Dieci anni di No Dal Molin, Maurizio Landini: "movimento positivo per Vicenza"
Venerdi 6 Aprile 2018 alle 19:54 | 1 commenti
Pubblicato alle 15.32, aggiornato con la nota ufficiale alle 19.54. Era il 26 maggio 2006 quando Vicenza ha appreso da un articolo apparso sul Giornale di Vicenza che l'aeroporto Tommaso Dal Molin sarebbe ormai ufficialmente diventato il teatro di una nuove base militare degli Stati Uniti d'America. La CIGL Vicenza fu fin da subito la prima a schierarsi fermamente contro la costruzione della base, dando vita nel 2008 al movimento No Dal Molin, che compie quest'anno 10 anni. Proprio in celebrazione di questa decade di lotte democratiche e per ripercorrere le fasi storiche che dal 2008 ad oggi hanno caratterizzato questo percorso, si è tenuta oggi venerdì 6 aprile un'assemblea generale della CIGL vicentina, intitolata "Chi ama Vicenza ha detto No".
A presentare l'incontro, il giornalista Gianni Poggi, che ha in quest'occasione presentato un suo inedito docu-film finalizzato proprio a ripercorrere tutte le fasi storiche che hanno caratterizzato la lotta alla costruzione della base, attraverso una meticolosa raccolta di documenti e grazie ai contributi dei protagonisti di quella che il segretario generale della Cgil di Vicenza Giampaolo Zanni ha definito come "una pagina di storia dall'alto valore politico e culturale".
L'apertura dell'incontro è stata affidata all'assessore alle comunità e alle famiglie Antonella Sara che ha ricordato che l'affermazione di Achille Variati, nel 2009 in occasione del Festival No Dal Molin, "la guerra è finita" ha senza dubbio rappresentato un momento di svolta per il No di Vicenza alla base, ma che non è stato un modo con il quale il comune si è in qualche modo arreso, piuttosto da quel momento il No di una città si è trasformato in un Sì attivo.
In seguito ha preso la parola il segretario Zanni che, ricordando anche la partecipazione della delegazione delle CIGL vicentina al G8 di Genova del 2001, ha dichiarato che nonostante la sconfitta, in questi dieci anni è valsa la pena lavorare, perché i valori che hanno da sempre caratterizzato CIGL "hanno prodotto cultura, hanno prodotto democrazia". Infine ha presentato brevemente l'opera di Poggi che è stata in seguito proiettata in sala, ribadendo quanto la proposta del giornalista di ricostruire in un documentario anni e anni di lotta della CIGL sia stata accolta con entusiasmo dal sindacato.
Il docu-film che, ha spiegato Poggi, è nato un po' per caso, nella prima parte ricostruisce gli eventi dal 2006 fino all'inizio dei lavori di costruzione della base grazie alla, non semplice, raccolta di documenti e reperti; mentre nella seconda parte raccoglie una serie di testimonianze di alcuni protagonisti, appartenenti a CIGL e non, della lotta alla base.
Le conclusioni dell'incontro sono state riservate all'ospite della giornata, il segretario nazionale CIGL Maurizio Landini. Landini ha esordito dicendo che riconoscere le ragioni per le quali Vicenza non è riuscita ad impedire la costruzione della base è il primo passo da fare, per poi riflettere su quali porte questa battaglia mantiene ancora aperte. Il No Dal Molin ha, secondo Landini, infatti positivamente mutato Vicenza, dal punto di vista politico e sociale. E in questo contesto, il motivo di vanto della CIGL è quello di "essere sempre stata legata al territorio, oltre che ai lavoratori". Ha poi però ricordato che è difficile pensare che un singolo territorio possa opporsi ad accordi nazionali o addirittura internazionali, soprattutto in considerazione del contesto sociale italiano, dove la distanza tra politici e reali bisogni dei cittadini sembra farsi sempre maggiore. E in quest'ottica, ha concluso, CIGL è sempre stata "dentro alla lotta" ribadendo infine che "oggi, dinnanzi ad una riduzione degli spazi di democrazia, movimenti come No Dal Molin sono più importanti che mai".
