Venerdì 17 per BPVi: Francesco Micheli lascia, adesioni Opt sotto 50%, rating perde l'ultima B, chiesto l'aiuto di Stato. E poi associazioni più forti insistono col "no" e querelano la banca per stalking quelle di don Torta
Venerdi 17 Marzo 2017 alle 22:10 | 1 commenti
Ieri le dimissioni improvvise dal Cda della Popolare vicentina di un consigliere di peso e esperienza come Francesco Micheli (la risposta pervenutaci in tarda mattinata di ieri della BPVi ha solo confermato quanto da noi scritto e non ha fatto chiarezza su nulla), domani, sabato 18 marzo, ancora "porte aperte" nelle filiali della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca sotto il mirino delle associazioni di Don Torta (stalking?) ma pronte all'ultima caccia al socio aderente nell'operazione "perdita sicura" (l'85% del valore dei titoli e la contestuale rinuncia a perseguire i colpevoli se si aderisce all'Offerta Pubblica di Transazione, Opt) per la quale, lo ha appena comunicato, la banca, «alla data odierna si sono registrate 65.505 Manifestazioni di Interesse, pari al 68,8% delle azioni oggetto del perimetro, a fronte delle quali sono stati già sottoscritti 52.865 accordi transattivi, pari al 49,6% delle azioni in perimetro».
Ma la terza, brutta, notizia arriva oggi da Fitch, che il 29 agosto 2012 aveva già tolto la terza B, fatto scendere i titoli vicentini a livello spazzatura, spinto VicenzaPiù ad alzare l'allarme (vedi "Vicenza. La città sbancata", seconda edizione, da pagina 44 a 47) e Gianni Zonin & c. preparare i due aumenti di capitale truffa del 2013 e 2014 con i quali ha ridotto in cattive condizioni 58.000 nuovi soci.
Come, infatti, comunica lo stesso Istituto «in data odierna l'agenzia Fitch Ratings ha modificato i rating della Banca Popolare di Vicenza portando il rating a lungo termine da "B-" a "CCC" (default, ndr) e il breve termine da "B" a "C". Per entrambi i rating l'outlook è stato rivisto da negativo a Rating Watch Evolving (RWE). Contestualmente il Viability Rating è stato modificato da "b-" a "cc". I rating del debito subordinato e quello dell'obbligazione con garanzia statale sono stati confermati rispettivamente a "CC" e "BBB+"» (l'ultimo rating Veneto banca è del 22 febbraio ed è B).
Ma non finisce qui. In fondo oggi è venerdì 17...
Sui quotidiani web del nordest del gruppo Finegil, prima dell'annuncio dell'ultimo secondo, arrivato mentre scriviamo e che subito dopo vi renderemo noto, si legge: «Bpvi e Veneto Banca non hanno ancora fatto formale richiesta di poter rientrare in questa misura (ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato, ndr) su cui l'Europa vigila attentamente per evitare la formula degli aiuti di stato. Potrebbe tuttavia essere, (anche se) ad oggi non è dato sapere in quanto le due banche non hanno ancora chiuso i conti 2016, che una delle due o entrambe non abbiano i requisiti di «solvibilità » necessari per usufruire del fondo da 20 miliardi del governo. Tecnicalità che potrebbero essere superate da un forte pressing politico per evitare il bail in di uno o di entrambi gli istituti, riporta qualcuno. Ma la Bce non si è ancora espressa».
