Cena di Gala per Hunting show e Pescare
Ieri sera, dopo l'inaugurazione di Hunting Show e Pescare, i due saloni della caccia e della pesca, con il raddoppio dei visitatori del primo giorno, a Villa Bonin Longare Maistrello si è svolta la cena di Gala (a base di ricette vicentine tradizionali e rivisitate) con ‘padroni di casa' il Presidente della Fiera di Vicenza, Roberto Ditri, l'Assessore regionale alla caccia, Elena Donazzan, e quella alla Pesca, Isi Coppola.
I presenti hanno avuto modo di apprezzare la qualità della cucina e del servizio degli insegnanti e degli studenti dell'Istituto Alberghiero di Adria (in livrea verde chi serviva, bianca gli addetti alla cucina e rossa le ragazze alla reception, a ricordo della bandiera tricolore, ha fatto notare un suo studente) e quelli dell'Istituto San Gaetano di Vicenza (rigorosamente in elegantissimo nero).
Alla fine della serata tutti sono stati applauditi in maniera convinta dai i commensali e, uno studente per Istituto, sono stati simpaticamente ‘intervistati' sulle emozioni provate dal ‘cacciatore' Roberto Ditri. La risposta è stata unica: "Per noi è stata una grande esperienza".
Alla cena erano presenti, oltre a Ditri, Donazzan e Coppola (nella foto con i ragazzi dei 2 Istituti), molti personaggi noti di Vicenza e non, come l'eurodeputato (e cacciatore per antonomasia) Sergio Berlato (nella foto con Umberto Venturini, presidente provinciale di Acv Confavi, e con Mariano Trevisan, presidente provinciale e vice presidente regionale di Anlc, in pratica le due maggiori associazioni degli oltre 19.000 cacciatori vicentini), il vice presidente e Assessore al Turismo della Provincia di Vicenza, Dino Secco, l'On. Massimo Calearo, Maria Cristina Caretta, presidente nazionale di Acv Confavi, e Dario Loison, ‘dolciario' di Vicenza noto in tutto il mondo per i suoi panettoni e non solo.
Tra gli eventi odierni c'era stata anche la presentazione di alcuni volumi, tra i quali l'attesissima ristampa a cura di Terra Ferma de "La selvaggina nel piatto. Storie di caccia e ricette tradizionali" di Amedeo Sandri, curatore della cena di gala organizzata per l'apertura dei saloni, e gli ospiti hanno lasciato gli splendidi locali di Villa Boni Longare Maistrello accompagnati, oltre che dalle splendide sensazioni gastronomiche e conviviali della serata, dal dono di altre 2 pubblicazioni, L'azzurro del Veneto nel piatto e 401 ricette gastronomiche Lombardo Venete, entrambe, come la Fiera, realizzate anche grazie al contributo della Regione Veneto.
Dopo l'afflusso record di oggi di 12.000 visitatori (lo scorso anno erano stati 20.000 in totale in tutta la manifestazione), è stato fatto notare tra una portata e l'altra, rigorosamente di pesce e di caccia, è attesa un'ulteriore ‘ondata' domani, mentre lunedì sarà riservato agli operatori dei settori Caccia e Pesca.
L'apertura al pubblico di Hunting e Pescare domani è dalle ore 9.00 alle ore 19.00 e lunedì dalle 9.00 alle 16.00. Il costo del biglietto intero è di euro 10,00 il ridotto euro 7,00.
http://www.huntingshow.it/Â Â
www.pescareshow.it Â
Paola Rossi e Carlo Presotto: Mondi al limite
Galla Librarsi  Â
Paola Rossi e Carlo Presotto
leggono
Mondi al limite - 9 scrittori per Medici Senza Frontiere
Feltrinelli
nell'ambito della mostra Close the circle
Martedì 23 febbraio, ore 21.00. Ingresso libero
Galla Librarsi, contrà delle Morette ,4 a Vicenza
t. 0444 225280 - [email protected]
Grazie alla mostra Close de circle, allestita al Lamec, il pubblico della nostra città ha potuto gettare uno sguardo sulla vita dei bambini di diverse realtà africane. L'esposizione presenta fotografie di Fabiano Avancini, Silvia Morara e Alessandro Tosatto e si dipana in tre filoni, schiavitù minorile, giochi, alfabetizzazione, che corrispondono ai tre articoli tratti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 e dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989.
