La seconda missione impossibile di Fabrizio Viola lo riporta su luoghi a lui noti. Il nuovo amministratore delegato della Banca Popolare di Vicenza era già stato sotto Monte Berico alla fine degli anni Novanta, con il ruolo di responsabile della finanza, primi garibaldini anni dell’era Zonin, il cui epilogo (8,75 miliardi di euro distrutti, 120 mila soci coinvolti) ha contribuito all’incarico a Viola. A tre mesi dall’uscita dal Monte dei Paschi di Siena – che se oggi ha una possibilità di futuro lo deve soprattutto all’agire del suo ex amministratore delegato, capace di riportare in utile i conti di una banca agonizzante – Viola si imbarca in un’altra missione impossibile.
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Ordini lavorati «a mano», registri su un file excel senza password e modificati da qualsiasi dipendente. E il progetto di un sistema informatico imparziale nella gestione degli ordini di compravendita delle azioni, quello che a inizio 2015, prima dello scatenarsi della bufera indotta dalle ispezioni Bce il presidente Gianni Zonin aveva immaginato come un «Borsino» gestito dall’Istituto centrale delle banche popolari, che è rimasto al palo per tre anni. Mentre sul fronte delle azioni di responsabilità , dopo il via libera di Veneto Banca l’attenzione si sposta ora su Popolare di Vicenza, che ha convocato la sua assemblea il 13 dicembre, nuovi elementi emergono sugli elementi critici del passato.
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Aggiungiamo qualche conto all'articolo di Stefano Righi su Corriere Economia che vi abbiamo proposto stamattina alle 9.26 perchè disegna il dramma delle due ex Popolari Venete. Ci permettiamo di aggiungere solo che se il sistema bancario ha di fatto già perso 1.2 - 1.3 miliardi di euro con le quattro banche "risolte" (fallite, ndr) in centro Italia (1.8 miliardi erano quelli "immessi" per evitare il crac, 500 - 600 milioni quelli che Ubi è disposta a tirare fuori per comprarne tre delle quattro, sia pur già ripulite, almeno sulla carta) altri 2.5 miliardi del Fondo Atlante, che arrivano sempre da quel sistema con in testa, oltre alle non solidissime Intesa e Unicredit, anche Cassa Depositi e Prestiti (alias Poste Italiane e risparmi dei libretti postali, warning!) sono già evaporati in Banca Popolare di Vicenza e in Veneto Banca.
Un intervento al limite del crollo. Un po’ come il palazzo rosso di Amatrice, rimasto in piedi durante la prima ondata sismica e crollato giovedì scorso. Proprio in quelle ore le quasi contemporanee dichiarazioni di Gianni Mion, presidente delle Banca Popolare di Vicenza e di Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, hanno fatto intendere a molti come la situazione in Veneto sia andata ben oltre il livello di guardia. Non tanto per la severa presa di posizione da parte della Bce — che sembra avere suggerito la fusione tra i due istituti veneti e il contemporaneo aumento da 2,5 miliardi di euro (a carico di chi?) — quanto per il nervosismo fatto trapelare da due presidenti — Mion e Guzzetti — avvezzi al mondo della finanza, navigatori di ogni mare e poco inclini al sensazionalismo.
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Quel cda che non fermò Consoli. Riparte il conto alla rovescia per l'assemblea azionisti di Veneto Banca, lunedì 8 agosto. La seconda in tre mesi, che torna a villa Spineda di Volpago del Montello, dopo esser finita il 5 maggio al Palexpo di Marghera, scenario del «ribaltone» che issò al comando il cda guidato da Stefano Ambrosini. Si vedranno ora partecipazione e tono dell'assemblea, che cade giusto un anno dopo l'uscita di scena di Vincenzo Consoli. Solo un anno fa. Ma con quel che è successo intanto a Montebelluna e Vicenza pare trascorsa un'èra geologica.
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Veneto Banca, l'aumento di capitale per ora non raccoglie più di un milione di euro. Mentre gli ispettori Consob tornano in banca, per sorvegliare da vicino il collocamento ai risparmiatori delle azioni dell'aumento di capitale, e l'assemblea per decidere dell'azione di responsabilità slitta a settembre. Resta alta l'attenzione intorno alla ricapitalizzazione da un miliardo di euro di Veneto Banca, partito da una settimana in una situazione in cui lo spettro della Brexit, ovvero dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue che potrebbe uscire dal referendum del 23 giugno, sta rendendo sempre più proibitive le condizioni di contesto. Lo si vede, su un piano parallelo, nella situazione ben più favorevole del Banco popolare, che nelle stesse date di Veneto Banca deve trovare un altro miliardo per procedere nella fusione con Bpm. Le indiscrezioni danno per raccolto già il 20% del totale, con una buona risposta allo sportello nel collocamento in opzione ai soci.
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Che le bugie abbiano le gambe corte è un vecchio proverbio. Che di bugie le banche, in primis le due Popolari venete, abbiano subissato i loro poveri soci, circa 200.000 in tutto, azzerando di 10 miliardi il loro patrimonio è cosa altrettanto risaputa. Ma, dopo aver creduto alle sue risposte in passato (societarie ma anche su pressioni presunte, ma negate, sui suoi vertici e contro di noi da parte di una dinastia vicentina, vecchia ma non tanto da essere beccata recentissimamente con le mani nel sacco dopo aver evaso 71 milioni di euro), ci sorprende che Veneto Banca, che avevamo sempre immaginato come migliore (meno peggiore?) di altre dica bugie.
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Franco Conte, presidente di Codacons Veneto, è venuto nello studio di VicenzaPiu.Tv per parlare della Banca Popolare di Vicenza e soprattutto delle sue sorti: oggi, 21 aprile, è partito il tour per l'offerta pubblica per la sottoscrizione delle azioni della Banca. Un’operazione con la quale Codacons Veneto non è d’accordo. "Deontologicamente e moralmente diciamo ai nostri assistiti di non sottoscrivere nuove azioni" dice Conte, che sottolinea il concetto che i soci di BPVi erano soci "mutualistici" e non speculatori a cui si indirizza l'attuale aumento di capitale. "Ma come faccio a dare credito a queste persone che hanno il nome di Bolla in Veneto Banca e di Dolcetta in Banca Popolare di Vicenza che non hanno ancora di fatto avviato una... multa per divieto di sosta a Zonin e Trinca. Sono persone non credibili. Una volta ci sei cascato ma non ha senso che adesso tu li segua nei progetti di rilancio, anche se vuoi speculare: questa gente non merita la tua fiducia." Continua a leggere