Rete di urgenza per neonati e bambini
Nata in Veneto rete urgenza-emergenza per neonati e bambini.
Sandri: "il meglio della nostra sanità per i nostri piccoli ed i loro genitori".
I "vertici" della rete a Verona e Padova, coinvolti altri 39 ospedali in tutte le province.
Nel corso degli anni i bisogni di salute dei neonati e dei bambini, e la complessità dell'assistenza ospedaliera necessaria, sono notevolmente aumentati. Basti pensare che almeno il 10% dei neonati richiede un ricovero entro i primi 30 giorni di vita, che le nascite premature sono oltre 1000 all'anno con età gestazionali sempre più basse (23-28 settimane), che almeno 300.000 bambini vengono portati ogni anno in un Pronto Soccorso con patologie più o meno gravi. Una situazione che ha spinto la Regione del Veneto a potenziare l'intera organizzazione rivolta ai suoi pazienti più giovani e a definire una vera e propria Rete Ospedaliera Integrata per la Gestione del Neonato Critico e del Bambino in Emergenza-Urgenza, presentata oggi nella sede dell'Azienda Ospedaliera Integrata Universitaria di Verona dall'Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri, alla presenza, tra gli altri, del Direttore Generale dell'Azienda, Sandro Caffi. "Questa - ha sottolineato Sandri - è una vera e propria rete salvavita dedicata ai nostri piccoli, che abbiamo deciso di istituire per più di un motivo: prima di tutto per rendere la nostra organizzazione ospedaliera più rispondente ai bisogni, spesso molto delicati, dei bambini, sia per dare una risposta di tranquillità ai loro genitori, nella stragrande maggioranza giovani coppie, che si possono trovare nella condizione di dover affrontare situazioni drammatiche nella quali un efficiente sistema di intervento in emergenza-urgenza è di vitale importanza. Non credo infatti - ha aggiunto Sandri - che esista un valore più grande da difendere che la vita e la salute di un bambino. Per questo abbiamo voluto mettere in rete le migliori strutture, le migliori professionalità e le migliori tecnologie disponibili nel nostro sistema sanitario". La Rete si compone di tre diversi livelli: il III° (quello organizzativamente e tecnologicamente più elevato) è composto dalle Aziende Ospedaliere di Verona e Padova; il II° si basa sugli Ospedali Cà Foncello di Treviso, dell'Angelo di Venezia e San Bortolo di Vicenza; il I° è costituito da 36 ospedali in tutte le province venete, collegati in tutto e per tutto con gli altri due livelli. Il tutto accompagnato da un sofisticato sistema di trasporto in emergenza-urgenza che prevede, sibito dopo la stabilizzazione, l'immediato trasferimento del neonato o del bambino nell'Ospedale più vicino e più idoneo a garantire le miglori cure per la specifica patologia. La delibera regionale che istituisce la Rete è supportata da una serie di inediti e significativi dati. All'incremento delle nascite (da 35.581 a 47.633 nati vivi in un decennio) si è via via accompagnato un forte aumento dei neonati critici e dei prematuri, la cui sopravvivenza anche a 23-28 settimane di gestazione è notevolmente aumentata grazie al miglioramento delle cure neonatali. Il 5-10% dei neonati necessita di ricovero alla nascita o nei primi giorni di vita. Circa 1000 neonati l'anno vengono alla luce prima della 34° settimana gestazionale con patologie malformative, respiratorie o chirurgiche; e 300 nascono prima della 28° settimana con peso inferiore al chilo. Vi è inoltre un progressivo aumento delle nascite gemellari e trigemellari, spesso legate all'inseminazione artificiale. Per quanto riguarda i bambini, dei 300.000 che vengono condotti ogni anno in un Pronto Soccorso, 30.000 presentano all'arrivo alterazioni dei parametri vitali; 1.500 sono in condizioni da codice rosso; 500 richiedono cure intensive altamente specializzate; 8.000 vi arrivano trasportati dal Suem 118; il 20% ha un'età inferiore all'anno ed il 50% inferiore ai 3 anni.
I nodi della "Rete" sono suddivisi in tre livelli d'intensità .
