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Vent’anni dopo lo
Stato italiano torna in banca. Uscito dal capitale dei grandi istituti di credito con la quotazione delle tre Bin (Commerciale, Credito, Banco di Roma) e della Banca nazionale del Lavoro, si riaffaccia oggi per sanare due situazioni esplosive generate da decenni di mala gestione, che l’intervento dei privati non ha avuto la forza, o la capacità , di salvare. A Siena come a Nordest, tra la
Popolare di Vicenza e
Veneto Banca, serve lo Stato per chiudere i conti con il passato.
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Dopo l'
avv. Carlo Conte, presidente di
Codacons Veneto, l'avv.
Andrea Arman, che supporta tecnicamente il
Coordinamento Banche di don Enrico Torta, (nella foto all
'assemblea del 4 febbraio scorso organizzata da "Noi che credevamo nella BPVi") ci scrive in merito alle "
osservazioni" fattegli dal, facilmente individuabile, "avvocato anonimo" che ci ha consentito con la sua lettera, in cui legittimamente ha chieso l'anonimato, di sbloccare la discussione sulle situazioni e sulle domande da noi poste fin dal 21 febbraio nell'indagine, con numeri e interessi da paura, sulla «
giungla di chi "tutela" migliaia di soci di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca...» (
qui tutti gli articoli, ndr). L'anonimo legale diceva di Arman: «
L'Associazione di don Torta è nata per motivi sociali, si limita a dichiarazioni etiche e l'avvocato Andrea Arman, che la rappresenta non dispone nè di competenze nè di ambizioni per trarre profitto da una eventuale attività professionale».Â
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L'articolo odierno di Marco Ferrando su Il Sole 24 Ore si riferisce alla situazione attuale di Mps, per la quale è previso un aumento di capitale a carico dello Stato di 6,6 miliardi di euro, ma affronta un tema che sarà presente, con possibili effetti dirompenti, anche nel momento in cui lo stesso Stato dovrà intervenire per salvare Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il "dovrà " pare ineluttabile visto che, senza considerare i 2.6 miliardi di euro di crediti fiscali complessivi delle due banche di cui ancora non si parla... ma che sono un'altra componente negativa da "coprire", si parla ora di un aumento complessivo necessario per le due ex Popolari venete di almeno 5 miliardi di euro. Se ci accusavano quasi di terrorismo finanziario quando noi tempo fa ne prevedevamo 5.7 a fronte dei solo 2.5 strombazzati dalle solite veline locali, ma questa è la solita storia, perchè le considerazioni odierne su Il Sole impattano anche sulla BPVi e su Veneto Banca?Â
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Abbiamo pubblicato stanotte molto prima dell'alba
il secondo articolo della nostra «
indagine sulla "giungla di chi tutela migliaia di soci di BPVi e Veneto Banca"» in cui pubblicavamo la lettera di un legale "concorrente", come lui stesso correttamente si definiva, che rendeva nota tramite
[email protected] «
la prima reazione con tanti attacchi e qualche difesa» al
nostro invito a rispondere alle domande su come e a quali costi e condizioni legali e associazioni realmente tutelino i soci traditi dalla vecchia
Banca Popolare di Vicenza e dalla altrettanto mal gestita
Veneto Banca. Sapevamo di smuovere un mare di interessi in cui sotto acque a volte limpide c'è tanto fango che aggiunge agli errori della gestione di banchieri con i soldi altrui alla
Gianni Zonin gli olezzi dello sciacallaggio sulla pelle della povera gente depredabile ancora del poco che le rimane.
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Categorie: Banche
Se per il presidente
Gianni Mion, appena arrivato in
Bpvi, la banca era metaforicamente «una nave da portare a galleggiamento per tentare la via del mare aperto» (ed evitare la rottamazione), l’ad
Fabrizio Viola si rifugia nel glossario edile per dare concretezza al progetto della “banca del Nordestâ€. «Mettiamola così: stiamo costruendo un palazzo» dice il ceo ex Mps intervenuto, al fianco del vicedirettoreÂ
Gabriele Piccini (ex Unicredit), all’incontro a Mestre organizzato con una ventina di rappresentanti delle categorie economiche daiÂ
quotidiani Finegil (
il mattino di Padova, la tribuna di Treviso, la Nuova di Venezia e Mestre, Corriere delle Alpi, il Messaggero Veneto) eÂ
Repubblica Affari&Finanza.
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Si avvicina la data della, prorogabile, scadenza delle due proposte similari di
transazione (nella foto la sua presentazione a Padova) fatte a 94.000 soci della
BPVi (scade il 22 marzo) e a 75.000 di
Veneto Banca (la prima dead line è per il 15 marzo e aumentano le domande che ci arrivano all'indirizzo mail dedicato ai nostri lettori
[email protected] e a cui proviamo a rispondere direttamente o con l'aiuto di esperti e associazioni (oggi tocca... all'avv.
Franco Conte presidente di
Codacons Veneto). Ecco il quesito su cosa possa fare un socio che abbia aderito o che stia per farlo ma che si, e ci, chiede se le condizioni proposte potranno cambiare e, in quel caso, se chi ha firmato per le vecchie possa in qualche modo avvalersi delle nuove. Ecco, intanto, la domanda completa.
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