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Martedì: Opus Ruralium Commodorum

La Vigna       

 

Martedì 9 febbraio p.v. alle ore 18.00 alla Biblioteca "La Vigna" presentazione della ristampa anastatica del prezioso volume del 1486 "Opus Ruralium Commodorum" di Pietro De Crescenzi. Per maggiori informazioni cliccare quì.

Presentazione Opus Ruralium CommodurumPer tutti gli Amici e i simpatizzanti de "La Vigna" una serata eccezionale!
Il giovane studioso Alessandro Penazzi dell'Università di Verona presenterà e commenterà il volume Opus ruralium commodorum di Pietro De Crescenzi: si tratta del volume più prezioso che, dal punto di vista antiquario, possieda "La Vigna", ossia un incunabolo del 1486, considerato opera fondamentale per la rinascita della viticoltura poiché basato sulle opere latine dei classici che tramandarono al mondo le tecniche agricole romane, cartaginesi ed etrusche.

E' il primo trattato sulla viticoltura bolognese e, più in generale, su quella padana, in cui vengono citati vitigni ormai scomparsi ed altri ancora oggi utilizzati ed è, inoltre, il primo trattato europeo di agronomia.
Per questi motivi l'appuntamento del 9 febbraio è particolarmente importante: la Fondazione Monte di Pietà di Vicenza ha, come ogni anno, contribuito alla salvaguardia di un libro tanto prezioso e, grazie a tale contributo, si è potuta realizzarne la ristampa anastatica. A tutti gli Amici de "La Vigna" verrà data in dono, dopo la presentazione, una copia del volume.
Alla serata interverranno il prof. Mario Bagnara, Presidente della Biblioteca, il rag. Mario Nicoli, Presidente della Fondazione Monte di Pietà e il dott. Alessandro Penazzi, dottorando all'Università di Verona.

Centro di Cultura e Civiltà Contadina
Biblioteca Internazionale "La Vigna"
Contrà Porta Santa Croce 3, Vicenza
Tel. 0444 543000
Fax 0444 321167
E-mail [email protected] ; [email protected]

 

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Massimo Nobili presenta libro su Giustizia

Galla Libreria    

in collaborazione con Camera Penale Vicentina

Massimo Nobili

presenta il suo libro
L'immoralità necessaria
Citazioni e percorsi nei mondi della giustizia

Introduce
Novelio Furin

Il Mulino, 390 pagine, € 27,00


venerdì 29 gennaio - ore 18,30. Ingresso libero

Galla libreria, corso Palladio 11 a Vicenza.
Telefono 0444 225200 - [email protected]

Sono pagine nate dalla convinzione che la materia della giustizia s'intenda meglio esplorando i processi penali considerati da Schiller, Rabelais, Stendhal: comincia con questa nitida dichiarazione d'intenti l'originale libro di Massimo Nobili L'immoralità necessaria, citazioni e percorsi nei mondi della giustizia, pubblicato da Il Mulino. Si tratta di un libro che attraversa i temi della giustizia partendo da casi ed episodi che non vengono dalla giurisprudenza ma dalle pagine della letteratura e della filosofia di ogni epoca.

Per chiarire nessi della giustizia d'oggi Massimo Nobili chiama a deporre grandi autori come Kafka, Brecht, Shakespeare, Aristofane, Sciascia e moltissimi altri ancora, costruendo un libro dotto e sorprendente in cui i grandi temi del processo, dell'accertamento della verità e del castigo vengono indagati con una collezione di citazioni che mettono in luce il continuo e per molti versi irrisolto interrogarsi degli uomini di ogni epoca attorno ai temi della giustizia.

Massimo Nobili, avvocato, giudice e professore presenterà questo suo nuovo brillante lavoro venerdì 29 gennaio alla Libreria Galla (in corso Palladio 11 a Vicenza alle ore 18,30 con ingresso libero). A introdurre l'autore ci sarà l'avvocato vicentino Novelio Furin.

L'incontro, organizzato in collaborazione con la Camera Penale di Vicenza, si rivolge ovviamente agli uomini di legge, avvocati o giudici, che desiderano approfondire i temi della propria professione guardandoli con la lente chiarificatrice della letteratura e della filosofia, ma è anche, soprattutto, pensato per i cittadini che vogliono addentrarsi, accompagnati da un eminente cicerone, in una materia così affascinante partendo da un punto originale, meno tecnico e quindi decisamente più comprensibile.
Di giustizia nel nostro paese si parla anche troppo e spesso a parlare è chi non ha alcuna competenza e autorità. Venerdì prenderà la parola chi invece non solo ne ha l'autorità ma forse, visto il momento di palese confusione, ha anche il dovere di esprimere giudizi.