Il Polo di I° livello prevede la presenza di attività di pediatria in Pronto Soccorso; di un reparto di Pediatria ed uno di Ostetricia; di assistenza neonatale e cure per patologie minori; di attività di emergenza-urgenza pediatrica per patologie minori.
Gli ospedali inseriti nel Polo di I° livello sono i seguenti. Provincia di Belluno: Belluno (in forte integrazione con l'Ospedale di Treviso, Polo di II° Livello), Feltre, Pieve di Cadore. Provincia di Padova: Camposampiero (affianca l'Azienda Ospedaliera di Padova, Polo di III° Livello, per la copertura dell'area della provincia di Padova applicando protocolli condivisi), Cittadella, Este, Piove di Sacco, Monselice, Casa di Cura di Abano. Provincia di Treviso: Castelfranco, Conegliano, Oderzo, Montebelluna, Vittorio Veneto. Provincia di Rovigo: Adria, Rovigo (in forte integrazione con il Polo di III° Livello dell'Azienda Ospedaliera di Padova), Trecenta. Provincia di Venezia: Chioggia, Dolo, Mirano, San Donà , San Giovanni e Paolo di Venezia, Portogruaro. Provincia di Verona: Bussolengo, Isola della Scala/Villafranca, Legnago, San Bonifacio, Casa di Cura Pederzoli di Peschiera, Ospedale di Negrar. Provincia di Vicenza: Asiago, Arzignano, Bassano, Noventa Vicentina, Thiene, Valdagno.
Il Polo di II° Livello, oltre ai requisiti del I° Livello, deve avere anche attività di Pronto Soccorso Pediatrico in spazi dedicati, attività di chirurgia pediatrica, erogazione di cure intensive neonatali, attività di emergenza-urgenza pediatrica per patologie complesse che non necessitano di terapia intensiva.
Gli ospedali inseriti nel Polo di II° Livello sono il Cà Foncello di Treviso, l'Angelo di Mestre ed il San Bortolo di Vicenza.
Il Polo di III° Livello, quello più evoluto e specialistico, dovrà avere, oltre ai requisiti del II° Livello, anche un volume di ricoveri pari o superiore a 2000 l'anno, attività di Pronto Soccorso Pediatrico in struttura dedicata, presenza di Terapia Intensiva Pediatrica, presenza di Neurochirurgia Pediatrica, erogazione di tutte le prestazioni specialistiche pediatriche, supporto all'attività di trasporto neonatale e pediatrico. Poli di III° Livello sono l'Azienda Ospedaliera Integrata Universitaria di Verona e l'Azienda Ospedaliera di Padova.
Continua a leggere"Riempimi di gioia": bilancio positivo
90 quintali di beni alimentari raccolti in 15 supermercati cittadini da 238 volontari che hanno svolto 1.368 ore di servizio nei due giorni dedicati all'iniziativa benefica.
Sabato 19 e domenica 20 dicembre Vicenza si è dimostrata particolarmente generosa. Chi si è recato nei supermercati nonostante la neve ed il gelo di quei giorni ha lasciato ai volontari impegnati nella raccolta un buon quantitativo di beni alimentari che ha superato notevolmente le aspettative. L'amministrazione comunale e tutte le associazioni coinvolte nell'iniziativa "Riempimi di gioia" si sono dimostrate molto soddisfatte del risultato ottenuto.
Questa mattina il bilancio della raccolta di beni alimentari è stato presentato dall'assessore alla protezione civile Pierangelo Cangini e dall'assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari.
"L'iniziativa, sviluppatasi da una mozione promossa dal consigliere comunale Pio Serafin ed approvata all'unanimità - commenta l'assessore alla protezione civile Pierangelo Cangini -, ha dato dei frutti insperati. Da anni la protezione civile, che ha partecipato attivamente alla gestione della raccolta di beni alimentari mettendo a disposizione oltre un centinaio di volontari, è impegnata in questa attività che ha svolto in una "casetta" all'aperto, in piazza Duomo, destinando i beni alimentari raccolti all'istituto "Poverelle" e al "Mezzanino". Quest'anno l'amministrazione comunale ha proposto di allargare la donazione ai molti cittadini in difficoltà ".
