Cercasi risposte sulla sicurezza ambientale
Lunedi 25 Gennaio 2010 alle 18:58 | non commentabile
Comitati No Dal Molin
Comitati No Dal Molin: "sulla sicurezza ambientale al Dal Molin vogliamo risposte precise" - presto un esposto contro la Provincia e il Commissario Costa
La scoperta di siti archeologici ed il ritrovamento di importanti reperti appartenenti al periodo neolitico (antecedente la domus romana) è un'ulteriore conferma della delicatezza dell' area destinata ad accogliere la costruzione della nuova base presso il Dal Molin.
Diversa per alcuni aspetti, ma sicuramente non meno importante, rimane la battaglia giurisdizionale ancora da concludere, per la difesa dei diritti dei cittadini, per la salvaguardia dell' ambiente e del territorio; entrambe le situazioni sono comunque, disciplinate, in primis, dall' art.9 della costituzione (tra i principi fondamentali).
Il suddetto articolo prevede infatti la tutela delle zone di particolare interesse ambientale ( legge n. 431 /85), nonchè quella dei beni di interesse storico, artistico, archeologico(legge n.1089/39) .
Principi e normative europee, riconosciute e sottoscritte dalla legislazione italiana, prevedono anch'esse la tutela dell'ambiente, la protezione della salute umana ed il miglioramento della qualità dell'ambiente (trattato di Amsterdam) : si fondano sul concetto di prevenzione del danno e sul principio di precauzione. Nel caso dell' area in questione poi siamo in presenza di zone di natura delicata, confinanti con due SIC (sito di importanza comunitaria) ed una zona ZPS (zona protezione speciale).
La stessa Regione Veneto, con la legge n..11/2004, ha previsto delle norme per il governo e la salvaguardia del territorio Veneto (recepite integralmente anche dalla provincia), definendo gli aspetti relativi alla difesa del suolo e alla sicurezza degli insediamenti, con particolare riferimento al rischio idrogeologico e la salvaguardia delle risorse. Anche tali norme sono state fino ad ora in gran parte disattese o applicate in modo parziale.
Nel caso di modificazioni del territorio e soprattutto in presenza di un progetto così imponente (800.000 metri cubi), è prescritta l'obbligatorietà della VIA, a tutt' oggi negata dal solito Costa; i lavori stanno invece proseguendo incuranti dei principi precauzionali di cui sopra, giustificando ciò con il fatto che il procedimento amministrativo sarebbe iniziato prima della data dell' obbligatorietà della VIA ( strumento partecipativo per eccellenza a tutela di salute e territorio, che andrebbe associata al progetto). E' acclarato che il progetto definitivo è stato presentato ed approvato dopo quella data (4 gennaio 2008). Purtroppo non sappiamo ancora nulla del ricorso al TAR e, vedremo quale pretesto verrà assunto a giustificazione del mancato rispetto delle normative comunitarie.
E' di questi giorni che il portavoce del movimento favorevole al nuovo insediamento militare americano a Vicenza, il consigliere provinciale Roberto Cattaneo, ha ritenuto di dover intervenire chiedendo all'assessore Pellizzari chiarimenti "sulle modalità di gestione idrica dell'insediamento militare, quali opere e, a quale profondità ed estensione, si intendano realizzare".
Confidiamo seriamente che il Commissario governativo P. Costa (al quale l'assessore Pellizzari ha girato l'interrogazione) questa volta sappia fornire le dovute informazioni e, se possibile, rassicurazioni (scientifiche)alla nostra Città dando, finalmente, esecuzione al mandato contenuto nel decreto presidenziale di nomina a commissario straordinario per il Dal Molin, ossia "salvaguardare ogni esigenza di carattere urbanistico ed ambientale, nel rispetto delle procedure del caso".
Va ricordato che in precedenza il commissario P.Costa non aveva dato prova di grande obiettività poiché qualificava tale progetto di insediamento, come un mero "riuso dell'esistente con qualche espansione".. una colata di cemento "sull'ultima grande area verde pregiata della città " che, invece, comporterà un aumento della volumetria del 400% (superiore) rispetto alla precedente, la vecchia 5^ Ataf.
Pur riconoscendo l'importanza dell'intervento del consigliere Cattaneo non possiamo, però, esimerci dall'evidenziare come in passato, lo stesso consigliere non abbia mai alzato la voce a tutela del territorio e dei cittadini, sostenendo anzi che Vicenza e i suoi cittadini dovessero essere sacrificati alla Ragion di Stato e al Dio Denaro piuttosto che far valere i propri diritti..
Tutto questo appare ancora più grave se si considera che tale condotta è stata posta in essere quando l'amministrazione comunale era ancora in possesso di tutti i diritti e doveri per far valere ogni azione a tutela del territorio e dell'intero habitat della zona.
Ecco perché, l'intervento del consigliere provinciale a nostro parere, non ha un sapore autentico e genuino, proprio perché effettuato a distanza di quasi 4 anni da quando si è iniziato a parlare della questione "Dal Molin". Ci sarebbe piaciuto che avesse per certi versi "accompagnato la battaglia fatta dal Coordinamento Comitati" sui percorsi istituzionali (cfr. ricorsi al T.A.R. Veneto e petizione al Parlamento Europeo) a tutela dei principi di trasparenza, partecipazione democratica e legalità , nonché di rispetto delle norme comunitarie, sin dall'inizio, anziché impegnarsi a fare in modo che non venisse data voce alla Città ( era fra coloro che hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato per impedire di dare voce alla popolazione attraverso la consultazione).
Chiediamo che le istituzioni si facciano garanti, attraverso un controllo rigorosamente scientifico (una struttura autorevole formata da specialisti interdisciplinari), della situazione degli impatti ambientali cumulativi, sulle attività di cantiere come su quelle di esercizio, sulla tutela delle falde idriche, poiché non ci bastano le rassicurazioni verbali ma vorremmo risposte precise, per evitare che la questione rimanga un grande buco nero sottratto al governo locale.
Per le mancate applicazioni della legge, stiamo predisponendo un esposto rivolto rispettivamente alla Provincia ed alla persona del commissario straordinario Costa .
Giancarlo Albera a nome e per conto del
Coordinamento dei Comitati