Archivio per tag: dal molin

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Interrogazione IDV sui lavori al Dal Molin

Giovedi 4 Febbraio 2010 alle 17:59

Italia dei Valori - Vicenza

 

Riceviamo da Carlo Rizzotto (Coordinatore IDV Vicenza) e pubblichiamo

 

Interrogazione a risposta scritta
presentata da
ANTONIO BORGHESI


I lavori al Dal MolinBORGHESI. - Al Ministro dell'Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare
Per sapere - premesso che:
- La base americana nell'aeroporto Dal Molin di Vicenza (Ederle 2) è già in via di realizzazione. - L'area dove appoggia vede la presenza della falda acquifera più importante del Veneto, che fornisce acqua potabile oltre al vicentino a tutto il padovano e il rovigotto.

 

- Una eventuale contaminazione di queste falde porterebbe a conseguenze che possono essere senza ritorno per tre province, due delle quali densamente popolate.

 

- Poiché si sta costruendo proprio sopra la falda il progetto edilizio prevede necessariamente l'inserimento di palafitte, ovvero pali da 20 mt circa di acciaio, in tutto 800 circa per reggere il peso delle edificande caserme.

 

- Affondare questa quantità di pali per pressione/ percussione potrebbe portare alla conseguenza di causare la comunicazione della falda freatica (prima falda) con la falda artesiana sfondando il terreno e la guaina di protezione argillosa che le separa. Quest'ultima essendo elastica va in pressione e si deforma con le conseguenze che si evidenziano in questi giorni: uscita di acqua fangosa a valle e ristagni di acqua /laghetti ad ogni palo che le pompe non riescono allontanare .

 

- Lo stesso Sindaco di Vicenza, Achille Variati, ha dichiarato che è sempre stata una sua preoccupazione capire quanto possa influire sulla falda acquifera superficiale e su quella profonda la palificazione necessaria alla costruzione della base.

 

- Secondo il commissario Paolo Costa quello della base Usa doveva essere un cantiere perfetto, all'avanguardia nella tutela del territorio, mentre dopo pochi mesi mostra già i devastanti segni del suo operare. Il riferimento è allo stato della falda acquifera, inspiegabilmente alto in alcune zone, agli alberi distrutti ed ai reperti archeologici recentemente scoperti. Viene da chiedersi cosa sarebbe avvenuto se fosse stata eseguita la normale Valutazione di impatto ambientale.

Premesso tutto ciò l'interrogante chiede di sapere:

 

- se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra riportati;

- se non ritenga di far sospendere i lavori e di avviare con urgenza uno studio approfondito sullo stato attuale della falda acquifera che coinvolga tecnici comunali, delegati dell'autorità di bacino e personalità indipendenti, in modo che si proceda alla costruzione della base nel rispetto dell'ambiente, nonché della salute, della sicurezza e della storia.

 

 

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La coerenza non è più una virtù

Giovedi 4 Febbraio 2010 alle 17:55

Roberto Ciambetti (Lega)Non c'è nulla di personale contro Roberto Ciambetti, anzi. Il consigliere regionale del Carroccio, però, ultimamente sta inciampando un po' troppo spesso in un brutto vizio della politica italiana. Gli era capitato già qualche settimana fa, quando se ne era uscito con una presa di posizione contro il nucleare in Veneto. Proprio quel nucleare che il governo formato e sostenuto anche dal suo partito aveva voluto, sbandierato e approvato. Adesso ci ricasca con la Pedemontana. È dell'altro giorno un comunicato in cui prende le difese dei coltivatori di asparagi bianchi del bassanese, preoccupati per il fatto che la nuova strada passerà proprio in mezzo ai campi della zona dop. "La Pedemontana non può stendere un manto d'asfalto sull'agricoltura di qualità", ha chiosato Ciambetti. E nel merito ha perfettamente ragione, come del resto sul nucleare. 

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I Sì Dal Molin contro l'occupazione

Lunedi 1 Febbraio 2010 alle 19:40

Silvano Giometto    

Con il collaudato repertorio antidemocratico dell'occupazione abusiva e il taglio delle reti, una cinquantina di persone hanno invaso il 31 gennaio l'area militare del Dal Molin dando una nuova pessima immagine della città di Vicenza dove la stragrande maggioranza della città vede nella Ederle Due un rafforzamento della sicurezza della città e un rafforzamento tra la comunità americana e quella vicentina.

