Ecco il comunicato con il quale gli organizzatori lanciano la manifestazione alla rotatoria nei pressi del Dal Molin di giovedì 9 agosto
La nuova maggioranza comunale ha annunciato una revisione del progetto approvato dalla precedente, e il cambio del nome; annunci ancora vaghi ma alcune idee di fondo sono state annunciate. Parte del Parco verrà destinato alla protezione civile e ai vigili del fuoco; verrà inoltre allestita una pista di atterraggio (per i soldati USA?) e forse si insedierà la facoltà di agraria.Â
In campagna elettorale a Vicenza si sono sprecate paginate su fascismo e antifascismo partendo da like vecchi di anni su Facebook risusciatti da un dossier di comodo e postati da chi si atteggia a estimatore del fascismo, per definizione anticomunista, perchè ne ignora la storia e i suoi danni almeno tanto quanto i suoi fustigatori non conoscono la storia del comunismo, per definizione antifascista. Ma se il fascismo e il comunismo in quell'epoca, e dopo con le versioni peggiorid dei partiti loro epigoni, hanno privato decine di milioni di persone della libertà e milioni della vita, oggi impera la dittatura unica, più unica di quella del solo fascismo o del solo comunismo.
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Nel 2004, scrive nella nota che pubblichiamo Potere al Popolo! Vicenza, gli USA avanzano la richiesta di ampliare la loro presenza militare a Vicenza costruendo una nuova base; il governo italiano, presieduto da Berlusconi, coinvolge il sindaco di Vicenza Enrico Hüllweck che esprime parere favorevole. Solo due anni dopo nel 2006 i vicentini vengono a conoscenza del progetto della base militare e costituiscono il movimento di opposizione No Dal Molin, che attira attivisti da tutta Italia e del quale non si possono trovare corrispettivi nella memoria storica della Vicenza del secondo dopoguerra.
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Premesso, scrive nella nota che pubblichiamo Francesco Rucco Candidato sindaco di Vicenza, che nessuno nel centrodestra ha mai detto che non si farà il Parco della Pace, che le idee che sono emerse non rappresentano la volontà di cementificare il polmone verde, ma, in senso costruttivo, pensiamo che il Parco della Pace possa essere un'occasione per migliorare il contenuto, non per cancellare il contenitore, rispondiamo al sindaco uscente, che ha avuto dieci anni per realizzare il parco e invece lascia a noi un progetto ed una gara in corso.
Pubblicato alle 15.32, aggiornato con la nota ufficiale alle 19.54. Era il 26 maggio 2006 quando Vicenza ha appreso da un articolo apparso sul Giornale di Vicenza che l'aeroporto Tommaso Dal Molin sarebbe ormai ufficialmente diventato il teatro di una nuove base militare degli Stati Uniti d'America. La CIGL Vicenza fu fin da subito la prima a schierarsi fermamente contro la costruzione della base, dando vita nel 2008 al movimento No Dal Molin, che compie quest'anno 10 anni. Proprio in celebrazione di questa decade di lotte democratiche e per ripercorrere le fasi storiche che dal 2008 ad oggi hanno caratterizzato questo percorso, si è tenuta oggi venerdì 6 aprile un'assemblea generale della CIGL vicentina, intitolata "Chi ama Vicenza ha detto No".
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È stato con grandissimo sconcerto e con profondo dispiacere, scrive nella nota che pubblichiamo Roberto Fogagnoli segretario del Partito della Rifondazione Comunista (PRC), che, ieri mattina, aprendo le nostre pagine FB e i nostri siti, abbiamo appreso della improvvisa morte di Olol Jackson militante indefesso del No Dal Molin e di tante altre battaglie, prima e dopo lo sfregio arrecato alla nostra città dalla spaventosa base di guerra USA. Ci siamo sentiti immediatamente più soli nelle nostre lotte quotidiane e nel nostro diuturno lavoro per un avvenire migliore.
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Finalmente la città di Vicenza inizia ad uscire da due vecchie logiche, quella che ha dominato attraverso la Banca Popolare di Vicenza, che rappresentava il vecchio capitalismo ottocentesco, dove in origine i galantuomini si servivano della banca per incrementare i loro affari ed investimenti con relazioni soprattutto personali, che legavano il Presidente ai soci e a chiunque intendesse promuovere un giro di denaro. La seconda logica, quella che è nata a Valdagno, quando si detronizzò la dinastia Marzotto con l'abbattimento della statua del conte Gaetano Marzotto il 19 aprile 1968. La sinistra comunista iniziava un cammino che propugnava la rivoluzione ed il cambiamento violento della società italiana con movimenti, partiti e partitini, che nascono ancora oggi e di cui ne abbiamo contati quasi 350 tra ufficiali e non.
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"E' ancora possibile dirsi città Unesco di fronte ad un territorio massacrato?" A questa domanda hanno provato a rispondere i diversi rappresentanti dei comitati promotori dell'evento "Vicenza Chiama: Unesco come risponde? tenutosi martedì sera al Teatro Astra. Enrico Marchesini, del comitato No dal Molin, salito sul palco dopo i relatori Francesca Leder e Tiziano Tempesta (vedi il video), non ha dubbi: "Vicenza non esce bene dal rapporto degli ispettori di Icomos che hanno avuto molto da ridire sulla base americana ed in particolare rispetto ai trasporti pericolosi in città che ne conseguono. Inoltre ache sul cosiddetto Parco della Pace hanno avuto da ridire." Un commento che corre parallelo a quelli espressi dagli altri comitati e raccontati nel nostro secondo video dedicato alla serata.
Sig. direttore, mi riferisco a due questioni, anche recentemente apparese nel suo giornale: Parco della Pacee Oasi naturalistica di Casale. In merito al primo, come sappiamo, dovrebbe essere l'epilogo della tormentata vicenda della Base del Din. Apro un inciso: a proposito di questa Base sarebbe auspicabile che prima o poi partisse una "indagine-verità ", una ricostruzione storica per capire se una volta constatato lo smantellamento della pista aeroportuale, che segnava una svolta nel temuto sistema militare in territorio vicentino, e una volta apparsi programmi in alternativa o congiunti alla 173°, non sarebbe stato il caso che il Movimento No Dal Molin avesse avuto l'avvedutezza di reimpostare una posizione, che poteva essere più morbida o più acuta, a seconda delle risultanze. Osservo che l'accorgimento avrebbe evitato la conclusione, oggi evidente, che dal punto di vista politico non è proprio gloriosa, mentre dal punto di vista delle compensazioni... bè, ora vedremo come andrà a finire con il Parco! Chiudo l'inciso.
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