Il Sole 24 Ore: Veneto Banca e BPVi, incontro al vertice per la fusione
Venerdi 28 Ottobre 2016 alle 09:30 | 1 commenti
I due presidenti della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e l’azionista unico delle due banche, Alessandro Penati, numero uno del Fondo Atlante, si incontrano oggi a Milano per fare il punto sulla possibile fusione tra le due realtà . Un incontro giudicato «esplorativo» da chi è a stretto contatto con il dossier, ma che potrebbe rappresentare a tutti gli effetti il calcio d’avvio della partita dell’aggregazione. L’appuntamento dovrebbe servire anzitutto a incardinare l’operazione di consolidamento e a concordarne la road map.In linea di massima, i prossimi due mesi potrebbero essere utilizzati per stilare due piani d’azione coerenti tra loro e sinergici. Anche perchè l’obiettivo finale, se tutto filasse liscio, sarebbe quello di poter mettere in cantiere la fusione nel 2017, forse già nel primo semestre.
Certo è che occorre fare presto. Bce è in pressing, e così ha fatto anche nel corso di un incontro avvenuto la scorsa settimana con Alessandro Penati. Nessuna indicazione specifica in termini di strategie, ma Francoforte preme perchè vuole evitare il rischio di «zombie-banks». Da qua la richiesta, a valle di alcune ispezioni sui crediti delle due banche, di ulteriori accantonamenti sugli Npl, che potrebbero comportare 2 miliardi circa di nuovi accantonamenti, con effetti pesanti sul capitale delle due banche. Il problema sarebbe stato dettagliato anche nella bozza di lettera Srep inviata a fine settembre ad entrambi gli istituti, che si sono messe subito al ragionare sul da farsi. Certo è che le due banche sarebbero costretti a una ricapitalizzazione, anche se non è chiaro con quali capitali.
L’appuntamento odierno servirà dunque a valutare anche quali azioni varare nel breve termine così da mettere in sicurezza gli istituti. Dal tema della gestione dei contenziosi legali a quello delle cessioni.
Ma il vero tema in cima all’agenda è quello relativo al taglio dei costi sul fronte occupazionale. Non è un caso che il presidente di Banca Popolare di Vicenza, Gianni Mion, nei giorni scorsi abbia annunciato esuberi per 1.300-1500 unità in tempi brevi, parte dei quali non potrebbero essere gestiti con i normali ammortizzatori sociali. «È un esubero strutturale. Non siamo in condizione di aspettare», ha detto il manager a margine di un convegno. Poco conta che a Montebelluna si parli di un intervento meno doloroso, pari a 700 esuberi circa, gestibili in teoria con gli ammortizzatori sociali. Il rischio di licenziamenti collettivi ha da subito generato la dura reazione dei sindacati, che temono effetti a valanga anche in altri istituti. Alcune sigle hanno chiesto le dimissioni di Mion preannunciando una «guerra senza confini».
Di Luca Davi, da Il Sole 24 Ore
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