Zocca: "È un Pat delle illusioni. E lo stadio può rimanere dov'è"
Domenica 13 Dicembre 2009 alle 08:00 | 0 commenti
Articolo pubblicato sul numero 175 di VicenzaPiù, tutti i sabati in edicola a 1 euro e da oggi ancora più facile da trovare nei punti di distribuzione in città grazie alla tiratura aumentata.
"È un Pat illusorio, che promette molto più di quello che può dare". Tra i consiglieri d'opposizione che hanno passato al setaccio la mole imponente di carte del nuovo piano di assetto del territorio, Marco Zocca è stato sicuramente uno dei più attenti e scrupolosi. Quando lo incontriamo ha sottobraccio una carta con annotate a matita tutte la variazioni di aree agricole rispetto al vecchio prg ("Ho dovuto fare io il confronto, perché non ci hanno dato l'ultima versione della carta delle trasformabilità : alla faccia della trasparenza", commenta). Ed è proprio da qui, dai pezzi di campagna trasformati in aree lottizzabili, che cominciano, secondo l'ex assessore all'urbanistica degli ultimi anni del secondo mandato di Hullweck, i punti critici del Pat.
Campagne e lottizzazioni
La legge urbanistica regionale, infatti, fissa un limite ben preciso per la quota di terreno agricolo che può essere destinato ad altri usi: 297 mila metri quadrati, cioè circa 30 ettari di Sau (Superficie agricola utilizzata). Andando a scartabellare nei vari documenti del Pat, in particolare nella tavola 4 delle trasformabilità , però, di campi destinati a cambiare volto se ne trovano ben di più. Zocca, almeno, ha individuato quasi una quindicina di aree, le principali ad Anconetta (200 mila metri quadrati), Carpaneda (altri 200 mila metri quadrati, divisi in due lotti), Sant'Agostino (150 mila metri quadrati) Polegge (110 mila metri quadrati). Senza contare l'area di cà Balbi dove sorgerà il nuovo stadio, che da sola conta 370mila metri quadrati. In tutto, aggiungendo anche i lotti più piccoli lungo la strada Pasubio, alle Cattane e a Ca Balbi, il conteggio del consigliere del Pdl arriva ad 1 milione e 259 mila metri quadrati di superficie agricola utilizzata. "E se contiamo anche l'area occupata da strade e servizi, arriviamo ad oltre due milioni di metri quadrati, quando se ne possono usare solo 300mila - sottolinea Zocca -. E' un piano sovradimensionato di quasi dieci volte".
Il problema non è tanto il consumo di territorio, perché oltre i 30 ettari previsti tutte le autorizzazioni dovrebbero essere bloccate dalla Regione. Il problema è che, una volta raggiunto il tetto, non si potrà più fare niente: nemmeno in quelle zone, come Maddalene e Cà Balbi, dove il Pat prevede centri per anziani, o a Sant'Agostino, dove si parla di strutture per Aim. "Lo stadio, da solo, si mangia tutta la Sau: e questo significa che gli altri progetti, che non sono solo privati ma riguardano anche servizi di interesse pubblico, dovranno essere trasferiti in altre zone. Questo stravolge il Pat. È un documento in cui non ci sono delle priorità ". Detto in altre parole, sono stati disegnati sulla carta una serie di progetti, pur sapendo bene che non saranno realizzabili.
Non solo. "Il Piano è troppo sbilanciato verso le grandi lottizzazioni, a scapito delle esigenze delle famiglie", aggiunge Zocca, con un chiaro riferimento alle richieste del Bid, il contestato bando degli interessi diffusi portato avanti dall'amministrazione Hullweck e lasciato (parzialmente) cadere da Variati. "Nel Bid almeno c'erano richieste pubbliche, esplicite. Qui nessuno, ufficialmente, ha presentato richieste, e sottolineo ufficialmente. Però abbiamo grandi trasformazioni di territorio: mi chiedo perché".
