Martedì i consigli dei due istituti a Roma. Sul tavolo il piano industriale e l'integrazione Verso un bond garantito dallo Stato. Rimborsi, spinta della rete per le transazioni con i soci
Si stringono i tempi per la fusione tra la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Martedì 31 sono convocati i board, e la città in cui si riuniranno è sintomatica di quello che sarà il futuro dei due istituti: Roma. I vertici saranno già nella capitale per altri impegni. Verosimilmente avranno un incontro al ministero dell'Economia. La Commissione europea una decina di giorni fa ha dato il via libera allo schema grazie al quale il Tesoro si appresta a emanare i decreti di concessione della garanzia dello Stato a sostegno dell'accesso alla liquidità delle banche venete. Su questa base i due istituti si preparano ora a emettere un bond per recuperare liquidità , come ha fatto di recente Mps.
Martedì si riuniranno i consigli di amministrazione della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. I cda, a quanto si apprende, saranno chiamati a fare il punto sul progetto di fusione, la cui predisposizione è oggetto di continue interlocuzioni con la Bce. Le due banche venete potrebbe approvare un primo schema del progetto di fusione, con un affinamento delle stime sul fabbisogno di capitale che si potrebbe generare dalla svalutazione e scorporo dei crediti deteriorati.
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Se la matematica non è un'opinione, sono tra i 20 e i 25 mila i soci dalle ex Popolari venete che hanno già firmato l'offerta di ristoro dei due istituti per chiudere il contenzioso legato al crollo del valore delle azioni. Fonti vicine a Bpvi e Veneto Banca, infatti, informano che sono già stati contattati personalmente la metà degli interessati (in totale si tratta di 169 mila vecchi soci interessati alla possibile transazione) e che, di questa metà , il 30% circa ha già firmato l'accettazione del rimborso, il 66% ha manifestato interesse senza ancora impegnarsi mentre soltanto il 4% ha opposto un rifiuto netto. Alla scadenza del termine per manifestare l'interesse, fissata al 15 marzo, mancano ancora più di 30 giorni lavorativi. Al ritmo attuale, le due banche potrebbero chiudere il primo giro di contatti in un paio di settimane e avere così a disposizione un tempo congruo per convincere gli indecisi.
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Si attestano tra i 20 e i 25 mila i soci dalla Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca che hanno già firmato l'offerta transattiva dei due istituti per chiudere il contenzioso legato al crollo del valore delle azioni. Tra i soci contattati dalle banche il 30% circa ha già firmato, il 66% ha manifestato interesse senza impegnarsi mentre solo il 4% ha opposto un rifiuto. Gli istituti, contattati dall'ANSA, non confermano i numeri ma si dicono soddisfatti per l'andamento dell'operazione e fiduciosi sulla sua riuscita.
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Ex popolari, parte da 800 Pmi il piano delle garanzie per le imprese con in pancia le azioni azzerate. Il quadro ormai è a fuoco, lo schema pronto. E la Regione sta studiando la via per tagliare i tempi e partire entro fine gennaio. La partita è quella delle Pmi in bonis e che non siano cadute nei finanziamenti «baciati», i prestiti serviti ad acquistare azioni, che si trovino in temporanea difficoltà per aver avuto nel patrimonio i titoli di Popolare Vicenza e Veneto Banca. E questo per i rischi sull’accesso al credito indotti dal peggioramento del merito a causa dei bilanci finiti in «rosso», o per la necessità di sostituire le garanzie costituite dalle azioni nel frattempo azzerate, che le banche iniziano a chiedere.
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La famiglia Amenduni ha preso il controllo della Ferak, una società che detiene titoli Generali per 320 milioni di euro (alle quotazioni di ieri) e che con l’1,5% del capitale è tra i più rilevanti azionisti della compagnia. Gli industriali vicentini a capo delle Acciaierie Valbruna possedevano già il 38% della finanziaria e ora hanno rilevato, per una sessantina di milioni secondo alcune fonti, la quota in mano a Palladio (24%), la finanziaria di Giorgio Drago e Roberto Meneguzzo, partecipata anche da Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Veneto Banca. Il veicolo era stato creato anni fa da una cordata veneta con lo scopo di mettere a fattor comune, gestire ed eventualmente incrementare le rispettive partecipazioni in Generali.
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Fiere orafe, a Rimini-Vicenza la gestione delle manifestazioni di Arezzo. «Da qui ad aprile possono maturare alcune acquisizioni, in Italia e all’estero». Non aveva chiarito i bersagli, Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg, il neonato Italian Exhibition group che da novembre ha fuso le fiere di Rimini e Vicenza. E alla vernice di venerdì di VicenzaOro January, affiancato dal vice Matteo Marzotto e dal direttore generale Corrado Facco, aveva scelto la linea del basso profilo. In realtà è già chiaro quale sia il primo tassello di un programma che non si fermerà lì: le due manifestazioni orafe di Arezzo Fiere, Oro Arezzo a maggio e Gold Italy a ottobre, con un accordo operativo già per quest’anno, che Arezzo Fiere dovrà ratificare nell’assemblea soci del 7 febbraio.
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Quanto sta costando il turnover del top management alla Popolare di Vicenza? Dopo il benservito milionario all’ex amministratore delegato Francesco Iorio, la scorsa settimana è stata la volta delle dimissioni del braccio destro di Iorio, Iacopo De Francisco. Con il manager, che resterà in carica fino a febbraio, si è arrivati a una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Dopo che al suo arrivo – nell’estate 2015, sotto la presidenza di Gianni Zonin – Di Francisco era stato accolto da un consistente welcome bonus , sembra abbia accordato, in sede di addio, uno sconto alla banca.
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Patrizio Miatello, Presidente Ass.ne Ezzelino III da Onara, in risposta ad un risparmiatore che gli ha scritto esprimendo “il mio ringraziamento e la mia più sincera soddisfazione per la risoluzione delle incomprensioni sorte in passato con Veneto Bancaâ€, rende noto che tutte le pratiche giunte nei termini sono state depositate presso le Procure della Repubblica di Roma e Vicenza. L'avvocato Rodolfo Bettiol ritornerà a Roma fra qualche giorno. Nel frattempo il Tributarista Loris Mazzon ha concluso le prime transazioni sia con Banca Popolare di Vicenza che con Veneto Banca.
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Pubblicato il 21 gennaio alle 1.47, aggiornato alle 12.00. In passato VicenzaPiù si è occupata più volte di molti debitori della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca fortemente esposti con le due ora ex Popolari ma non ha avuto risposte se non parziali e generiche dai due Istituti, per cui ci riproponiamo di tornare in dettaglio e a breve sulle varie operazioni a rischio e su una serie di dubbi che le circondano. In tempi più recenti, comunque, è scoppiata la richiesta... popolare di conoscere i nomi dei grandi debitori insolventi con le varie banche italiane, quelli per intenderci che hanno beneficiato dei soldi arrivati nelle loro tasche facendoli "sparire" da quelle dei soci risparmiatori per i conseguenti buchi nei bilanci e l'inevitabile azzeramento di valore delle loro azioni. Questi buchi, che si sono accentuati anche per altri investimenti sbagliati dei Gianni Zonin di turno, per spese pazze di gestione e per strutture sovradimensionate, sono nati di sicuro dalla malagestio dei cda e dei dirigenti che hanno prestato soldi non loro a clienti inaffidabili.