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Iniziative per la Giornata della memoria

Comune di Vicenza     

 

27 gennaio 2010: iniziative per la "Giornata della memoria"

Manifesto per La giornata della memoriaIn occasione della "Giornata della memoria" il sindaco Achille Variati domani mattina, mercoledì 27 gennaio, presenzierà alla cerimonia organizzata dalla Prefettura di Vicenza al Teatro Astra, che avrà inizio alle 10.30. Il prefetto Melchiorre Fallica consegnerà, alla presenza dei sindaci dei comuni coinvolti, le medaglie d'onore a 112 vicentini, militari e civili, e ai familiari di quelli deceduti, deportati ed internati nei lager nazisti.
Proseguono inoltre, le iniziative organizzate dagli assessorati alla cultura e all'istruzione e politiche giovanili del Comune con alcune associazioni e scuole del territorio. Cinema, musica, teatro, mostre, incontri ed iniziative per le scuole per non dimenticare la persecuzione del popolo ebraico e di quanti si sono opposti allo sterminio nazista.
Domani alle 16.30 Franco Busetto, ex internato del campo di concentramento di Mauthausen ed autore del libro "Tracce di memoria. Dall'università a Mauthausen" porterà la sua testimonianza. L'incontro in programma all'Informagiovani (contrà Barche 55) per iniziativa dell'assessorato all'istruzione e alle politiche giovanili, proseguirà con la proiezione di un documentario sui campi di sterminio nazisti. Samuel Artale, sopravvissuto ad Auschwitz e Birkeneau, la cui famiglia è stata sterminata quando aveva appena 8 anni, porterà la sua testimonianza sempre mercoledì 27 alle 20.30 nel palazzo del Monte di Pietà in (contrà del Monte 13). L'incontro è organizzato dal consorzio Unibus Europa Travel.
Domani sono in programma ben due concerti. Alle 18 nella sala concerti del conservatorio "A. Pedrollo" (contrà San Domenico 33) il primo "Concerto della memoria" proporrà brani tratti dall'opera di Zwi Bacharach e dai Racconti dei Chassidim di Martin Buber. Sarà eseguito dall'Ensemble di percussioni diretto da Guido Facchin, dalla classe di fisarmonica di Davide Vendramin e dal Coro del Conservatorio diretto da Laura Martelletto (info 0444507551, ingresso libero)
Ancora mercoledì 27, ma alle 20.30, il Teatro comunale ospiterà il secondo "Concerto della memoria" con l'esecuzione di "Quatuor pour la fin du temps" di Olivier Messiaen (1908 - 1992) da parte del Trio di Parma (Alberto Miodini, pianoforte, Ivan Ramaglia, violino, Enrico Bronzi, violoncello) e con Alessandro Carbonare, clarinetto e Sandro Cappelletto, voce recitante (ingresso: intero 25 euro, ridotto 20 euro, giovani under 30 15 euro , Società del Quartetto 0444543729).
All'Areopago del Centro culturale San Paolo (viale Ferrarin 30) è già iniziata la rassegna cinematografica dedicata alla Shoah con il ciclo "Le immagini della memoria: film a volte disturbanti ma onesti". Proposti in collaborazione con il liceo scientifico G. B. Quadri (0444937499) i film sono ad ingresso libero e con inizio alle 20.45. Il terzo film in calendario, "Il bambino con il pigiama a righe" di M. Herman (2008), verrà proiettato il 27; il 28 sarà la volta de "Il falsario - Operazione Bernhard" di S. Ruzowitzky (2007) per concludere il 29 con "Camminando sull'acqua" di E. Fox (2004).
Tra gli spettacoli teatrali in calendario uno si svolge fuori città, nell'auditorium delle scuole elementari "A. Moro" di Sovizzo (via Alfieri 1). Qui mercoledì 27 l'Ensemble Vicenza Teatro proporrà il reading "Clara disse: «...nella memoria, che ne parlino anche le pietre»" con Roberto Giglio (attore e regista), Elena Schleifer e Irma Sinico (info: 0444370470, 3355439976, [email protected] ).

Proseguono le due mostre inaugurate nei giorni scorsi. La mostra fotografica "L'assenza del limite: i bambini della Shoah", in ricordo dei bambini coinvolti nell'inferno della Shoah, ha già riscosso consensi nel mondo della scuola registrando infatti ben 870 prenotazioni. L'esposizione a cura dell'assessorato all'istruzione e alle politiche giovanili in collaborazione con Bortolo Borgato e l'associazione polisportiva Juventina di Bertesina, sarà aperta fino all'11 febbraio alla Stamperia d'arte "Busato" a palazzo Muttoni in contrà porta S. Lucia 38 (dal lunedì al sabato dalle 15 alle 18.30 e la domenica dalle 9 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 18.30; le scuole potranno avere accesso agli spazi espositivi dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12.30 e potranno prenotare la visita telefonando all'ufficio interventi educativi 0444222112-113 o inviando un'e-mail a [email protected] . Su richiesta sarà possibile avere anche il supporto di una guida).
La mostra pittorica di grandi tele sulla Shoah di Vincenzo Gornati dal titolo "Dov'era l'uomo, dov'è l'uomo? Dov'era Dio, dov'è Dio? A chi chiedere conto, a chi attribuire responsabilità", allestita all'Areopago del Centro culturale San Paolo (viale Ferrarin 30) in collaborazione con il liceo scientifico G. B. Quadri, rimarrà aperta fino a venerdì 29 gennaio dalle 16 alle 19 (visite fuori orario per gruppi e scolaresche su prenotazione 0444937499 [email protected] ).
Inoltre la biblioteca civica Bertoliana propone dei suggerimenti di lettura dedicati alla "Giornata della memoria. Per non dimenticare". Ben 29 titoli suddivisi tra Diari e memorie, Narrativa, Libri per ragazzi. A disposizione anche 14 film e 4 documentari (per consultare il catalogo www.bibliotecabertoliana.it ).

