La proposta di transazione delle ex Popolari è acqua fresca. Almeno per i soci che hanno già messo in mano il loro caso agli avvocati delle associazioni dei consumatori o di quelle degli ex azionisti, i quali, a meno di ripensamenti sconsigliati dalle organizzazioni stesse, tireranno dritto. A maggior ragione se, come accade da ieri, le opzioni sono diventate due grazie all’Arbitro per le controversie finanziarie attivato dalla Consob: uno strumento gratuito, con il quale l’interlocuzione può essere telematica e che deve rispondere tassativamente entro pochi mesi, comunque meno di un anno. In caso di esito negativo, cioè, rimane tutto il tempo per chiedere ragione ai tribunali.
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Per rimborsare al 100% le azioni dei vecchi clienti-soci, in molti casi turlupinati dalle vecchie gestioni, Popolare di Vicenza e Veneto Banca dovrebbero pagare circa 4 miliardi. Una somma che le due banche, già in difficoltà prima del riassetto, non hanno e non possono avere. Il Fondo Atlante, alimentato dai fondi di istituti concorrenti, potrà forse immettere quanto servirà per il salvataggio delle due ex popolari venete. Ma certamente non potrà chiedere nuove risorse al resto del sistema bancario, ognuno con un proprio azionariato in difficoltà e indisponibile a tassarsi per dare soldi ad azionisti di banche concorrenti, per rimborsare integralmente i soci truffati in passato da Popolare Vicenza e Veneto Banca.
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In una maratona allo Sheraton di Padova da fare invidia a Enrico Mentana oggi, 9 gennaio, Gianni Mion e Massimo Lanza, presidenti rispettivamente di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, hanno fatto i presentatori "politici" della doppia e simile proposta di transazione illustrata oggi alla stampa (erano una trentina i colleghi presenti o colegati) e avente per destinatari 94.000 soci della ex Popolare vicentina e 75.000 di quella montebellunese, mentre Cristiano Carrus, Ad di Veneto Banca, e, soprattutto, Fabrizio Viola, Ad delle banca di Vicenza e presidente del Comitato esecutivo di quella di Montebelluna, si sono occupati con dovizia di particolari, anche se senza trascurare le stategie, delle modalità tecniche di cui abbiamo riferito in cronaca (qui il link alla "catena" di due lanci sulla BPVi e qui quello alle informazioni sulla sorella trevigiana, come l'ha definita Mion), e che approfondiremo da domani, a bocce e mente ferme.
Le due ex Popolari venete presentano le loro proposte di transazione e non si fa attendere la risposta del Codacons Veneto che per mano di Franco Conte, suo presidente, diffonde la nota che di seguito proponiamo 1. I 9 euro per gli azionisti della Banca Popolare di Vicenzae il 15% per quelli di Veneto Bancasono carbone per i risparmiatori e troppo per gli speculatori che erano a conoscenza dei rischi. Non è un problema di quantità delle azioni, ma di come sono state acquistate. L'obiettivo di mettere al sicuro il risparmio di una vita non può essere regolato da una livella a quota 9 euro! Il risparmiatore gode della tutela dell'art. 47 della Costituzione. 2. L'ipotesi di trattare caso per caso le situazioni particolari è un'importante apertura per dare rapidamente risarcimento ai casi che per età , salute e gravità degli effetti non possono aspettare i tempi dei processi.
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I vertici dell'istituto di credito, assieme a quelli della Popolare di Vicenza, hanno presentato oggi a Padova il piano di risarcimento destinato ai loro azionisti danneggiati durante il default delle due banche. L'offerta di transazione prevede un rimborso del 15% circa del valore dell'azione al momento dell'acquisto. La percentuale, però, potrebbe essere superiore: a questa, infatti, potranno essere aggiunte offerte commerciali specifice a condizioni favorevoli, tanto da far toccare quota 30%. Nello specifico, l'offerta di Veneto Banca prevede un indennizzo forfettario e onicomprensivo pari, appunto, 15% della perdita teorica sofferta dagli azionisti al netto delle vendite effettuate e dei dividendi percepiti tra il primo gennaio 2007 e il 31 dicembre 2016.
