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Fiat Mirafiori. Marchionne: svolta storica. Fiom Cgil: operai hanno votato no

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 15 Gennaio 2011 alle 21:52 | 0 commenti

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Rassegna.it - Camusso: "Bocciato modello autoritario, senza consenso non si governa". Sacconi: "Si apre una nuova era per le relazioni industriali". Fim e Ulim: "Ora gli investimenti". Bersani: "Rispettare il voto e mantenere gli impegni".

I risultati definitivi del referendum di Mirafiori, con la vittoria di misura dei sì sono arrivati alle prime luci dell'alba. Le reazioni del mondo sindacale e politico, così, hanno tardato un poco, snocciolate da agenzie di stampa, radio e televisioni nelle prime ore del mattino.

Al centro delle dichiarazioni ci sono i risultati che parlano di una spaccatura netta tra operai e impiegati del Lingotto e la necessità da parte dell'azienda di mettere in atto gli investimenti promessi.

In mattinata arrivano i primi commenti dei big. I lavoratori di Mirafiori "hanno scelto di prendere in mano il loro destino, di assumersi la responsabilità di compiere una svolta storica e di diventare gli artefici di qualcosa di nuovo e di importante". Così l'amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne. "Siamo lieti che la maggioranza dei lavoratori di Mirafiori abbia compreso l'impegno della Fiat per trasformare l'impianto in una fabbrica di livello internazionale - afferma - perché con il loro voto hanno dimostrato di avere fiducia in se stessi e nel loro futuro". A suo giudizio, i lavoratori torinesi, "non hanno scelto soltanto di dire sì a una nuova possibilità per Mirafiori, quella di lavorare e competere tra i migliori". "Mi auguro - conclude - che le persone che hanno votato no, messe da parte le ideologie e i preconcetti prendano coscienza dell'importanza dell'accordo che salvaguarda le prospettive di tutti i lavoratori". Quelli che hanno detto sì, comunque, "hanno chiuso la porta agli estremismi, che non portano a nulla se non al caos, e l'hanno aperta al futuro, al privilegio di trasformare Mirafiori in una fabbrica eccellente".

"Il voto di Mirafiori, per l quale Rsu e iscritti Fiom si sono spesi, dimostra che non c'è la possibilità di governare la fabbrica senza il consenso dei lavoratori e quindi nega il ritorno del modello autoritario delle fabbriche-caserme. Sappiano Marchionne e Confindustria che così non si governa". A dirlo è la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, in un passaggio del suo intervento al direttivo del sindacato, secondo quanto riportato dall'Ansa.

"Un risultato straordinario, inaspettato". A dirlo è il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. A suo giudizio, il voto dimostra che "la Fiat non ha il consenso dei lavoratori e sarebbe un atto di saggezza riaprire una trattativa vera perché le fabbriche senza il consenso di quei lavoratori non funzioneranno". "Il referendum - ha aggiunto il dirigente sindacale - non lo riconosciamo perché è stato un ricatto. Questo Fiat lo sa meglio di noi e invece di mettere la testa sotto la sabbia dovrebbe fare i conti con questa realtà. Da parte nostra valuteremo tutte le azioni sia sul piano giudiziario sia sindacale".

"Marchionne ha vinto con i suoi uomini (con il voto degli impiegati e dei capi, ndr), noi abbiamo vinto con gli operai, che lui vuol fare lavorare di più e con meno diritti". È quanto ha dichiarato Giorgio Airaudo, responsabile nazionale dell'auto della Fiom. "Il no - ha aggiunto - ha un 46% dignitoso e orgoglioso su cui Fiat dovrebbe riflettere. Se fossi Marchionne rifletterei molto su questo voto", ha sottolineato Airaudo, ricordando ancora una volta che per la vittoria dei sì è stato "determinante" il voto degli impiegati che tra l'altro "a Mirafiori" ricoprono prevalentemente ruoli di capo.

"La maggioranza degli operai ha detto no. È un atto di coraggio eccezionale e una colossale sconfitta politica e morale per Marchionne ed i suoi sostenitori. È chiaro a tutti, ora, che c'e la forza per andare avanti e rovesciare l'accordo della vergogna". Sono le parole di Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom.

