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Dal Molin, un disastro annunciato

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 1 Febbraio 2010 alle 17:50 | 0 commenti

Presidio Permamente No Dal Molin

Al Dal Molin un disastro annunciato

Una delle foto pubblicate dal sito nodalmolin.itPoche foto parlano più di centinaia di comunicati stampa, analisi tecniche, menzogne costruite a tavolino per tentare di indorare una pillola amara: il cantiere per la costruzione della nuova base statunitense al Dal Molin è un pugno nello stomaco del territorio vicentino, una ferita aperta che nulla ha a che vedere con la tutela della falda e con l'ecocompatibilità del progetto sbandierata dal commissario Costa.


Le pubblichiamo di seguito, le foto, dopo averle consegnate questa mattina al sindaco, perché nessuno possa dire di non aver visto. Ecco cosa nascondono quei teli verdi messi lungo la recinzione del Dal Molin. E' ciò che i vicentini non devono vedere - nemmeno il sindaco, al quale alcuni mesi fa è stato sbattuto il cancello in faccia - perché è la dimostrazione, chiara e lampante, di cosa si sta realizzando all'interno del più grande prato verde della città: un disastro.

Il Dal Molin è un acquitrino. Mentre a Caldogno (a poche centinaia di metri di distanza dal cantiere) il pozzo piezometrico dal quale viene verificata l'altezza della falda segna una profondità superiore ai 50 metri, all'interno del Dal Molin la stessa falda esonda: basta scavare 50 cm per trovare l'acqua, tanto che le stesse trincee scavate dalla Sopraintendenza ai beni archeologici sono allagate. Laghi di alcune migliaia di metri quadri costellano l'area, mentre sono state installate idrovore particolari che la Vinca (la Valutazione d'Incidenza Ambientale approvata dalla Regione Veneto) aveva tassativamente vietato per i danni che possono provocare alla falda.

Perché questa differenza tra il pozzo di Caldogno e l'area del Dal Molin? A spiegarlo, in assemblea, è stato l'ing. Guglielmo Vernau: «come avevamo previsto - ha commentato il tecnico - la palificazione realizzata per le fondamenta degli edifici sta impedendo il regolare deflusso dell'acqua; la falda di superficie, infatti, scorre da est a ovest, da Via S. Antonino al Bacchiglione. Ma i pali conficcati sono impermeabili, e sono molte migliaia; inoltre la loro presenza ha compresso il terreno, e l'acqua non riesce più a filtrare»; in sostanza i tecnici della Cmc hanno creato una diga lunga 1400 m sotto il piano campagna del Dal Molin. Naturalmente, ne erano consapevoli, sapevano i danni che avrebbero prodotto.

Ma hanno mentito, come sempre ha fatto il commissario Costa sull'impatto dell'opera; una sola volta, infatti, il giullare degli statunitensi è stato sincero in questi tre anni di mandato: è stato quando ha scritto al Governo che «la realizzazione della Valutazione d'Impatto Ambientale rappresenterebbe un elemento ostativo alla realizzazione» dell'installazione militare. Sarebbe emerso, infatti, che quel progetto è incompatibile col territorio sul quale deve essere realizzato.

Ci sono volute 50 donne e uomini che, a rischio di una denuncia e di un possibile arresto, si sono incatenate alle gru del cantiere, per conoscere questa verità; e questo la dice lunga sulla responsabilità di quanti dovrebbero tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini. Come è possibile che, per conoscere quanto sta avvenendo all'interno di quell'area, decine di cittadini debbano incatenarsi a delle gru e alcuni di essi arrischiarsi a scalarle?

Poco importa, ora; perché, da oggi, nessuno può far finta di non aver visto: le foto, infatti, parlano chiaro. Il cantiere deve fermarsi, subito. Prima che sia troppo tardi: prima che il disastro sia irreparabile.

lunedì 1 febbraio 2010

Questa sera è prevista una fiaccolata contro il cantiere, con ritrovo alle 20.30 in Piazza Castello.

(http://www.nodalmolin.it/spip.php?article771)

Leggi tutti gli articoli su: dal molin, No Dal Molin, lavori, falda acquifera, Ederle 2

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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