Le iniziative continuano giovedì 28 alle 15.30 con Roberto Monicchia, docente dell'Istituto Rossi, sarà impegnato in una lezione di storia dal tema "L'ascesa del nazismo in Germania" a cui seguirà la proiezione del film "La rosa bianca" di M. Rothemund (2005). Venerdì 29 alle 15.30 Mary Pilastro, docente del Liceo Quadri, che parlerà della Shoah. Si potrà poi vedere il film "Il bambino con il pigiama a righe" di M. Herman (2008).
Venerdì 29, all'istituto "S. Boscardin" (via Baden Powell 35), sarà organizzato un incontro per le scuole: le classi terze e quarte ascolteranno Sonia Residori, dell'Istituto storico della resistenza e dell'età contemporanea della provincia di Vicenza (0444928488).
Sabato 30 gennaio alle 20.30 al Teatro Astra (contrà Barche 53) l'assessorato alla cultura propone l'opera Brundibar di Hans Krása per soli e coro di voci bianche eseguita dal Coro "Pueri Cantores" diretti da Roberto Fioretto (opera su libretto di Adolf Hoffmeister, ingresso intero 10 euro, ridotto 5 euro; prevendita presso ufficio del teatro Astra stradella dell'Isola 19, dal martedì al venerdì 9.30-13, 15-18 e www.greenticket.it . Per informazioni: [email protected]  0444323725). L'opera fu eseguita per la prima volta nel ghetto di Terezin "Brundibár" il 23 settembre 1943 e successivamente altre cinquanta volte in forma ufficiale. Il successo fu tale che in realtà le repliche furono innumerevoli, organizzate clandestinamente dai prigionieri nei luoghi più disparati del campo. Quasi tutti i bambini internati protagonisti furono poi trasferiti a Auschwitz, tra cui il compositore Hans Kràsa, ucciso nel 1944.
Ancora letture ma allo spazio Bixio (via Mameli 4 ,angolo Via Nino Bixio) domenica 31 alle 21 con Piergiorgio Piccoli, Anna Zago, Carlo Properzi Curti, Aristide Genovese che si cimenteranno nella "Lettura di alcune pagine scelte dal diario di Etty Hillesum". Alle tastiere Roberto Jonata. A cura di Theama Teatro (ingresso 10 euro 0444322525-392 1670914).

Infine, per dare un ulteriore contributo all'iniziativa volta al recupero della memoria storica, l'assessorato all'istruzione e alle politiche giovanili preparerà un dvd che sarà consegnato alle scuole medie e superiori della città per essere utilizzato come materiale didattico e di approfondimento. Il dvd conterrà due interviste condotte dal giornalista Stefano Ferrio: nella prima si potrà sentire la voce di Gilberto Salmoni, ex internato del campo di concentramento di Buchenwald ed autore del libro "Una storia nella storia. Ricordi e riflessioni di un testimone di Fossoli e Buchenwald"; nella seconda sarà Franco Busetto, ex internato del campo concentramento di Mauthausen ed autore del libro "Tracce di memoria. Dall'università a Mauthausen", racconta la sua esperienza.
CONCERTO
Brundibar di Hans Krása
Sabato 30 gennaio
Teatro Astra (contrà Barche 53), ore 20.30
Coro "Pueri Cantores" diretto da Roberto Fioretto
Regia diSilvia Brunello

Trama
Brundibar narra la storia di Pepicek e Anika, due fanciulli orfani di padre che hanno bisogno di denaro per acquistare dei latte per la madre, gravemente ammalata. Decidono di esibirsi in canzoni e danze imitando un burbero musicista ambulante chiamato Brundibàr, un suonatore di organetto che pare guadagni bene da questa attività. Cantano una canzone allegra, ma le loro deboli voci non arrivano alle orecchie dei passanti che non fanno caso alla loro musica troppo debole in confronto a quella prodotta da Brundibàr.
Il cattivo Brundibàr, irritato per l'intrusione dei due fratelli sul "suo luogo di lavoro", li fa scacciare dalla piazza. I due fratelli tristi riflettono sul da farsi ed ecco che allora giungono in foro aiuto tre animali: un gatto, un passero e un cane. Gli animali conoscono tutti i bambini del vicinato e li radunano il giorno successivo per cantare tutti insieme una canzone. Finalmente il canto dei fanciulli copre il suono dell'organetto dello strimpellatore e i soldi dei passanti riempiono il cappellino di Pepicek e i due ragazzi sono felici perché hanno denaro a sufficienza per comperare il latte per la mamma.
Ma il cattivo Brundibàr non rassegnato, strappa il denaro dalle mani dei bambini e si dà alla fuga. Viene rincorso, raggiunto e sconfitto dai fratellini e dai loro amici che suggellano la vittoria sulla malvagità di Brundibàr con un canto.
A prima vista l'opera rappresenta una bella favola per bambini, ma fuori della metafora la simbologia appare in tutta la sua intensità: il perfido Brundibàr incarna la figura del male (l'oppressione nazista) e i fanciulli rappresentano le inermi vittime dello sterminio, che fanno pensare ad un futuro riscatto nell'unione solidale tra di loro ("la vittoria possiamo ottenere contro il malvagio dittatore / diamo al mondo un bell' esempio" atto II).
Ma la visione che doveva trasparire dell'opera per il Ministro Propaganda nazista Joseph Göbbels aveva l'intento di mascherare la realtà del campo di Terezin, fornendo un' immagine distorta e falsa di quanto accadeva nella città-ghetto.
Questa menzogna fu documentata in un cortometraggio girato dalla Croce Rossa Internazionale dal titolo "Il führer dona una città agli ebrei".


