Domande e un po' di sana polemica dopo la vernice di "Roi. La Fondazione demolita": su tutto la meraviglia delle mancate denunce contro cda targati Zonin. Che ancora incombe
Sabato 20 Maggio 2017 alle 22:42 | 1 commenti
Mercoledì sera 10 maggio c'erano in tanti, se rapportati a una città anestetizzata da decenni, e tutti non più disposti a girare le spalle dall'altra parte alla presentazione a Vicenza di "Roi. La Fondazione demolita" organizzata direttamente da Media Choice, editrice del network multimediatico VicenzaPiù e della sua collana Vicenza Papers, di cui, dopo "Vicenza. La città sbancata", fa ora parte il libro dossier sulla cupola che sovrasta la città e che è plasticamente rappresentata dal caso della mala gestio della Roi da parte dei cda, ad oggi nè denunciati nè tantomeno puniti, a guida di Gianni Zonin, che ancora ha suoi 4 uomini in un consiglio solo in parte rinnovato e nato anch'esso tra mille condizionamenti.
Oltre ai tanti messaggi di saluto arrivati (da Enrico Cappelletti, Sergio Berlato, Otello dalla Rosa, Maria Cristina Caretta...) erano molti i cittadini presenti di persona e tra i politici attivi, in rilancio e a "riposo" c'erano anche l'ex parlamentare Francesco Giuliari, Luciano Parolin, Giuseppe Mattiello, Adriano Verlato, Ubaldo Alifuoco, Franca Equizi, Luca Fantò, il giovane Leonardo De Marzo del movimento di Parisi, Liliana Zaltron, la capogruppo del Movimento 5 Stelle di Vicenza, e il più che noto Giovanni Rolando.
E c'erano, poi, Patrizio Miatello, presidente di Ezzelino III da Onara, a rappresentare una delle più attive associazioni di soci traditi dalla BPVi sempre di Gianni Zonin, l'esponente dei movimenti cittadini Giancarlo Albera che testimoniava il "degrado" multiforme della città e il giudice in quiescenza Dario Crestani che faceva venire in mente i giudici in attività ma, lo ha rilevato il pubblico, ancora "assenti" sul caso Roi.
Così come assenti sono ancora le autorità comunali, sindaco Achille Variati e vice sindaco Jacopo Bulgarini d'Elci in testa, che avrebbero tutto il diritto e, soprattutto, hanno l'ineludibile ma finora eluso dovere, etico e legale, di difendere l'espropriazione che la città ha subito per l'uso fuori e contro lo statuto del patrimonio di 100 milioni di euro lasciato dal marchese Giuseppe Roi in mano a chi lui reputava suo amico e amico della città , mentre se amico è stato Gianni Zonin lo è stato di chi lo poteva "servire" e gli poteva servire...
Dopo la lunga e approfiondita presentazione dei misfatti di chi ha gestito e in parte ancora gestisce la Fondazione non sono rimasti tutti ma è interessante vedere e ascoltare gli interventi nel video qui proposto integralmente.
Ci scusiamo del suo audio in certi momenti non perfetto per problemi tecnici improvvisi all'impianto della sala ma non ci scusiamo dell'animosità del botta e risposta inziale tra Adriano Verlato, un combattente per la verità che ha portato i saluti anche di Mario Giulianati (poi intervenuto per iscritto), e Giovanni Coviello, il nostto direttore e autore del libro dossier, che in questo campo non vuole lasciare il primato ad alcuno.
Non ci scusiamo perchè quella vivacità è la testimonianza migliore che a Vicenza c'è ancora chi lotta per il bene comune e, per farlo, punta a conoscere la cupola.
Per demolirla.Â
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