A breve i nomi e i dubbi di VicenzaPiù sui debitori insolventi con BPVi, ora i dettagli del CorSera sui i primi 30 nomi rivelati dal Tg di La7: il Baronio di Don Paolo con 11 milioni tra "beneficiati" insieme a patron Zamparini
Sabato 21 Gennaio 2017 alle 12:00 | 0 commenti
Pubblicato il 21 gennaio alle 1.47, aggiornato alle 12.00. In passato VicenzaPiù si è occupata più volte di molti debitori della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca fortemente esposti con le due ora ex Popolari ma non ha avuto risposte se non parziali e generiche dai due Istituti, per cui ci riproponiamo di tornare in dettaglio e a breve sulle varie operazioni a rischio e su una serie di dubbi che le circondano. In tempi più recenti, comunque, è scoppiata la richiesta... popolare di conoscere i nomi dei grandi debitori insolventi con le varie banche italiane, quelli per intenderci che hanno beneficiato dei soldi arrivati nelle loro tasche facendoli "sparire" da quelle dei soci risparmiatori per i conseguenti buchi nei bilanci e l'inevitabile azzeramento di valore delle loro azioni. Questi buchi, che si sono accentuati anche per altri investimenti sbagliati dei Gianni Zonin di turno, per spese pazze di gestione e per strutture sovradimensionate, sono nati di sicuro dalla malagestio dei cda e dei dirigenti che hanno prestato soldi non loro a clienti inaffidabili.
Se cda e dirigenti delle banche hanno appoggiato sotto traccia la richiesta dei soci traditi di conoscere gli elenchi dei debitori insolventi sperando, invano, di poter così allontanare da loro stessi, "innocenti" prestatori di soldi, almeno una parte delle loro responsabilità per poterle girare su quei cattivoni di debitori che hanno tradito la fiducia delle banche, tra cui le ex "nostre" Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Dopo i primi via libera anche dell'Authorithy per la privacy, che aveva chiarito che i nomi dei debitori potevano essere svelati dalla banche purchè fossero quelli di società e non di singoli privati, sono state proprio alcune banche ad opporsi alla pubblicità delle liste e, con solo apparente sorpresa, sono stati numerosi anche i politici, tra cui ministri e leader di partito, che vogliono bloccare la sete di trasparenza forse, e senza forse, per i rapporti oscuri esistenti con poteri insolventi ma inattaccabili.
Ma, tastata e testata la grande voglia di conoscenza, i media e chi ha interesse a supportarli si sono scatenati alla caccia dei nomi e ieri sera, 20 gennaio, il Tg di La7 ha rivelato una prima, consistente lista di debitori insolventi della BPVi.
Qui vi offriamo il significativo video, in cui, oltre ai nomi già in parte noti di aziende collegate con Marchini e Zamparini e ad altri soggetti meno conosciuti ma tutti debitori ognuno per decine di milioni di euro, appare quello dell'Istituto Baronio di Vicenza legato a doppio filo al nome di Don Paolo, ritornato alle cronache, dopo momenti non cristallini della sua vita ma subito dimenticati, per il business dei profughi che ha affiancato a quello tradizionale di, decadente, scuola per le famiglie "in" di Vicenza e non solo e che epr primi abbiamo rivelato il 9 settembre scorso quando titolammo: "Profughi, in 120 al Baronio di viale Trento. Ma per la scuola privata di don Paolo non c'è il rumore mediatico e politico dell'hotel Adele. Reportage video all'interno dell'Istituto".
Ebbene se quel 9 settembre don Paolo disse che senza le entrate dei 120 immigrati da lui... ospitati non ce l'avrebbe fatta a continuare nell'attività scolastica privata, dopo le rivelazioni del Tg di Mentana, che gli attribuice un debito non onorato con la Banca Popolare di Vicenza di ben 11 milioni di euro, verrebbe da chiederci quando la finiremo da queste parti di chiudere gli occhi su un degrado e su un marcio generalizzati che sono soprattutto morali e che, se non troveranno dei duri, immediati e spietati avversari, è giusto che sommergano questa città in cui imperano da troppo tempo governanti e affaristi di ogni, pessima specie.
Ore 11.55
Pubblichiamo di seguito l'articolo de Il Corriere della Sera (Rcs, l'editore, appartiene a Urbano Cairo che controlla anche La 7) con i dettagli sulla lista dei primi 30 debitori insolventi della BPVi resa pubblica dal Tg di Mentana.
Pop Vicenza, ecco la lista dei debitori
Il «Tg La7»: da Zamparini (patron del Palermo) a Francesco Bellavista Caltagirone
Milano Il debito più grosso della Banca Popolare di Vicenza, 57,8 milioni di euro, è della Monte Mare Grado Srl, società che fa capo a Maurizio Zamparini, imprenditore attivo soprattutto nel campo immobiliare e noto per essere il presidente del Palermo calcio. Il prestito concesso per il progetto immobiliare «Vivere in Laguna» previsto nell'ex Valle Cavarera di Grado e mai andato in porto non è tornato indietro. Il Comune nel 2013 ha bloccato la variante per la realizzazione del villaggio turistico-termale-residenziale e per la Monte Mare Grado è sfumato un affare da 800 milioni di euro. Ma ci sono altri 29 nomi di debitori insolventi nella lista annunciata ieri dal Tg La7 delle ore 20, che portano a un ammanco totale di 589 milioni di euro per la banca un tempo presieduta da Gianni Zonin e guidata dal direttore generale Samuele Sorato. La seconda azienda debitrice è la Sevim srl, con 30,3 milioni, mentre poco dopo con 28,3 milioni c'è la Pire (Partecipazioni investimenti real estate) che fa capo ad Alberto Matta, finanziere italiano per anni di base a Londra e ora a Lussemburgo dove è amministratore delegato della Optimum asset management. Nel 2013 anche l'ex candidato sindaco di Roma Alfio Marchini si era messo in affari con Optimum, su cui due anni dopo hanno acceso un faro Consob e Banca d'Italia e Bce. Matta con Optimum e Marchini erano soci di Methorios, una piccola holding romana quotata in Borsa (listino Aim).
La ex compagnia statale Tirrenia di Navigazione spa, poi confluita nel gruppo di Vincenzo Onorato, risulta insolvente per 16 milioni, mentre la Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone ha un debito di 17,3 milioni. La stessa immobiliare potrebbe essere insolvente per altri 50 milioni con Veneto Banca e di altri 97 con Banca Etruria. Poi ci sono prestiti dati in virtù di relazioni amicali. Come i 19 milioni concessi all'Hotel Dolomiti di Cortina, e gli 11,5 milioni per gli Istituti scolastici Cardinal Baronio di Vicenza. La banca, contattata in merito, non ha commentato.
In base agli ultimi dati ufficiali disponibili, che risalgono alla prima semestrale del 2016 (che si è chiusa con una perdita di 795 milioni di euro), le sofferenze nette di Bpvi ammontano a 1,9 miliardi di euro. A risolvere il problema dei non performing loans di Pop Vicenza, come quelli di Veneto Banca - entrambe salvate l'anno scorso dal fondo Atlante con 2,5 miliardi di euro e che a gennaio ha versato 930 altri milioni in acconto futuro aumento di capitale - dovrebbe essere il fondo Atlante 2 che ha in cassa ancora 1,75 miliardi di euro proprio per questo obiettivo.
Fausta Chiesa, Il Corriere della Sera
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