Nell'ambito della mostra, per approfondirne i temi e avere nuove occasioni di riflessione, sono stati organizzati anche incontri e dibattiti con esponenti del volontariato, della cooperazione e della cultura.
Martedì 23 febbraio alla libreria Galla Librarsi (Contrà delle Morette, 4 alle ore 21.00 con ingresso libero) si avrà l'occasione di conoscere da vicino l'organizzazione Medici Senza Frontiere, una delle più importanti e meritorie ONG del mondo.
Alle voci sensibili di Paola Rossi e Carlo Presotto sarà affidato il compito di dare vita al libro, edito da Feltrinelli, Mondi al limite - 9 scrittori per Medici Senza Frontiere, un volume che raccoglie i contributi di importati scrittori italiani, tra cui Baricco, Benni, Carofiglio, Pascale e Starnone, e nel quale si racconta il lavoro di aiuto e soccorso di MSF alle popolazioni più sfortunate del pianeta.
Qualunque cosa succeda, a Valdagno il 26
Guanxinet   Â
Qualunque cosa succeda (Sironi editore)
Umberto Ambrosoli
autore del libro
Ivano Nelson Salvarani
Magistrato
introduce e coordina
Pierpaolo Romani
Associazione "Avviso Pubblico"
venerdì 26 febbraio 2010 ore 20.30
PALAZZO FESTARI - Corso Italia n.63 - Valdagno (VI)
"Qualunque cosa succeda" è la storia di Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, ucciso a Milano da un killer la notte fra l'11 e il 12 luglio 1979.
La racconta, a trent'anni di distanza, il figlio Umberto, che ai tempi era bambino, sulla base di ricordi personali, familiari e di amici e collaboratori e attraverso le agende del padre, le carte processuali e alcuni filmati dell'archivio RAI. Sullo sfondo, la storia d'Italia in quel drammatico periodo. Non un atto d'accusa, né la rivelazione di chissà quali verità nascoste. Piuttosto una storia che, da figlio, ha voluto scrivere come atto d'amore verso il padre, e da padre, ha voluto narrare ai figli per spiegare chi era davvero il nonno.
Fu l'allora governatore Guido Carli nel 1974 a scegliere Ambrosoli come commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, capofila dell'impero finanziario di Sindona. Ambrosoli iniziò a studiare il meccanismo congeniato dal grande finanziere: ne smascherò i contorti ingranaggi, i giri sporchi di denaro, le società fasulle, mise a nudo una gigantesca truffa a danno dei risparmiatori. Scrive il figlio: «ha fatto quello che riteneva giusto: evitare che lo Stato, con i soldi dei contribuenti, pagasse per l'enorme buco causato da un singolo». Nell'indagare gli snodi di un sistema politico-finanziario corrotto e letale, Ambrosoli agiva però in una situazione di isolamento, difficoltà e rischio di cui era ben consapevole. Sindona iniziò a preoccuparsi e i suoi compari a muoversi: prima i tentativi di corruzione, poi le pressioni dai partiti, infine le minacce di morte. Ma Ambrosoli continuò per la sua strada.
Gli sarebbe bastato poco per salvarsi, ma avrebbe dovuto andare contro i suoi principi e perciò non lo fece. E sarebbe bastato poco anche per salvarlo. Invece, il 14 luglio 1979, ai suoi funerali, non presenziò alcuna autorità di governo, ad eccezione della sola Banca D'Italia. Il primo omaggio alla sua figura fu il libro di Corrado Stajano "un eroe borghese", seguito dall'omonimo film di Michele Placido, nel 1995.
Aveva scritto alla moglie: "pagherò a caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettare e quindi non i lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il Paese [...] Qualunque cosa succeda, comunque tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo".
