Fino a poche ore fa erano 2.500 i soci della Banca Popolare di Vicenza che hanno aderito, firmando l'accordo o manifestando il relativo interesse a farlo, alla proposta fatta lunedì 9 gennaio dai vertici di BPVi Gianni Mion, presidente, e Fabrizio Viola, Ad delle banca di Vicenza e presidente del Comitato esecutivo di quella di Montebelluna, che ha fatto una proposta analoga, anche se tecnicamente diversa, tramite Massimo Lanza, presidente, e Cristiano Carrus, Ad di Veneto Banca. La doppia e simile proposta di transazione, che è stata recapitata con una lettera (clicca qui per il modello standard) è stata illustrata alla stampa (erano una trentina i colleghi presenti o collegati) prospettando ai 94.000 soci individuati dalla BPVi come "beneficiari" i 9 euro e ai 75.000 dell'Istituto montebellunese il 15% della perdita subita negli ultimi 10 anni.
Nuovo colpo di scena sulla vicenda dei grandi debitori insolventi delle banche. Il Codacons presenta infatti oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e alle Procure di Siena, Arezzo, Ferrara, Ancona, Chieti, Vicenza e Treviso, in cui si chiede alla magistratura di acquisire i nomi dei soggetti insolventi nei confronti degli istituti di credito ubicati sul territorio di competenza, e procedere nei loro confronti per il reato di concorso in bancarotta fraudolenta. "Grazie a tale denuncia la magistratura, come è in suo potere, potrà acquisire i nominativi degli insolventi di Mps, Banca Etruria, Banca Marche, Carife, Carichieti, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca senza attendere norme o provvedimenti specifici - spiega il Codacons - Una volta acquisiti i nomi dei debitori delle banche in crisi o salvate dallo Stato, sarà possibile verificare le responsabilità di tali soggetti alla luce del reato di concorso in induzione alla bancarotta fraudolenta".
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"Mi metto nei panni dei risparmiatori truffati e rispetterò la scelta di chi deciderà di accettare il rimborso proposto dai vertici delle Popolari Venete; per chi ha perso tutto, infatti, la possibilità di rientrare, almeno parzialmente, dalle perdite rappresenta una boccata d'ossigeno importante. Da amministratore regionale, tuttavia, non posso esimermi dal biasimare una proposta che assomiglia tanto ad un ricatto". Lo afferma in una nota Nicola Finco, capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, che commenta la proposta di rimborso avanzata da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, sottolineando come "abbiano messo i risparmiatori con le spalle al muro: riprendersi pochi, anzi pochissimi soldi e rinunciare definitivamente alla via processuale. Dovrebbero invece pensare ad inchiodare di fronte alle proprie responsabilità , anche in termini economici, gli ex amministratori".
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La proposta di transazione avanzata dalle due ex Popolari non riguarda solo i singoli azionisti e le piccole società ma anche una serie di soggetti che spaziano dagli enti religiosi, alle fondazioni, alle Onlus. Nel Vicentino le fondazioni con maggiore stazza nell’elenco dei soci della Banca popolare di Vicenza sono la Fondazione Roi, che possiede 510 mila azioni, di cui 426 mila acquistate dopo il 2009 che, a 9 euro ciascuna, valgono un rimborso teorico di 3,8 milioni contro i 50 mila euro di oggi, e la Cassa di Risparmio di Prato, titolare di altre 355 mila e «accontentabile» con 3,2 milioni di euro. Anche la diocesi di Vicenza, presente fra i soci con 26 mila azioni attraverso il settimanale La Voce dei berici , accogliendo la proposta potrebbe recuperare 234 mila euro contro le poche migliaia che ha ora in cassa.