Biografia di Hans Krása (Praga 1899 - Auschwitz 1944)
Allievo di Alexander von Zemlinsky si mise in luce per un gran talento musicale sin da giovane, tanto che all'età di 11 anni alcune sue composizioni erano già state eseguite in pubblico. Scrisse musica da camera, opere teatrali e sinfoniche, canzoni e vari spettacoli teatrali, anche se gran parte di queste opere non furono più trovate al termine della guerra. Brundibar nacque nel 1938 per un concorso organizzato dal ministero della pubblica istruzione della Repubblica Ceca, e fu eseguito per la prima volta in un orfanatrofio ebraico a Praga nel 1942. tra il '44 e il ‘45 Brundibar fu eseguito per ben 55 volte all'interno del campo di Terezin dove non mancavano i bambini.

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1809:L'insorgenza veneta,di Ettore Beggiato

Torri di Arcugnano           

 

1809: L'insorgenza veneta, di Ettore BeggiatoMercoledì 27 gennaio h. 20.45

Sala delle Associazioni - Via dell'Artigianato 15 - TORRI di ARCUGNANO/ARCUGNAN

presentazione del volume

"1809: l'insorgenza veneta" di Ettore Beggiato

Interverranno:

Il Sindaco dott. Paolo Gozzi

Il Vice Sindaco Federico Bedin - Assesore alla Cultura

Il consigliere comunale Gianni Vendramin

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Suad Amin ritorna a Padova

Comune di Padova, Al Quds Istituto di Cultura Italo Palestinese, Comunità Palestinese nel Veneto  

 

Cresciuta tra Amman, Damasco, Beirut e il Cairo, la palestinese Suad Amiry ha studiato architettura presso l'Università Americana di Beirut e l'Università del Michigan.

Ha conseguito poi un dottorato di ricerca presso l'Università di Edimburgo. Dal 1981 insegna architettura all'Università di Birzeit e vive a Ramallah.

Nel 1991 ha fondato, e da allora dirige, Riwaq Center for Architectural Conservation di Ramallah (http://www.riwaq.org).

Dal 1991 al 1993 è stata membro della delegazione palestinese incaricata di condurre le trattative bilaterali di pace israelo-palestinesi di Washington D.C.

È stata vice-ministro della Cultura nel primo governo dell'Autorità NazionalePalestinese.

Nel 2004 ha vinto il prestigioso premio Ulisse per REPORTAGE con l'assegnazione del
titolo di Commendatore da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Giovedì 04 febbraio 2010 ore 20.45
Sala Diego Valeri a Padova
Suad Amiry presenterà il suo ultimo libro

MURAD MURAD

Quel sabato del 12 maggio 2007, ore 22.10, l'architetta/scrittrice palestinese si traveste da
uomo e compie un viaggio di diciotto ore alla volta di Israele:
«Per scrivere dei 150 mila lavoratori che ne sfamano un milione».
"Mi ci sono voluti due mesi per trovare il coraggio. Credo che quella esperienza mi abbia
cambiato radicalmente la vita, non mi va giù che questi palestinesi siano considerati
lavoratori illegali e clandestini nella loro stessa terra, vengono criminalizzati, gli sparano
addosso, li mettono in prigione mentre cercano solo di dare da mangiare ai loro figli...."

Saranno presenti:
MILVIA BOSELLI Consigliera comunale con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche della pace
BETTA TUSSET Scrittrice, converserà con l'Autrice
LUCIA SORBERA Università degli Studi di Milano
Aderiscono all'iniziativa
Mezzaluna Rossa Palestinese, Associazione per la Pace, Donne in Nero, Associazione Ingegneri
Palestinesi, Associazione Forestali senza frontiere. Ass. Per il Mondo, Follow the Women

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Mincato, Zonin, Cuneo, Tamburini ... al Cuoa su: 'Wall Street: La stangata. Cosa abbiamo impararato per non perdere più soldi'

Il saggio di CuneoNell'aula magna della prestigiosa sede del Cuoa, a Villa Valmarana Morosini di Altavilla Vicentina, Gianfilippo Cuneo, uno dei consulenti d'impresa più conosciuti e ora gestore di fondi d'investimento, ha parlato oggi pomeriggio del suo libro ‘Wall Street: La stangata. Cosa abbiamo imparato per non perdere più soldi', scritto rispondendo alle domande di Fabio Tamburini, direttore dell'agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor e presente alla serata come ‘conduttore‘ dell‘evento.
L'argomento del saggio (edito da Baldini Castoldi Dalai) sul crollo del capitalismo finanziario e sui peccati capitali commessi dalle principali banche d'affari, dalle agenzie di rating, da revisori, autorità di controllo e dai cosiddetti consiglieri indipendenti, è stato prima illustrato da Gianfilippo Cuneo (con un vivace botta e risposta tra lui e il coautore Tamburini) e poi è stato il filo conduttore della tavola rotonda a cui hanno partecipano, oltre agli autori del libro, il Presidente della Fondazione CUOA, Vittorio Mincato, presidente anche della Camera di Commercio di Vicenza e membro di vari Consigli di Amministrazione, tra cui quello della ‘nuova' Parmalat, e il Presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, titolare anche dell'omonima azienda vinicola.