La prefazione al libro è stata scritta da Carlo Azeglio Ciampi, che scrive: "Il libro di Umberto Ambrosoli è un atto d'amore per il Padre, un attestato di incondizionata ammirazione per il professionista che obbedisce solo alla Legge, un tributo all'Uomo e al Cittadino, esempio altissimo di virtù civili. Il libro è tutto questo.".
Umberto Ambrosoli è avvocato penalista a Milano ed è il più giovane dei tre figli di Giorgio Ambrosoli. Da anni è impegnato a valorizzare e attualizzare la storia del padre, partecipando a incontri, convegni ed iniziative pubbliche ed editoriali.
Parteciperà alla serata Ivano Nelson Salvarani, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza.
Coordinerà la serata Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale attività e progetti di "Avviso Pubblico, Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie" (http://www.avvisopubblico.it/ ).
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Sabato: L'urlo di Paperopoli a Dueville
Il giornalista Antonio Stefani intervista Lino Zonin su "L'urlo di Paperopoli".
E' il secondo appuntamento dei Caffè letterari.
Sabato 20 febbraio alle ore 18 in Biblioteca di Dueville
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L'isola degli angeli nudi il 24 a La Vigna
La Vigna  Â
Il dott. Millo Borghini, medico odontoiatra e storico di Piacenza, nonché cultore d'arte, presenta a "La Vigna" mercoledì 24 febbraio p.v. alle ore 17.30 il suo ultimo libro intitolato "L'isola degli angeli nudi", che ripropone la straordinaria e per certi versi tragica avventura del Capitano da mar Pietro Querini e dei suoi collaboratori e l'avvio del commercio dello stoccafisso fra la Norvegia e la terra veneta. Esso racconta il terribile naufragio che nel dicembre del 1431, al largo della Norvegia, coinvolse una nave mercantile veneziana, causando la morte di quasi tutto l'equipaggio. Il fatto, storicamente accertato, costituisce il primo contatto documentato tra la Repubblica di Venezia e i paesi dell'estremo nord europeo.
Nel racconto, il fatto storico s'intreccia con la vicenda umana di Bernardo di Cagliere, nocchiero della nave, travolto dall'evento nella sua vita privata, uscendone infine arricchito umanamente e spiritualmente.
Dal tragico evento derivò anche una curiosa conseguenza nella cultura alimentare veneta: poiché le isole ove avvenne il naufragio erano, e sono tutt'ora, la patria del merluzzo, i superstiti ne riportarono in patria alcuni esemplari, avviando un importante scambio commerciale tuttora periodicamente rievocato a Sandrigo, patria del merluzzo alla veneta.
Alla serata interverranno il Presidente della Biblioteca "La Vigna" Mario Bagnara, il Pres. della Confraternita del Baccalà alla Vicentina Luciano Righi, il Priore Walter Stefani e l'autore.
Al termine dell'incontro sarà offerta a tutti i presenti una degustazione di polenta e bacalà alla vicentina preparati dalla "Locanda Centrale" di Sandrigo e di vino Vespaiolo della "Cantina Beato Bartolomeo" di Breganze.
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Sfamiglia di Paolo Crepet
Paolo Crepet presenta il suo nuovo libro
Sfamiglia
Vademecum per un genitore che non si vuole rassegnare
Einaudi, 220 pagine - 15,00 €
Giovedì 18 febbraio, ore 18.30. Ingresso libero
Galla Libreria, Corso Palladio ,11 a Vicenza
Giovedì 18 febbraio, ore 20,30. ingresso libero
Libreria Liberalibro, via Marconi, 6 Valdagno (VI)
Psichiatra e sociologo, Paolo Crepet è ormai un volto molto noto al pubblico italiano, ospite abituale di trasmissioni televisive e radiofoniche, grazie a uno stile semplice e diretto e a un'esperienza decennale, si muove agevolmente nel territorio incerto e mutevole dei rapporti familiari, dei comportamenti degli adolescenti, della relazione dei giovani con un mondo sempre più complesso e per molti versi inospitale, riuscendo spesso in poche battute a districare problemi e a proporre ragionamenti là dove giornalisti e altri commentatori si muovono a tentoni.
