Insulti a Liliana Zaltron del Movimento 5 Stelle per la mozione referendaria a palazzo Trissino: la democrazia non è per i... Nani
Sabato 12 Novembre 2016 alle 15:57 | 2 commenti
Si rimane inebetiti ad ascoltare l'intervento che giovedì scorso 10 novembre ha fatto in Consiglio Comunale Dino Nani, ex uomo di fiducia di Enrico Hüllweck passato da poco tra le braccia di Achille Variati ma da sempre top manager della Unicom Famila di Marcello Cestaro, a meno che non si attribuiscano alla senilità incombente anche per lui e non solo per i comuni mortali le sue parole (parolacce?), intolleranti verso il confronto democratico che neanche Claudio Cicero...: «Ringrazio la collega (Liliana Zaltron, capo gruppo M5S, ndr) che è venuta qui in consiglio a dirci cosa succederà dopo il referendum del 4 dicembre. Secondo me i Cinque Stelle non stanno bene, dovete farvi curare, perché portare in una assemblea pubblica le vostre paturnie credo sia un atto vergognoso e quindi ciò che dovete fare è vergognarvi e non venire qui a fare queste puttanate. Vergognatevi» (cfr. registrazione video della seduta da ore 4 e 12 minuti circa in poi, ndr).
Forse Dino Nani era ancora sconvolto delle spiegazioni che il giorno prima gli aveva dato il nostro direttore su tramacci della Banca Popolare di Vicenza in cui ha perso fior di soldi e sugli inciuci comunali, anche sulla Fiera di Vicenza di cui ai tempi di Enrico era esperto, tramacci e inciuci di cui non si era accorto sia in era Hüllweck che Variati, regnante sempre Zonin, per cui deve aver scaricato la sua rabbia sul primo che gli capitava a tiro.
E, incazzato come era (uso il suo slang per essere meglio compreso), la frase che aveva in mente contro Gianni Zonin e poteri vari («ciò che dovete fare è vergognarvi e non venire qui a fare queste puttanate. Vergognatevi»), Nani ha indirizzato la sua ira e il suo sdegno contro la povera, pugnace ma educata Zaltron, difesa poi e subito nei suoi diritti anche da Michelle Dalla Negra, ex collega di partito di Dino prima che il collaboratopre Famila fosse folgorato sulla via dei variatiani.
Siccome conosciamo quel bonaccione di Dino, che avremmo in passato paragonato al massimo a un "Brontolo", e siamo sicuri che non volesse dire a Liliana, quasi una "Biancaneve", quello che pensava su Gianni, Enrico e Achille, trascriviamo per sua conoscenza postuma la mozione referendaria, perchè la si può condividere o bocciare, come poi democraticamente è stata bocciata con tre voti a favore, 12 contrari e 4 astenuti, ma definirla vergognosa sarebbe non da giganti della politica ma da... nani.
Comune di Vicenza
Consiglio Comunale
Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle
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Al Sig. Sindaco
Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Segretario Generale
Oggetto : Mozione
Disegno di legge costituzionale di riforma della Parte II della Costituzione
Premesso che spetta unicamente al Parlamento, e non al governo, qualsiasi iniziativa di revisione costituzionale, così come recita l'articolo 138 della nostra Carta Costituzionale che fissa tempi e procedure per modificarla;
premesso che l'attuale Parlamento, eletto con un sistema elettorale (Porcellum) dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale (sentenza n.1/2014), ha approvato una legge elettorale l'Italicum che non rispetta le indicazioni della stessa sentenza e, fatto ancor più grave, si accinge ad approvare una riforma costituzionale (Senato) destinata a stravolgere l'assetto democratico del nostro paese;
considerato che nel referendum del 2006 il popolo italiano si era già espresso, bocciando analogo tentativo di riforma costituzionale presentata dal governo Berlusconi, per sostenere e confermare il modello di Stato e l'intero ordinamento democratico voluto e condiviso dai nostri Padri costituenti in rappresentanza di tutti i partiti che avevano lottato contro il fascismo;
ritenuto che la legge elettorale e la riforma del Senato di imminente approvazione andranno a ledere profondamente i diritti costituzionali dei cittadini in quanto:
· il Senato della Repubblica non sarà più eletto direttamente dai cittadini (art.58 Cost.) ma sarà ridotto ad un'assemblea di soli 100 senatori di cui 5 nominati dal Presidente della Repubblica e 95 (74 consiglieri regionali e 21 sindaci), scelti dai Consigli regionali con un doppio incarico e dunque in potenziale conflitto di interesse con il loro ruolo di amministratori regionali o comunali,
· la legge elettorale (Italicum) ricalca, peggiorandolo, l'anticostituzionale Porcellum e disattende la sentenza della Consulta perché continua a negare il voto diretto dei cittadini ed il loro diritto ad esprimere senza vincoli le proprie preferenze (artt. 1, 3, 48, 56, 58 Cost.). Tale legge, dunque, ripristina un Parlamento di nominati dai partiti e ripropone un sistema fortemente maggioritario con un altissimo premio di maggioranza;
ritenuto che il combinato disposto tra queste riforme, quella della legge elettorale e quella del Senato:
· consegnerà un potere praticamente assoluto al partito o alla lista che, con solo il 40 % dei voti, conquisterà il 55% dei seggi alla Camera dei Deputati (340 seggi) ed avrà una maggioranza tale da poter condizionare l'elezione del Presidente della Repubblica, dei giudici della Corte Costituzionale e dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, organi di garanzia e di controllo fondamentali per la vita della democrazia costituzionale;
· consegnerà , nel caso assai probabile in cui nessun partito o coalizione di partiti dovesse raggiungere il 40% dei voti, nel successivo turno di 'ballottaggio', la maggioranza assoluta dei seggi ad un solo partito, indipendentemente dai voti ottenuti al primo turno (che potrebbero anche rappresentare solo un 20% degli elettori) e dal numero dei votanti;
· comprimerà ulteriormente la "sovranità popolare" modificando e mortificando gli istituti costituzionali di democrazia diretta, referendum (articolo 75) e leggi di iniziativa popolare (art.71) alzando le soglie per il loro esercizio (da 500.000 a 800.000 per i referendum abrogativi e da 50.000 a 150.000 per le leggi di iniziativa popolare);
tutto ciò premesso,
il Consiglio Comunale di Vicenza:
· esprime fortissimo allarme per la deriva autoritaria in atto contro la quale si sono costituiti in tutta Italia Comitati referendari per il NO al Referendum previsto dall'art.138 della Costituzione,
· Esprime la più ferma condanna nei confronti delle modifiche costituzionali poste in essere da questa Maggioranza. Il Consiglio Comunale si impegna a sensibilizzare l'opinione pubblica alla salvaguardia della nostra Costituzione.
· ribadisce che l'obiettivo della "stabilità del governo del paese e dell'efficienza dei processi decisionali nell'ambito parlamentare" non può "produrre un'alterazione profonda del principio di rappresentanza democratica, sul quale si fonda l'intera architettura dell'ordinamento costituzionale vigente" come ha scritto la Consulta nella sentenza n.1/2014
· impegna il Presidente del Consiglio Comunale ad inoltrare il presente atto consiliare al Presidente della Camera dei deputati, al Presidente del Senato, ai capigruppo parlamentari di Camera e Senato, all'Anci nazionale.
Liliana Zaltron
Daniele Ferrarin
Movimento 5 Stelle - Vicenza
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Sembrano pesci impazziti in una pozza che sta evaporando,tra poco non potranno più mangiare a sbaffo e dovranno trovarsi un lavoro come tutti noi!