Morti bianche, politica del lavoro, corruzione: punire i colpevoli e far governare gli onesti
Mercoledi 20 Luglio 2011 alle 18:26 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - Nel sito dell'Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti per infortuni sul lavoro si può leggere: "Morti sul lavoro dall'inizio dell'anno al 18 luglio. Dall'inizio dell'anno ci sono stati 343 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, ma si arriva a contarne oltre 650 se si aggiungono i lavoratori deceduti sulle strade e in itinere. Erano 288 sui luoghi di lavoro il 18 luglio del 2010, l'aumento è del 16,1%".". Di fronte a notizie come questa il primo istinto è di sorda ribellione.
Poi si legge della corruzione imperante. Una piaga del nostro paese. Penati indagato per tangenti, Papa, Milanese, Tedesco e tantissimi altri. "Politici" di ogni schieramento si legge. E questa affermazione è pericolosa perché sottintende che tutti i "politici" sono uguali, che la "politica" è corrotta. E che non c'è nulla da fare.
Niente di più falso.
Poi si legge che la Fiat congela l'investimento promesso per lo stabilimento di Pomigliano perché non è soddisfatta della sentenza che, pur legittimando la NewCO e l'accordo separato firmato da CISL-UIL-UGL e FISMIC, stabilisce che i lavoratori hanno tutto il diritto di essere rappresentati, all'interno della fabbrica, dalla FIOM che quell'accordo non ha firmato. Una posizione, quella di Marchionne e della FIAT, ricattatoria e arrogante. In una parola "indecente".
E allora si capisce che ribellarsi non è un rabbioso istinto che poi passa. E' un dovere. E' sete di giustizia.
Lasciamo indagare la magistratura e non regaliamo impunità a nessuno. Che i politici colpevoli vengano condannati con aggravanti parametrate al ruolo istituzionale che occupano.
E che vengano perseguiti anche i corruttori. Quegli imprenditori senza scrupoli che non devono avere nessuna attenuante. Si colpisca con severità chi porta il lavoro all'estero, chi risparmia sulla sicurezza nei posti di lavoro, chi mette il profitto prima delle persone, chi tratta i lavoratori come ingranaggi e il lavoro come una merce. E si distingua tra i "politici" corrotti e chi fa ancora politica per il bene comune e perché la Costituzione sia attuata. Non ci sono scorciatoie (a meno di non volere "l'uomo forte"). L'unica soluzione è punire i colpevoli e pretendere che a governare siano persone oneste.
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