Crepet ha sempre unito all'attività di psichiatra anche una intensa attività di scrittura: la sua bibliografia è ricca di libri di successo che si rivolgono a genitori ed educatori e che hanno la felice peculiarità di saper unire alla nitidezza dell'esposizione riflessioni equilibrate e profonde.
Peculiarità che non mancano a Sfamiglia, vademecum per un genitore che non si vuole rassegnare, l'ultimo libro di Paolo Crepet recentemente pubblicato per i tipi di Einaudi, che l'autore presenterà giovedì 18 alla libreria Galla di Vicenza (in corso Palladio 11 alle ore 18.30 con ingresso libero).
L'incontro con Paolo Crepet proseguirà anche in una serata organizzata a Valdagno dalla Libreria Liberalibro (sala Soster, ore 20,30).
Un lavoro questo che come molti dei testi precedenti affronta ancora una volta i grandi temi dell'educazione e della famiglia, adottando però un'impostazione originale: Sfamiglia è concepito proprio come un vademecum, un agile abbecedario che partendo dalla A di accompagnare, passando per voci come disciplina, gentilezza, giustizia, noia giunge alla Z di zainetto, conducendo il lettore attraverso argomenti complessi e spesso taciuti, e aiuta a guardare con responsabilità il mondo che abbiamo costruito per noi e i nostri figli.
Galla 1880 srl
Contrà Porti 4 - 36100 Vicenza
e-mail: [email protected]
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Oggi Gian Mario Villata alla Mondadori
Cartacanta  Â
Cartacanta propone l'appuntamento con lo scrittore Gian Mario Villalta oggi, sabato 13 febbraio, alle ore 18, nella nuova sede della libreria Mondadori "Quarto potere", in Contrà Pusterla 14 a Vicenza.
Titolo del libro: "Padroni a casa nostra. Perchè a Nord-est siamo tutti antipatici", edito da Mondadori.
Ma gli abitanti del Nord-est sono davvero così antipatici come si dice? Freddi, spenti, saccenti e poco affabili? Intolleranti e chiusi nei loro pregiudizi, ossessionati dagli "schèi", facili al lamento e incapaci di lasciarsi andare alla gioia di vivere? Si tratta di un luogo comune o c'è un fondo di verità in tutto questo? Gian Mario Villalta, che nel Nordest ci è nato e non ha mai smesso di viverci, ha scritto un libro su questi interrogativi, cercando anche di dare delle risposte. Il titolo è "Padroni a casa nostra. Perchè a Nord-est siamo tutti antipatici", edito da Mondadori. L'appuntamento con lo scrittore è sabato 13 febbraio, alle ore 18, nella nuova sede della libreria Mondadori "Quarto potere", in Contrà Pusterla 14 a Vicenza. Dialogherà con l'autore Alberto della Rovere, redattore di Cartacanta, associazione culturale vicentina che ha curato l'evento (www.cartacantalab.com). Dopo aver scoperto con sorpresa e rammarico che la cattiva fama dei "nordestini" si è ormai diffusa anche tra amici insospettabili, Villalta ammette a denti stretti che gli interessati hanno le loro responsabilità . E dà così vita a una riflessione rigorosa e leggera al tempo stesso sulle ragioni storiche che hanno alimentato il malessere in quest'area del Paese, così vitale per l'economia. L'anomalia del Nord-est, suggerisce l'autore, si può forse riassumere nel contrasto tra la sua centralità economica e la sua marginalità rispetto alla politica nazionale e al sistema dei media. Una marginalità che genera insoddisfazione, una certa diffidenza e una bella dose di autoreferenzialità della cultura locale. Ma alla base di questo disagio c'è una storia ben più complessa. Quella di un mondo contadino, povero e angusto, ma dotato dei suoi punti di riferimento e del suo rassicurante buonsenso come la vocazione ai "sacrifici" e l'etica del "debito" e della "colpa". Un mondo contadino che nel giro di pochi decenni è stato brutalmente travolto da uno sviluppo economico tanto impetuoso quanto tardivo, dispensatore di benessere e di opportunità , ma pieno di zone d'ombra.
Gian Mario Villalta è nato a Visinale di Pasiano, in provincia di Pordenone, nel 1959. E' docente di liceo e direttore artistico della manifestazione letteraria "Pordenonelegge.it".
Ha pubblicato molti libri di poesia, tra i quali "Altro che storie", "Vose de Vose / Voce di voci", "L'erba in Tasca", "Nel buio degli alberi", "Il respiro e lo sguardo" e un racconto della poesia italiana contemporanea "Vedere al buio" (2007). E' anche autore di numerose monografie, come "La costanza del vocativo". Tre i suoi libri di narrativa: "Un dolore riconoscente", "Tuo figlio" e "Vita della mia vita" (2006).
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Criminali di guerra, il 15 a Montecchio Prec.
L'Italia aveva un accordo segreto con la Germania riguardo i criminali di guerra nazisti. Molti dei quali l'hanno fatta franca proprio grazie a questo. Se ne parla lunedi prossimo a Montecchio Precalcino.
Nel documento sottoriportato troverete maggiori informazioni.
L'accordo segreto tra Italia e Germania in un documentato saggio di Filippo Focardi:
Quando i criminali tedeschi furono rimessi in libertÃ
Anche il Vicentino ne è stato recentemente toccato, con le vicende del vicebrigadiere delle SS Karl-Franz Tausch, indicato come "il boia di Bassano", suicidatosi il 25 settembre 2008 a Langen, in Assia, dove viveva, dopo essere stato individuato ad oltre sessant'anni dal massacro del Grappa.
Ma la questione dei criminali nazisti scampati per decenni ad ogni giudizio è in realtà assai più vasta. Di più: è una storia tipicamente italiana, con tutte le eccezioni negative del caso.
Ad affrontarla in un interessante saggio è lo storico Filippo Focardi, autore di "Criminali di guerra in libertà ". Un accordo segreto tra Italia e Germania federale, 1949-1955. Non una novità , questa del patto italo-tedesco dettato da convenienze diplomatico-politiche, peraltro negato un paio d'anni fa dalla Commissione parlamentare sulle stragi nazifasciste, le cui conclusioni hanno evidenziato invece la sola negligenza della magistratura militare: ne aveva infatti parlato lo stesso Focardi, docente di storia contemporanea alla facoltà di scienze politiche di Padova, in uno studio apparso nel 2003 su "Storia contemporanea". Nel nuovo libro, però, la materia viene ulteriormente approfondita, contestualizzata e ampiamente documentata.
Focardi muove da un episodio relativamente minore - la condanna comminata dal tribunale militare di Roma nell'ottobre del 1948 a nove militari della Wehrmacht per maltrattamenti inflitti a prigionieri e civili italiani dopo l'8 settembre del 1943 nell'isola di Rodi - per arrivare al cuore della vicenda: nel novembre del 1950 un emissario del cancelliere Adenauer, Heinrich Höfler, incontra a Roma il segretario generale del ministero degli Esteri italiano, il conte Vittorio Zoppi, chiedendogli ed ottenendo la liberazione dei criminali di guerra tedeschi condannati in Italia con sentenza definitiva.
Nel giro di pochi mesi, attraverso decreti di grazia firmati dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi, costoro sono scarcerati e rimpatriati in Germania in gran segreto. Tra essi anche quattro ufficiali del "gruppo di Rodi", compreso il generale Otto Wagener, responsabile dell'uccisione di numerosi prigionieri. Colui che aveva detto: "Gli italiani hanno vissuto da cani e da cani devono morire".
Nelle carceri della penisola restano solo Herbert Kappler e Walter Reder. Con loro la giustizia italiana si rivela assai più dura, rifiutando ogni scarcerazione: ma è una scelta precisa e simbolica, per attirare l'attenzione popolare distogliendola dal parallelo e assai più vasto insabbiamento di centinaia di storie analoghe.
