Questa città è come un rock. Anzi no
Domenica 29 Novembre 2009 alle 11:42 | 0 commenti
Articolo pubblicato sul numero 171 di VicenzaPiù, in edicola da ieri e da oggi in distribuzione gratuita in diversi punti della città indicati nel box a destra oltre che scaricabile sempre dal box a destra.
Assodato che Berlusconi è una rockstar ma non un rocker perché di ribellione, libertà e musica viscerale lui non ha niente e non sa niente, c'è venuto il dubbio su cosa sia rock e cosa non lo sia nella Vicenza eternamente Dc (l'attuale sindaco è un figlioccio di Mariano Rumor, uno che era un po' la Democrazia Cristiana fatta persona, e quello che lo ha preceduto, Hullweck, benché con un passato missino, aveva doti naturali di curialità e ipocrisia politica che ce lo hanno sempre fatto ritenere "democristiano dentro"). E dunque, via col gioco.
E' rock Palladio. O meglio, lo era. Per il suo tempo era un visionario, e difatti ha fatto scuola, è diventato un "classico". Non è rock la celebrazione perenne di Palladio: dopo cinque secoli sarebbe ora di rinnovare l'immaginario e i simboli della città . Proposta: sostituiamo l'icona palladiana con quella, più tangibile e attuale, dell'Oro. Poi però facciamo un bel falò di schei (falsi, mica siamo scemi) in Piazza dei Signori.
Perché è rock usare i soldi per godersi la vita più che si può. Non è rock fare degli schei la prima preoccupazione, come purtroppo succede a tanti vicentini.
E' rock il nuovo stadio a Vicenza est, se oltre al calcio ospiterà concerti di tutti i generi musicali. Non è rock il progetto preliminare che pare fatto apposta per riempire la pancia di certi potentati economici locali (Maltauro, Unicomm, Caoduro, ecc) a discapito dell'interesse pubblico.
E' rock il nuovo Campo Marzo studiato dal designer Aldo Cibic e politicamente firmato da Matteo Quero, coi concerti d'estate. Non sono rock le ronde che la Lega ha organizzato per controllarlo dai soliti pusher e malintenzionati, già ben monitorati dalla polizia. Ronde che non servono a nulla se non ad alimentare la paura (e che per altro stanno conoscendo un flop clamoroso). A proposito: Quero è rock sotto Ponte Alto fermato dalla volante, non è tanto rock quando si accanisce sulla Donazzan e sui ragazzi di Strade d'Europa: va bene, hanno fatto la figuraccia, ma occupiamoci di cose più serie del colore e del folclore.
E' rock la Piazza dei Signori degli eventi gratuiti, e non parliamo solo di concerti come è stato quello, accolto da grande successo di pubblico, della Pfm. E' rock la Giornata della Musica a giugno e lo è, naturalmente, un certo risveglio dei bar in centro storico. Ma non è rock il fatto che, nonostante la causa principale sia il barricarsi in casa con internet, in centro città e nei quartieri non ci siano più le compagnie di strada. Anche per la scomparsa, il controllo poliziesco spinto all'estremo o la chiusura forzata (dovuta all'ossessione della sicurezza) di spazi riparati e coperti che ospitavano gli amabili giovinastri delle bande metallare, punk, ecc.
E' rock il brulicare di gruppi musicali di ogni risma. Non è rock che si sia spazio sempre agli stessi, come non è rock che ci siano così pochi locali notturni dove tirar tardi (fino alle 4 del mattino almeno). Sono rock, ognuno a modo loro, il Sabotage e il Totem (e lasciatemi fare un po' di pubblicità , se la meritano!), non sono rock i Lost - che non fanno rock, ma una melassa commerciale - al Capodanno ufficiale del Comune.
E' rock un leghista come Alessio Sandoli che aveva proposto trasporti notturni per giovani avvinazzati (forza, riparliamone, invece di continuare con la solfa delle ronde). Non sono rock i giovani del Pd che battono la grancassa della legge contro l'omofobia con un convegno col parlamentare Grillini: niente contro i gay e abbasso l'intolleranza sessuale, ma prevedere uno status particolare, anche in funzione anti-discriminatoria, è sempre sbagliato per principio se si vuole restare fedeli a quello dell'uguaglianza.
E' rock il presidente di Confindustria berica, Roberto Zuccato, quando fa repulisti nel cda del Giornale di Vicenza da certi padroni (costruttori, acciaieri) troppo invadenti e si appresta a portare una ventata di libertà nel quotidiano più venduto della città . Non è rock il presidente della Camera di Commercio, Vittorio Mincato, quando teorizza la selezione darwiniana delle imprese come beneficio della crisi economica: e alla vita della gente licenziata, cassintegrata, precarizzata, spolpata viva dalla rata del mutuo e dalle bollette non ci pensa nessuno?
Sono rock le nuove gallerie d'arte che stanno spuntando come funghi (Monotono, Ab23, Officina grafica). Non sono affatto rock i musei cittadini, al cui interno si possono vedere cose interessanti ma che hanno un allestimento che fa passare la voglia di metterci piede.
E' rock chi va in bicicletta, in autobus, al limite in moto o motorino. Non è rock chi se ne va in giro in Suv, chi ha il mito della macchina, chi, come il presidente dell'Aci, Pigato, non prende mai i servizi pubblici.
E' rock la festa islamica nel centro culturale di via Vecchia Ferriera, perché tutti devono poter professare la proprie religione e organizzare i propri eventi purchè non rechino disturbo a nessuno. Non è rock il solito Sorrentino (Pdl) che appena sente la parola Islam scatta come una molla e chiede di vietare, vietare, vietare. Vietare è il contrario del rock.
E' rock mettere la parola fine al decennio feudale di Gerardo Meridio all'Ipab (ente assistenziale per gli anziani). Non sarebbe rock sostituirlo con un Meridio di sinistra.
E' rock il presidente leghista della Provincia, Titti Schneck, che in privato è contrario alla base americana al Dal Molin, contro la posizione ufficiale (favorevole) del suo partito. Non è rock che siccome le coop ex rosse si pappano l'appaltone della nuova base, il Pd nazionale, che qui governa con Variati, si sia lavato le mani della questione. Anzi se le sia sfregate, vero Bersani?
E' rock il no dell'assessore Toni Dalla Pozza all'acqua privatizzata. Non è rock che abbia mantenuto le ordinanze contro accattoni, alcolici per strada, clienti prostitute e bivacco nei parchi.
Erano rock i comitati di cittadini spontaneamente sorti in città , chi fa politica dal basso, partendo dai temi concreti. Non sono rock i partiti, che soffocano la vita civile nelle loro logiche elettorali, correntizie, clientelari.
E' rock chi si accontenta di un lavoro che gli permetta di vivere, e dedica tempo all'amore, agli affetti, alle proprie passioni. Non è rock chi si affanna a lavorare, lavorare, lavorare. E non è rock che a causa di un'economia fondata sulla speculazione di quei bastardi delle banche e sul mito suicida della flessibilità un'intera generazione di ragazzi non possano farsi un progetto di vita, e molti loro padri siano stati licenziati dall'oggi al domani per la crisi. E' rock chi parla di decrescita, di abbandonare i consumi inutili, di uno stile di vita più semplice.
E' rock questo giornale. Gli altri, a Vicenza, no.
Alessio Mannino
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