Opinioni | Categorie: Politica, Edilizia

A destra e sinistra piace il centro (commerciale)

Di Alessio Mannino Domenica 30 Maggio 2010 alle 01:28 | 0 commenti

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VicenzaPiù n. 192 da sabato 29 maggio è in edicola a 1 euro.
Vi anticipiamo di Alessio Mannino

A destra e sinistra piace il centro (commerciale)

Nel piano regolatore della Provincia via libera a due nuovi shopping center.

A ognuno il suo: alla Lega l'area Cis, al Pd la zona di Vi Est.

Cronaca di un'alleanza trasversale in nome degli affari

In politica, quando qualcuno accusa un altro di "inciucio", l'accusato solitamente s'adonta e nega. Come fosse un'offesa, anzi la peggiore delle offese. E si capisce: se vera, l'accusa fa cadere la maschera sulla purezza ideale che i politici ostentano per giustificare le proprie decisioni.

Nella realtà, gli accordi di scambio sottobanco dettati da interessi particolari o di fazione sono, se non proprio all'ordine del giorno, uno strumento largamente praticato. Onestà intellettuale vorrebbe che le finalità nascoste fossero dichiarate. Tanto, anche il popolo bue sa che gira e rigira si deve fare i conti col mondo degli affari, vero dominus del nostro tempo.  

Centro Commerciale PalladioI due emendamenti
E' il caso dei voti trasversali che in Provincia hanno dato il via libera sulla carta (il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Ptcp) a due operazioni immobiliari di grande impatto urbanistico e di enorme valore economico. Una è la possibile conversione a commerciale della parte privata, riconducibile al parlamentare leghista Alberto Filippi, dell'area Cis (il mai decollato centro logistico di Montebello); l'altra è il progetto Vicenza Futura, ovvero il nuovo stadio a Vicenza Est che secondo un'intesa preliminare col Comune capoluogo i privati costruiranno in cambio di una lauta lottizzazione commerciale-direzionale. Entrambe le aree sono oggi agricole, e la seconda, che qui ci interessa di più perché investe il nuovo piano regolare cittadino (Pat), si mangia da sola una buona fetta della Sau, la superficie agricola ancora libera. Riassumendo, lo scorso 20 maggio in consiglio provinciale è andato in scena un classico film di trasversalismo politico.


Sen. Alberto FilippiCis leghista
A far da "scene madri", due emendamenti ciascuno specifico per ogni piano. Quello proposto da Arrigo Abalti (Pdl-An) mirava ad affondare l'eventuale centro commerciale in zona Cis togliendo la grande distribuzione sull'asse Vicenza-Gambellara. Un siluro in direzione anti-leghista che è stato affondato di misura, perché i voti favorevoli delle opposizioni di centrosinistra non sono bastate ad An per battere gli alleati della Lega e di Forza Italia. La spaccatura nel centrodestra, resa evidente dal voto palese, ha fornito l'ennesima prova di come il Pdl vicentino sia attraversato al suo interno da divisioni ben lungi dall'essere sanate. Che in sostanza vedono contrapposte le truppe fedeli all'ex An Sergio Berlato da una parte e quelle dell'indebolita ex forzista Lia Sartori dall'altra. Filippi, scaricato dal suo antico padrino politico Stefano Stefani, osteggiato da sempre dall'altra ras leghista, Manuela Dal Lago, tirato in ballo nell'inchiesta Dirty Leather sulla concia ad Arzignano, ridimensionato per non dire decaduto il suo sogno di acquistare il Vicenza Calcio, in questi ultimi mesi è praticamente scomparso. Oggi, col Ptcp che salva l'edificabilità commerciale a Montebello, ha almeno riconquistato un punto.


Centro Commerciale Le PiramidiStadio "democratico"
L'emendamento presentato da Matteo Quero (Pd) puntava invece a inserire nel Ptcp la possibilità di insediamenti commerciali nella già oberata zona est del capoluogo. Il testo è passato, naturalmente grazie ai voti del centrodestra. Non si può parlare di scambio, però, per il semplice fatto che non è avvenuto. Il capogruppo Pd, Piero Collareda, ha svelato il retroscena: «Sì, l'assessore Galvanin martedì mi ha avvicinato in aula sostenendo che si attendeva dal nostro gruppo voti positivi al Ptpc, visti i pareri favorevoli all'emendamento Quero da parte della maggioranza. Ma la questione centro commerciale a Vicenza Est e la questione Cis sono temi molto diversi ed è per questo che abbiamo votato a favore della proposta di Abalti. Poi, giovedì, Galvanin, visti i voti, visibilmente adirato, durante la sospensione consigliare si è platealmente lamentato del mio comportamento» (Giornale di Vicenza, 23 maggio 2010). Nereo Galvanin, plenipotenziario sartoriano a Palazzo Nievo, se l'è insomma presa proprio perché, fa capire Collareda, il Pd non è stato ai patti. A smentire la versione di Collareda è intervenuto qualche giorno dopo Quero, che di fatto si è visto mettere in cattiva luce dal suo stesso capogruppo. Secondo Quero, non c'era alcun patto segreto.
 

