Disdetta del contratto dei metalmeccanici. Disdetta per l'Italia questi imprenditori.
Mercoledi 8 Settembre 2010 alle 20:40 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella (FdS) e pubblichiamo
Federmeccanica dà disdetta al contratto dei metalmeccanici che scade il primo gennaio 2012. La confindustria usa il "metodo Marchionne" e sferra un attacco a CGIL e FIOM. Gli altri sindacati, di fatto, subiscono l'atto unilaterale di Federmeccanica e lo accettano tanto che Bonanni, con la sua ormai nota posizione a capo chino e con il cappello in mano, dà la sua "benedizione" ai padroni e critica la FIOM.
L'onorevole Calearo, in piena estasi mistica, vorrebbe che Marchionne fosse dichiarato "santo subito". Protettore di "lorpadroni"? L'importante, per questi "signori", è isolare chi lotta, dividere chi lavora, cancellare i diritti. La fabbrica deve diventare una sorta di caserma dove le regole dello Stato non sono più in vigore. Un "territorio franco" dove l'unica legge è quella imposta dal padrone. E i lavoratori non devono avere più alcun diritto. Di fronte a tutto questo si devono fare delle precise scelte di campo. Bisogna essere chiari. Non è morale che in Italia i dirigenti e i manager delle grandi aziende prendano come e più di 300 operai o impiegati. Non è morale che in Italia gli investimenti per ricerca e sviluppo da parte dei privati siano di molto sotto la media europea. Non è morale che, in Italia, si colpisca l'istruzione e la sanità pubblica e si diano denari a quelle private. Non è morale che in Italia ci sia un'evasione fiscale annuale di oltre 100 miliardi di euro. Non è morale che la corruzione, in Italia, sottragga denaro necessario ad investimenti necessari per migliorare i servizi. E, sia ben chiaro, i lavoratori e i pensionati certamente pagano le tasse e non corrompono nessuno.
La signora Emma Marcegaglia afferma che il problema del paese è la FIOM? Si guardi in casa sua. I veri problemi li hanno creati lorsignori togliendo le risorse alla produzione per metterle nella finanza, delocalizzando (lavoro e denari), dilapidando gli aiuti dello Stato, usando la cassa integrazione anche se non necessaria, licenziando in nome della competitività e della produttività . Comincino lorsignori a tagliare i propri stipendi, i propri profitti. E paghino le tasse, tutte, come fanno i lavoratori. E la smettano di accusare altri di essere i responsabili della crisi. La crisi non l'ha creata la FIOM, l'hanno creata anche quelli che oggi danno disdetta al contratto nazionale dei metalmeccanici e sarebbe giusto che fossero loro a pagare.
La disdetta del contratto nazionale dei metalmeccanici è un atto grave. Una vera e propria "dichiarazione di guerra" contro chi lotta per i diritti e la dignità di chi lavora. Non si può essere neutrali. Noi comunisti diamo la nostra piena solidarietà alla FIOM e ci dichiariamo disponibili a lottare uniti perché l'Italia non torni a rapporti di lavoro ottocenteschi. I lavoratori sono cittadini e non servi come li vorrebbero la signora Marcegaglia, Calearo, Marchionne e soci.
Giorgio Langella
segr. prov. Partito dei Comunisti Italiani - Federazione della Sinistra Vicenza
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.