Nella vicenda giocano un ruolo fondamentale sia le autorità dei due paesi, desiderose di riannodare strette relazioni politiche nel quadro della Guerra fredda, sia il Vaticano, soprattutto attraverso l'azione del vescovo Alois Hudal, rettore del collegio tedesco presso la chiesa di S. Maria dell'anima a Roma, vero e proprio emissario di Bonn. Pesa anche la volontà di evitare l'estradizione dei criminali italiani richiesti dalla Jugoslavia, mentre con la Grecia vengono presi analoghi accordi segreti, nel 1948, per la scarcerazione di militari del Regio esercito responsabili di rappresaglie contro la popolazione ed i partigiani ellenici.
Ma non è tutto. Non solo l'Italia accondiscende facilmente alle richieste federali per la liberazione dei (pochi) criminali condannati: nello stesso tempo istituisce un numero assolutamente esiguo di processi nei confronti degli ufficiali e dei soldati tedeschi responsabili di crimini contro migliaia di civili e militari italiani nel 1943-45. I numeri parlano da soli: a fronte dei 26 processi italiani del dopoguerra, ne vanno in scena 77 nella piccola Danimarca, dove l'occupazione fu senz'altro meno oppressiva, 91 in Belgio, 231 in Olanda, parecchie centinaia in Francia. Le condanne a morte, o perlomeno a lunghe pene detentive, fioccano. In Italia, invece, c'è il citato insabbiamento, venuto alla luce solo a metà degli anni Novanta col ritrovamento del cosiddetto "armadio della vergogna".
In ciò sta il significato della "anomalia italiana", come sottolineato nell'autorevole prefazione di Lutz Klinkammer. Per lo studioso tedesco quello dell'Italia è un vero e proprio "problema di coscienza", dovuto all'imbarazzo lasciato da una guerra inizialmente combattuta con la Germania hitleriana, e che i tardivi processi aperti negli anni Novanta - di cui sono ancora in corso istruttorie r dibattimenti, che in molti casi non potranno più portare a colpevolezze e condanne certe - non contribuiscono certo a tacitare.
Luca Valente
"Nati per credere", il 19 a Valdagno
Perché il nostro cervello sembra predisposto
a fraintendere la teoria di Darwin
Codice Edizioni
GIORGIO VALLORTIGARA
autore del libro
LUCIANO BORDIGNON
teologo
introduce e coordina
BERNARDETTA PALLOZZI
Comune di Valdagno
venerdì 19 febbraio 2010 ore 20.30
PALAZZO FESTARI - Corso Italia n.63 - Valdagno (VI)
per informazioni: [email protected] tel. 0445 406758 fax 0445 408485
in collaborazione con Libreria De Franceschi snc Valdagno (VI) tel 0445 412877
La teoria darwiniana della selezione naturale è uno dei maggiori successi scientifici di ogni tempo; eppure molte persone che non si occupano di scienza a livello professionale la rifiutano e mostrano invece di credere in varie forme di creazionismo.
Il biologo inglese Richard Dawkins, tra il serio e il faceto, in un'occasione ha osservato che il nostro cervello sembra "specificatamente progettato per fraintendere il darwinismo". Probabilmente soltanto un'altra ipotesi scientifica incontra una simile difficoltà di accettazione tra le persone comuni: quella che la nostra attività mentale sia il risultato dei processi fisici che si svolgono nel cervello.
L'idea esplorata dagli autori di "Nati per credere" è che ci sia più che un'analogia tra queste due difficoltà e che in realtà entrambe derivino dal modo in cui il nostro cervello è stato foggiato dalla selezione naturale. I dati convergenti della psicologia dello sviluppo, della psicologia evoluzionistica, dell'antropologia e delle neuroscienze spiegherebbero l'inclinazione naturale a trovare psicologicamente soddisfacenti le spiegazioni animistiche o quelle basate sul "disegno" intelligente o divino che dir si voglia, delle nostre origini.
