato rispetto o il 'giallo Dalla Rosa' è sinonimo di 'verde dalla bile'? Pd mai più al Quirinale, papale e monarchico" e a Marco Lunardi della Lista Rucco Sindaco che, insieme ad altri, su Fb e sul nostro giornale hanno commentato l'apparente gaffe di Dalla Rosa e dell'opposizione.
Scrive il leader del centrosinistra: "Ho conosciuto Gabriele Collese negli anni novanta, sui banchi del Consiglio Comunale. Non condividevo le sue idee ma ho sempre avuto rispetto e anche simpatia per lui e per i suoi appassionati interventi. È stata quindi una semplice svista: sala Collese viene talvolta chiamata ancora oggi sala gialla. Per il resto... non sono roso dalla rabbia ... cerchiamo sempre di fare opposizione costruttiva e non recito. Buona giornata".
Il nostro commento è quello del nostro direttore affidato già a FB .
"Prendiamo atto della sua... svista da inesperienza nel frequentare ultimamente Palazzo Trissino. Anche io, quando ho iniziato a farlo, non conoscevo tante cose ma, prima di scrivere, mi informavo e, fino al suo comunicato, mai ne ho letto un altro col nome "sala gialla". Sia più sincero in futuro. Bile, anche stavolta legge male, non è rabbia: recuperi serenità e faccia un esame degli errori con cui la sinistra si sta autodistruggendo cancellando le sue origini invece di farle evolvere senza inseguire le pance del momento e con la schiena china di fronte al sistema. Noi, da giornalisti, segnaliamo quello che vediamo, le conseguenze le tragga lei in base anche al giudizio degli elettori che non dovrebbe portarvi a riproporre le idee sconfitte elettoralmente e democraticamente". Giovanni Coviello
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