"Ringrazio tutte le associazioni e i volontari che hanno speso il loro tempo per riempire di gioia le borse della spesa dei cittadini in difficoltà , i supermercati che hanno accolto l'iniziativa - commenta l'assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari - e soprattutto la protezione civile che si è impegnata con la grande professionalità che la contraddistingue. Durante la mattinata in cui personalmente sono intervenuto alla raccolta ho notato come molti cittadini consegnavano sacchetti della spesa più grandi di quelli per loro stessi, segno di grande generosità ."
875 famiglie che si sono rivolte ai servizi sociali del Comune nel corso del 2009 per chiedere aiuti economici, ottenendoli, riceveranno nei prossimi giorni un pacco contenente una selezione dei prodotti raccolti. "È il regalo natalizio che altri vicentini hanno voluto fare a dei loro concittadini "anonimi" ma idealmente fratelli in questo periodo di crisi", così scrive il sindaco Variati in una lettera inviata in questi giorni alle famiglie bisognose.
Successivamente alla raccolta, la protezione civile ha iniziato il conteggio del cibo che ad oggi è stimato in 90 quintali. Nei prossimi giorni verranno composti i pacchi che raccoglieranno beni alimentari classificati in 5 tipologie: pasta, riso; olio, caffè; tonno, verdure in scatola, pelati, passata di pomodoro; biscotti, fette biscottate, panettoni; latte marmellata, crema da spalmare alla cioccolata, zucchero.
Hanno aderito all'iniziativa 16 supermercati, ma il servizio di raccolta è stato attivato in 15. A causa di problemi logistici dovuti alla neve caduta in quei giorni non è stato possibile effettuare la raccolta in un supermercato, che non aveva sufficiente spazio all'interno, ed alcuni turni sono stati soppressi per la mancanza di volontari bloccati dal maltempo. I 16 supermercati aderenti sono stati: Auchan, strada delle Cattane; Vivo, strada Ca' Balbi; Quality, strada Marosticana; G.B. Ramonda, viale Btg. Framarin; Simply, via Btg. Val Leogra; Quick, via Galilei, viale Trissino, viale Trieste (raccolta non effettuata), corso San Felice; Pam, viale Trento, viale Mazzini, viale Roma; Coop, via Bedeschi; A&O via Giuriato, via Baracca, via dei Laghi.
I 238 volontari che hanno partecipato alla raccolta fanno parte di 12 gruppi, supportati dagli amministratori comunali e dai dipendenti del Comune di Vicenza: Gruppo Volontari della protezione civile del Comune di Vicenza; Croce rossa italiana; Associazione fanti, marinai, alpini gruppo S. Lazzaro, bersaglieri, Mezzanino, genio trasmissioni; azienda Italbras spa; Gruppo "Condivisione e solidarietà " Parrocchia S. Bertilla; Scout; Unione ufficiali in congedo
Nei prossimi giorni si procederà alla consegna alle famiglie singolarmente invitate a ritirare il pacco. La distribuzione, infatti, inizierà il 29 dicembre ed è curata da 11 gruppi cittadini dislocati nelle parrocchie della città : Centri d'ascolto, Caritas parrocchiali, Conferenze di San Vincenzo, Caritas vicariale, Messa della carità Basilica di Monte Berico, Gruppo condivisione e solidarietà parrocchia di S. Bertilla, Associazione senza frontiere parrocchia di San Lazzaro.
I pacchi non ritirati dalle famiglie segnalate dai servizi sociali comunali, verranno lasciati ai gruppi distributori che li doneranno alle famiglie bisognose che durante l'anno si rivolgono a loro.
Oltre alle famiglie, una certa quantità di alimenti verrà lasciata all'istituto "Poverelle" di contrà Burci e al "Mezzanino" di contrà Fascina che riceveranno i pacchi prima di Natale, come da tradizione orami consolidata e instaurata dalla protezione civile che si è occupata negli ultimi anni della raccolta di beni a favore di questi enti.