Lo stadio
Lo stesso sbilanciamento e la stessa mancanza di programmazione Zocca lo ravvede anche in alcune delle intese tra pubblico e privato allegate al Pat. Prima fra tutte quella sul nuovo stadio. "L'accordo dello stadio, rispetto a quello che avevamo approvato noi, è cambiato, e rispetto a prima è più vantaggioso per i privati: sono aumentati gli oneri a carico del Comune, che ad esempio dovrà accollarsi la realizzazione delle strade esterne e del viadotto, non c'è più il palazzetto dello sport, che era comunale, e in più è aumentata la superficie utile. Adesso, inoltre, sarebbe possibile fare un ragionamento diverso: lo spostamento del Menti nasceva dall'esigenza di liberare spazi per l'università . Ora però l'università sta lavorando alla caserma Borghesi, e quindi si potrebbe proporre a Vicenza Futura un accordo di questo tipo: ristrutturare il Menti dov'è, e mantenere la capacità edificatoria a Vicenza est. Per Cà Balbi il vantaggio sarebbe di avere indici di edificazione più bassi, e un minor impatto viabilistico".
Gli altri accordi
Discorso simile per le aree dell'ex Domenichelli e della Corte Pellizzari, che quando Zocca era all'urbanistica erano incluse in un unico piano di riqualificazione, oggi smembrato. "Lì bisognava prendere in considerazione tutta l'area del Pp5, non due francobolli: così facendo, la giunta ha perso tutti i vantaggi per la viabilità . Inoltre, non ha ritoccato quegli indici che loro stessi avevano aspramente criticato, e ha previsto per queste due aree la possibilità di procedere con intervento edilizio diretto, senza il passaggio in consiglio comunale di un piano attuativo, cosa richiesta, invece, per altre lottizzazioni; anche qui, mi chiedo perché. Se poi vogliono davvero spostare gli uffici in viale Torino, perché non cominciano ad usare gli immobili dell'ex ufficio del lavoro, che sono già del Comune e saranno presto vuoti e utilizzabili. Se aspettiamo tutti i passaggi necessari nell'area ex Domenichelli, fa in tempo a diventare sindaco mio figlio".
L'elenco delle doléances continua con l'intesa per l'area Zambon ("era un accordo che avevamo già fatto noi"), con quella per Bertesina ("troppo vago, e anche questo era già nel piano frazioni, solo che poi i privati avevano litigato e non se ne era fatto nulla"), con via Monte Asolone ("accordo identico al vecchio Piruea, che il centrosinistra aveva duramente contestato), con gli accordi per Montagnole e campo Federale ("ho dei dubbi sullo spostare tutta l'edificazione nell'area attorno al teatro"), e con una considerazione di carattere generale. "Questi accordi sono carta straccia, nel senso che non sono normati. C'è solo un impegno a realizzare l'opera, ma in molti casi non si precisa cosa si fa, chi lo fa, quanto si costruisce e in che tempi. Tutte cose che noi avevamo scritto in modo chiaro. Questo piano, invece, è nebuloso e altamente modificabile: dice che faranno cose concrete e realizzabili, quando tutte le cose che ci sono descritte potrebbero anche rimanere solo sulla carta".
I buchi neri
Se gli accordi lasciano perplessi per la loro vaghezza, continua Zocca, ci sono altre aree che nel Pat paiono completamente sparite. Le famose aree dismesse, ad esempio, "sono un grande punto di domanda. Cosa si farà nella zona Ftv? Non si sa. Nell'ex Lanerossi? Non si sa. Nel pp7? Non si sa". L'altro grande interrogativo riguarda poi la mobilità . "Nel Pat si parla molto di mobilità pubblica, cioè di autobus, metropolitana di superficie e così via. Ma in tutto la documentazione non c'è un'analisi tecnica, uno studio, un dato che dia fondamento a quelle proposte: nulla. Sul trasporto privato lo studio c'è, ma dice che la viabilità si regge solo se c'è la tangenziale nord. Senza quella la città è morta. Ora io mi chiedo cosa pensa di fare questa maggioranza, visto che al suo interno ci sono voci che mettono in dubbio l'utilità della tangenziale. Se poi pensano davvero di fare la tangenziale, allora non hanno più senso le bretelline disegnate nel Pat: non serve quella di Polegge, che va ad invadere il parco dell'Astichello, come non serve quella di Saviabona, che va a degradare un altro pezzo di campagna". Alla fine, comunque, Zocca qualcosa di positivo lo trova: "Pensando di tornare ad amministrare un domani, avere un piano così vuoto e indeterminato ci darà la possibilità di intervenire con la massima libertà . Bene così".
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