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Entro il primo trimestre del 2017 puntiamo a tirare le somme del riassetto avviato e prendere le decisioni per procedere con la fusione tra Popolare Vicenza e Veneto Banca». Il giorno dopo la presentazione del piano di ristoro ai vecchi clienti-soci, più correttamente definibile come un «bonus» dato che le azioni resteranno nella disponibilità degli attuali soci, il nuovo numero uno di Popolare Vicenza e Veneto Banca Fabrizio Viola appare determinato nel procedere a spasso spedito col tentativo di salvataggio-rilancio del gruppo. Entro fine mese sarà varato il piano di fusione, concordato con l’azionista dei due istituti (il fondo Atlante) e da sottoporre all’approvazione della Bce. Continua a leggere
Lunedì 9 gennaio, scrivevamo poco fa, i vertici di Banca Popolare di Vicenza e quelli di Veneto Banca si sono allenati alla "prossima fusione" prospettando insieme la proposta di transazione che verrà recapitata da oggi via lettera (clicca qui per il modello standard) ai 94.000 soci individuati dalla BPVi come "beneficiari" dei 9 euro e ai 75.000 dell'Istituto montebellunese a cui andrebbe il 15% della perdita subita negli ultimi 10 anni, per motivi spiegati ieri (in sostanza il largo range del valore delle emissioni di quest'ultima ex Popolare a fronte del valore di fatto uguale tra i 60 e i 62,50 euro della Popolare vicentina). Ad oggi e fino a pochi minuti prima della chiusura di questa nota ci sono state 250 manifestazioni di interesse, 50 transazioni firmate e un centinaio di domande online.
(ANSA) - ROMA, 10 GEN - La commissione Finanze del Senato inizierà il 31 gennaio l'esame dei ddl per istituire una commissione d'inchiesta sulle banche. Lo ha stabilito l'ufficio di presidenza. I tempi potrebbero essere modificati se l'aula di Palazzo Madama accordasse la procedura d'urgenza per il ddl. "Puntiamo a presentare un testo unico", ha spiegato il presidente Mauro Maria Marino. Al momento i ddl presentati in commissione sono 13, non solo su Mps.
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Ieri i vertici di Banca Popolare di Vicenza e quelli di Veneto Banca si sono allenati alla "prossima fusione" prospettando insieme la proposta di transazione che verrà recapitata da oggi via lettera (clicca qui per il modello standard) ai 94.000 soci individuati dalla BPVi come "beneficiari" dei 9 euro e ai 75.000 dell'Istituto montebellunese a cui andrebbe il 15% della perdita subita negli ultimi 10 anni, per motivi spiegati ieri (in sostanza il largo range del valore delle emissioni di quest'ultima ex Popolare a fronte del valore di fatto uguale tra i 60 e i 62,50 euro della Popolare vicentina). Abbiamo registrato ieri le prime reazioni, urlate dai pochi coraggiosi al freddo fuori dallo Sheraton di Padova o inviate con calma olimpica dal Codacons Veneto. Mentre fa pensare il silenzio ufficiale (al telefono ci siamo sentiti ma in maniera, purtroppo, riservata) di "Noi che credevamo nella BPVi", l'associazione presieduta da Luigi Ugone, la pià "barricadiera" se non anche la più numerosa, vi proponiamo di seguito , intanto e prima di altre che ci stanno arrivando, la nota molto significativa di un altro gruppo storicamente consistente, quello raccolto intorno a Don Torta.
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Si riallacciano i contatti con i grandi fondi statunitensi in vista di una possibile fusione tra la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che secondo i piani del management dei due istituti dovrebbe essere realizzata entro il 2017. Ma rispetto all’anno scorso, quando si erano affacciati sul dossier private equity come Atlas, Baupost, Centerbridge e Warburg Pincus, la lista dei potenziali partner, che potrebbero affiancare il fondo Atlante nella compagine, si sarebbe ristretta. Secondo Debtwire, in pole position sarebbero infatti ora in particolare i fondi Apollo e Atlas. Al momento, comunque, le discussioni con i due fondi sarebbero ancora in una fase interlocutoria.
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Sullo stato di salute delle due Popolari Venete i dati ufficiali si fermano a giugno del 2016 all'epoca delle ultime semestrali. A quella data i requisiti di capitale - grazie alla ricapitalizzazione complessiva da 2,5 miliardi da parte di Atlante che ha salvato dal crac gli istitutii - erano poco sopra le richieste del regolatore. Ma sei mesi per banche in crisi di fiducia sono tanti e possono cambiare molto il quadro. Ieri i vertici delle due banche non hanno voluto fornire indicazioni puntuali, soprattutto se il patrimonio (il Cet1) sia ancora adeguato o abbia sforato al ribasso le prescrizioni della Bce, ma qualche ammissione è arrivata.
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