Ex popolari, risparmiatori scendono in piazza a Treviso con trenta sindaci, che vengono fischiati: "E' troppo tardi"
Giovedi 21 Luglio 2016 alle 09:48 | 0 commenti
Ma il popolo delle ex popolari, di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza, non è stato tollerante con loro. In piazza dei Signori, dove si erano riuniti tutti per i comizi a chiusura del corteo, la politica è stata sonoramente fischiata. La prima a salire sul palco è stata Marina Buffoni, assessore a Padova: «Ringraziamo la Regione per quanto ha fatto fino ad ora». Non l’avesse detto. La piazza è esplosa, grida, fischi, accuse, non è riuscita nemmeno a finire di parlare. Don Torta ha cercato di riportare la calma ed è salito il sindaco di Treviso Giovanni Manildo: «Sono felice che questa manifestazione si sia svolta in questa città , che è sempre dalla parte dei risparmiatori. Noi sindaci siamo qui per dimostrare a tutti la nostra vicinanza». «Troppo tardi! Troppo tardi!» gridavano lì sotto. E gridavano forte, di rabbia e frustrazione. Così sono stati di nuovo don Torta e i rappresentanti delle associazioni, Fabrizio Miatello e Andrea Arman, a chiedere alla piazza di fare squadra: «Abbiamo bisogno di tutti, anche di chi qualche mese fa non aveva capito la gravità di questa situazione. C’è tempo per ogni cosa, dice il detto, meglio tardi che mai. La Regione c’è stata, ha messo a disposizione cinquecentomila euro per l’assistenza legale ai piccoli risparmiatori. È il momento di restare uniti».
E così il governatore del Veneto Luca Zaia è riuscito a parlare, arringando la folla in dialetto: «Non è accettabile che le azioni dei risparmiatori che valevano trenta euro ora ne valgano dieci centesimi. I risparmi di 205 mila famiglie sono stati azzerati. Senza essere giustizialisti, bisogna dare risposte a tutti noi azionisti, ci sono azioni di responsabilità da portare avanti e le procure devono fare chiarezza su dati che non sono chiari. Un grande intervento a livello nazionale a questo punto dovrà arrivare, la Germania ha stanziato per le banche tedesche 350 milioni di euro. Dobbiamo dare ristoro a chi ha perso tutto».
Il corteo ha attraversato Treviso per quaranta minuti, scivolando con bandiere, cartelloni, striscioni enormi che denunciavano risparmi rubati e la disperazione di un futuro incerto. «Avevo messo via i soldi per la badante, ho ottant’anni, cosa farò adesso» diceva un azionista Bpvi di Borgoricco. «Se non è una truffa questa, cosa allora lo è?» si chiedeva un risparmiatore Veneto Banca di Scorzè. Due storie fra mille che chiedono giustizia, e lo fanno da un anno ormai.
Le due banche popolari venete, fino a poco tempo fa forti e prestigiose, orgoglio del territorio, sono diventate Spa ed acquisite per la quasi totalità dal Fondo Atlante: entrambi gli istituti di credito hanno annunciato l’apertura di tavoli di conciliazione con i vecchi soci, ma per ora è l’attesa l’unica compagna. «Ora il Fondo Atlante dovrà trattare con noi – ha detto Miatello -, o i risparmiatori attaccheranno il Fondo Atlante che si è preso un problema, pur non avendolo creato. Deve rispondere dei risparmi rubati». Ed è suonato il Silenzio sotto la Torre Civica illuminata dalla notte, «per ricordare chi si è tolto la vita». La Lega intanto invita i sindaci a un’azione forte: «Chiederemo ai nostri sindaci che hanno i loro cittadini coinvolti in queste vicende, cittadini che ricorrono per questo ai servizi sociali – ha dichiarato il segretario regionale Gianantonio Da Re – di farsi parte civile contro le banche responsabili di questa situazione».
Di Silvia Madiotto, da Il Corriere del Veneto
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