L'assessore Lazzari col sindaco Variati alla presentazione del PatInteresse privato
Sia come sia, come ha malignamente ma inoppugnabilmente osservato un altro capogruppo, quello del Pdl nel consiglio comunale di Vicenza Maurizio Franzina, «due nuovi centri commerciali, uno voluto dalla Lega, uno da Variati, stanno per arrivare». Quero difende la sua difesa di nuovo cemento a Vicenza Est adducendo un «comprovato interesse pubblico» contenuto nel progetto Vicenza Futura. Come abbiamo già avuto modo di dimostrare a suo tempo ("Nuovo stadio, a noi non Menti", VicenzaPiù, 21 novembre 2009), l'interesse pubblico prevalente che dovrebbe ispirare accordi coi privati in questo caso non è per nulla comprovato. Anzi, carte alla mano è comprovato il contrario. Perché la necessità di un stadio nuovo di zecca non può giustificare le condizioni, obbiettivamente sfavorevoli per il Comune, che la cordata Maltauro-Unicomm-Caoduro ha fatto mettere per iscritto. Breve promemoria: escluso che i privati si accollino eventuali bonifiche del terreno e viabilità di collegamento esterna, nessuna specificazione riguardo la stima precisa della valorizzazione immobiliare, nessun impegno a rispettare paletti nella futura convenzione, ambiguità sui tempi di costruzione e sulla capienza legata a un passaggio in serie A dei biancorossi tutta da verificarsi, clausola-capestro secondo cui potranno rescindere l'intesa se anche una singola modifica non va loro a genio, blindatura del progetto dopo la seconda fase del Pat, il cosiddetto "Piano degli Interventi" (il quale, testuale, «potrà anche definire ogni esigenza regolativa senza necessità di successivo strumento attuativo», cioè senza ulteriori compromessi in aula). C'è da dire, a onor del vero, che si sta parlando di una pre-intesa, che potrà subire cambiamenti. Ma quel che smentisce la sicumera del Pd, che nega che si tratti di speculazione, è che la controparte privata pare decisa a tenere lei il coltello dalla parte del manico.


Angelo Macchia e Attilio SchneckMacchia ubiquo
Così come è, direi, lapalissiano (e legittimo, intendiamoci) che Variati abbia mandato avanti Quero per portare a casa l'inclusione dell'operazione Vicenza Futura nel piano provinciale, senza la quale resterebbe lettera morta. Al sindaco e all'assessore al territorio Francesca Lazzari, però, bisogna ricordare che nel programma dell'amministrazione c'è la promozione dei negozi di vicinato, e non di altri centri commerciali (magari mascherati da insiemi misti di singole attività sparse miste a uffici poiché la legge urbanistica regionale vieta nuovi mega-shopping center). Non solo. Ma dato che il presunto inciucio si è materializzato facendo la spola fra Palazzo Trissino e Palazzo Nievo, s'impone un'altra domanda (fatta, per la cronaca, dal chevalier seul Luca Balzi ancora fresco di espulsione dal Pd): come mai ultimamente il segretario generale della Provincia e già titolare del medesimo incarico in Comune, Angelo Macchia, frequenta assiduamente le stanze del dipartimento urbanistica comunale? Ha un mandato preciso da parte del presidente della Provincia Attilio Schneck? Va bene che le malelingue riferiscono che sia più lui che "Titti" a svolgere di fatto il lavoro di capo dell'amministrazione provinciale, però il suo ruolo ufficiale esclude categoricamente che possa interessarsi in prima persona del tale piano in un ente in cui non ha più nessun titolo per intervenire. Sarebbe meglio che a intervenire su invasioni di campo di questo tipo, invece, fossero la Lazzari e Variati. Il quale immaginiamo che liquiderà questa ricostruzione come "complottista", visto che così ha definito le «insinuazioni» di Franzina che ha parlato apertis verbis di inciucio. Peccato solo che essa si basi solo ed esclusivamente su fatti, noti e verificabili.

 

 

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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