Un "contratto" innovativo tra 7 enti per la falda acquifera Alta Pianura Vicentina
Lunedi 20 Gennaio 2014 alle 15:35Base Usa e falda acquifera: domani manifestazione dei No Dal Molin
Martedi 10 Aprile 2012 alle 15:34Base Usa, No Dal Molin: 11 aprile mobilitazione sotto la procura
Venerdi 6 Aprile 2012 alle 14:34No Dal Molin - Presidio al sindaco: "riconvocare tavolo tecnici".
"Chi rompe paga!" e "Verità e giustizia per Vicenza": con questi slogan torneremo a manifestare mercoledì 11 aprile alle ore 20.30 sotto le finestre della Procura di Vicenza per chiedere chiarezza sulla vicenda della falda acquifera e dei possibili danni prodotti dal cantiere statunitense. Un luogo, la Procura, che non abbiamo scelto a caso.
Continua a leggereVisita ambasciatore Usa, No Dal Molin: militari paghino danni falda
Martedi 3 Aprile 2012 alle 14:17No Dal Molin - Base Usa Dal Molin: Visita ambasciatore statunitense, militari paghino i danni alla falda; il sindaco stia con i vicentini, Costa si dimetta.
L'ambasciatore statunitense quest'oggi ha avuto modo di vedere con i propri occhi le strutture per la costruzione delle quali la falda acquifera vicentina potrebbe aver subito danni irrimediabili.
Continua a leggereDal Molin, falda acquifera: danni sempre più gravi e permanenti
Mercoledi 28 Marzo 2012 alle 16:23Dal Molin, Variati: americani sostengono che dati su acqua ci sono, chi deve li trasferisca alla Provincia
Martedi 27 Settembre 2011 alle 15:36Dal Molin, che fa la Provincia?
Lunedi 22 Febbraio 2010 alle 18:10Riceviamo e pubblichiamo
 Interrogazione rivolta dal consigliere del gruppo "Vicenza Libera" Emilio Franzina all'Assessore alle risorse idriche della Provincia di Vicenza Paolo Pellizzari sulla tutela delle falde acquifere minacciate di danno o già danneggiate pericolosamente dai lavori in corso per la costruzione di una nuova base militare americana a Vicenza.
Premesso che il sottoscritto è stato chiamato a far parte di questo Consiglio Provinciale dal voto di circa ventimila vicentini anche - per non dir soprattutto - in forza di un programma che lo impegnava ad opporsi sempre e comunque alla costruzione nei pressi della città di Vicenza di una nuova base militare americana.
Considerato altresì che tale posizione non si alimenta tuttavia con il solo e più che legittimo pregiudizio di fondo ricordato - a cui senz'altro, come suole, c'è da aspettarsi che verrà applicata la stolida etichetta dell'ideologismo aprioristico (antiamericanismo!) - bensì è costretta dalla realtà dei fatti a rafforzarsi e a rendersi esplicita di tempo in tempo attraverso l'individuazione delle circostanze concrete di danno arrecato alla comunità vicentina e al suo territorio da un insediamento imposto dall'alto in spregio costante delle prerogative riconosciute dal buon senso (ma anche delle leggi vigenti) all'autonomia delle popolazioni locali.
Continua a leggereInterrogazione IDV sui lavori al Dal Molin
Giovedi 4 Febbraio 2010 alle 17:59Italia dei Valori - Vicenza
Riceviamo da Carlo Rizzotto (Coordinatore IDV Vicenza) e pubblichiamo
Interrogazione a risposta scritta
presentata da
ANTONIO BORGHESI
BORGHESI. - Al Ministro dell'Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare
Per sapere - premesso che:
- La base americana nell'aeroporto Dal Molin di Vicenza (Ederle 2) è già in via di realizzazione. - L'area dove appoggia vede la presenza della falda acquifera più importante del Veneto, che fornisce acqua potabile oltre al vicentino a tutto il padovano e il rovigotto.
