Veneto Banca, soci contro il giudice che ha "assolto" Consoli: "la truffa c'è stata"
Mercoledi 20 Luglio 2016 alle 09:29 | 0 commenti
È scontro tra i rappresentanti legali dei soci di Veneto Banca e il tribunale di Padova, per la scelta di archiviare l’inchiesta per truffa nei confronti di Vincenzo Consoli. La decisione è stata assunta mercoledì scorso dal giudice per le indagini preliminari Mariella Fino, che ha definitivamente chiuso il procedimento che vedeva iscritto nel registro degli indagati l’ex amministratore delegato dell’istituto di credito. Il caso era stato sollevato da un padovano che aveva acquistato 120mila euro di titoli tra l’ottobre 2006 e il dicembre 2008. Ma per il gip l’inchiesta va archiviata in quanto «la notizia di reato è infondata» ma anche perché oramai è tutto prescritto. «Credo abbiano voluto mandare un segnale per evitare che il tribunale di Padova si ritrovasse subissato di cause», dice l’avvocato Sergio Calvetti, del Movimento difesa del cittadino, che ha già promosso un migliaio di denunce contro Veneto Banca.
«Eppure è evidente che la truffa c’è stata e che si è consumata non nel momento in cui l’azionista ha acquistato i titoli ma negli anni successivi, fino a tempi molto recenti, quando i vertici di Veneto Banca hanno nascosto il reale stato in cui versava l’istituto di credito, impedendo quindi ai soci di avere un quadro reale della situazione, che avrebbe potuto spingerli a vendere le azioni prima che il loro valore si azzerasse. Spero che altre procure ragioneranno diversamente da quella di Padova». Stesse conclusioni a cui giunge Maria Bruschi, che sta preparando una class action contro Veneto Banca. «A mio avviso la truffa contrattuale è continuata nel tempo, quindi parlare di prescrizione è sbagliato. Abbiamo presentato già un centinaio di denunce per truffa e in gran parte dei casi chiamiamo in causa non soltanto Consoli, ma anche il funzionario di banca che fece sottoscrivere l’acquisto pur conoscendo il reale stato in cui versavano i conti dell’istituto di credito. Chi ha sbagliato deve pagare». Sono 2.178 i reclami presentati dagli azionisti a Veneto Banca tra il 3013 e il primo trimestre del 2016. E proprio i soci ora preparano le contromosse. Il vicepresidente dell’associazione che riunisce i possessori di titoli delle banche popolari venete, Francesco Celotto, ammette che la decisione di Padova di archiviare l’inchiesta per truffa «non è un segnale positivo» ma spiega che i soci - anche quelli di vecchia data - hanno un’altra carta da giocare: «Da ottobre chiunque abbia acquistato azioni dopo il 2006 potrà chiedere l’arbitrato Consob: tre “giudici†esamineranno le richieste ed entro 90 giorni decideranno se, e in che misura, la banca dovrà risarcire».
Anche l’avvocato Renato Bertelle si prepara a depositare decine di denunce per truffa nei confronti di Veneto Banca. «Ma per gli acquisti più datati il rischio di prescrizione è concreto - ammette - e comunque risulterebbe difficile dimostrare che già prima del 2012 la situazione della banca era compromessa».
In attesa di capire se l’interpretazione del gip di Padova farà da apripista ad altre decisioni analoghe, questa sera i soci scenderanno in piazza a Treviso. Una manifestazione promossa dal Coordinamento associazione banche popolari venete di don Enrico Torta: «È il momento della difesa - fanno sapere- per i risparmi, per la dignità dell’uomo e per il futuro dei giovani che sono abbandonati e privi di risorse».
Al loro fianco ci saranno molti politici, dal presidente Luca Zaia («Non sono giustizialista ma dobbiamo pensare a questi cittadini che hanno perso tutto») a una delegazione del Pd (che ieri ha rinfacciato al governatore di aver definito Gianni Zonin «un grande imprenditore» ), fino ai rappresentanti dei 5 Stelle.
Di Andrea Priante, da Il Corriere del Veneto
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