E di fronte al dubbio che possa essere sacrificato uno dei due agnelli (pecore senza la polpa dei clienti buoni tutti o quasi tutti fuggiti) ecco l'annuncio appena arrivato, se buono o cattivo decidete voi, dalla BPVi, in cui si ribadisce la necessità della fusione con Montebelluna, autrice di conseguenza di un'analoga e specualre richiesta anch'essa appena arrivataci:
«Con riferimento al nuovo Piano industriale 2017-2021 attualmente in corso di finalizzazione - già sottoposto alle Autorità di Vigilanza - nel quale è previsto un progetto di fusione con il Gruppo Veneto Banca unitamente ad un intervento di rafforzamento patrimoniale da realizzarsi nel 2017, la Banca Popolare di Vicenza, nell'ambito delle modalità di reperimento dei capitali necessari ad implementare la citata ricapitalizzazione, ha comunicato al MEF, Banca d'Italia e BCE l'intenzione di accedere al sostegno finanziario straordinario e temporaneo da parte dello Stato italiano ("ricapitalizzazione precauzionale"), ai sensi del D.L 237/2016 come convertito, con modifiche, in legge n. 15 il 17 febbraio u.s.».
Cari soci risparmiatori, trattati alla stregua di azionisti speculatori, incrociate 4 dita della mano a fronte di questo poker di notizie e cercate di non farvi tagliare la quinta visto che una delle vostre due mani è stata già mozzata da chi rimane impunito per colpa, ad oggi, delle Istituzioni dello Stato, delle due nuove gestioni delle due ex Popolari decotte e dei loro sponsor, come la Fondazione Roi e la Diocesi di Vicenza, utilizzate come testimonial per far accettare ai soci il 15% del maltolto.
Quasi quasi, almeno su questo fronte delle favole raccontate, sia pure con finale tragico, rivalutiamo Gianni Zonin che impegnò se stesso e il bocconiano Mario Bini, si leggeva sul GdV che ci credeva, per sostenere le mega valutazioni delle azioni prima che a volerci convincere che sottoscrivere azioni per la Borsa era un affare fosse Francesco Iorio, prima scelto da Zonin, poi confermato da Mion, quindi cacciato impunito da Alessandro Penati, ma che fece in tempo a trovare sul GdV testimonial come il sempre indagato, e già condannato, Paolo Scaroni.
Ora Gianni Mion, col brillante scudiero della comunicazione scelto da Zonin e dai vecchi poteri, Giampiero Beltotto, è sceso, questione di costi?, fino a trovare il sostegno di Ilvo Diamanti e, madonna... mia che dolore, il vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol, ovviaamente strafotografati e esibiti in prima pagina dal sempre festante Il Giornale di Vicenza.
Ma se ricordiamo come sono andati a finire i suoi consigli per sottoscrivere azioni e se tanto mi dà tanto noi ci staremmo ben attenti a seguire ora quelli di svendere al 15% la propria dignità , l'ultimo patrimonio rimasto a molti, per il "tana libera tutti" regalato a Zonin e a tutto il sistema, politici in primis, vero Achille Variati?, che, a detta acnhe di Jacopo Bulgarini d'Elci, gli ruotava intorno.
E potrebbe essere azzardato aderire oggi, ci pensi chi può e non è preso per la gola dalle necessità , vero signor vescovo?, senza attendere quello che potrebbe arrivare da un salvataggio pubblico chei, proprio perchè pubblico, non potrà non tenere conto dei soci truffati col conforto delle autorità europee, che, a Vicenza viene nascosto, hanno ufficialmente dichiarato che il ristoro al 100% dei soci troffati è consentito!
Ma a breve sarà approvata la legge sull'eutanasia per cui liberi tutti di sceglierla compresi gli amici della stampa confindustriale a cui non rimarrano, però, più lettori.
Se si suicideranno come consigliato in questi giorni dal sistema e dai suoi sudditi locali.
E, per chiudere questo venerdì 17, arriva dal suo profilo FB la conferma che Noi che credevamo nella BPVi ha fatto il pieno di adesioni in questi giorni da parte di soci incazzati mentre Codacons Veneto, ben noto a livello nazionale per i suoi successi, anche per i tango bond e per Parmalat, a difesa dei consumatori, si associa nell'invito a non firmare e le Associazioni del Coordinamento banche di Don Enrico Torta hanno preannunciato e reso disponibile il modello di un'azione penale contro le attività , definite di stalking, che i dipendenti bancari starebbero esercitando telefonicamente nei confronti dei soci per farli firmare. Come ai tempi dei Mifid facili...?
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