Un episodio molto grave perché non è ammissibile che uno sparuto numero di individui non autorizzati entrino in proprietà altrui violando le leggi della sicurezza e intromissione con l'aggravante del fatto che si tratta di proprietà militari e demaniali.

Ma la cosa più grave è che non si sia provveduto ad un arresto o custodia cautelare dei responsabili visto che il codice penale prevede per chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, una punizione con la reclusione fino a due anni.

Una pena che va applicata d'ufficio quando il fatto e' commesso da più di dieci persone, anche senza armi.

Inoltre a questo reato se ne aggiunge un altro visto che le fotografie eseguite in violazione del diritto alla riservatezza devono essere sottoposte a sequestro penale come corpo di reato.


Silvano Giometto
Coordinatore Sì Dal Molin

 

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Dossier fotografico Dal Molin, parla Variati

Lunedi 1 Febbraio 2010 alle 18:04

Comune di Vicenza

Nuovo dossier fotografico No Dal Molin, Variati: "Lo porto all'incontro con Costa e gli americani"

"Questa mattina - dichiara il sindaco di Vicenza Achille Variati - una delegazione del presidio No Dal Molin mi ha consegnato la documentazione fotografica raccolta ieri all'interno della nuova base. Non potevano certo pensare di avere la benedizione del sindaco per essere entrati nel cantiere violando la legge. Comunque, come ho sempre detto, ribadisco la mia preoccupazione sull'andamento della falda e intendo presentare anche la documentazione che ho ricevuto questa mattina all'incontro con il commissario di governo Costa e con gli americani. Voglio capire se questa presenza di acqua superficiale sia collegata o meno alla palificazione del terreno. Sullo stesso argomento sentirò formalmente anche Lorenzo Altissimo, direttore del Centro idrico di Novoledo, tra i tecnici indicati da Provincia e Comune per le questioni collegate alla tangenziale nord. Informerò inoltre il sindaco di Caldogno, perché un eventuale problema legato alla falda potrebbe riguardare anche il suo territorio. Auspico che tutte le verifiche tecniche e i monitoraggi chiesti dalla città siano d'ora in avanti affrontati nell'ambito del tavolo tecnico periodico già concordato con Costa e i responsabili del cantiere, senza che nessuno rischi più nuove denunce".

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Dal Molin, un disastro annunciato

Lunedi 1 Febbraio 2010 alle 17:50

Presidio Permamente No Dal Molin

Al Dal Molin un disastro annunciato

Una delle foto pubblicate dal sito nodalmolin.itPoche foto parlano più di centinaia di comunicati stampa, analisi tecniche, menzogne costruite a tavolino per tentare di indorare una pillola amara: il cantiere per la costruzione della nuova base statunitense al Dal Molin è un pugno nello stomaco del territorio vicentino, una ferita aperta che nulla ha a che vedere con la tutela della falda e con l'ecocompatibilità del progetto sbandierata dal commissario Costa.


Le pubblichiamo di seguito, le foto, dopo averle consegnate questa mattina al sindaco, perché nessuno possa dire di non aver visto. Ecco cosa nascondono quei teli verdi messi lungo la recinzione del Dal Molin. E' ciò che i vicentini non devono vedere - nemmeno il sindaco, al quale alcuni mesi fa è stato sbattuto il cancello in faccia - perché è la dimostrazione, chiara e lampante, di cosa si sta realizzando all'interno del più grande prato verde della città: un disastro.

Il Dal Molin è un acquitrino. Mentre a Caldogno (a poche centinaia di metri di distanza dal cantiere) il pozzo piezometrico dal quale viene verificata l'altezza della falda segna una profondità superiore ai 50 metri, all'interno del Dal Molin la stessa falda esonda: basta scavare 50 cm per trovare l'acqua, tanto che le stesse trincee scavate dalla Sopraintendenza ai beni archeologici sono allagate. Laghi di alcune migliaia di metri quadri costellano l'area, mentre sono state installate idrovore particolari che la Vinca (la Valutazione d'Incidenza Ambientale approvata dalla Regione Veneto) aveva tassativamente vietato per i danni che possono provocare alla falda.

Perché questa differenza tra il pozzo di Caldogno e l'area del Dal Molin? A spiegarlo, in assemblea, è stato l'ing. Guglielmo Vernau: «come avevamo previsto - ha commentato il tecnico - la palificazione realizzata per le fondamenta degli edifici sta impedendo il regolare deflusso dell'acqua; la falda di superficie, infatti, scorre da est a ovest, da Via S. Antonino al Bacchiglione. Ma i pali conficcati sono impermeabili, e sono molte migliaia; inoltre la loro presenza ha compresso il terreno, e l'acqua non riesce più a filtrare»; in sostanza i tecnici della Cmc hanno creato una diga lunga 1400 m sotto il piano campagna del Dal Molin. Naturalmente, ne erano consapevoli, sapevano i danni che avrebbero prodotto.