"Il quasi 100% dei lavoratori che è andato a votare è stato un bello schiaffo per Marchionne: adesso è costretto a fare l'investimento". Così invece Eros Panicali, responsabile nazionale Auto della Uilm. "Da lunedì - ha aggiunto - gli chiederemo da quale altro sito cominciare per gli altri 18 miliardi che devono essere investiti. Riguardo al tema dei diritti, Panicali ha poi osservato: "Le propagande ormai sono finite. Al di là dell'accordo su cui si è votato, i lavoratori sanno che da domani potranno contare su altri benefici".

"Per Marchionne ora non ci sono più alibi, gli impegni vanno mantenuti in tempi brevissimi", ha detto il responsabile nazionale auto della Fim, Bruno Vitali, che aggiunge: "È stata una campagna molto aspra che ha creato divisioni e incomprensioni, ma è il primo referendum che vinciamo dopo 15 anni ed e il più importante. Ora bisogna lavorare per ricostruire l'unità dei lavoratori e questo si può fare attraverso una gestione attenta dell'accordo". Quanto alla Fiom, Vitali conclude: "Un'organizzazione sindacale sana si interrogherebbe sulla sconfitta e su tutta questa vicenda".

"Nonostante lo schieramento favorevole al sì, che andava da Marchionne fino al capo del governo e tutti i ministri, passando per i notabili del Pd, i 'no' sfiorano il 47 per cento, dimostrando che c'è ancora la disponibilità dei lavoratori a lottare per difendere le proprie condizioni di vita e di lavoro". Così, in una nota, l'Usb.

Un po' in ritardo sono poi arrivati i commenti della politica. "L'esito del referendum apre un'evoluzione nelle relazioni industriali soprattutto nelle grandi fabbriche che dovrebbe consentire un migliore uso degli impianti e una effettiva crescita dei salari". È il commento, rilasciato ai microfoni del Gr2, del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. La vittoria del 'sì' è avvenuta a "denti stretti e questo ci deve far riflettere". Ad affermarlo l'ex ministro del Lavoro del governo Prodi, Cesare Damiano (Pd), il quale afferma comunque che "bisogna rispettare il voto dei lavoratori" e invita Marchionne a mantenere la promessa dell'investimento: "Ora deve dire dove mette i soldi promessi, stabilimento per stabilimento".

"Adesso quel risultato va rispettato, e va rispettato anche per quel tanto di disagio che rappresenta. Quindi ora Fiat mantenga gli impegni e si rivolga a tutti i lavoratori". A dirlo è il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: "Le forze sociali e anche quelle politiche si occupino di lavorare su un obiettivo preciso e chiaro entro i tempi dell'attivazione dell'accordo. Si facciano nuove regole per quel che riguarda la rappresentanza, la rappresentatività e la partecipazione. Infine - ha aggiunto - si abbia chiarezza sulle prospettive del settore auto, perché Mirafiori non esaurisce il problema auto in Italia, in particolare per quello che riguarda gli sviluppi".

"Per Marchionne è stata la vittoria più amara e per il no la sconfitta più gratificante". Lo afferma il leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola: "La partita non si è chiusa ma si è riaperta" poiché "il no vince tra gli operai e il sì con i capi e i capetti". Questo voto, ha sottolineato il governatore pugliese ai microfoni di SkyTg 24, "significa che il tentativo di imporre una radicalizzazione militare non serve a niente" e che è ora "possibile riaprire una stagione di lotte per i diritti di chi lavora".

Come al solito, sopra le righe Capezzone. "La vittoria dei sì a Mirafiori ha un valore storico, e sarà ricordata come la marcia dei 40mila o come il referendum sulla scala mobile" ha affermato in una nota Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, sottolineando che "è stato il trionfo di ragionevolezza contro demagogia, modernità contro conservazione, serietà contro massimalismo. Resta l'amarezza per come il Pd e Bersani, nei giorni decisivi, si siano di fatto accodati alla Fiom, pur di polemizzare contro Berlusconi e Marchionne".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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