Le Strade d'Europa non sono infinite. E piegano a destra
Sabato 28 Novembre 2009 alle 10:56 | 3 commenti
Articolo pubblicato sul numero 173 di VicenzaPiù, da oggi in edicola a 1 euro.
Sono finiti per una settimana su tutti i giornali per essere gli autori del libretto sulla caduta del Muro di Berlino accusato di "copia e incolla" e diffuso nelle scuole a spese della Regione Veneto. Andrea Guglielmi, l'autore del volumetto, fa parte insieme a Michele Bonanno (che ne è presidente) dell'associazione "Strade d'Europa". Un nome stampato su tutte le diecimila copie di «Europa: unita, libera, forte. 1989/2009. 20 anni dalla caduta del muro di Berlino». Un'associazione che, hanno ripetuto in più occasioni, vuole essere assolutamente apolitica. «Sono un militante del Pdl, e orgoglioso di esserlo, e anche il presidente Michele Bonanno lo è - dice Andrea Guglielmi, ventidue anni, studente di Scienze politiche -. Ma la politica è una cosa, l'associazione un'altra. La politica rimane fuori dalle iniziative dell'associazione, che sono di carattere culturale. E rispecchiano diversi punti di vista politici, tanto che uno dei nostri iscritti vota addirittura il Pd» assicura Guglielmi.
Origini ed idee
L'associazione Strade d'Europa nasce nel 2005, e oggi la sua pagina su Facebook conta sessanta "amici". Fra i quali figurano l'ex assessore alle politiche giovanili del Comune di Vicenza Arrigo Abalti, e un altro aennista, Chicco Costini, già candidato Pdl alle recenti provinciali della provincia di Rieti. «L'associazione promuove, attraverso la sua attività , la conoscenza delle tradizioni, della storia e della cultura in tutte le sue forme, sia dell'Italia che dell'Europa. Sostiene la proficua collaborazione dei ragazzi provenienti dai diversi paesi europei in uno spirito di tolleranza e rispetto delle altrui idee cogliendo i frutti della cooperazione» si legge nella presentazione del sito. Le idee dell'associazione sembrano rispecchiare quell'"identitarismo" a cui si rifà spesso e volentieri l'assessore Donazzan. «Ogni popolo deve avere le proprie radici, e portare la propria identità all'interno dell'Unione Europea - dice Andrea Guglielmi -. Ad esempio l'Italia deve portare in Europa i suoi punti forti: il made in Italy, che va tutelato di più proprio in sede europea, la buona alimentazione, lo stile, l'arte. E poi ci vorrebbe più attenzione all'Europa sui media, sui giornali ma anche a scuola. Siamo la generazione Erasmus, io sono nato nel 1987, avevo due anni quando il Muro è caduto. Noi giovani siamo la prima generazione veramente europea».
Migranti ni, Turchia no
Sui punti critici su cui l'Europa politica si trova ad un bivio, come sulle politiche migratorie (vedi i respingimenti dei migranti in mare, su cui la Commissione Europea ha chiesto più volte chiarimenti all'Italia), Guglielmi non si sbilancia. Quali sono le idee di Strade d'Europa sui migranti: più Fini o più Calderoli? «Non prendiamo posizione su questo discorso che è politico. Nella nostra associazione ci sono diverse sensibilità » risponde diplomatico. Su un altro tema invece le idee sono chiarissime: «Siamo contrari all'ingresso in Europa della Turchia, diventerebbero il secondo paese per numero di seggi, dopo la Germania, rompendo gli equilibri del vecchio continente. E poi la gente non capirebbe più nulla sull'identità europea, noi e la Turchia siamo troppo diversi». Quando si parla di Identità , i paletti rimangono ben piantati a terra. «In una casa ci possono stare tot persone. Gli ospiti, se sono troppi, creano confusione».
