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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Si scrivono e si dicono tante corbellerie, sulle due banche venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e sul fondo Atlante. Tutti vogliono metterci la pezza, ma solo quella, che di soldi non ce ne ha voluto mettere nessuno, ma proprio nessuno. A parole tutti sono stati paladini del rilancio, anche a Vicenza, con le varie associazioni e cordate di imprenditori, ma tutto si è squagliato come neve al sole, come peraltro era ampiamente prevedibile. Anche Luca Zaia e Achille Variati danno indicazioni, a parole, e solidarietà , poca e comunque a chiacchiere, quando prima del disastro se ne guardavano bene dal mettere in guardia i soci delle due banche. E ai loro livelli e con i loro rapporti non potevano non capire... Ora, la situazione è molto semplice. Ci sono due banche, disastrate, con un socio, che ha la quasi totalità del capitale sociale, che come attività fa correttamente "speculazione finanziaria".
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I rischi a breve della BPVi e di Veneto Banca sono il rischio vero per il Fondo Atlante: chi salverebbe il salvatore? La magistratura vigila

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Magistratura, tribunali rinforzati. Puppato: rinforzi maggiori a Treviso e Vicenza per contenziosi banche

Riceviamo da Laura Puppato, senatrice Pd, e pubblichiamo
“Il Governo mantiene le promesse e gli organici dei tribunali saranno rinforzati, potendo così far fronte alle esigenze di un territorio con un tessuto economico che necessità di una giustizia rapida. Non si può non sottolineare che i rinforzi maggiori andranno a Treviso e Vicenza, con ciascuna sede che avrà 6 magistrati in più.
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Categorie: Banche
Finint «arruola» Perissinotto. Dopo l’arrivo di Luciano Colombini, l’ex direttore generale di Popolare di Vicenza, venti giorni fa, da amministratore delegato di Banca Finint, ora la finanziaria di Enrico Marchi ed Andrea De Vido mette a segno il secondo colpo con l’ex amministratore delegato delle Generali, nominato presidente di Finint Investments sgr, la società di gestione del risparmio nell’ambito dell’area operativa che fa capo a Banca Finint. Ancora una delle aree di competenza di Andrea De Vido, in cui il socio storico di Marchi viene sostituito da un manager, in un processo di presa di distanza dai ruoli di prima linea, interpretato come il preludio di una rottura definitiva tra i due, che invece non c’è stata.
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Banca Finint, Giovanni Perissinotto presidente. Conto dalle banche: BPVi e Veneto Banca sono costate 3,5 mln

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Ex popolari, risparmiatori scendono in piazza a Treviso con trenta sindaci, che vengono fischiati: "E' troppo tardi"

Stavolta hanno deciso che fare massa, mettersi tutti insieme a sfilare per le strade di Treviso, terra di risparmiatori e partite Iva, era il modo migliore per mostrare quanti e quanto arrabbiati siano i piccoli soci delle ex banche popolari venete. Si sentono truffati, beffati, umiliati da coloro a cui avevano affidato i soldi di una vita. Avevano accanto le associazioni e la politica «per la prima volta», hanno voluto sottolineare i mille che seguivano il corteo guidato da don Enrico Torta. Chiamati in causa tante volte in questo anno e mezzo, erano in prima fila lungo le vie della città : trenta sindaci col tricolore, consiglieri regionali, il governatore Luca Zaia, tanti amministratori venuti a portare solidarietà per fare squadra davanti al dramma di tante famiglie che hanno perso migliaia di euro di risparmi.
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Il colpo fortunato la famiglia Vespa l’ha fatto nel luglio del 2013, quando il consiglio d'amministrazione di Veneto Banca ha deliberato il riacquisto da Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta, di 267958 azioni della banca. Con lui si sono liberati di quasi tutta la partecipazione gli altri membri della famiglia: la moglie Augusta Iannini (6416 azioni), e i figli Alessandro e Federico (2555 azioni a testa). In tutto 279484 azioni vendute al prezzo massimo mai raggiunto dal titolo e all’ultimo momento buono per salvare il gruzzolo: 11 milioni 332 mila euro. A quanto pare la famiglia Vespa è riuscita a vendere le azioni prima che si polverizzassero, scavalcando la lista d’attesa. Un’irregolarità della quale dovranno rispondere gli uomini della banca, mentre Vespa è stato solo l’utilizzatore finale.
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Veneto Banca, Giorgio Meletti spiega come Consoli salvò l'amico Vespa dal disastro

