Ora non sono più solo voci ma Beniamino Anselmi, presidente del Cda di Veneto Banca scelto dal Fondo Atlante, l'azionista praticamente totalitario dell'Istituto montebellunese e della Banca Popolare di Vicenza, si è dimesso (vedi comunicato ufficiale a seguire*, ndr) per la sua diversa visione con l'azionista e con Gianni Mionsulla fusione tra le due ex popolari venete. Se non è detto che finanziariamente potrà , comunque, reggere la conglomerata di due banche in profondo rosso, con quella vicentina più malmessa e con alle porte un nuovo, incertissimo aumento di capitale miliardario, è a questo punto sicuro che all'esubero di dipendenti finora quantizzato in circa 1500 unità per la banca portata al fallimento di fatto dalla gestione dei cda di Gianni Zonin e in un numero analogo per Montebelluna dell'ex ad Vincenzo Consoli, si sommeranno gli ulteriori tagli legati al funzionamento di una banca unica in cui molti sportelli e molte funzioni sono evidentemente duplicate.
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Il presidente intende però restare nel Cda dell’istituto. Non condivide i tempi molto rapidi sulla fusione con Bpvi. Scrive Roberta Paolini su “Il Mattino di Padova†di oggi: “Oggi sarà il giorno della verità per la presidenza di Beniamino Anselmi in Veneto Banca. Il manager piacentino, secondo fonti vicine all’istituto di Montebelluna, avrebbe in animo di rimettere il suo mandato. La lettera con le sue dimissioni potrebbe arrivare già nella serata odierna a mercati chiusi. Anselmi avrebbe intenzione di restare nel consiglio di amministrazione, assumendo un ruolo nella trasformazione digitale che dovranno affrontare Bpvi e Veneto Banca per arrivare alla fusione.
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Approfittiamo di una domanda di una nostra lettrice, socia della Banca Popolare di Vicenza, per dare qualche informazione sull'assemblea del 13 dicembre (nella foto una di quelle con Gianni Zonin trionfante, ndr) in cui sarà all'ordine del giorno, sia pur tardivamente e dopo l'analoga decisione di Veneto Banca, l'approvazione dell'azione di responsabilità verso i vertici della BPVi, Gianni Zonin & c., che, secondo la consulenza legale commissionata da Gianni Mion & c., possano essere coinvolgibili per il flop dell'Istituto. Ecco la domanda inviataci tramite l'indirizzo mail riservato ai soci traditi dalla banca, [email protected], a cui potrete sottoporrre ogni quesito a cui risponderemo privatamente e, se utile a molti, anche su questo mezzo mantenendo l'anominato ove richiesto e purchè la domanda sia fatta con un nome e cognome: "Buongiorno Direttore. Potete dirmi data, ora e luogo dell'assemblea dei soci della Banca Popolare di Vicenza per il voto sull'azione di responsabilità degli ex vertici della banca? Non penso che sarà le banca stessa a convocarci. Se non ci informate voi..... Grazie di cuore per tutto il vostro lavoro". Lettera firmata Continua a leggere
Un intervento al limite del crollo. Un po’ come il palazzo rosso di Amatrice, rimasto in piedi durante la prima ondata sismica e crollato giovedì scorso. Proprio in quelle ore le quasi contemporanee dichiarazioni di Gianni Mion, presidente delle Banca Popolare di Vicenza e di Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, hanno fatto intendere a molti come la situazione in Veneto sia andata ben oltre il livello di guardia. Non tanto per la severa presa di posizione da parte della Bce — che sembra avere suggerito la fusione tra i due istituti veneti e il contemporaneo aumento da 2,5 miliardi di euro (a carico di chi?) — quanto per il nervosismo fatto trapelare da due presidenti — Mion e Guzzetti — avvezzi al mondo della finanza, navigatori di ogni mare e poco inclini al sensazionalismo.
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Uilca-Coordinamento Gruppo Banca Popolare di Vicenza Dopo le sconcertanti dichiarazioni del presidente Gianni Mion sugli esuberi di personale in Bpvi, cui abbiamo risposto immediatamente con fermezza, riscontriamo oggi una presa di posizione opposta da parte dei vertici di Veneto Banca. Ci domandiamo se la proprietà Atlante voglia fare figli e figliastri e se sia in grado di gestire questa schizofrenia verbale dei vertici dei due Istituti bancari veneti. Per quanto ci riguarda non accetteremo di far pagare ai dipendenti del gruppo Banca Popolare di Vicenza tali astruse scelte manageriali, ivi compresa una fusione fra i due Istituti laddove si tengano linee difformi nella gestione di eventuali esuberi peraltro mai definiti in un Piano Industriale. Continua a leggere
I due presidenti della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e l’azionista unico delle due banche, Alessandro Penati, numero uno del Fondo Atlante, si incontrano oggi a Milano per fare il punto sulla possibile fusione tra le due realtà . Un incontro giudicato «esplorativo» da chi è a stretto contatto con il dossier, ma che potrebbe rappresentare a tutti gli effetti il calcio d’avvio della partita dell’aggregazione. L’appuntamento dovrebbe servire anzitutto a incardinare l’operazione di consolidamento e a concordarne la road map.In linea di massima, i prossimi due mesi potrebbero essere utilizzati per stilare due piani d’azione coerenti tra loro e sinergici. Anche perchè l’obiettivo finale, se tutto filasse liscio, sarebbe quello di poter mettere in cantiere la fusione nel 2017, forse già nel primo semestre.
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Non è la prima volta cheRadio Padania ci ospita per raccontare la nostra battaglia, ancora troppo solitaria, contro lo scandalo della Banca Popolare di Vicenza e del sistema che l'ha generato, favorito, tollerato e ignorato, ad arte per goderne singoli vantaggi. E anche oggi il coraggioso collega Giulio Cainarca, condurrore di Onda Libera, ha intervistato il nostro direttore sulle ultime evoluzioni del disastro che ha terremotato prima decine di migliaia di soci, molti dei quali ridotti sul lastrico, e ora sta cominciando a colpire, con le nuove scosse, i dipendenti della ex Popolare di cui 1.500, dice Gianni Mion, neo presidente di BPVi, molti di più temiano noi, verranno messi sulla porta dopo la gestione dell'ex presidente, Gianni Zonin, non suicida, vista la sua ottima salute personale, psicologica ed economica, ma omicida di tutto un territorio.