Quotidiano | Rassegna stampa |

Ispezioni sospette, Il Fatto: Procura di Roma indaga su BankItalia. Esposto del banchiere D'Aguì, il cui legale è cugino di Gentiloni

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 1 Settembre 2017 alle 01:30 | 0 commenti

ArticleImage

VicenzaPiu.com, dopo i fari puntati sui vertici locali della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin in primis, che in troppi avevano coperto, da tempo sta ponendo la sua attenzione anche sulle trame per far convergere su Vicenza anche Veneto Banca e siamo arrivati al punto di scrivere, tra i tanti, un articolo "Io sto con Vincenzo Consoli, purchè si scrolli di dosso la cacca dei piccioni viaggiatori" che ci è valso l'apertura di un "misterioso" fascicolo presso la Procura di Treviso. In quell'articolo focalizzavamo i dubbi, poi più volti espressi e motivati anche nelle puntate ancora in pubblicazione del  "memoriale" di Silvano Trucco su Bene Banca, sulle azioni che Banca d'Italia potrebbe aver commesso per spingere la Popolare di Montebelluna tra le braccia avvinghianti di quella vicentina con gli effetti che sono davanti agli occhi di tutti.

Veneto Banca, che era la migliore delle due banche, anche in base agli stress test "terzi" della BCE, è precipitata nel burrone  per errori propri, certo, ma anche per "spinte" altrui senza che queste salvassero il regno di Zonin...

Leggete ora l'articolo bomba di Gianni Meletti e Valeria Pacelli su Il Fatto Quotidiano odierno e diteci se meriti la vostra attenzione il lavoro che, pur piccoli e periferici come siamo, stiamo facendo...

Grazie

Il direttore

 
Ispezioni sospette: la Procura indaga sulla Banca d'Italia
Esposto presentato dal banchiere D'Aguì, il suo legale è cugino del premier Gentiloni
di Gianni Meletti e Valeria Pacelli su Il Fatto Quotidiano

La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo d'indagine sulla vigilanza della Banca d'Italia. L'inchiesta, per ora senza indagati, è stata affidata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone ai sostituti Maria Sabina Calabretta e Stefano Pesci, già titolari dell'indagine su Veneto Banca che vede l'ex amministratore delegato Vincenzo Consoli indagato per ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio. L'inchiesta nasce da un memoriale di Pietro D'Aguì, ex manager della Banca Intermobiliare (Bim), boutique finanziaria controllata da Veneto Banca in liquidazione. Il memoriale è stato depositato il 30 giugno scorso dall'avvocato Michele Gentiloni Silveri, cugino del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Secondo autorevoli indiscrezioni, il premier è informato della vicenda e ne ha già potuto valutare, durante le brevi vacanze estive, l'impatto politico. A novembre scade il mandato del governatore Ignazio Visco. La decisione se confermarlo o no spetta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Gentiloni, e sarà presa in coincidenza con l'avvio della commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche. È auspicato o temuto, secondo i punti di vista, che un tema centrale siano le responsabilità della vigilanza, cioè Consob e Bankitalia.

Alle accuse ricorrenti su distrazioni, miopie e strabismi di Bankitalia, l'inchiesta della procura di Roma aggiunge l'ipotesi di reati, cioè di scorrettezze dolose. Gli sviluppi dell'azione penale potrebbero gettare nuova legna su un fuoco che per ora cova sotto la cenere: fino a ieri le indiscrezioni autorizzate non hanno messo in dubbio la volontà di Quirinale e Palazzo Chigi di rinnovare la fiducia a Visco.

Il memoriale di D'Aguì è stato accompagnato da una lettera dell'avvocato Gentiloni che ne sintetizza i contenuti segnalando "alcuni dati idonei a costituire notizie di reato" e indicando due nomi di peso: il capo del "Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria" della Banca d'Italia Carmelo Barbagallo e l'ispettore Emanuele Gatti.

Sono tre i capitoli riguardanti l'operato della vigilanza raccomandati a Pignatone per gli approfondimenti dall'avvocato Gentiloni.

