Il Divo
Vi offriamo in anteprima le "ciacole" che trovate in prima pagina del numero 176 di VicenzaPiù da oggi in edicola (www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2334) e da domani ancora più facile da trovare nei punti di distribuzione in città grazie alla tiratura aumentata
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Il Divo Giulio (per il suo clericalismo), Catenacci (perché, secondo i critici, avrebbe fatto spesso catenaccio di fronte alle notizie, cioè non le avrebbe date), il Savonarola della domenica (per certi suoi editoriali domenicali lunghissimi e scritti con la pesantezza del sermone): molti sono stati i nomignoli affibbiati dai detrattori a Giulio Antonacci, direttore uscente del Giornale di Vicenza. Proveniente dall'ambiente di curia e dal suo organo ufficiale, la Voce dei Berici, già responsabile del servizio economia del quotidiano di Assindustria, nei suoi sette anni al timone Antonacci non è stato più di tanto uomo di macchina, quanto, mettiamola così, di "visione". Quale? Quella dei suoi editori o, meglio, in particolare di alcuni, che, messi alla porta dal cda di Athesis, si portano dietro anche lui. Per la città è un cambiamento epocale. Dalla sua poltrona, infatti, il direttore del GdV controlla, volente o nolente, l'opinione pubblica locale e perciò la politica e gli intrecci di questa con gli interessi economici. Lui, per la verità , è stato più volente che nolente. Se saprà uscire di scena con stile, gli renderemo l'onore delle armi, noi che non gli abbiamo mai fatto mancare critiche e contestazioni. Ad Ario Gervasutti che prende il suo posto vanno i nostri migliori auguri. Specie quelli di poter leggere un giornale che sia soltanto, semplicemente, un giornale. E questa volta di Vicenza per davvero. Non solo di una certa Vicenza.
Continua a leggereIl Censis e l'economia ai tempi della crisi
Articolo pubblicato sul n. 175 di VicenzaPiù per la rubrica ViPiù Economia e Mercati
L'economia ai tempi della crisi
La fotografia del Censis
di Giancarlo Marcotti
Il primo venerdì del mese di dicembre, come di consueto, è stato pubblicato il nuovo rapporto del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) relativo all'anno 2009.
L'Istituto di ricerca pubblica dal 1967, con cadenza annuale, quello che potremmo definire un Check-Up socioeconomico del nostro Paese, ed è un appuntamento al quale non si può mancare.
Questa quarantatreesima edizione, poi, era particolarmente attesa alla luce della crisi economica globale che sta investendo i mercati internazionali, soprattutto per capire quali ripercussioni stia avendo sulla nostra società .
Aggrappati alla famiglia
Diciamo subito che l'Italia, tutto sommato, ne esce bene, il giudizio confortante forse dipende essenzialmente dalla nostra struttura sociale, abituata più di altre a sopportare emergenze di ogni tipo.
La nostra società , fortemente ancorata al gruppo familiare, almeno al momento, ha reagito con efficacia alle problematiche derivanti dalla crisi economica, anche se occorre augurarsi che la ripresa arrivi al più presto, poiché continuano ad aumentare segnali di difficoltà .
Noi limiteremo la nostra attenzione soltanto su una piccola parte delle 668 pagine che compongono il volume, naturalmente quelle che riguardano gli aspetti più squisitamente economici ed in particolare del nostro sistema industriale.
Pp5 e Corte Pellizzari. Piano Ivem, l'ombra di Valle
Articolo pubblicato sul n. 175 di VicenzaPiù in distribuzione
Una delle intese allegate al Pat prevede una lottizzazione a San Felice col gruppo Beltrame. Ma nella società privata c'è anche un nome con cui il Comune dovrebbe avere poco a che fare
Fra i nove accordi con gruppi privati messi nel calderone del Pat (pur essendo questo un piano di orientamento che non dovrebbe scendere nel dettaglio, compito assegnato al successivo Piano degli Interventi), ce n'è uno di cui si è parlato poco o nulla. Si tratta dell'intesa Ivem, dal nome della società proprietaria di un'area di 7.793 metri quadrati in Corso San Felice, nell'ex Piano Particolareggiato 5 (Pp5). E' la cosiddetta Corte Pellizzari, dove si trovano edifici ex industriali che cadono a pezzi.
Il protocollo preliminare è stato firmato il 31 luglio scorso, e prevede che la Ivem, in cambio dell'eventuale bonifica, di un paio di marciapiedi e di un parcheggio, possa trasformare quest'angolo inutilizzato e fatiscente in un «insediamento di destinazioni residenziali, direzionali, commerciali e artigianato di servizio». Insomma un po' tutto: case, uffici, negozi, officine artigiane. Il «rilevante interesse pubblico» dell'operazione starebbe nella riqualificazione e, sostanzialmente, nel parcheggio.
La proposta, di per sé, va anche bene. Opere di urbanizzazione e standard saranno a carico del privato, per quanto bisognerà vedere come questa porzione di terreno si armonizzerà col resto dell'ex Pp5, ovvero con le costruzioni che sorgeranno nell'area ex Ftv-San Felice. Il punto oscuro sta proprio nella proprietà . O meglio: nell'identità del proponente.
