Mastrotto smentisce GdF in una nota al GdV: "solo" 53 mln evasi, (alcuni) media "esagerati"
Lunedi 29 Agosto 2011 alle 10:45 | 0 commenti
I Mastrotto: «Questa è la nostra verità » è il titolo di oggi (in copertina e all'interno) de Il Giornale di Vicenza. Dopo le comunicazioni della Guardia di Finanza e la dura presa di posizione, sia pure con un minimo di dovuti "distinguo", di Roberto Zuccato, il presidente degli industriali di Vicenza, di cui il Gruppo Mastrotto è associato di rilievo, i fratelli Bruno e Santo Mastrotto affidano solo al quotidiano di Assindustria (ne abbiamo avuto conferma dal loro Ufficio stampa specifico, n.d.r.) la loro seconda difesa d'ufficio dopo la prima interlocutoria pubblicata qui. Per rispetto dei lettori (tutti) linkiamo qui l'articolo del Gdv in oggetto (su cartaceo e web, n.d.r.), in cui gli imprenditori della concia "forniscono numeri con cui tentano di ridimensionare la portata della bufera che ha investito il gruppo conciario, secondo i quali la pretesa tributaria non è di 106 ma (solo ..., n.d.r.) di 53 milioni di euro e non ci sarebbe "alcun tesoro nascosto. Nessun dipendente in nero".
Fermo restando, come abbiamo già scritto, che concordiamo con i Mastrotto sul fatto che comunque la verità sarà quella accertata dall'autorità giudiziaria, prevedibile passo successivo agli atti comunicati dal Colonnello Antonio Morelli e dai suoi uomini, prendiamo atto del canale unico di comunicazione, per altro di proprietà dell'associazione di cui fanno parte ma che ha fatto il suo lavoro pubblicando la nota, un articolo di Silvio Castagna e uno a firma Antonio Trentin sulle reazioni, rispettivamente, dei sindacati e dei politici.
Siamo sicuri, quindi, che l'esclusione anche del nostro mezzo fra i "beneficiari" della nota made in Mastrotto non è legata al fatto che siamo stati tra i primi a denunciare certi comportanenti già nel marzo 2010 e perciò diffidati, senza fortuna, dal continuare a farlo, ma solo a libere a scelte degli interlocutori diretti e preferiti.
Per l'attacco alla Guardia di Finanza e a certa stampa (quella esclusa oggi, tra cui, per tutti, La Repubblica?) che fa scrivere ai Mastrotto che «continuerà ad essere nostro dovere, perseguito con il massimo impegno, fare tutto il possibile affinché nel futuro prossimo, un grande gruppo industriale non abbia ad essere penalizzato con rappresentazioni mediatiche del tutto sproporzionate rispetto ai dati di fatto ed alla realtà operativa». Per inciso faranno di tutto, cioè, non per cambiare modo di operare, che siano 53 o 106 i mln evasi e così via, ma per avere rappresentazioni mediatiche che si adeguino alla loro valutazione di proporzioni?Â
Nelle informazioni e considerazioni fornite tramite e dal GdV, oltre al dimezzamento a (soli) 53 milioni della "pretesa tributaria" (alias evasione) e alla smentita secca di tesori nascosti e di dipendenti in nero, si afferma, infatti e anche, che i Mastrotto "ritengono che sia stato utilizzato «in modo del tutto improprio un importo roboante, 1,3 miliardi, che richiama l'attenzione ma non è rappresentativo della realtà dei fatti ...».
Ci permettiamo, per i (soli) nostri 130.000 lettori unici al mese ma anche per lasciarne traccia, di fare due domande che ci sarebbe piaciuto leggere accanto alla nota pubblicata in quanto tale e senza firma di redattori.
La prima ai Mastrotto con risposta semplice: "L'importo roboante" di 1,3 miliardi è stato inventato dalla stampa o è stato "fissato" nel titolo e nel testo dei comunicati della Guardia di Finanza?
La seconda, a cui ci auguriamo possa in qualche modo rispondere in corso di indagini, al colonnello Antonio Morelli: "Le cifre comunicate dalla GdF sono veritiere, nel senso che corrispondono ad accertamenti per quanto da affidare alle autorità competenti per i passi successivi, o sono esagerazioni o, peggio, invenzioni visto che, come affermano i Mastrotto, "il rilievo risulta del tutto infondato" per, ad esempio, i famosi 1,3 miliardi ?"
In attesa delle risposte torniamo alle lacrime e al sangue della manovra che colpisce tutti i ... poveri noti.
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