BPVi e Veneto Banca, Luca Zaia: fusione dalle ceneri per creare grande banca del Veneto
Martedi 19 Luglio 2016 alle 10:23 | 0 commenti
Unire le due ex popolari di Vicenza e Montebelluna per evitare che il Veneto perda la propria identità finanziaria. Il presidente della Regione Luca Zaia non è nuovo a questo genere di appello: già nel 2014 vedeva di buon grado la fusione tra BpVi e Veneto Banca, e da quando è esplosa la crisi ha sempre insistito sull'opportunità di salvare le due banche mettendole assieme. Ieri, invitando i cittadini a partecipare domani sera a Treviso alla manifestazione in difesa dei risparmiatori, organizzata da don Torta, ha ribadito il concetto dicendo che «dalle ceneri della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca deve nascere una grande banca del Veneto». Un appello che s'inserisce in un clima sempre più teso: ieri alcuni soci di BpVi hanno occupato a Valdobbiadene uno stabile di proprietà della banca. Il gesto non sorprende Zaia: «Nella fisiologia di quanto accaduto» dice «potevamo aspettarci che prima o poi qualcuno puntasse ad un esproprio proletario».
Le possibilità che i due istituti finiscano in mani straniere, nonostante gli appelli si fanno però sempre più concrete, perché con Atlante proprietario unico, lo scenario dell'aggregazione si è paradossalmente allontanato. Il fondo gestito dalla Quaestio sgr ha infatti come obiettivo primario il risanamento delle banche, e la loro vendita per quanto possibile celere. Una fusione allungherebbe i tempi di uscita e nell'immediato sarebbe onerosa per i bilanci, già gravati dalla crisi di fiducia e dalla conflittualità con i clienti storici. Non a caso il Financial Times scrive che molti fondi internazionali (non solo americani, anche cinesi) sono pronti a rilevare da Atlante le quote di controllo di BpVi e di Veneto, ma ciò che può concretizzare queste manifestazioni d'interesse non è la fusione, bensì la totale liberazione dei bilanci dalla mole di deteriorati, per entrambi pesantissima. Per quanto riguarda la Popolare di Vicenza, nelle prossime settimane andrà inoltre chiarito il legame con Cattolica Assicurazioni. Per la banca berica la quota del 15% delle azioni della compagnia, come pure la partnership di bancassurance nelle società Berica Vita, ABC Assicura e Cattolica Life, restano strategiche. Tuttavia la compagnia guidata da Paolo Bedoni e Giovan Battista Mazzucchelli ha tempo fino al prossimo primo settembre per decidere se portare avanti la relazione, oppure voltare pagina. Il contratto di partnership commerciale permette infatti a Cattolica di esercitare un'opzione put se la banca muta forma giuridica, come avvenuto con la trasformazione in spa. Cattolica potrebbe quindi costringere Vicenza ad acquisire il controllo totale delle società gestite in partnership, versando alla compagnia 175 milioni di euro. Come dichiarato da Bedoni, l'ipotesi è allo studio, e molto dipenderà dalla capacità dei nuovi vertici della BpVi di riprendere la piena operatività . Nel primo trimestre del 2016 Cattolica ha infatti conseguito un utile di 25 milioni di euro, ma la raccolta del ramo vita ha avuto un calo del 33%, principalmente a causa della «debolezza dei canali distributivi legati alla BpVi». Prima di decidere serve però cautela, perché la banca a quel punto non considererebbe più strategico il proprio 15% di azioni della compagnia, e potrebbe decidere di metterle sul mercato.
Di Davide Pyriochos, da L'Arena
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