L'iniziativa è nata da una mozione approvata dal Consiglio comunale per dare sollievo alle famiglie vicentine maggiormente colpite dalla crisi economica e che in alcuni casi si trasforma in vera "povertà alimentare".
Continua a leggereLettera aperta sulla crisi, Vicenza inclusa
Giorgio Langella  Â
Riceviamo e pubblichiamo
Vicenza, 20 dicembre 2009.
In questi giorni, gli organi di informazione riportano cifre e dati sul risultato dello scudo fiscale e cioè sul rientro dei capitali illegalmente trasferiti all'estero.
Sono molte decine di miliardi di euro. Le dichiarazioni del governo sono entusiastiche. Leggiamo che Tremonti afferma come l'operazione scudo fiscale sia stata una "colossale manovra di potenziamento della nostra economia". Una cosa mai vista prima, un successo senza pari.
Lo scudo fiscale è stato prorogato con la benedizione dei vertici di confindustria. Sono tutti soddisfatti, ma noi non capiamo. I soldi sono tornati in Italia con la garanzia dell'anonimato per chi li aveva illegalmente trasferiti all'estero. In pratica, pagando una "tassa" del 5% in cinque anni, quei "signori" che, evidentemente, non avevano pagato le tasse sottraendo ingenti quantità di denaro alla collettività , hanno "pulito" il proprio denaro e (forse) la propria coscienza, restando senza volto e senza nome.
Non solo (e lo leggiamo dai giornali) chi riporta e riporterà in Italia i soldi (lo vogliamo ripetere) illegalmente trasferiti all'estero, beneficerà anche di una sanatoria per falso in bilancio e bancarotta.
Chi ha commesso un reato resterà , grazie a una legge del governo, per sempre sconosciuto e non potrà mai essere perseguito per il crimine commesso. Continuiamo a non capire. Così, chi ha portato illegalmente nei paradisi fiscali le proprie ricchezze (non si sa come ottenute), non solo non viene giustamente punito ma ottiene anche benefici. Quasi fosse un onesto servitore dello Stato, un "salvatore della Patria".
Non ci siamo. I cittadini onesti, quelli che lavorano, quelli che non hanno trasferito illegalmente i capitali nei paradisi fiscali, quelli che hanno pagato regolarmente le tasse (ben più alte di quel misero 5%), cosa possono pensare?
Una seconda questione. Leggiamo su vari giornali (e ascoltiamo dalla televisione), titoli e notizie che riportano ottimistiche dichiarazioni di confindustria e governo sulla crisi che stiamo vivendo. La ripresa è avviata, affermano con sicurezza. Al contempo, negli stessi organi di informazione, spesso negli stessi articoli, si riportano i dati ISTAT che ci dicono come la disoccupazione sia, oggi, la più alta dal 1992. Non capiamo.
Come si può asserire che la crisi sta finendo, anzi che ci aspetta un futuro migliore quando i lavoratori perdono il lavoro, quando la cassa integrazione continua a crescere, quando si fa ben poco per garantire a chi vive in Italia di poter lavorare. Ogni giorno arrivano notizie sulle lotte di lavoratori esasperati. Notizie che, troppo spesso, bisogna ricercare perché non dovutamente pubblicate negli organi di stampa né giustamente evidenziate dai vari telegiornali.
Prendiamo, ad esempio, i dati della nostra provincia. Da gennaio a novembre 2009, in provincia di Vicenza sono 2.972 i lavoratori coinvolti in aperture di crisi (188 ditte); 8.230 quelli coinvolti in procedure concluse di crisi aziendali (213 ditte). Ci sono state 9.479.104 ore di cassa integrazione ordinaria (corrispondenti a circa 5.191 posti di lavoro), 8.549.081 ore di cassa integrazione straordinaria (corrispondenti a circa 4.680 posti di lavoro). Le aziende con trattamenti di C.I.G.S. sono 105 (85 per crisi aziendale). Il dato dei lavoratori (previsione Veneto Lavoro) interessati alla cassa integrazione in deroga a settembre è pari a 16.880. La mobilità ha colpito 6.067 lavoratori (2.070 di imprese oltre i 15 dipendenti e 3.997 di piccole imprese).