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A Valdagno il 22: "I giorni della paura"

Guanxinet    

 

I giorni della paura (Edizioni e/0)Un libro in rete: I giorni della paura
edizioni e/o
DANIELE MASTROGIACOMO
autore del libro
introduce e coordina
ALESSANDRO ZALTRON
giornalista
Venerdì 22 gennaio 2010 ore 20.30
PALAZZO FESTARI - Corso Italia n.63 - Valdagno (VI)

per informazioni: [email protected] tel. 0445 406758 fax 0445 408485
in collaborazione con Libreria De Franceschi snc Valdagno (VI) tel 0445 412877

"Ho fatto i conti con la morte e questo ti cambia dentro"

Daniele Mastrogiacomo, un inviato di Repubblica, fu catturato dai talebani e trascinato attraverso l'Afghanistan, non in una prigione isolata ma per montagne, villaggi, campi di oppio, in un confronto-scontro continuo e tesissimo tra mentalità e stili di vita e concezioni del mondo lontani anni luce.
«Dopo due anni di silenzio, per doveroso rispetto ai protagonisti più sfortunati di quel rapimento - spiega Mastrogiacomo - mi sono dedicato a queste pagine per chiudere, simbolicamente e tangibilmente una vicenda lunga e dolorosa; ma anche per trasmettere il senso di un'esperienza che sarebbe stato egoistico tenere per me solo».
La forza di questo racconto è nella capacità di Mastrogiacomo di andare oltre l'esperienza dell'inviato o del sequestrato per arrivare al nocciolo dell'esperienza umana della paura dell'altro. È l'esperienza del cuore di tenebra delle civiltà diverse, del mondo oscuro e violento che vediamo come nostro nemico, dell'attrazione che comunque esercita su di noi e del desiderio di capire.
Daniele racconta come veramente sono andate le cose, attraverso una narrazione tersa che mozza il fiato e che ricostruisce le violenze e le percosse, i dialoghi con i giovani talebani sull'amore e sulla fede, addirittura le partite di calcetto tra una finta esecuzione e una vera, la fine dei suoi compagni di prigionia, la lotta per sopravvivere, le attese, i pianti, i cieli e i paesaggi stupendi dell'Afghanistan.
Un diario forte, che racconta in un linguaggio senza sconti quei terribili 14 giorni di prigionia, di minacce di morte e di sangue. Il suo autista e poi il suo interprete cadranno sotto il coltello dei talebani. Lui si salvera' grazie all'intervento di Palazzo Chigi, alla mediazione di Emergency e di Gino Strada, all'impegno de 'la Repubblica' e dei suoi familiari, soprattutto la moglie Luisella, che nel momento cruciale per imboccare la via di casa, gli da' il consiglio giusto.
"Credevamo di conoscere tutto del sequestro del giornalista di "Repubblica". Fu due anni e mezzo fa, nel sud dell'Afghanistan, per mano dei Talebani. Ne scrisse, copiosamente, lui stesso. Ne scrissero i colleghi. Se ne parlò in televisione. E invece, se i dati essenziali restano quelli noti, i dettagli generosamente dispensati nel libro "I giorni della paura", illuminano un panorama inedito, colorano di tinte ancora più forti la trama tragica, disegnano i tratti precisi di un mondo conosciuto all'ingrosso e per clichè approssimativi (da I talebani visti da vicino, di Gigi Riva, L'Espresso, 29 agosto 2009).

Daniele Mastrogiacomo è nato a Karachi, in Pakistan, nel 1954. Giornalista di Repubblica dal 1980, prima di diventare inviato di guerra sui fronti caldi dello scenario internazionale è stato un brillante cronista giudiziario. I giorni della paura è il suo primo romanzo. Coordinerà la serata Alessandro Zaltron, giornalista e scrittore, collaboratore per "Il Sole 24 ore" e redattore de "Il Giornale di Vicenza".

 

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"Memorie per Gaza" il 22 gennaio

Salaam ragazzi dell'olivo, Il Progetto sulla Soglia    

 

Immagini da GazaVenerdì 22 gennaio 2010 alle ore 20.30
presso la Cooperativa Insieme via Della Scola 225 - Vicenza
l'Associazione "Salaam ragazzi dell'olivo - Vicenza" e Il Progetto sulla Soglia
organizzano la serata
Memoria per Gaza Parole e immagini a un anno dall'operazione Piombo Fuso per ricordare le vittime
Nicola Brugnolo leggerà passi tratti dal Rapporto Goldstone (Relazione della Missione di accertamento dei fatti diretta dal giudice Goldstone, istituita dal Consiglio Onu dei diritti umani) e dal libro "Restiamo umani" di Vittorio Arrigoni, di cui è prevista la partecipazione

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Davide Fiore su "Per Vicenza. 1945-2008"

Davide Fiore 

Riceviamo e pubblichiamo lettera di Davide Fiore,Presidente SIPBC- Sez. reg. del Veneto, Conservatore Museo Diocesano di Vicenza

 

Davide Fiore, Conservatore Museo Diocesano di VicenzaInvio come "lettera aperta" e autografa*, la mia risposta alla prefazione dei fratelli Andrea e Tommaso Cevese al libro "Per Vicenza. 1945-2008" (Cierre edizioni) dedicato alla figura del prof. Renato Cevese, scomparso nell'autunno del 2009.