Ma hanno mentito, come sempre ha fatto il commissario Costa sull'impatto dell'opera; una sola volta, infatti, il giullare degli statunitensi è stato sincero in questi tre anni di mandato: è stato quando ha scritto al Governo che «la realizzazione della Valutazione d'Impatto Ambientale rappresenterebbe un elemento ostativo alla realizzazione» dell'installazione militare. Sarebbe emerso, infatti, che quel progetto è incompatibile col territorio sul quale deve essere realizzato.

Ci sono volute 50 donne e uomini che, a rischio di una denuncia e di un possibile arresto, si sono incatenate alle gru del cantiere, per conoscere questa verità; e questo la dice lunga sulla responsabilità di quanti dovrebbero tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini. Come è possibile che, per conoscere quanto sta avvenendo all'interno di quell'area, decine di cittadini debbano incatenarsi a delle gru e alcuni di essi arrischiarsi a scalarle?

Poco importa, ora; perché, da oggi, nessuno può far finta di non aver visto: le foto, infatti, parlano chiaro. Il cantiere deve fermarsi, subito. Prima che sia troppo tardi: prima che il disastro sia irreparabile.

lunedì 1 febbraio 2010

Questa sera è prevista una fiaccolata contro il cantiere, con ritrovo alle 20.30 in Piazza Castello.

(http://www.nodalmolin.it/spip.php?article771)

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Innalzamento falda, Variati chiede indagini

Venerdi 29 Gennaio 2010 alle 18:01

Comune di Vicenza

Variati sul Dal Molin: "Servono indagini sulle cause dell'innalzamento della falda"

All'annuncio odierno del presidio No Dal Molin di innalzamenti sospetti della falda acquifera e della fuoriuscita di acqua marrone da alcuni pozzi artesiani della zona a monte della nuova base, il sindaco Achille Variati risponde: "E' sempre stata una mia preoccupazione capire quanto possa influire sulla falda acquifera superficiale e su quella profonda la palificazione necessaria alla costruzione della base. Se ora, come viene annunciato dai No Dal Molin, risultano segnalazioni e nuovi dati in questo senso, che a me peraltro non sono ancora pervenuti, chiederò di fare specifiche indagini. C'è la necessità di avere risposte anche prima del tavolo tecnico fissato con Costa e con i responsabili del cantiere per il 26 febbraio. E' soprattutto essenziale chiarire quali siano le cause di una falda superficiale più alta rispetto alla norma: potrebbe essere un effetto della palificazione? ".
"Mi aspetto - prosegue Variati - che negli incontri previsti, e anche prima, arrivino dati e i responsabili di cantiere diano risposte su questo argomento. Analogo discorso vale per il caso dell'argine che risulterebbe rialzato dalla parte della base e sul quale chiederemo giustificazioni tecniche".
"Le mie domande - conclude Variati - sono quelle di un sindaco a cui spetta la tutela della sua città e della sua storia anche quando si rivolge ad un'area che appartiene al demanio militare e non ricade sotto la giurisdizione comunale. Con questo stesso spirito nei giorni scorsi ho chiesto alla Soprintendenza che l'area archeologica venuta in luce venga adeguatamente tutelata. Da come mi è stato risposto, la Soprintendenza dichiara di tenere il governo della faccenda. Ne prendo atto e lo rendo noto perché una risposta data a me è una risposta data a tutta la città".

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Cercasi risposte sulla sicurezza ambientale

Lunedi 25 Gennaio 2010 alle 18:58

Comitati No Dal Molin

Comitati No Dal Molin: "sulla sicurezza ambientale al Dal Molin vogliamo risposte precise" - presto un esposto contro la Provincia e il Commissario Costa

 

La scoperta di siti archeologici ed il ritrovamento di importanti reperti appartenenti al periodo neolitico (antecedente la domus romana) è un'ulteriore conferma della delicatezza dell' area destinata ad accogliere la costruzione della nuova base presso il Dal Molin.

Diversa per alcuni aspetti, ma sicuramente non meno importante, rimane la battaglia giurisdizionale ancora da concludere, per la difesa dei diritti dei cittadini, per la salvaguardia dell' ambiente e del territorio; entrambe le situazioni sono comunque, disciplinate, in primis, dall' art.9 della costituzione (tra i principi fondamentali).