Sono numeri impressionanti, in continua ascesa mese dopo mese. Il dato della C.I.G.S. (cassa integrazione straordinaria, in pratica l'anticamera del licenziamento) è emblematico: solo a novembre c'è stato un incremento di circa 3.000.000 di ore.
Allora, come si fa a dire che la ripresa è avviata? O, meglio, cosa significano per confindustria e governo le parole "ripresa" e "uscire dalla crisi"? Forse significano solo un aumento dei profitti (per loro stessi) anche a scapito dell'aumento della disoccupazione. Forse significano maggiori guadagni per pochi (sempre loro) anche a fronte di una crescente povertà diffusa (i dati della Caritas sono, a questo riguardo, emblematici).
Secondo noi si uscirà dalla crisi solo quando il lavoro tornerà ad essere un diritto e sarà garantito a tutti. Un lavoro sicuro, giustamente retribuito e a tempo indeterminato.
Si uscirà dalla crisi quando ci sarà una severa politica per la sicurezza nei posti di lavoro (dall'inizio dell'anno, i dati sono ancora provvisori, sono morti ben più di 1.000 lavoratori e oltre 25.000 sono rimasti invalidi).
Si uscirà dalla crisi quando non ci saranno più "scudi fiscali", ma saranno severamente colpiti i grandi evasori, quando la ricchezza prodotta sarà utilizzata per il benessere di tutti e non per il lusso di qualcuno, quando quegli imprenditori che delocalizzano lavoro e ricchezza dovranno riconsegnare alla collettività quanto hanno ricevuto da essa sotto forma di incentivi, investimenti pubblici agevolati e quant'altro.
In poche parole, si potrà pensare di uscire dalla crisi solo quando non sarà più concesso a "lorsignori" di continuare ad arricchirsi alle spalle di chi vorrebbe avere, lavorando onestamente e pagando le tasse, il diritto a costruirsi un futuro più sicuro e sereno.
Giorgio Langella
Federazione della Sinistra - coordinamento PdCI-PRC
provincia di Vicenza
PS: le ore di cassa integrazione a livello nazionale da gennaio a novembre 2009 sono 816.342.177 (si, più di ottocentosedicimilioni pari a quasi 450.000 posti di lavoro a tempo pieno).
Continua a leggereNel 2009 boom di pignoramenti
Adico   Â
Nonostante i tassi di interesse dei mutui risultano essere bassissimi, il 2009 registra un incremento del 15,2% rispetto all'anno precedente di pignoramenti e vendite all'asta.
"Segno evidente che la crisi economica porta sempre più famiglie italiane a non poter onorare le rate dei mutui", spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini, che continua: "non riuscire a pagare le rate e dunque perdere la casa sta diventando un incubo per moltissime famiglie; un fenomeno che rischia diventare alquanto pericoloso in quanto causa un dissesto psicologico ed economico in ambito familiare che rende quasi impossibile la vita del debitore".
Vedi (n.d.r.) www.vicenzapiu.com/?a=comunicati&o=2344Â
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BPVi: moratoria 18 mesi per mutui famiglie
La Banca Popolare di Vicenza estende fino a 18 mesi la moratoria sulle rate dei mutui per le famiglie in difficoltÃ
L'accordo fra l'Abi (Associazione Bancaria Italiana, il sindacato delle Banche) e le associazioni consumatori prevede che le banche possano aderire all'intesa proponendo di sospendere per le famiglie in difficoltà il pagamento per un anno delle rate di mutuo (totali o per la sola quota capitale) per l'acquisto, costruzione o ristrutturazione dell'abitazione principale fino a un importo massimo di 150.000 euro.
L'elenco delle banche che aderiranno all'intesa verrà pubblicato nel sito Internet dell'Abi, dove sarà possibile scaricare il facsimile del modulo di richiesta della sospensione da parte del mutuatario.