La lettera, necessariamente un po'corposa visto l'argomento trattato, è a disposizione di chiunque volesse contribuire ad un dibattito portato avanti con l'intelligenza e l'educazione dei Cevese e di tutti gli operatori per i Beni Culturali e la Cultura che popolano il territorio Veneto.

Grazie per la cortese disponibilità. Con l'augurio di un buon inizio d'anno.

Davide Fiore
Presidente SIPBC- Sez. Reg. del Veneto
Conservatore Museo Diocesano


*Gentili Andrea e Tommaso Cevese,

apprezzo la "lettera aperta" che avete pubblicato quale prefazione al volume dedicato al professor Renato Cevese, vostro padre, e che avete condiviso con i lettori. Questo metodo, che personalmente utilizzo è un modo per affidare alla "colomba della speranza" un messaggio destinato alla stampa e, di conseguenza, a chi vorrà farlo proprio.

Renato Cevese (foto ilgazzettino.it)Ricordo come sin da bambino fosse palese all'occhio la millenaria esperienza territoriale del Veneto, con le sue città storiche e i suoi borghi, con le campagne educate fino ai luoghi alpini più dispersi, e come i miei educatori mi portassero a ragionare sul recente passato, parlo degli anni '60 e '70 del 900, definendoli come carichi di errori architettonici e urbanistici, esempio con cui le nuove generazioni avrebbero dovuto confrontarsi.

Una lettura più attenta mi portò a ricercare il perché di un'armonia quasi magica ancora confrontabile con la pittura del Rinascimento locale, scoprendo un "valore materico" composto di materiali coi quali per secoli si è edificato attingendo dal territorio le stesse necessità del costruire, con la capacità di invecchiare: pietre, ciottoli, mattoni in cotto, tegole, travi in legno, solai di paglia, malte e terre colorate, pietra calcarea, tutti elementi per l'edilizia che stabilivano un legame tra le architetture universali di Andrea Palladio e le case per contadini nelle più disperse campagne. Nei materiali c'era una stessa origine, anche quando cambiavano le dimensioni, le proporzioni, le finiture e l'importanza degli edifici.

Il tipo di società che funzionava nel ‘500 era già mutato nel ‘700 per franare definitivamente nell'800 quando i cambiamenti economici e demografici portarono ai necessari ripensamenti del modo di vivere il territorio. La cesura vera e propria tra il passato e il futuro dell'Italia si avrà nel secondo dopoguerra, con il decollo industriale e la costruzione delle necessarie infrastrutture. Gli anni '80 del 900, con le conversioni industriali e l'avanzare dei problemi ambientali hanno visto l'Europa impegnata nella ricerca di una crescita compatibile con l'utilizzo del medio ambiente, per evitare un costo energetico e infrastrutturale esagerato. Con l'aumentata ricchezza economica, l'accessibilità all'istruzione e ai mezzi di informazione, il Veneto è andato in controtendenza rispetto agli altri, divenendo uno dei peggiori disastri urbanistici d'Europa, sostenuto da continue leggi e regolamenti pensati per dare potere ai singoli amministratori, lasciati liberi di ragionare sull'urbanistica del loro comune attraverso decisioni talvolta personalistiche, talvolta prive di nessi logici definiti. Il disastro urbanistico veneto è paragonabile in Italia, ma con dimensioni assai più vaste, a quella che fu conca d'oro fuori Palermo, che sorge alle pendici di Monreale. La più difficile tra le scienze, l'urbanistica, va governata tenendo conto d'innumerevoli fattori come la pianificazione, la zonizzazione, la giusta distribuzione delle risorse e l'impatto sulle infrastrutture (per essere urbanisti capaci sono necessari notevoli anni di preparazione unitamente alla conoscenza del territorio, della sua morfologia oltre ad un talento personale). Questa scienza antica sopravvive in una vergognosa assenza nella nostra regione, comportando un aumento degli sprechi e dei costi che poi la società paga, una difficile gestione delle emergenze ambientali e il conseguente abbassamento della sicurezza delle persone e danni sociali come stress e disagio psicologico diffuso, che si tramuta in una riduzione drastica della qualità di vita.