I progetti
Dal 2005 l'associazione ha organizzato cinque progetti. Il primo, «Europa, terra d'amare», nel 2006, è poco più di una bicchierata: «Nella prima occasione si è tenuta una discussione-degustazione di alcuni vini veneti alla presenza di due produttori della provincia di Vicenza. La seconda serata è stata dedicata alla storia e alle differenti qualità delle birre prodotte in alcuni paesi europei, alla presenza di un esperto mastro-birraio» si legge nel sintetico curriculum associativo. Nel 2007 un ciclo di «cinema vicentino» con pellicole girate nella città berica, evento poi ripetuto in Argentina. Altre iniziative riguardano lo sport e la musica. Proprio quest'ultima è una grande passione di chi frequenta gli eventi di Strade d'Europa: il giro è quello dei gruppi «non conformi», le band di estrema destra immortalate nel documentario «Nazirock» di Claudio Lazzaro. La stampa del libretto sull'89 - detto per inciso - non è la prima iniziativa di Strade d'Europa finanziata con denaro pubblico. Spulciando in rete si trova, fra le misure finanziate dal "Progetto junior" della Regione nel 2006, il progetto "Canzoni per l'Europa": iniziativa volta a «promuovere la creatività , la produzione, la conoscenza della musica». In pratica, un cd compilation con canzoni scelte fra i gruppi che hanno spedito il loro cd all'associazione. Per questa iniziativa Strade d'Europa riceve un finanziamento regionale di 4.949 euro. E nel cd compilation pagato dai contribuenti finiscono, fra le altre, due canzoni del gruppo "Decima Balder", che suonano "rock identitario". Sul loro profilo di Facebook, fra citazioni mussoliniane, troviamo i due brani comparsi nella compilation: «Santa giovinezza legionaria» e «Ribelle per fede».
Neocrociati?
L'associazione, nel dicembre 2008, ha organizzato anche un concerto del gruppo "La compagnia dell'anello", al teatro comunale Spazio Bixio di Vicenza. Un evento che vede come oratore l'assessore Donazzan, e fra i "partecipanti" iscritti on line Alex Cioni (Azione Sociale), il consigliere comunale Pdl Valerio Sorrentino, il deputato Pdl Sergio Berlato. La "Compagnia" è uno storico gruppo di destra. Nel loro ultimo disco "In rotta per Bisanzio", la canzone che dà il titolo all'album suona come un'apologia neanche tanto nascosta delle Crociate: «Terra di Bisanzio / terra d'ambra e d'oro / trema sotto il passo / di eserciti latini. / E brillano le spade / dei principi templari / la danza delle ombre / ancora si ripete. / Tibi pax Marce evangelista meus». Un'idea di Europa e di rapporto con i vicini turchi che sembra piuttosto lontana dalle parole illuminate usate da Guglielmi parlando dello spirito dell'associazione Strade d'Europa.
Certo, una cosa non si discute: ognuno ha il pieno diritto di cantare e di ascoltare la musica, e i testi, che più gli piacciono. Basta, però, non ammantare di "apertura" e "a-politicità " iniziative - realizzate anche con soldi pubblici - tagliate su misura per un solo pubblico. Quello che continua a guardare con una certa nostalgia al Ventennio che fu.
Giulio Todescan
Nel commento mi sono espresso male: quello che volevo sottolineare era che l'aspetto importante amio giudizio della vicenda consisteva non tanto nella natura dell'associazione strade d'europa, chiaramente identificabile, quanto nell'uso - per me errato e strumentale - dell'istituzione scolastica (docenti e studenti) come tramite della sua propagnada politico-ideologica. Lungi da me accusarvi di scarsa ospitalità: ci mancherebbe altro. Mi scuso anzi del fraintendimento e vi ringrazio per lo spazio concessomi.
Con cordialità
Roberto Monicchia
il discorso è molto semplice. Il nostro settimanale è in edicola il sabato, ma noi cominciamo a lavorarci una settimana prima, chiudiamo buona parte degli articoli nei primi giorni della settimana e possiamo fare le ultime modifiche fino al giovedì. Questo per dire che, anche volendo, non possiamo inseguire la stretta attualità, perché finiremmo comunque per arrivare in ritardo rispetto ai quotidiani. Senza contare che non avrebbe nemmeno molto senso, visto che il compito di un settimanale è quello di scavare un po' più a fondo nelle notizie, non certo quello di fare il riassunto della cronaca. Per questo, di fronte ad una notizia a cui tutti i quotidiani hanno dato ampio risalto, abbiamo cercato un taglio diverso. Nel caso specifico, quello di raccontare chi è e cosa fa l'associazione finita al centro del caso, limitando volutamente al minimo i riferimento al libretto sul Muro di Berlino. Tutto qui.
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Cordialmente Roberto Monicchia