Il suddetto articolo prevede infatti la tutela delle zone di particolare interesse ambientale ( legge n. 431 /85), nonchè quella dei beni di interesse storico, artistico, archeologico(legge n.1089/39) .

Principi e normative europee, riconosciute e sottoscritte dalla legislazione italiana, prevedono anch'esse la tutela dell'ambiente, la protezione della salute umana ed il miglioramento della qualità dell'ambiente (trattato di Amsterdam) : si fondano sul concetto di prevenzione del danno e sul principio di precauzione. Nel caso dell' area in questione poi siamo in presenza di zone di natura delicata, confinanti con due SIC (sito di importanza comunitaria) ed una zona ZPS (zona protezione speciale).

La stessa Regione Veneto, con la legge n..11/2004, ha previsto delle norme per il governo e la salvaguardia del territorio Veneto (recepite integralmente anche dalla provincia), definendo gli aspetti relativi alla difesa del suolo e alla sicurezza degli insediamenti, con particolare riferimento al rischio idrogeologico e la salvaguardia delle risorse. Anche tali norme sono state fino ad ora in gran parte disattese o applicate in modo parziale.

Nel caso di modificazioni del territorio e soprattutto in presenza di un progetto così imponente (800.000 metri cubi), è prescritta l'obbligatorietà della VIA, a tutt' oggi negata dal solito Costa; i lavori stanno invece proseguendo incuranti dei principi precauzionali di cui sopra, giustificando ciò con il fatto che il procedimento amministrativo sarebbe iniziato prima della data dell' obbligatorietà della VIA ( strumento partecipativo per eccellenza a tutela di salute e territorio, che andrebbe associata al progetto). E' acclarato che il progetto definitivo è stato presentato ed approvato dopo quella data (4 gennaio 2008). Purtroppo non sappiamo ancora nulla del ricorso al TAR e, vedremo quale pretesto verrà assunto a giustificazione del mancato rispetto delle normative comunitarie.

E' di questi giorni che il portavoce del movimento favorevole al nuovo insediamento militare americano a Vicenza, il consigliere provinciale Roberto Cattaneo, ha ritenuto di dover intervenire chiedendo all'assessore Pellizzari chiarimenti "sulle modalità di gestione idrica dell'insediamento militare, quali opere e, a quale profondità ed estensione, si intendano realizzare".

Confidiamo seriamente che il Commissario governativo P. Costa (al quale l'assessore Pellizzari ha girato l'interrogazione) questa volta sappia fornire le dovute informazioni e, se possibile, rassicurazioni (scientifiche)alla nostra Città dando, finalmente, esecuzione al mandato contenuto nel decreto presidenziale di nomina a commissario straordinario per il Dal Molin, ossia "salvaguardare ogni esigenza di carattere urbanistico ed ambientale, nel rispetto delle procedure del caso".

Va ricordato che in precedenza il commissario P.Costa non aveva dato prova di grande obiettività poiché qualificava tale progetto di insediamento, come un mero "riuso dell'esistente con qualche espansione".. una colata di cemento "sull'ultima grande area verde pregiata della città" che, invece, comporterà un aumento della volumetria del 400% (superiore) rispetto alla precedente, la vecchia 5^ Ataf.

Pur riconoscendo l'importanza dell'intervento del consigliere Cattaneo non possiamo, però, esimerci dall'evidenziare come in passato, lo stesso consigliere non abbia mai alzato la voce a tutela del territorio e dei cittadini, sostenendo anzi che Vicenza e i suoi cittadini dovessero essere sacrificati alla Ragion di Stato e al Dio Denaro piuttosto che far valere i propri diritti..

Tutto questo appare ancora più grave se si considera che tale condotta è stata posta in essere quando l'amministrazione comunale era ancora in possesso di tutti i diritti e doveri per far valere ogni azione a tutela del territorio e dell'intero habitat della zona.

Ecco perché, l'intervento del consigliere provinciale a nostro parere, non ha un sapore autentico e genuino, proprio perché effettuato a distanza di quasi 4 anni da quando si è iniziato a parlare della questione "Dal Molin". Ci sarebbe piaciuto che avesse per certi versi "accompagnato la battaglia fatta dal Coordinamento Comitati" sui percorsi istituzionali (cfr. ricorsi al T.A.R. Veneto e petizione al Parlamento Europeo) a tutela dei principi di trasparenza, partecipazione democratica e legalità, nonché di rispetto delle norme comunitarie, sin dall'inizio, anziché impegnarsi a fare in modo che non venisse data voce alla Città ( era fra coloro che hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato per impedire di dare voce alla popolazione attraverso la consultazione).