In "Nati per credere" uno psicologo cognitivo (Vittorio Girotto), un filosofo della scienza (Telmo Pievani) e un neuroscienziato (Giorgio Vallortigara), intrecciano le proprie riflessioni e le proprie esperienze di ricerca per offrire al lettore una tesi affascinante: il meccanismo evolutivo ha fatto sì che credere nel sovrannaturale sia diventato una parte integrante dei nostri normali processi cognitivi. La mente umana si è infatti evoluta, in virtù del meccanismo della selezione naturale, per pensare in termini di obiettivi e di intenzioni, un adattamento biologico importantissimo per un animale sociale come l'uomo. Affermare che siamo nati per credere non significa offrire alcun alibi per manifestazioni di credenze irrazionali. Non significa che avere una fede religiosa sia più naturale che non averla, né rassegnarsi all'idea che l'educazione scientifica, anche precoce, debba per forza incontrare ostacoli cognitivi insormontabili. Anche se credere non è un'attività infantile né stupida, ma centrale per il funzionamento della nostra mente, nulla esclude che possiamo farne un cattivo uso in molte occasioni.
Essere consapevoli di come si sono evoluti i nostri vincoli cognitivi potrebbe essere un'occasione per maneggiarli in modo più razionale.
Giorgio Vallortigara insegna Neuroscienze cognitive all'Università di Trento, dove dirige il Laboratorio di Cognizione Animale e Neuroscienze del CIMeC (Centro Interdipartimentale Mente/Cervello). E' autore di numerose pubblicazioni scientifiche tra cui "Cervello di Gallina. Visite (guidate) tra etologia e neuroscienze" (2005, Bollati Boringhieri editore, Torino). Parteciperà alla serata Monsignor Luciano Bordignon, Vicario Episcopale per la Formazione del Clero della Diocesi di Vicenza e professore di teologia fondamentale presso la Facoltà dell'Italia settentrionale, sezione di Padova. Coordinerà l'incontro Bernardetta Pallozzi, conservatore naturalista del Museo Civico D. Dal Lago di Valdagno
Le perfezioni provvisorie, di G. Carofiglio
Il magistrato barese Gianrico Carofiglio (1961) ha conosciuto un notevole successo di pubblico con tre romanzi usciti per l'editore Sellerio: "Testimone inconsapevole" (2002), "Ad occhi chiusi" (2003) e "Ragionevoli dubbi" (2006), tutti con protagonista l'avvocato Guido Guerrieri. Con questi volumi Carofiglio ha abilmente adattato al sistema giudiziario italiano la formula del thriller di ambientazione processuale di stampo americano. I vivaci scambi dialettici in aula fra le varie parti convivono con una definizione non banale dei personaggi, in particolare Guerrieri, ritratto come una persona in apparenza forte, dato l'aspetto e le sicure qualità professionali, eppure vulnerabile, anche per le complesse vicissitudini private.
Con il quarto romanzo della serie, "Le perfezioni provvisorie", uscito in questi giorni, l'autore sembra voler in parte spiazzare i suoi lettori: l'ambientazione barese è quasi tutta "in esterni"; le udienze trovano poco spazio nel racconto; l'attenzione si concentra altrove.
Guerrieri è contattato da un collega che gli chiede di raccogliere ulteriori indizi per fare in modo che il caso della scomparsa di una ragazza, avvenuto sei mesi prima, non sia archiviato. All'inizio lui è perplesso, e per molto tempo non sa bene in che direzione muoversi; poi un'intuizione improvvisa, non meno breve e precaria di certi momenti di felicità (così si spiega il titolo), lo conduce sulla buona strada.
Nel racconto della vicenda principale, Carofiglio inserisce una serie di "pause" narrative (soprattutto ricordi del protagonista) che danno l'impressione di distrarre il lettore dal corso principale degli eventi. In realtà sono momenti decisivi che restituiscono in pieno la complessità del personaggio Guerrieri e la difficoltà delle sue scelte, e che donano al testo un certo rilievo sul piano della ricognizione psicologica oltre che su quello della mera efficacia letteraria. L'ammirevole limpidezza di stile, l'ironia di alcuni passaggi e l'estrema cura con cui vengono caratterizzate tutte le figure secondarie del racconto, confermano le qualità di un autore da continuare a seguire.
Gianrico Carofiglio, Le perfezioni provvisorie, Sellerio, 352 pp., € 14