Apprendiamo dai giornali la notizia che la ditta Miteni, attraverso i suoi legali, presenta il conto agli Enti Pubblici locali e regionali, per possibili perdite di produzione e di guadagno se si andasse avanti con le bonifiche e le caratterizzazioni previste e concordate con gli Enti di controllo. Lo stupore, di fronte a queste dichiarazioni, lascia il posto allo sdegno nei confronti di 'personaggi' che hanno l'infamia di calcolare le perdite economiche della propria azienda, a fronte di un disastro ambientale da loro provocato.
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In relazione al ricorso al Tar del Veneto da parte di Miteni desideriamo fare delle precisazioni. L'azienda non sta chiedendo soldi a nessuno. Il ricorso quantifica due conseguenze oggettive se verrà imposta la prescrizione di realizzare la maglia 10 x 10 indiscriminatamente e ovunque: la durata nel tempo dell'opera che richiederà moltissimi anni, e il costo per realizzarla. I tecnici univocamente dicono che il 10 x 10 è inutile e che avrebbe il risultato oggettivo di ritardare di anni la bonifica del sito. Un'assurdità . Miteni è disponibile a qualsiasi analisi dei terreni dove ha senso di indagare.
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Articolo pubblicato alle ore 16.24. Aggiornato alle 16.53. "Quando un'azienda si insedia in un territorio dovrebbe avere prioritariamente rispetto e cura dei padroni di casa che sono i cittadini di quell'area. Basti pensare a realtà come la DuPont che, alla luce dell'inquinamento da Pfas e della class action nei suoi confronti, ha pagato di tasca propria le azioni di verifica e tutela ambientale e sanitaria, arrivando poi al patteggiamento e ad un risarcimento di ben 680 milioni di dollari a beneficio dei cittadini americani colpiti. E' invece triste e vergognoso che Miteni attacchi continuamente gli enti pubblici che si stanno occupando delle attività di caratterizzazione e bonifica dei terreni."
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Arpav e gli enti preposti stabiliscano se nei fanghi conferiti nella discarica di Ca' Siberie a Sommacampagna sono presenti i Pfas. A chiederlo è Manuel Brusco, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e presidente della commissione consiliare regionale sui Pfas: "Mi auguro che siano gli enti preposti, l'Arpav in primo luogo - avverte Brusco - a stabilire se nei fanghi conferiti nella discarica di Ca' Siberie a Sommacampagna siano presenti composti chimici contenenti Pfas e derivati."Continua a leggere
I fanghi di Miteni non contengono Pfas e peraltro non vengono nemmeno più inviati alle discariche ma bruciati. Quindi non ci può essere alcuna relazione tra la presenza di fanghi con i Pfas in discariche o altrove e Miteni ma è ancora una volta la dimostrazione che le fonti inquinanti sono molteplici. Le analisi dei fanghi realizzate da soggetti terzi e certificate sono pubblicate sul sito www.miteninforma.it. Miteni pur non avendo perfluoroalchilici nei fanghi a dimostrazione dell'efficienza dei propri processi di filtraggio, ne ha addirittura interrotto l'invio in discarica anche se sono privi di Pfas. Pertanto le notizie che raccontano della presenza di Pfas nei fanghi dimostrano che vi sono processi di lavorazione che utilizzano queste sostanze e che le hanno sempre utilizzate, notizie rispetto alle quali Miteni è in modo evidente e documentato completamente estranea.
L'associazione Mamme No Pfas in rappresentanza delle tre province di Vicenza, Verona e Padova della cosiddetta "zona rossa" contaminata da Pfas nell'acqua hanno incontrato ieri 10 dicembre il candidato premier pentastellato Luigi Di Maio insieme a consiglieri regionali Jacopo Berti e Manuel Brusco e comunali del M5S a Montecchio Maggiore. Le mamme hanno spiegato come è nato il loro gruppo, in seguito all'esito dello screening del sangue dei loro figli che ha destato grande preoccupazioni. La quantità di Pfoa per millilitro di sangue è risultata fino a 40 volte il limite previsto.
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Il candidato premier del Movimento 5 StelleLuigi Di Maio è stato protagonista di diversi incontri con le associazioni del territorio veneto, affiancato dai consiglieri regionali e da alcuni parlamentari. La giornata di oggi 10 dicembre è iniziata a San Bonifacio, provincia di Verona, dove hanno ascoltato cittadini e comitati contrari alla grande opera TAV Verona-Padova. Successivamente hanno raggiunto un cantiere della Strada Pedemontana Veneta a Castelgomberto, in provincia di Vicenza, per incontrare le associazioni contro l'opera. Poi il premier ha incontrato i movimenti No Pfas a Montecchio Maggiore e a Treviso i risparmiatori truffati.
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In risposta alle affermazioni contenute nel comunicato odierno di Greenpeace sui PfasMiteni, nella nota che pubblichiamo, fa notare quanto segue: «La zona da bonificare in Miteni non solo è già stata identificata ma la bonifica è anche già partita da tempo. La bonifica delle acque è in corso da quattro anni e sono state asportate 300 tonnellate di terreno nella zona in cui vi era la contaminazione dei rifiuti seppelliti negli anni Settanta. A ciò si aggiunge l'importante lavoro fatto per isolare la falda sottostante lo stabilimento che ha portato risultati superiori al 99%. Non si capisce dunque come si possa chiedere oggi "l'avvio di operazioni di bonifica" già in corso da tempo con importanti risultati già conseguiti e documentati dagli enti».
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Pubblicato alle 12.55, aggiornato alle 14.27 con video e alle 15.40 con nota finale che premettiamo alla notizia iniziale. Dopo ore di attesa di un incontro promesso, la delegazione di tre rappresentanti di Mamme NO PFAS, attivisti della Climate Defense Units e Greenpeace non è stata ricevuta dal Consiglio Regionale del Veneto. Si è conclusa così l'azione davanti alla sede del Consiglio Regionale del Veneto a Palazzo Ferro Fini, per protestare contro il grave inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) che interessa un'ampia area del Veneto compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova.