Aumenti: frenata per Banco Popolare, per Veneto Banca ordini per un milione. Azione di responsabilità si allontana, arriva Consob
Mercoledi 15 Giugno 2016 alle 09:14 | 0 commenti
Veneto Banca, l'aumento di capitale per ora non raccoglie più di un milione di euro. Mentre gli ispettori Consob tornano in banca, per sorvegliare da vicino il collocamento ai risparmiatori delle azioni dell'aumento di capitale, e l'assemblea per decidere dell'azione di responsabilità slitta a settembre. Resta alta l'attenzione intorno alla ricapitalizzazione da un miliardo di euro di Veneto Banca, partito da una settimana in una situazione in cui lo spettro della Brexit, ovvero dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue che potrebbe uscire dal referendum del 23 giugno, sta rendendo sempre più proibitive le condizioni di contesto. Lo si vede, su un piano parallelo, nella situazione ben più favorevole del Banco popolare, che nelle stesse date di Veneto Banca deve trovare un altro miliardo per procedere nella fusione con Bpm. Le indiscrezioni danno per raccolto già il 20% del totale, con una buona risposta allo sportello nel collocamento in opzione ai soci.
Ma anche qui la Brexit picchia duro: dopo un avvio positivo la scorsa settimana sui prezzi sia delle azioni che delle opzioni, salite queste a 1,45 ero mercoledì scorso, l'aria è girata. Lunedì crollo del 10 e del 40% rispettivamente, ieri altra giornata nera: per le azioni un tonfo del 6,5%, al nuovo minimo storico di 2,45 euro, per i diritti addirittura del 38%, a 0,37 euro, un prezzo di un quarto rispetto ad una settimana fa. Da quando è stato comunicato l'aumento di capitale, il 24 marzo, il prezzo dell'azione è sceso del 65%.
Intanto però dalle comunicazioni obbligatorie alla Consob si apprende che le prime linee del Banco hanno sottoscritto l'aumento: l'amministratore delegato Pier Francesco Saviotti l'altro ieri l'ha fatto con azioni per un controvalore di oltre 275 mila euro, circa 128 mila titoli, mentre venerdì scorso aveva già fatto la propria parte il presidente Carlo Fratta Pasini, con circa 313 mila euro (146 mila azioni).
In questo clima, in Veneto Banca, mentre la presidente del comitato esecutivo Carlotta De Franceschi e il direttore generale Cristiano Carrus hanno iniziato l'altro ieri a Londra il road show tra gli investitori istituzionali, il primo punto una settimana dopo l'aumento di capitale sa da doccia fredda. Secondo l'agenzia Ansa, risultano ordini per un milione di euro, tutti dall'offerta in opzione ai soci, mentre non è salito nulla dal collocamento istituzionale. Certo, c'è ancora una settimana (l'offerta ai soci chiude il 22 giugno, quella agli investitori istituzionali il 24) e un'accelerazione è attesa negli ultimi giorni. Resta che i numeri, per ora, prefigurano, come già a Vicenza, un intervento massiccio del fondo Atlante. L'ipotesi di raggiungere non già il 51%, ma anche i 250 milioni per costituire il flottante minimo per la quotazione in Borsa, così come detto nei giorni scorsi dal presidente dei grandi soci, Bruno Zago, appare lontanissima. «I conti li facciamo in fondo -, insiste l'industriale leader di ‘Per Veneto Banca' -. Qui vedono solo il fondo Atlante perché ha la disponibilità immediata di un miliardo. Noi ci teniamo le nostre idee, vedremo come si tradurranno in sottoscrizioni».
Di certo c'è che l'aumento di capitale sarà sorvegliato da vicino da Consob. Dopo le dure prescrizioni dettate per il collocamento in filiale di un aumento che il direttore generale Carrus ha definito di «rischio massimo», le procedure verranno sorvegliate da vicino. Dall'altro ieri un team di sei ispettori dell'Authority di controllo della Borsa si è installato a Montebelluna per controllare l'esecuzione. Giusto la scorsa settimana il leader di Codacons Veneto, Franco Conte, aveva annunciato un esposto a Consob e Bankitalia, parlando di «Pressioni dalla rete di promotori per indurre all'acquisto, prospettando rialzi a breve termine che consentirebbe di recuperare i soldi perduti».
L'altra novità dal consiglio di amministrazione dell'altro ieri riguarda poi l'azione di responsabilità , con lo spostamento a settembre dell'assemblea già convocata il 15 luglio per votarla. Dopo che il passo era già stato prefigurato dal presidente Stefano Ambrosini, il cda l'ha ora deciso su richiesta dello studio legale incaricato di studiare i documenti, che ha chiesto più tempo. E si vedrà se la richiesta di risarcimento si fermerà alla gestione del cda guidato da Flavio Trinca o si estenderà - come chiesto in cda - anche al board guidato inizialmente da Francesco Favotto. D'altra parte, con un aumento di capitale che si chiuderà il 24 giugno, mentre la settimana successiva si capiranno sia i nuovi assetti proprietari - tra fondo Atlante e vecchi soci - che la possibilità o meno dell'ingresso in Borsa il 30 giugno, appariva difficile pensare che già tutto fosse definito per un'assemblea dei soci dopo solo 15 giorni.
Di Federico Nicoletti, da Il Corriere del Veneto
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