Primo. Comportamento della vigilanza durante l'acquisizione di Bim da parte di Veneto Banca (2010-2011) "con successivo inadempimento da parte di quest'ultima alle obbligazioni assunte". La Bim fu in parte pagata da Consoli con azioni di Veneto Banca e (secondo le accuse di D'Aguì) relativa e inevasa promessa di riacquisto in tempi rapidi. Sul punto D'Aguì ha denunciato Consoli che dal 6 aprile scorso è indagato dai sostituti Calabretta e Pesci anche per truffa ed estorsione.

Secondo. L'ispezione compiuta da Gatti sulla Bim nel 2012, per la quale l'avvocato Gentiloni raccomanda alla procura la "valutazione degli errori compiuti" e il ruolo di Barbagallo "nella fase successiva all'ispezione". In quell'ispezione Gatti diagnosticò una riduzione di due terzi del capitale di vigilanza, portandolo a soli 157 milioni contro i 435 indicati nella semestrale 2012. A fine 2012 il bilancio Bim (quotata in Borsa) indicava il patrimonio di vigilanza a 322 milioni, il doppio di quanto calcolato da Gatti, senza che nessuno abbia sollevato obiezioni. Nel frattempo però, sulla scorta dell'ispezione di Gatti e dell'istruttoria di Barbagallo, il governatore Visco ha scritto alla Bim ordinando perentoriamente di revocare i poteri a D'Aguì. Dopo averlo sentito per anni lamentarsi di non aver mai avuto il potere di rimuovere i banchieri sospetti, scopriamo che già quattro anni fa Visco poteva, quando Barbagallo lo decideva, scrivere "la Banca d'Italia dispone" per ordinare il licenziamento.

Terzo. Comportamento della vigilanza "in relazione al mancato acquisto" della Bim da parte di una cordata di investitori guidata da D'Aguì, e "motivi reali del mancato consenso all'operazione da parte delle autorità di vigilanza". Nell'agosto 2014, D'Aguì, con numerosi soci tra cui Carlo De Benedetti, Luca Cordero di Montezemolo e il fondo britannico Duet Alternative Investment, ha contrattato il riacquisto di Bim per 562 milioni.

Dopo mesi di tira e molla, il 16 giugno 2015 la vigilanza europea, su proposta della Banca d'Italia, ha comunicato il diniego all'operazione con lettera del presidente della Bce Mario Draghi. Secondo D'Aguì in quella procedura sono state inserite notizie false sulla sua situazione processuale che avrebbero determinato la mancanza dei requisiti di onorabilità per il leader della cordata, e quindi il diniego.

L'operazione avrebbe attenuato la crisi di Veneto Banca rimpolpandone il patrimonio di vigilanza di circa 50 preziosi punti base. A distanza di soli due anni il commissario liquidatore Fabrizio Viola sta vendendo la Bim per un valore indicato tra 100 e 150 milioni. Lo stop della vigilanza è costato ad azionisti e creditori di Veneto Banca oltre 400 milioni.

L'apertura dell'inchiesta su Palazzo Koch non è una sorpresa. Dopo l'esplosione della crisi bancaria quasi tutti gli amministratori degli istituti in crisi sono stati indagati per ostacolo alla vigilanza: la Banca d'Italia, accusata da più parti di aver vigilato a vuoto, ha reagito denunciando i banchieri alle Procure di mezza Italia, accusandoli di aver sistematicamente ingannato i suoi ispettori sulle reali condizioni finanziarie delle banche. E quasi tutti i banchieri indagati hanno reagito accusando gli ispettori della Banca d'Italia di aver sempre saputo (e silenziosamente approvato) tutto.

Il copione, inaugurato con il processo a Giuseppe Mussari di Montepaschi, in questo momento viene interpretato con particolare vigore da Consoli, in attesa dell'udienza preliminare che deciderà sul suo rinvio a giudizio. La cannonata più forte arriva adesso da D'Aguì, imputato con Consoli per un fatto marginale e non certo catalogabile come suo sodale dopo che lo ha denunciato per estorsione e truffa.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network