Zocca: "È un Pat delle illusioni. E lo stadio può rimanere dov'è"
Articolo pubblicato sul numero 175 di VicenzaPiù, tutti i sabati in edicola a 1 euro e da oggi ancora più facile da trovare nei punti di distribuzione in città grazie alla tiratura aumentata.
"È un Pat illusorio, che promette molto più di quello che può dare". Tra i consiglieri d'opposizione che hanno passato al setaccio la mole imponente di carte del nuovo piano di assetto del territorio, Marco Zocca è stato sicuramente uno dei più attenti e scrupolosi. Quando lo incontriamo ha sottobraccio una carta con annotate a matita tutte la variazioni di aree agricole rispetto al vecchio prg ("Ho dovuto fare io il confronto, perché non ci hanno dato l'ultima versione della carta delle trasformabilità : alla faccia della trasparenza", commenta). Ed è proprio da qui, dai pezzi di campagna trasformati in aree lottizzabili, che cominciano, secondo l'ex assessore all'urbanistica degli ultimi anni del secondo mandato di Hullweck, i punti critici del Pat.
Gli indifferenti a orologeria
Vi offriamo in anteprima il commento critico sulla posizione del Comitato di Redazione de Il Giornale di Vicenza, che trovate sul numero 175 di VicenzaPiù da oggi in edicola e da domani ancora più facile da trovare nei punti di distribuzione in città grazie alla tiratura aumentata.
Nella sezione VicenzaPiù Quotidiano pubblichiamo (www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2182) un'altra anteprima del n. 175 sulle, invece, comprensibili e condivisibili rivendicazioni dei giornalisti dello stesso quotidiano.
Ecco il commento di Alessio Mannino
I colleghi si criticano, eccome. Non farlo saprebbe di complicità corporativa, e oltre alla Casta dei politici c'è, ahinoi, anche quella che è stata chiamata "Casta stampata".
Il Comitato di redazione del Giornale di Vicenza, nel comunicato pubblicato il 4 dicembre(www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2069 ) per annunciare la due giorni di sciopero il 5 e il 6 successivi, si è sollevato per protestare contro l'imminente sostituzione del direttore Giulio Antonacci, al posto del quale dovrebbe andare Ario Gervasutti (da ieri è notizia ufficiale come anticipato da Il Corriere del Veneto e ancora prima da noi e come oggi confermato su Il Giornale di Vicenza stesso dal Comitato di redazione www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2180, n.d.r.) , caposervizio del Gazzettino di Padova. I giornalisti del GdV se la sono presa con l'editore Athesis, cioè in pratica con Assindustria vicentina e col suo presidente Roberto Zuccato, perché sono stati fatti rimanere all'oscuro della scelta, trapelata per la prima volta su VicenzaPiù e poi su testate nazionali come Italia Oggi. Hanno anche citato una dichiarazione di Antonacci ad una riunione coi rappresentanti sindacali, con la quale il direttore uscente avrebbe loro rivelato il nome del successore.
Gianni Mura: "Rimpiango il calcio di un tempo"
Articolo pubblicato sul numero 174 di VicenzaPiù, in edicola a 1 euro e ancora più facile da trovare, grazie alla tiratura aumentata, anche nei punti di distribuzione in città , tra cui quelli indicati nel box a destra da cui è anche possibile scaricare la versione pdf.
Lo confesso, il decalogo del giornalista sportivo dell'USSI non l'avevo ancora letto. Sicuramente una leggerezza. All'articolo 4 avrei scoperto che "Il giornalista sportivo tiene una condotta irreprensibile durante lo svolgimento di avvenimenti che segue professionalmente". Forse, da aspirante pubblicista "tardivo" (la tessera dell'Ordine, un sogno mai coronato in gioventù, è tornato in età adulta), non sono ancora sufficientemente "dentro" la professione. Così all'undicesimo minuto del primo tempo, in Padova - Vicenza, sabato scorso, la mia prima volta con accredito-stampa, al diagonale di Sestu finito prima sul palo alla destra di Agliardi, e poi a gonfiare la rete per lo zero a uno, ho esultato. Ho alzato le braccia, gridando "gol" con l'istinto del bambino. Ma non era il mio Menti d'infanzia, quello che avevo intorno, Paolo Rossi non ci gioca più da un pezzo. Un giornale appallottolato mi è arrivato in viso (sarà pure carta ma fa male, dannazione!), sferzante come un secchio d'acqua gelido.
Continua a leggereQuesta città è come un rock. Anzi no
Articolo pubblicato sul numero 171 di VicenzaPiù, in edicola da ieri e da oggi in distribuzione gratuita in diversi punti della città indicati nel box a destra oltre che scaricabile sempre dal box a destra.