La nota ufficiale: Presentato oggi il documentario sulla campagna No Dal Molin: "Chi ama Vicenza ha detto no"! GIL e Comitati: "grande lezione di lotta democratica nonostante la sconfitta!"
Presentato oggi al Viest hotel di Vicenza il documentario (durata di 90 minuti) sull'impegno della Cgil vicentina contro la costruzione della nuova base militare americana al Dal Molin. Un impegno maturato assieme al Coordinamento dei comitati cittadini. Il tutto nell'ambito dell'Assemblea generale del sindacato berico.
Autore della ricostruzione storica il giornalista Gianni Poggi: il titolo "Chi Ama Vicenza ha detto No".
Tra i protagonisti delle interviste di Poggi i segretari Giampaolo Zanni, Oscar Mancini e Marina Bergamin che hanno vissuto in prima persona le lotte e le manifestazioni dal 2006 al 2009.
Tanti gli interventi anche dei delegati a partire da Toni Toniolo, allora segretario generale della FIllea che ha difeso i lavoratori dei cantieri della nuova base militare pur avendo partecipato come Cgil alle manifestazioni. Ma anche del segretario della FILCAMS Antonio Cunsolo impegnato con i lavoratori della Base in una vertenza per far riconoscere la presenza sindacale nei servizi del governo statunitense. Interventi anche da parte dei componenti dei Comitati da Giancarlo Albera all'architetto Secone ...
A commentare in conclusione l'incontro il segretario nazionale CGIL Maurizio Landini. A lui anche il compito di rilanciare l'impegno della Cgil verso il prossimo congresso.
"Il tema che emerge", ha detto Landini, "è che questa esperienza ha messo al centro un problema di democrazia e di partecipazione dei cittadini. La domanda di fondo che veniva dalla città sulla decisione della costruzione della base era quella di poter partecipare alle decisioni sul futuro della città e non venire esclusi. Per questo anche la vittoria elettorale di Achille Variati fu legata a questa domanda di maggiore partecipazione e di democrazia a Vicenza".
"Quella campagna", ha aggiunto il segretario nazionale, "ha prodotto anche dei risultati sulle compensazioni ottenute e che deve la città deve ancora ottenere".
Landini ha anche affermato che il quadro politico rispetto all'epoca oggi è completamente cambiato. Quelli furono gli anni della crisi più profonda che l'Italia e il mondo hanno vissuto e il livello di diseguaglianze che si sono determinate è tale che dovrebbe far riflettere tutte le organizzazioni politiche sulla frattura e sulla rottura che si è determinata nel rapporto con i bisogni dei cittadini.
"In questa vicenda la Cgil ha dimostrato una grande autonomia che è stata anche riconosciuta dai lavoratori". "A prescindere dal governo che c'era (ci si scontrò sia col governo Berlusconi sia con il governo Prodi)", ha spiegato Landini, "la Cgil ha dimostrato un'autonomia di giudizio e di valutazione nel rapporto con la politica: ha sempre guardato agli interessi delle persone che vuole rappresentare, i lavoratori e i pensionati, e assieme a loro anche al modello di società a cui vuol fare riferimento in cui il lavoro e i diritti di chi lavora sono basilari, ma anche a un modello di sviluppo rispettoso dell'ambiente e della storia delle nostre città !"
Il segretario maurizio Landini ha poi parlato di molti temi che riguardano la politica sindacale e il rapporto con il nuovo governo che verrà : ha sottolineato come la Cgil sia contro la Legge Fornero e si necessaria una riforma delle pensioni per dare un futuro anche ai giovani. Ma anche il Jobs Act e la Buona Scuola di Renzi vanno riviste: per questo la Cgil ha presentato la Carta dei diritti "contro il rischio di americanizzazione del mondo del lavoro in particolare della rappresentanza sindacale".
Landini ha anche parlato di "reddito di garanzia" e di "diritto alla formazione" e di orari di lavoro: tutti temi verso il prossimo congresso del sindacato.
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