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È scontro tra i rappresentanti legali dei soci di Veneto Banca e il tribunale di Padova, per la scelta di archiviare l’inchiesta per truffa nei confronti di Vincenzo Consoli. La decisione è stata assunta mercoledì scorso dal giudice per le indagini preliminari Mariella Fino, che ha definitivamente chiuso il procedimento che vedeva iscritto nel registro degli indagati l’ex amministratore delegato dell’istituto di credito. Il caso era stato sollevato da un padovano che aveva acquistato 120mila euro di titoli tra l’ottobre 2006 e il dicembre 2008. Ma per il gip l’inchiesta va archiviata in quanto «la notizia di reato è infondata» ma anche perché oramai è tutto prescritto. «Credo abbiano voluto mandare un segnale per evitare che il tribunale di Padova si ritrovasse subissato di cause», dice l’avvocato Sergio Calvetti, del Movimento difesa del cittadino, che ha già promosso un migliaio di denunce contro Veneto Banca.
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Veneto Banca, soci contro il giudice che ha "assolto" Consoli: "la truffa c'è stata"

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Banche Popolari, Laura Puppato: il crollo è dovuto ad un'amministrazione intollerabile, non al Governo

Riceviamo da Laura Puppato, senatrice delPD, e pubblichiamo
Il Governo ha sanato una situazione opaca, in cui il management delle banche popolari copriva investimenti folli con l’emissione di nuove azioni su cui nessuno aveva un vero controllo e di cui le stesse banche determinavano il valore, il crollo di Popolare di Vicenza e Veneto Banca non è dovuto all’azione del Governo, ma ad un’amministrazione intollerabile. A Roma si stanno organizzando provvedimenti di tutela dei risparmiatori truffati e stiamo ottenendo delle importanti aperture dall’Unione Europea, anche contro il parere della Germania, aperture che rimetteranno in discussione accordi presi da governi passati, tra cui quello in cui è stato ministro Luca Zaia.
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Unire le due ex popolari di Vicenza e Montebelluna per evitare che il Veneto perda la propria identità finanziaria. Il presidente della Regione Luca Zaia non è nuovo a questo genere di appello: già nel 2014 vedeva di buon grado la fusione tra BpVi e Veneto Banca, e da quando è esplosa la crisi ha sempre insistito sull'opportunità di salvare le due banche mettendole assieme. Ieri, invitando i cittadini a partecipare domani sera a Treviso alla manifestazione in difesa dei risparmiatori, organizzata da don Torta, ha ribadito il concetto dicendo che «dalle ceneri della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca deve nascere una grande banca del Veneto». Un appello che s'inserisce in un clima sempre più teso: ieri alcuni soci di BpVi hanno occupato a Valdobbiadene uno stabile di proprietà della banca. Il gesto non sorprende Zaia: «Nella fisiologia di quanto accaduto» dice «potevamo aspettarci che prima o poi qualcuno puntasse ad un esproprio proletario».
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BPVi e Veneto Banca, Luca Zaia: fusione dalle ceneri per creare grande banca del Veneto

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Riceviamo da Laura Puppato, senatrice Pd, e pubblichiamo
Banche popolari, Puppato: Regione e Governo hanno alzato il velo sulla cattiva gestione, ora tocca alla magistratura

Sono molto felice che anche la commissione della Regione Veneto abbia ritenuto di alzare il velo sulla cattiva gestione che è stata la causa principale del crollo delle due banche popolari venete che hanno bruciato i risparmi di 200 mila persone, è un bene che si sottolineino sia le responsabilità degli organi di vigilanza, ma ancor più quelli dei consigli di amministrazione, veri autori di un disastro finanziario. Dobbiamo essere il più possibile onesti con i cittadini e non lasciar intuire l’idea che la commissione di inchiesta, sia essa nazionale o regionale, possa da sola risolvere il problema.
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Riceviamo da Cristina Guarda, consigliere regionale lista Moretti, e pubblichiamo
Durante il Consiglio Straordinario per la lettura della relazione della Commissione speciale d'inchiesta Sistema bancario veneto ho visto una maggioranza, ancora una volta, far polemica invece di proposte concrete. Ai Veneti truffati poco importa dei nostri pareri e delle scaramucce politiche. A loro interessano le proposte e la garanzia di Giustizia, di quel principio di uguaglianza davanti alla legge che tutti vogliamo onorare. E allora veniamo al punto: se non possiamo parlare di inchieste e indagini, se i responsabili sono ancora liberi e le cause pendenti, parliamo di come i Veneti possono tutelare i Veneti! Continua a leggere
Banche, Cristina Guarda: i 2 milioni per il referendum sull’autonomia usiamoli per un fondo dei veneti truffati

Durante il Consiglio Straordinario per la lettura della relazione della Commissione speciale d'inchiesta Sistema bancario veneto ho visto una maggioranza, ancora una volta, far polemica invece di proposte concrete. Ai Veneti truffati poco importa dei nostri pareri e delle scaramucce politiche. A loro interessano le proposte e la garanzia di Giustizia, di quel principio di uguaglianza davanti alla legge che tutti vogliamo onorare. E allora veniamo al punto: se non possiamo parlare di inchieste e indagini, se i responsabili sono ancora liberi e le cause pendenti, parliamo di come i Veneti possono tutelare i Veneti! Continua a leggere