- Una eventuale contaminazione di queste falde porterebbe a conseguenze che possono essere senza ritorno per tre province, due delle quali densamente popolate.
- Poiché si sta costruendo proprio sopra la falda il progetto edilizio prevede necessariamente l'inserimento di palafitte, ovvero pali da 20 mt circa di acciaio, in tutto 800 circa per reggere il peso delle edificande caserme.
- Affondare questa quantità di pali per pressione/ percussione potrebbe portare alla conseguenza di causare la comunicazione della falda freatica (prima falda) con la falda artesiana sfondando il terreno e la guaina di protezione argillosa che le separa. Quest'ultima essendo elastica va in pressione e si deforma con le conseguenze che si evidenziano in questi giorni: uscita di acqua fangosa a valle e ristagni di acqua /laghetti ad ogni palo che le pompe non riescono allontanare .
- Lo stesso Sindaco di Vicenza, Achille Variati, ha dichiarato che è sempre stata una sua preoccupazione capire quanto possa influire sulla falda acquifera superficiale e su quella profonda la palificazione necessaria alla costruzione della base.
- Secondo il commissario Paolo Costa quello della base Usa doveva essere un cantiere perfetto, all'avanguardia nella tutela del territorio, mentre dopo pochi mesi mostra già i devastanti segni del suo operare. Il riferimento è allo stato della falda acquifera, inspiegabilmente alto in alcune zone, agli alberi distrutti ed ai reperti archeologici recentemente scoperti. Viene da chiedersi cosa sarebbe avvenuto se fosse stata eseguita la normale Valutazione di impatto ambientale.
Premesso tutto ciò l'interrogante chiede di sapere:
- se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra riportati;
- se non ritenga di far sospendere i lavori e di avviare con urgenza uno studio approfondito sullo stato attuale della falda acquifera che coinvolga tecnici comunali, delegati dell'autorità di bacino e personalità indipendenti, in modo che si proceda alla costruzione della base nel rispetto dell'ambiente, nonché della salute, della sicurezza e della storia.
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Dal Molin, un disastro annunciato
Lunedi 1 Febbraio 2010 alle 17:50Presidio Permamente No Dal Molin
Al Dal Molin un disastro annunciato
Poche foto parlano più di centinaia di comunicati stampa, analisi tecniche, menzogne costruite a tavolino per tentare di indorare una pillola amara: il cantiere per la costruzione della nuova base statunitense al Dal Molin è un pugno nello stomaco del territorio vicentino, una ferita aperta che nulla ha a che vedere con la tutela della falda e con l'ecocompatibilità del progetto sbandierata dal commissario Costa.
Le pubblichiamo di seguito, le foto, dopo averle consegnate questa mattina al sindaco, perché nessuno possa dire di non aver visto. Ecco cosa nascondono quei teli verdi messi lungo la recinzione del Dal Molin. E' ciò che i vicentini non devono vedere - nemmeno il sindaco, al quale alcuni mesi fa è stato sbattuto il cancello in faccia - perché è la dimostrazione, chiara e lampante, di cosa si sta realizzando all'interno del più grande prato verde della città : un disastro.
Il Dal Molin è un acquitrino. Mentre a Caldogno (a poche centinaia di metri di distanza dal cantiere) il pozzo piezometrico dal quale viene verificata l'altezza della falda segna una profondità superiore ai 50 metri, all'interno del Dal Molin la stessa falda esonda: basta scavare 50 cm per trovare l'acqua, tanto che le stesse trincee scavate dalla Sopraintendenza ai beni archeologici sono allagate. Laghi di alcune migliaia di metri quadri costellano l'area, mentre sono state installate idrovore particolari che la Vinca (la Valutazione d'Incidenza Ambientale approvata dalla Regione Veneto) aveva tassativamente vietato per i danni che possono provocare alla falda.