I mutuatari potranno attivare la sospensione del rimborso a partire dal 1° febbraio 2010 per eventi verificatisi dal gennaio 2009 in poi. La sospensione (misura unica nella Ue, segnala l'Abi) sarà applicabile anche a clienti con ritardi nei pagamenti fino a 180 giorni consecutivi e scatterà per i mutuatari con reddito imponibile fino a 40.000 euro che abbiano subito nel 2009 o subiscano nel 2010 eventi negativi come la perdita dell'occupazione, malattia grave, l'ingresso in cassa integrazione etc.
L'accordo prevede che le banche potranno migliorare le condizioni previste all'atto dell'adesione.
In questa direzione, ed è un'ottima notizia per i suoi clienti, si è già mosso lodevolmente il gruppo Banca Popolare di Vicenza (BPVi) prevedendo che la durata massima della sospensione potrà arrivare fino a 18 mesi.
Oltre che per le situazioni prima previste la moratoria scatterà anche per tutti i mutuatari che abbiano subito una decurtazione del loro reddito che non renda sostenibile la rata.
Si ringrazia La Repubblica dal cui articolo del 19 dicembre a pag. 42 è stata tratta in particolare la notizia sulla BPVi.
Continua a leggerePensioni dei nonni, l'ammortizzatore sociale
Adico   Â
"Il peggio della crisi non è affatto alle spalle. Lo sanno bene i lavoratori e le lavoratrici che ne sono colpiti" tuona il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini, riferendosi ai "milioni di persone che hanno perso il posto di lavoro in questi ultimi anni, agli altrettanti precari ai quali non verranno rinnovati i numerosi contratti atipici in scadenza".
Quando i redditi personali diminuiscono, e nelle famiglie si perdono posti di lavoro, "spesso l'unico ammortizzatore sociale sono le pensioni dei genitori e dei nonni" denuncia il presidente dell'ADICO che avverte anche: "siamo in una situazione molto critica che può pesantemente deperire anche dal punto di vista delle coesione sociale. Di fronte alle difficoltà e alla crisi la soluzione percorsa da tanti potrebbe non essere quella della solidarietà ma l'individualismo, e ciò potrebbe avere ripercussioni sociali molto pesanti".
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Bonus Gas tramite i Caf dal 18 gennaio
Bonus gas: dal 18 gennaio 2010 sarà possibile presentare domanda ai Caf convenzionati
Il ministero per lo sviluppo economico ha introdotto un'agevolazione per le famiglie bisognose o numerose denominata Bonus gas, che consente un risparmio del 15% circa sulla spesa media annua presunta per la fornitura di gas naturale.
I cittadini residenti interessati possono richiedere il bonus gas a partire dal 18 gennaio 2010 recandosi direttamente ai CAF (Centri di assistenza fiscale) convenzionati che in questi giorni stanno attivando la procedura informatica che sarà utilizzata per raccogliere le domande.
Si ricorda che i cittadini potranno richiedere il bonus anche per l'anno 2009 poiché le domande presentate avranno valore retroattivo.
A breve sul sito del Comune verranno inseriti i requisiti richiesti, l'elenco dei Caf convenzionati e dei documenti da presentare
La ricchezza delle famiglie crolla
Le famiglie hanno visto svanire tra il 2007 e il 2008 qualcosa come l'1,9% della loro ricchezza a prezzi correnti. Come dire, 161 miliardi di euro andati in fumo in un anno.
E' quanto rileva il Supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia, secondo cui ad incidere maggiormente sono stati il fortissimo calo dell'attività finanziaria (-8,2%), una crescita delle passività (+3%), poco compensata dalle attività reali - vedi immobiliare - che comunque ha visto una espansione del 3% (più lenta rispetto al passato).
Dal Bollettino si evince un calo del -5% della ricchezza delle famiglie, con una perdita di oltre 430 miliardi di euro nel solo 2008.
Tra le voci più importanti ci sono i capital gains, che nel 2008 sono stati negativi per circa 521 miliardi di euro, "principalmente per effetto della forte contrazione dei corsi azionari avvenuta nel corso dell'anno". Invece il risparmio delle famiglie è risultato positivo e pari a circa 88 miliardi di euro.
