Ex Popolari venete, aiuti per 800 Pmi in bonis
Giovedi 26 Gennaio 2017 alle 08:26 | 0 commenti
Ex popolari, parte da 800 Pmi il piano delle garanzie per le imprese con in pancia le azioni azzerate. Il quadro ormai è a fuoco, lo schema pronto. E la Regione sta studiando la via per tagliare i tempi e partire entro fine gennaio. La partita è quella delle Pmi in bonis e che non siano cadute nei finanziamenti «baciati», i prestiti serviti ad acquistare azioni, che si trovino in temporanea difficoltà per aver avuto nel patrimonio i titoli di Popolare Vicenza e Veneto Banca. E questo per i rischi sull’accesso al credito indotti dal peggioramento del merito a causa dei bilanci finiti in «rosso», o per la necessità di sostituire le garanzie costituite dalle azioni nel frattempo azzerate, che le banche iniziano a chiedere.
Il tema attende una risposta da un anno, con il piano sulle garanzie annunciato dalla Regione. Ed arriva ora a dama dopo quanto inserito all’articolo 80 del Collegato alla legge di stabilità della Regione approvato a fine 2016, che ha fissato i confini dell’intervento. Stabilendolo per il 2017, sulle aziende che abbiano subìto la caduta del merito creditizio tra 2014 e 2016, per l’acquisto di prodotti finanziari, e quindi azioni od obbligazioni convertibili. E affidando alla giunta regionale l’attivazione entro un mese di una specifica linea d’intervento entro il Fondo regionale di garanzia e controgaranzia, attivo da fine 2013. Il passo decisivo era atteso dopo la riunione del tavolo tecnico Regione-Confidi del 13 gennaio, per modificare il regolamento d’attuazione del Fondo regionale di garanzia. Quello che, da fine 2013, ha sostenuto,con 38 milioni di euro messi dalla Regione (una decina attualmente gli impegnati) e gestiti da Veneto Sviluppo, le garanzie sul credito per le Pmi, in tandem con banche e Confidi, creando poco meno di 18.200 operazioni per 1,2 miliardi di prestiti bancari, quasi tutti a breve (quasi ottomila le pratiche ancora in essere, per 470 milioni di affidamenti). Il regolamento è pronto, ma l’avvio della nuova linea operativa rischia comunque di essere rallentato dall’iter regionale. Con un’approvazione della bozza di regolamento in giunta regionale, il passaggio e l’approvazione in commissione consiliare e il ritorno del provvedimento in giunta regionale, per il via libera definitivo. Un iter che rischia di prendere tutto febbraio. Ma far partire la linea di credito è urgente. Per questo gli uffici dell’assessore all’economia, Roberto Marcato, studiano la strada per tagliare i tempi. Facendo leva per partire, in attesa del regolamento rivisto, su quanto già contenuto nella legge regionale - e cioé la previsione di attivare entro un mese una specifica linea d’intervento e la previsione di un tetto massimo del 20% della controgaranzia prestata dalla Regione sulla quota garantita dai Confidi. Il tema d’altra parte è già sufficientemente sviscerato nei numeri. Secondo le valutazioni condotte dalle ex popolari e dai Confidi c’è un lotto di 700-800 Pmi, sotto i 10 milioni di fatturato, che hanno bisogno di un intervento specifico, per garantire prestiti, con un taglio medio di 40 mila euro. Imprese finite per le azioni azzerate con il rating in zona grigia, e che le banche non possono sostenere da sole nell’ambito di una ristrutturazione delle linee di credito. E che spinge ad applicare un tetto elevato, rispetto al massimo previsto del 20%. Dati che restituiscono una dimensione di prestiti da garantire per poco più di 30 milioni di euro, per i quali possono essere sufficienti per iniziare 5 milioni di euro di fondi regionali tra quelli non utilizzati rispetto alla dotazione di 38 milioni messo a disposizione in origine dalla Regione per le garanzie. Sufficiente per un’estensione rilevante del progetto, che significa aggiungere in tempi rapidi 800-1.000 imprese, un 15% sul totale delle 5.500-6.000 pratiche di riassicurazione che Veneto Sviluppo porta avanti in un anno.
Di Federico Nicoletti, da Corriere del Veneto
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