Questa lunga premessa, signori Cevese, per alcuni nuova e per altri forse scontata, vuole avvalorare le vostre osservazioni per cui l'emergenza dei beni Culturali oggi, non si trova ad operare con il palazzinaro o con il furbetto che vede nella tettoia in più l'aumento della sua presunta ricchezza in attesa di un primo condono. A essere distrutto oggi è il paesaggio che vive in una perenne "resistenza", dove chi restaura un edificio storico vive nel terrore di non trovarsi come vicino di casa un centro commerciale o, come è avvenuto per Villa Loschi Zileri Motterle di Monteviale, un distributore di benzina inutile nel pieno di una prospettiva secolare. Gli unici privilegiati sono i residenti dei centri storici che si trovano in luoghi sempre più riqualificati grazie anche all'intervento delle soprintendenze che hanno un parere competente sull'antico e questo aumenta di continuo il divario qualitativo tra centro e periferia. Il problema concreto resta lo "sfrangiamento" delle città che ha reso i centri italiani un ammassamento di edifici che avanzano per piccoli lotti come in una favela di lusso. Il risultato della necessità di colmare tutti gli spazi vuoti di un territorio lo si ha dalle alture o meglio ancora, atterrando all'aeroporto di Venezia o di Verona, dove si plana in una megalopoli impazzita di dimensioni sterminate che, ahimè, non rende onore al presunto orgoglio territoriale dei suoi abitanti.

L'altro nemico da richiamare per la difesa del territorio è l'indifferenza, quella stesso descritta da Moravia, che da noi diventa il "faccio finta di non vedere" per pensare a un benessere pagato a caro prezzo. Quale benessere? Grazie all'indifferenza molti centri turistici hanno trascurato o peggio distrutto la loro tipicità e ora piangono sul latte versato. La Recoaro storica è stata demolita o mal restaurata perdendo la sua attrattiva, così come l'altopiano di Asiago o il lago di Garda con il proliferare di casupole e scatoloni industriali stanno rovinando da sole il proprio futuro. Prima del Veneto la Liguria descritta anche da Italo Calvino ne "La speculazione edilizia"ha pagato pesantemente l'incapacità di coniugare crescita con compatibilità paesaggistica, riducendo quel potenziale turistico diffuso che invece ha mantenuto la Costa Azzurra.
Ospiti storici come i francesi, gli austriaci e tedeschi o gli inglesi che non sono parte del nostro autocompiacimento, gli occhi per guardare li hanno e restano inorriditi della cattiveria con cui la campagna è ingoiata dall'iniziativa singola, cosa che potranno testimoniare tutti gli operatori di questo settore. Una volta che l'operazione sarà definitivamente completata non serviranno recuperi, passanti stradali o promozioni, perché l'intelligenza diffusa di un paesaggio antropizzato la fanno i singoli cittadini.

Quello che fino a pochi anni fa era considerato un palese sfregio paesaggistico, parlo dei due pessimi condomini che danno il benvenuto dalla colline che guardano l'autostrada a Vicenza ovest, sono ad oggi la prassi diffusa e replicata in molti edifici anche privati, pur ingentiliti da mattoncini e tonalità variopinte. Ancora, negli ultimi 10 anni, alcune persone vivono una forma di asfissia da anonimato, dipingendo il proprio edificio con colori chimici fluorescenti o troppo deboli per essere il colore della nostra tradizione storica. Mi sono confrontato negli anni con alcuni costruttori o progettisti riguardo la necessità di attirare l'attenzione su qualcosa che già è brutto e la risposta è stata "il proprietario voleva così e poi è architettura moderna". Quello di parlare di "modernità"o meglio "contemporaneo", rispetto un edificio costruito oggi, è un mal costume che nasconde le bizzarre scelte personali e la necessità di differenziarsi per "essere migliori"a spese del paesaggio. Anche l'architettura vive la sindrome televisiva del "chi urla di più è più bravo" e le imprese di costruzione appiccicano timpani e frontoni in cemento su tutti gli edifici dando l'illusione ai futuri inquilini che la loro casetta possa concorrere con le celebri ville storiche e senza puntare su un progetto innovativo.

Le future politiche sul paesaggio dovranno fare i conti con l'istruzione, educando le persone ad una moderazione che va a vantaggio della collettività. Ciò che sta fuori dalle nostre case è di tutti, pertanto gli strumenti edilizi e urbanistici, o gli uffici d'ornato dei comuni, dovrebbero mettere un freno agli esibizionismi privati che altro non fanno che rafforzare il livello deficitario di un sistema che non funziona. Un paesaggio delicato come quello veneto ha prima di tutto bisogno di conoscitori di estetica, paesaggisti o scenografi capaci di mettere in comunicazione il nuovo, anche straordinariamente contemporaneo, con le preesistenze e il paesaggio, puntando su alcuni elementi necessari ad armonizzare le singole parti come la cura del verde o le cromie. L'educazione alla bellezza va fatta conoscere come materia base per le scuole, invitando le persone a leggere i segnali del territorio e a comprendere come una partecipazione sociale a queste tematiche ci migliora come persone e riduce il disagio sociale, anche se ci sono le industrie, anche se ci sono le autostrade. E il tutto serve poi a difendere la nostra ricchezza culturale e a garantire un'educazione basilare al gusto e al bello, a diretto vantaggio dei singoli.