Chiediamo che le istituzioni si facciano garanti, attraverso un controllo rigorosamente scientifico (una struttura autorevole formata da specialisti interdisciplinari), della situazione degli impatti ambientali cumulativi, sulle attività di cantiere come su quelle di esercizio, sulla tutela delle falde idriche, poiché non ci bastano le rassicurazioni verbali ma vorremmo risposte precise, per evitare che la questione rimanga un grande buco nero sottratto al governo locale.

Per le mancate applicazioni della legge, stiamo predisponendo un esposto rivolto rispettivamente alla Provincia ed alla persona del commissario straordinario Costa .

 

Giancarlo Albera a nome e per conto del

Coordinamento dei Comitati

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Dal Molin, c'è l'accordo Stato-Comune

Martedi 19 Gennaio 2010 alle 20:40

Comune di Vicenza

Dal Molin, Variati: "Ho condiviso con Costa i temi dell'accordo di programma Stato-Comune: tangenziale nord-est, sdemanializzazione del lato est, finanziamenti per il filobus elettrico e sviluppo del polo della meccatronica. In più, incontri mensili sull'avanzamento del cantiere".

 

"Abbiamo fatto un passo avanti decisivo verso l'accordo di programma con il Governo e ho ottenuto un risultato significativo nel segno della trasparenza su quanto si sta facendo all'interno del Dal Molin": così il sindaco commenta l'incontro l'odierno con il commissario governativo Paolo Costa durante il quale sono stati concordati contenuti e tempi del documento, che conterrà opere complementari (quelle rese necessarie dal nuovo insediamento militare) e compensazioni per la città. L'accordo di programma definitivo sarà steso entro febbraio e dovrà essere ratificato dal consiglio comunale. Sarà quindi sottoscritto da Comune di Vicenza e Governo, con la ricerca di un pieno coinvolgimento della Regione e, per la parte relativa alla tangenziale nord-est, controfirmato dalla Provincia.

"Tra i contenuti dell'accordo - anticipa il sindaco - che oggi ho condiviso con Costa ci saranno il finanziamento della nuova tangenziale nord-est, la sdemanializzazione della parte est del Dal Molin, un'attenzione speciale in termini di finanziamenti statali per il progetto di trasporto pubblico elettrico cittadino e lo sviluppo del polo nazionale della meccatronica".

"Inoltre, in attesa di formalizzare il documento - dichiara Variati - con Costa ho stabilito di attivare da subito uno strumento di monitoraggio periodico del cantiere, con incontri mensili tra Comune, commissario di Governo e referenti americani. Sarà quella la sede in cui potremo finalmente attuare un confronto sull'andamento dei lavori, gli impatti ambientali, l'incidenza sulle residenze vicine e affrontare gli aspetti legati al traffico, le tematiche relative alle forniture di acqua, energia elettrica, gas, il teleriscaldamento e tutte le questioni che i comitati vorranno sottopormi. La nuova base è un pezzo di città che ci hanno imposto contro il nostro volere, ma che ora deve integrarsi con il resto del territorio. Il primo di questi incontri è già stato fissato: si terrà venerdì 26 febbraio".