L'Italia si conferma il paese della diseguaglianza, dove "la distribuzione della ricchezza è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione: molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza mentre all'opposto poche dispongono di una ricchezza elevata". Per dirla in numeri, "nel 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco deteneva il 44% della ricchezza complessiva".
Aumenta inoltre il peso del mutuo immobiliare sull'indebitamento delle famiglie, mutuo che ormai rappresenta il 40% dell'indebitamento totale di un nucleo familiare.
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Bonus per risparmiare su bollette gas
Buone notizie per le famiglie più bisognose: diventa operativa una nuova misura sociale a tutela di queste fasce più deboli che permetterà di ottenere un bonus per il gas.
"Questa agevolazione prevede uno sconto annuo del 15% circa sulla bolletta del gas naturale e varia seconda del numero dei componenti della famiglia e del tipo di consumo" fanno sapere dalla segreteria dell'ADICO "potendo arrivare fino a 230 euro per le famiglie più numerose e potendo essere retroattivo a tutto il 2009 per le domande presentate entro il 30 aprile 2010".
"In questo modo si potrà alleggerire la spesa per una buona parte del riscaldamento dell'inverno passato e di quelli futuri" avverte il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Ecco chi ha requisiti per richiedere il bonus ed in che forma è previsto spiegano dall'ADICO.
Per fare domanda occorre essere titolari di un contratto diretto di fornitura del gas e di un indicatore ISEE (l'Indicatore di Situazione Economica Equivalente, che non coincide con il reddito personale), non superiore a 7.500 euro.
Nel caso di famiglia numerosa, con più di tre figli a carico, l'ISEE non dovrà invece essere superiore a 20.000 euro. Il bonus può essere richiesto anche da coloro che utilizzano impianti di riscaldamento condominiali, ovviamente a gas naturale.
Il valore del bonus sarà differenziato per tipologia di utilizzo del gas (solo cottura e acqua calda; solo riscaldamento; oppure cottura, acqua calda e riscaldamento insieme); per numero di persone residenti nella stessa abitazione; per zona climatica di residenza, tenendo conto delle specifiche esigenze di riscaldamento delle diverse località .
A tutti i clienti che hanno sottoscritto direttamente un contratto di fornitura gas, il bonus sarà riconosciuto come una deduzione in bolletta. Chi ha un impianto di riscaldamento centralizzato- condominiale e non ha un contratto diretto, potrà ritirare il bonus presso gli sportelli delle Poste Italiane. Il diritto al bonus ha una validità di 12 mesi. Al termine di tale periodo, per ottenere l'eventuale rinnovo, il consumatore dovrà presentare una domanda accompagnata da una certificazione ISEE aggiornata, che attesti il permanere delle condizioni di disagio economico.
Per venire incontro alle richieste di informazioni, l'Autorità per l'energia ha attivato un call center al numero verde 800.166.654.
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Le tredicesime non rilanceranno i consumi
Adico Â
Anche per questo Natale le famiglie faranno fatica ad utilizzare le tredicesime per realizzare i desideri nascosti nel cassetto.
Da un'indagine realizzata dall'ADICO in questi giorni emerge che "il 77% della tredicesima sarà utilizzata per pagare tasse, bolli, canoni, mutui e rimborsi dei debiti accumulati lungo il corso dell'anno".
"Resta quindi poco per festeggiare", avverte il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini "dopo un anno durissimo di rincari e aumenti speculativi che hanno falcidiato i redditi delle famiglie costrette a indebitarsi per sopravvivere, con una perdita ulteriore del potere d'acquisto".
Quello che rimarrà in tasca alle famiglie, vale a dire circa un quinto del monte tredicesime "non servirà a rilanciare i consumi" spiega il presidente dell'ADICO visto che "almeno tre famiglie su quattro taglieranno le spese per l'incerta situazione economica".
Un resoconto spietato quello diffuso dalla segreteria dell'ADICO, citando anche i dati della Banca d'Italia, "la propensione all'indebitamento delle famiglie e' quasi raddoppiata in dieci anni, mentre la ricchezza e' diminuita di 264 miliardi di euro nel giro di un anno, passando da 3.764 a 3.500 miliardi di euro".
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