Per concludere, la figura appassionata dell'eroe che voi descrivete in riferimento al professor Cevese, rientra già nel temperamento degli uomini e delle donne che in ogni epoca hanno cercato il valore aggiunto alle loro iniziative, con il pensiero sempre rivolto al plurale, alla comunità e umilmente disponibili a chiedere ad altri specialisti delle diverse discipline di farsi consigliare. Di esempi ce ne sarebbero tanti, come il caso di Alessandro Rossi di Schio e il suo architetto Antonio Caregaro Negrin, che fecero della modernità un'opera d'arte o l'imprenditore Olivetti con la sua azienda modello di Ivrea, esempio di come un cittadino possa intervenire sul territorio apportando uno sviluppo compatibile con la sua epoca.
Ben vengano strade più veloci o efficienti se servono realmente, ma almeno si abbia ben chiaro che il resto della Comunità Europea fa di tutto per rendere queste infrastrutture silenziose e discrete contrariamente alla selva di viadotti e di tralicci dell'alta tensione che incuranti della serenità e della salute delle persone passano sopra le campagne italiane imponendo la loro presenza. Pertanto, e concludo davvero, la complessità sociale è a tal punto aumentata che se associazioni, soprintendenze, amministrazioni, scuole e atenei ma soprattutto i privati cittadini con le amministrazioni non riterranno un valore imprescindibile dall'interesse economico la tutela del paesaggio, non basteranno i singoli eroi, per quanto carismatici, a mantenere alto il livello di guardia per la prevenzione, l'azione e il recupero dei luoghi e garantire a chi rispetta la propria cultura di non essere sopraffatto degli indifferenti privi di una coscienza sociale.


Davide Fiore
Presidente SIPBC- Sez. reg. del Veneto
Conservatore Museo Diocesano di Vicenza

 

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Quotidiano | Categorie: Libri

Valdagno. Un libro in rete: I due dogmi

Guanxinet    

 

I due dogmi di Roberto Satolli e Paolo Vineis (Feltrinelli)I due dogmi
Oggettività della scienza e integralismo etico
Feltrinelli editore
ROBERTO SATOLLI
autore del libro

PAOLO VIDALI
Filosofo

NEREO ZAMPERETTI
Medico

introduce e coordina
DANIELA FRIGO
Università di Trieste

Giovedì 14 gennaio 2010 ore 20.30
PALAZZO FESTARI - Corso Italia n.63 - Valdagno (VI)
per informazioni: [email protected] tel. 0445 406758 fax 0445 408485
in collaborazione con Libreria De Franceschi snc Valdagno (VI) tel 0445 412877


La scienza si scontra sempre più spesso con posizioni che si oppongono alle sue conquiste in nome della religione o dell'etica. Il più delle volte questa opposizione si risolve in un doppio dogmatismo.
Da una parte l'inflessibilità di chi, soprattutto nella gerarchia cattolica odierna, ritiene di avere
accesso a una verità trascendente o comunque superiore alle conoscenze empiriche: queste
convinzioni sono una benedizione per chi vi attinge, ma non sono spendibili come tali
nell'argomentazione e nel confronto con chi non le possiede. Dall'altra si manifesta la rigidità di
quanti, dall'interno del mondo scientifico, tendono a presentare le proprie conoscenze come
certezze, ignorandone o fingendo di ignorarne i limiti: i fatti scientifici sono spesso carichi di teorie e appaiono sovente incerti e sfumati, anche nel campo delle scienze dure, per ragioni intrinseche oltre che contingenti.
I guasti di queste due debolezze travestite da dogmi si vedono nel dibattito, ormai quasi quotidiano, su argomenti come il cambiamento climatico, le cellule staminali, il prolungarsi artificiale e magari indesiderato della vita e della morte.
Quasi tutti abbiamo la sensazione di essere "agiti" in queste discussioni, senza mai realmente capire quali sono i fatti e quali sarebbero le decisioni giuste.
Il libro che Roberto Satolli ha scritto insieme a Paolo Vineis non pretende di dare risposte, ma afferma alcuni semplici presupposti che consentono di condividere un metodo di deliberazione partecipata sui temi rilevanti per la società intera. Il primo è che la scienza non è una ricetta per trovare risposte "giuste" ai dilemmi etici e politici della società contemporanea. Il secondo è che le conoscenze prodotte dalla scienza sono comunque quanto di meglio abbiamo a disposizione per illuminare (non dettare) le scelte e soprattutto per scartare le opzioni non più sostenibili.
"Vineis e Satolli sanno porre le domande giuste, ci offrono risposte meditate e ci ricordano che gli scienziati spesso non possiedono la verità, più di quanto essa appartenga agli umanisti, ai credenti, agli atei. Categorie, queste, forse già in cammino verso un'evoluzione fuzzy della cultura tutta, quella cornice del mondo dai margini sfuocati, confusi e indistinti in cui ogni giorno, per lo più inconsapevolmente e convinti di molte certezze, ci muoviamo"
(dalla prefazione di Ignazio Marino)

 

Roberto Satolli è medico e giornalista; dopo un decennio di attività clinica, si è dedicato
all'informazione nel campo della salute e della scienza. Ha fondato con alcuni collaboratori l'agenzia Zadig, specializzata nell'editoria scientifica e collabora stabilmente con "L'Espresso", "Il Corriere della Sera" e "Sapere".

Parteciperanno alla serata: Paolo Vidali, filosofo, esperto di filosofia della scienza e collaboratore per attività e di ricerca dell'Istituto di Filosofia dell'Università di Padova, e
Nereo Zamperetti, medico, anestesista-rianimatore presso l'ULSS 6, esperto di bioetica. Coordinerà la serata Daniela Frigo, docente di Storia moderna e direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Trieste.

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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