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Ex Popolari venete, lo Stato potrebbe intervenire solo per gli obbligazionisti subordinati

Di Rassegna Stampa Martedi 10 Gennaio 2017 alle 08:25 | 0 commenti

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Per rimborsare al 100% le azioni dei vecchi clienti-soci, in molti casi turlupinati dalle vecchie gestioni, Popolare di Vicenza e Veneto Banca dovrebbero pagare circa 4 miliardi. Una somma che le due banche, già in difficoltà prima del riassetto, non hanno e non possono avere. Il Fondo Atlante, alimentato dai fondi di istituti concorrenti, potrà forse immettere quanto servirà per il salvataggio delle due ex popolari venete. Ma certamente non potrà chiedere nuove risorse al resto del sistema bancario, ognuno con un proprio azionariato in difficoltà e indisponibile a tassarsi per dare soldi ad azionisti di banche concorrenti, per rimborsare integralmente i soci truffati in passato da Popolare Vicenza e Veneto Banca.

Può allora intervenire lo Stato? Probabilmente sì, ma solo seguendo le nuove regole europee del burden sharing che - come si sta vedendo per il caso di Mps - tutela solo gli obbligazionisti subordinati e non i vecchi azionisti, tecnicamente destinati ad essere azzerati dall’intervento pubblico per l’iniezione di nuovi capitali. Se Mps, terzo gruppo bancario italiano, valeva in Borsa poco più di 500 milioni alla vigilia di Natale (prima che Consob ne sospendesse le negoziazioni dei titoli in Piazza Affari), a quanto può ammontare il prezzo di mercato attuale delle due banche venete? I due gruppi non sono quotati in Borsa ma, come dimostrano i falliti tentativi di Ipo in primavera, il valore tende allo zero. In questo contesto, che alternative reali hanno i clienti-soci «truffati» di Veneto Banca e Popolare Vicenza? Prima di provare a rispondere a questo quesito, è necessaria una premessa che mette in discussione il principio di egualitarismo che sta alla base della proposta transattiva della banca. Possibile che su 200.000 soci, oltre 170.000 fossero all’oscuro dei rischi che avrebbe comportato un investimento azionario? Nel ricco Nordest nessuno si era accorto che, anche a crisi finanziaria iniziata, le due banche continuavano a concedere dividendi mentre i maggiori gruppi bancari quotati già arrancavano e chiudevano i bilanci in perdita? Distinguere i gradi di educazione finanziaria dei vari clienti-soci aiuterebbe a migliorare l’appetibilità della proposta di mini rimborso, che ha un senso solo in quanto va incontro alle perdite delle fasce più deboli e meno informate della popolazione. Detto questo, ora i clienti-soci hanno due alternative. O fare causa alle due banche per ottenere i rimborsi del 100% del valore originario delle azioni, con i tempi della giustizia civile e sempre ammesso che i due istituti nel frattempo non siano falliti, o accettare la transazione proposta dal nuovo vertice delle due banche e dal fondo Atlante che propongono un rimborso medio del 15% agganciato a una serie di facilitazioni commerciali per chi resta cliente. Difficile dire oggi come andrà a finire. Le valutazioni ragionevoli dell’opportunità finanziaria attuale e futura della transazione troveranno un legittimo e comprensibile bilanciamento mentale nella rabbia di chi deciderà di far causa per riavere il 100%, pur sapendo di di poter recuperare zero in caso di default avvenuto nel frattempo. D’altra parte, è anche vero che i nuovi vertici delle due banche e il fondo Atlante non possono proporre ai vecchi soci dei capitali che non hanno e che non potranno avere. Per una serie di eventi - non solo sfortunati visto che le Procure locali stanno indagando, seppure senza scatti da centometrista - il futuro di Popolare Vicenza e Veneto Banca sta finendo paradossalmente nelle mani dei propri clienti-soci truffati. O i 170.000 azionisti turlupinati (non tutti, è necessario ribadirlo a tutela di chi è stato davvero truffato) aderiscono alla transazione, oppure le cause legali da 4 miliardi affosseranno definitivamente i due istituti. La transazione proposta da Atlante e dalle due banche è forse ragionevole dal punto di vista economico: offrire il 15% del valore di azioni che attualmente sono vicine allo zero rappresenta finanziariamente, pur nella disperazione di chi perde quasi tutti i soldi investiti, un piccolo “premio”. Ma trascura il fattore emozionale dei clienti, che potrebbero perdere per sempre la fiducia nelle proprie banche ritirando i depositi. Se è vero che i due istituti si possono salvare e continuare a funzionare nell’interesse del territorio, è necessario che i veri «salvatori» dei due istituti vengano coinvolti nelle prospettive azionarie delle due banche. Assegnare warrant gratuiti, che consentano di sottoscrivere azioni in futuro a chi aderisce all’offerta, è un’opzione finora non prevista dalla transazione. Sarebbe opportuno che il “mercatista democrat” Alessandro Penati, convertito al socialismo bancario da quando è stato nominato alla guida del fondo di sistema Atlante, la prendesse in considerazione.
Di Alessandro Graziani, da Il Sole 24 Ore


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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