Ecco il video con lo striscione presentato a Padova da Confedercontribuenti contro Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca durante l'assemblea tenutasi il 9 gennaio 2017. I due istituti hanno avviato delle conciliazioni transattive rivolte agli azionisti. La banca vicentina ha offerto 9 euro ad azione per 94000 soci mentre l'istituto di Montebelluna un indennizzo pari al 15% agli azionisti. Continua a leggere
Veneto Banca lancia l'iniziativa di conciliazione trattativa con gli azionisti. L'istituto di Montebelluna ha presentato oggi una proposta ai risparmiatori e ai soci di un indennizzo pari al 15% e, in più ha varato una serie di iniziative commerciali che integreranno in forma migliorativa l'offerta. Nella nota inviata alla nostra redazione si legge: "dopo l'azione di responsabilità approvata dall'Assemblea del 16 novembre, la nuova gestione di Veneto Banca avvia due ulteriori iniziative per il recupero della fiducia degli Azionisti e il sostegno delle loro famiglie. L'Istituto promuoverà un'Offerta di Transazione con un indennizzo forfettario ed onnicomprensivo pari al 15% della perdita teorica sofferta in conseguenza degli acquisti di Azioni Veneto Banca (alnetto delle vendite effettuate e dei dividendi percepiti) avvenuti nel periodo compreso tra il 1°gennaio 2007 ed il 31 dicembre 2016, presso una qualsiasi banca del Gruppo".Continua a leggere
La Banca promuoverà un'Offerta di Transazione che prevede un riconoscimento economico pari a 9 euro per ogni azione acquistata tramite una banca del Gruppo Banca Popolare di Vicenza (il Gruppo) a partire dal 1° gennaio 2007 e sino al 31 dicembre 2016, al netto delle vendite. Tale riconoscimento sarà erogato a fronte della rinuncia dell'azionista a qualsiasi pretesa in relazione all'investimento in (o mancato disinvestimento di) titoli azionari Banca Popolare di Vicenza, titoli che rimarranno comunque di proprietà dell'azionista. L'iniziativa si rivolge a circa 94.000 azionisti, individuati secondo criteri oggettivi, che comprendono principalmente persone fisiche, società di persone, fondazioni, ONLUS ed enti senza fine di lucro.
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Da oggi, 9 gennaio, il risparmiatore italiano ha uno strumento di protezione in più. All’arbitro già funzionante presso la Banca d’Italia per le controversie sui servizi bancari, si aggiunge quello per i servizi di investimento, dunque per una materia che riguarda strettamente i profili di correttezza e di trasparenza che sono alla base della tutela degli investitori. Il momento non poteva essere più opportuno, visto che le recenti tormentate vicende delle banche italiane hanno aperto nuove ferite e soprattutto hanno fatto scricchiolare la fiducia in banche che avevano sventolato per anni la bandiera del localismo e dell’attenzione agli interessi del territorio. Alcuni aspetti incoraggianti vanno subito sottolineati.
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Questo pomeriggio, dopo i rispettivi consigli di amministrazione, i vertici di Popolare di Vicenza e Veneto Banca appariranno per la prima volta pubblicamente assieme per presentare la proposta di conciliazione con i propri azionisti – oltre 200 mila – beffati e impoveriti al termine delle ventennali gestioni che hanno fatto capo a Gianni Zonin e Samuele Sorato a Vicenza e a Flavio Trinca e a Vincenzo Consoli a Montebelluna. Sarà un momento di svolta e ricostruzione per quel che rimane delle due ex popolari. Ci si attende un’offerta tombale tra il 15 e il 20 per cento delle perdite in conto capitale, con un corollario di proposte commerciali per chi, nonostante tutto, deciderà di mantenere vivo il rapporto con quella che si avvia a diventare un’unica banca.
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