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BPVi e Veneto Banca, Il Sole: verso bad bank da 20 miliardi e liquidazione, tra i commissari ci saranno Fabrizio Viola e Cristiano Carrus

Di Rassegna Stampa Venerdi 23 Giugno 2017 alle 09:42 | 0 commenti

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Dopo che Intesa Sanpaolo ha scandito le condizioni per rilevare le due ex popolari venete, la palla è passata e per ora rimane nel campo del Tesoro. Che formalmente non le ha ancora accettate: ieri, concordano le fonti di entrambe le parti (e di Bankitalia, molto attiva nella partita), è stata una giornata di lavoro dedicata ad avvicinare domanda e offerta. Le richieste formulate da Ca' de Sass nella proposta consegnata a Rothschild sono anche scritte in una delibera approvata dal cda, ma evidentemente un minimo di spazio di manovra c'è e si intende sfruttarlo prima di approvare un decreto che in bozza sarebbe già pronto.

Il cantiere dunque non è chiuso ma procede, anche perché di mezzo ci sono più attori (e richieste) da far accordare. Bruxelles da una parte, che chiede la minimizzazione dell'intervento pubblico. La Dg Competition con Mergrethe Vestager, in particolare, intende verificare tutti i passaggi dell'operazione cosicchè il cosidetto "aiuto alla liquidazione" dello Stato sia compatibile con i trattati europei. Dall'altro lato c'è la Bce, che invece ha a cuore la stabilità del sistema, e pretende adeguate coperture. Tema sensibile per Francoforte è quello dell'adeguatezza patrimoniale: le attività in via di cessione non dovranno impattare negativamente sul patrimonio dell'acquirente. Così del resto si spiega la stessa attenzione di Intesa sul tema. In mezzo ci sono il Mef e Banca d'Italia, che devono cercare di trovare la quadra tra le richieste della banca e il fronte europeo. Non è detto che nonostante le divergenze che permangono a livello europeo, non si possa raggiungere un via libera all'operazione in breve tempo, forse già questo week end. Un po' sullo stile di quanto accaduto a novembre 2015 nel caso delle quattro good banks (Banca Marche, Carife, Carichieti, Etruria), quando nel giro di 48 ore venne formalizzata la spartizione tra parte "sana" e "malata" destinata alla Rev.
In questo scenario, il mercato si interroga su quello che comunque rimane uno scenario inesplorato. Anzitutto sul fronte della liquidazione delle due ex popolari venete: a gestirla saranno i commissari nominati da Banca d'Italia, a cui spetterà anzitutto la spartizione degli asset fin qui amministrati tra quelli buoni, destinati a essere ceduti a Intesa Sanpaolo, e quelli cattivi, che invece rimarranno nelle banche in liquidazione ormai derubricate a bad bank. Operazione complessa che richiede approfondita conoscenza del perimetro in questione, ed è per questo che probabilmente tra i commissari figureranno Fabrizio Viola e Cristiano Carrus, gli attuali amministratori delegati dei due istituti.
Nella spartizione dei beni, ancora una volta un ruolo determinante ce l'avranno i crediti deteriorati. Perché dalla destinazione e dal trattamento di questi attivi dipenderà la fisionomia della bad bank nonché l'ammontare dell'intervento a carico dello Stato, un tema estremamente delicato dal punto di vista politico ma anche della finanza pubblica (investimento o intervento a fondo perduto?) su cui ieri si sono interrogati gli analisti, formulando stime che spaziano da un minimo di 3,5 a un massimo 6-6,5 miliardi.

Tutto dipenderà, si diceva, su quanto e a che valore rimarrà nelle due banche in liquidazione, che all'attivo avranno gli Npl ma al passivo dovranno essere ricapitalizzate dallo Stato (a meno che non intervenga sul fronte della good bank per colmare eventuali gap da allineare attività e passività). Stando alle condizioni di Intesa, sicuramente rimarranno a Vicenza e Montebelluna i 9,6 miliardi di sofferenze lorde (dati al 31 dicembre), ma anche gli 8,3 miliardi di inadempienze probabili e i 238 milioni di scaduti; cifre che complessivamente portano in pancia alla nascente bad bank 18,8 miliardi di crediti deteriorati lordi, facendone uno dei veicoli più capienti tra quelli al momento presenti in Italia. E poi ci saranno da aggiungere i crediti in bonis "ad alto rischio" che Intesa non vuole accollarsi: almeno altri 2,5 miliardi, stimano gli analisti, dei 31 miliardi di impieghi non deteriorati che le due banche vantavano a fine 2016 (ma il dato è sceso). In totale, una maxi badco da oltre 20 miliardi di crediti lordi.
Secondo uno schema consultato da Il Sole, questo veicolo avrebbe un patrimonio di circa 7 miliardi, in parte portato in dote dalle due banche attuali, in parte coperto dai circa 800 milioni di bond subordinati in circolazione più da altre voci e, in ipotesi, dallo Stato: oltre agli Npl e al contenzioso, resteranno nella bad bank le partecipazioni da alienare (Arca, Bim, Cattolica), mentre le controllate Banca Apulia e Banca Nuova dovrebbero rimanere a Intesa. Che in totale dovrebbe veder entrare nel proprio perimetro circa 30 miliardi di rwa, patrimonializzati per oltre 4 per non impattare sul 12,8% di Cet1 dell'acquirente.

di Luca Davi e Marco Ferrando, da Il Sole 24 Ore


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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