Per quanto riguarda l'accordo di programma, in riferimento alla tangenziale nord-est, da realizzare secondo quanto concordato con la Provincia, l'obiettivo è avere nero su bianco la sicurezza del finanziamento di tutte le fasi della progettazione e della realizzazione. Rispetto alla sdemanializzazione della parte est del Dal Molin, appellandosi alla legge 42 del 2009 in tema di federalismo patrimoniale, il sindaco punta a farla diventare patrimonio comunale a parziale risarcimento per l'imposizione della base. L'operazione richiede il riconoscimento da parte dello Stato della sua non strategicità nazionale e militare, e sgombrerebbe definitivamente il campo dalla possibilità di futuri allargamenti della base americana. Chiaro il pensiero di Variati rispetto al destino dell'area: "Per ricostruirci una nuova pista di volo sarebbe necessario un larghissimo consenso sulla strategicità, per Vicenza, di un aeroporto tradizionale, ma non ho rilevato tale condizione né in ambito politico né da parte delle forze economiche: anzi, la gran parte dei molti interlocutori incontrati nella parte finale del 2009 ha espresso dubbi o aperta contrarietà a tale progetto". Ancora, la richiesta di una particolare attenzione dello Stato verso il trasporto pubblico elettrico (filobus), per il quale c'è già un progetto con domanda di finanziamento inviata a Roma, sarà motivata nell'accordo dalla necessità di realizzare interventi strutturali contro l'inquinamento dell'aria cittadina, già scadente, che il nuovo e corposo insediamento militare non potrà che peggiorare. Per quanto riguarda il polo della meccatronica, di particolare importanza per il tessuto produttivo e formativo vicentino, Vicenza vuole salvaguardare le sede universitaria cittadina provocando una scelta ministeriale in controtendenza rispetto alla recente volontà di accentrare gli atenei.
Infine, il sindaco Variati risponde alla questione dei rinvenimenti archeologici sollevata dal consigliere regionale Gianfranco Bettin e dalla consigliera comunale Cinzia Bottene: "La posizione del Comune è sempre stata limpida: le regole valgono per tutti, americani compresi. Quindi, se ci sono elementi per farlo, invito la Soprintendenza ad intervenire a tutela di beni che sono posti sotto la sua responsabilità e la sua competenza. Tanto più se si tratta, come pare, di beni di grande interesse non solo locale".

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Per l'Enac: Al Dal Molin rimane l'aeroporto

Sabato 28 Novembre 2009 alle 13:05
Redazione di VicenzaPiù   

 

Il 'vecchio' Dal Molin visto da Monte BericoL'Enac, in una lettera a firma del suo direttore centrale Alessandro Cardi alla società "Aeroporti vicentini" (ormai messa in liquidazione volontaria ma che potrebbe ripartire con nuovi soci) e al Dipartimento territorio del Comune di Vicenza, ribadisce il vincolo aeroportuale per l'area Dal Molin, che da 80 anni ospita un aeroporto e per la quale lo Stato ha stanziato 11,5 milioni di euro per la ricostruzione della pista aeroportuale.


Il Comune nel Pat, pur non escludendo la destinazione aeroportuale dell'area, vorrebbe destinarla a parco, prevedendo altre aree per un eventuale eliporto, a Vicenza Est, Ovest o nella zona Laghetto.


La destinataria della lettera, insieme al Comune, cioè la società ‘Aeroporti vicentini', completata la messa in liquidazione in bonis dopo aver saldato i debiti, potrebbe tentare il rilancio aprendo a nuovi soci dopo la convocazione di un'assemblea e il via a una gara pubblica.


In assenza al momento di altre reazioni parla l'ex assessore Claudio Cicero, leader della lista Impegno a 360°: "Chiunque pensi ad altre soluzioni per il Dal Molin, deve fare i conti con il vincolo aeroportuale, come ricorda l'Enac. È quanto ho sempre sostenuto, battendomi per salvare l'aeroporto. La pista va ricostruita e la struttura va riaperta subito ad aeroclub ed elicotteri".

 

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Rebesani: "Sul Dal Molin si sta tirando troppo la corda..."

Venerdi 13 Novembre 2009 alle 17:48

Riceviamo da Fulvio Rebesani e pubblichiamo.

 

Sulla questione Dal Molin gli uomini delle istituzioni nazionali, regionali, comunali hanno dato ai vicentini solo risposte evasive o negative e repressione. Solo l'indole bonacciona, moderatista Il pacifista Turi Vaccaro. Arrestatoed incassatrice della gente berica ha impedito che il coperchio della pentola saltasse. Se fossimo stati in Valsusa ciò sarebbe probabilmente già successo. Comunque la pentola continua a bollire e fumare.
Il sindaco Hullweck ed i suoi accoliti hanno taciuto per tre anni sulle trattative, anch'essi parte, per la costruzione della base, i Governi Berlusconi-Prodi-Berlusconi hanno rifiutato ogni dialogo che non fosse finalizzato alla accettazione della base, solo in seguito a due decisioni giudiziarie hanno consegnato i documenti che ci spettava avere fin dall'inizio (diritto di accesso), il Consiglio di Stato in ossequio ai desideri degli uomini del Governo ha negato con motivazioni inconsistenti il referendum consultivo nel settembre 2008. La magistratura amministrativa -violando la tripartizione dei poteri stabilita dalla Costituzione- ha esercitato le prerogative del Governo dichiarando che la base è opera di difesa nazionale. Per non andar oltre nel lungo elenco delle illegalità commesse dagli uomini delle istituzioni come si ricava dalla sentenza del TAR 8/X/2008 n° 3619.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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