Assodato che Berlusconi è una rockstar ma non un rocker perché di ribellione, libertà e musica viscerale lui non ha niente e non sa niente, c'è venuto il dubbio su cosa sia rock e cosa non lo sia nella Vicenza eternamente Dc (l'attuale sindaco è un figlioccio di Mariano Rumor, uno che era un po' la Democrazia Cristiana fatta persona, e quello che lo ha preceduto, Hullweck, benché con un passato missino, aveva doti naturali di curialità e ipocrisia politica che ce lo hanno sempre fatto ritenere "democristiano dentro"). E dunque, via col gioco.
E' rock Palladio. O meglio, lo era. Per il suo tempo era un visionario, e difatti ha fatto scuola, è diventato un "classico". Non è rock la celebrazione perenne di Palladio: dopo cinque secoli sarebbe ora di rinnovare l'immaginario e i simboli della città . Proposta: sostituiamo l'icona palladiana con quella, più tangibile e attuale, dell'Oro. Poi però facciamo un bel falò di schei (falsi, mica siamo scemi) in Piazza dei Signori.
Perché è rock usare i soldi per godersi la vita più che si può. Non è rock fare degli schei la prima preoccupazione, come purtroppo succede a tanti vicentini.
Le Strade d'Europa non sono infinite. E piegano a destra
Articolo pubblicato sul numero 173 di VicenzaPiù, da oggi in edicola a 1 euro.
Sono finiti per una settimana su tutti i giornali per essere gli autori del libretto sulla caduta del Muro di Berlino accusato di "copia e incolla" e diffuso nelle scuole a spese della Regione Veneto. Andrea Guglielmi, l'autore del volumetto, fa parte insieme a Michele Bonanno (che ne è presidente) dell'associazione "Strade d'Europa". Un nome stampato su tutte le diecimila copie di «Europa: unita, libera, forte. 1989/2009. 20 anni dalla caduta del muro di Berlino». Un'associazione che, hanno ripetuto in più occasioni, vuole essere assolutamente apolitica. «Sono un militante del Pdl, e orgoglioso di esserlo, e anche il presidente Michele Bonanno lo è - dice Andrea Guglielmi, ventidue anni, studente di Scienze politiche -. Ma la politica è una cosa, l'associazione un'altra. La politica rimane fuori dalle iniziative dell'associazione, che sono di carattere culturale. E rispecchiano diversi punti di vista politici, tanto che uno dei nostri iscritti vota addirittura il Pd» assicura Guglielmi.
Origini ed idee
Continua a leggereTroppe foreste, montagne a rischio
Articolo pubblicato sul n. 172 di VicenzaPiù, da ieri in edicola e da oggi in distribuzione in diversi punti della città elencati nel box a destra, da cui è pure scaricabile la versione in pdf.
Geografi, antropologi. montanari e guardie forestali ne discutono da anni. Tutti gli altri, cioè chi in montagna ci va solo per un weekend all'aria aperta o per qualche settimana di vacanza, probabilmente non se n'è nemmeno accorto. Ma nelle nostre montagne, dal Pasubio al Grappa (come del resto sta avvenendo in tutto l'arco alpino), è in corso una trasformazione epocale, che potrebbe compromettere un patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico antico di secoli. E per una volta non stiamo parlando dell'avanzata del cemento o del proliferare di seconde case. In questo caso, infatti, l'insidia viene dall'avanzare del bosco. Anzi, della foresta, che si sta velocemente riprendendo spazi e territori. Bene, verrebbe da dire, ma la questione è ben più complessa. Perché l'esplosione delle foreste è la diretta conseguenza dell'abbandono. E il risultato non è semplicemente una natura incontaminata, ma il più delle volte una "boscaglia impraticabile", come si legge sul sito di Geograficamente, associazione nata al dipartimento di Geografia dell'università di Padova e che segue con un'attenzione particolare le tematiche relative all'ambiente e al territorio.Â
Le cifre
Continua a leggereNuovo stadio, a noi non Menti
Vi 'regaliamo' in anteprima l'articolo sul Nuovo Menti che trovate sul n. 172 di VicenzaPiù da oggi in edicola a 1 euro.
E' il grande affare della nuova Vicenza disegnata dal Pat del centrosinistra. Lo stadio a est della città che sostituirà il vecchio Romeo Menti è stato presentato come il fiore all'occhiello fra gli accordi preliminari stretti dall'amministrazione Variati con alcuni privati del settore immobiliare e commerciale. Immaginato come un polo d'attrazione non solo sportivo ma anche ricreativo e musicale ("arena degli eventi"), l'impianto di cui si parla da dieci anni pare finalmente approdare al progetto definitivo. Si sfregano le mani gli imprenditori presenti nell'azionariato del consorzio Vicenza Futura Spa, fra i quali figurano come soci di primo piano il colosso delle costruzioni Maltauro, la più piccola Bilding del geometra Giandomenico Marchetti (ex presidente della società ), il gigante commerciale Unicomm di Mario Cestaro e la Caoduro (impianti d'aerazione) di Paolo Caoduro, a capo della cordata e notoriamente vicino all'attuale sindaco.
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