Perché questa differenza tra il pozzo di Caldogno e l'area del Dal Molin? A spiegarlo, in assemblea, è stato l'ing. Guglielmo Vernau: «come avevamo previsto - ha commentato il tecnico - la palificazione realizzata per le fondamenta degli edifici sta impedendo il regolare deflusso dell'acqua; la falda di superficie, infatti, scorre da est a ovest, da Via S. Antonino al Bacchiglione. Ma i pali conficcati sono impermeabili, e sono molte migliaia; inoltre la loro presenza ha compresso il terreno, e l'acqua non riesce più a filtrare»; in sostanza i tecnici della Cmc hanno creato una diga lunga 1400 m sotto il piano campagna del Dal Molin. Naturalmente, ne erano consapevoli, sapevano i danni che avrebbero prodotto.
Ma hanno mentito, come sempre ha fatto il commissario Costa sull'impatto dell'opera; una sola volta, infatti, il giullare degli statunitensi è stato sincero in questi tre anni di mandato: è stato quando ha scritto al Governo che «la realizzazione della Valutazione d'Impatto Ambientale rappresenterebbe un elemento ostativo alla realizzazione» dell'installazione militare. Sarebbe emerso, infatti, che quel progetto è incompatibile col territorio sul quale deve essere realizzato.
Ci sono volute 50 donne e uomini che, a rischio di una denuncia e di un possibile arresto, si sono incatenate alle gru del cantiere, per conoscere questa verità ; e questo la dice lunga sulla responsabilità di quanti dovrebbero tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini. Come è possibile che, per conoscere quanto sta avvenendo all'interno di quell'area, decine di cittadini debbano incatenarsi a delle gru e alcuni di essi arrischiarsi a scalarle?
Poco importa, ora; perché, da oggi, nessuno può far finta di non aver visto: le foto, infatti, parlano chiaro. Il cantiere deve fermarsi, subito. Prima che sia troppo tardi: prima che il disastro sia irreparabile.
lunedì 1 febbraio 2010
Questa sera è prevista una fiaccolata contro il cantiere, con ritrovo alle 20.30 in Piazza Castello.
(http://www.nodalmolin.it/spip.php?article771) Continua a leggereInnalzamento falda, Variati chiede indagini
Venerdi 29 Gennaio 2010 alle 18:01Comune di Vicenza
Variati sul Dal Molin: "Servono indagini sulle cause dell'innalzamento della falda"
All'annuncio odierno del presidio No Dal Molin di innalzamenti sospetti della falda acquifera e della fuoriuscita di acqua marrone da alcuni pozzi artesiani della zona a monte della nuova base, il sindaco Achille Variati risponde: "E' sempre stata una mia preoccupazione capire quanto possa influire sulla falda acquifera superficiale e su quella profonda la palificazione necessaria alla costruzione della base. Se ora, come viene annunciato dai No Dal Molin, risultano segnalazioni e nuovi dati in questo senso, che a me peraltro non sono ancora pervenuti, chiederò di fare specifiche indagini. C'è la necessità di avere risposte anche prima del tavolo tecnico fissato con Costa e con i responsabili del cantiere per il 26 febbraio. E' soprattutto essenziale chiarire quali siano le cause di una falda superficiale più alta rispetto alla norma: potrebbe essere un effetto della palificazione? ".
"Mi aspetto - prosegue Variati - che negli incontri previsti, e anche prima, arrivino dati e i responsabili di cantiere diano risposte su questo argomento. Analogo discorso vale per il caso dell'argine che risulterebbe rialzato dalla parte della base e sul quale chiederemo giustificazioni tecniche".
"Le mie domande - conclude Variati - sono quelle di un sindaco a cui spetta la tutela della sua città e della sua storia anche quando si rivolge ad un'area che appartiene al demanio militare e non ricade sotto la giurisdizione comunale. Con questo stesso spirito nei giorni scorsi ho chiesto alla Soprintendenza che l'area archeologica venuta in luce venga adeguatamente tutelata. Da come mi è stato risposto, la Soprintendenza dichiara di tenere il governo della faccenda. Ne prendo atto e lo rendo noto perché una risposta data a me è una risposta data a tutta la città ".