Nessuno potrà ridare la vita a Praia a Mare agli oltre 100 morti o la salute alle decine di colpiti da tumore dopo aver lavorato per anni nella ex fabbrica dei veleni prima di Rivetti, poi della Lanerossi - Eni e, infine, della Marzotto e i cui responsabili non sono stati... individuati nel processo Marlane Marzotto, in cui tutti gli imputati, a partire da Pietro Marzotto, sono andati assolti per un complesso di motivazioni. E nessuno potrà cancellare le altre 29 morti e la decina di nuovi tumori sotto esame nelle indagini appena (ri)aperte e denominate per semplicità Marlane Marzotto bis che hanno portato anche (finalmente?) al sequestro dello stabilimento dismesso con le sue scorie dal 2004.
Mentre un'azienda vicentina, la Socomec, dopo la nostra registrazione (avevamo precisato da ingegnere elettronico e da giornalsita) al suo evento di oggi, in cui Federico Faggin, il padre vicentino del microprocessore, parlerà a Isola Vicentina di innovazione e consapevolezza umana col patrocinio del Comune, ci ha chiesto di consegnare una preview per l'approvazione preventiva del nostro eventuale articolo su cotanti segreti ("sa - ci è stato detto - il GdV la volta precedente ha riportato frasi inesatte..."), e mentre Il Giornale di Vicenza di oggi torna al suo standard dando la notizia di ieri sul sequestro dello stabilimento della Marlane Marzottoma omettendo accuratamente l'innominabile Marzotto, ecco la nostra nuova corrispondenza, senza approvazioni preventive da novello MinCulPop in salsa vicentina e senza censure di favore verso gli innominabili "benefattori" del benemerito clan familiare valdagnese.
Proprio mentre per stasera alle 18 presso l'ex Lanificio Conte di Schio nella sala Turbine è programmata, dopo il saluto del sindaco Valter Orsi, la presentazione il libro "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" firmato da Giorgio Langella per la collana Vicenza Papers curata dal nostro direttore Giovanni Coviello, i carabinieri del Noe di Catanzaro hanno sequestrato lo stabilimento della MarlaneMarzotto di Praia a Mare, dismesso nel 2004, nell'ambito di una inchiesta della Procura di Paola, nota come Marlane Marzotto bis (fa seguito alla prima con tutti gli imputati tra cui Pietro Marzottoassolti in appello per varie motivazioni) sul decesso di 30 operai e la malattia di altri 12 provocati, secondo l'accusa, dalle esalazioni tossiche sprigionate dalla sostanze usate nella produzione.
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La sentenza del processo di appello per quanto è accaduto alla Marlane Marzotto di Praia a Mare (cfr. il mio "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante") ha confermato quella di primo grado: tutti gli imputati sono stati assolti. Questa notizia viene data oggi da molti organi di informazione nazionali. Gli stessi che per troppi anni hanno ignorato cosa fosse successo nello stabilimento calabrese e che, adesso, riferiscono che per gli oltre cento decessi a causa di tumore, per l'inquinamento, per il disastro ambientale che là è avvenuto non è stato trovato nessun responsabile.
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Praia a Mare, nostro servizio esclusivo. È giunta una nuova pioggia di assoluzioni nel procedimento penale Marlane Marzotto (cfr. il libro "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" di Giorgio Langella da noi edito). I giudici di Catanzaro hanno in definitiva confermato la sentenza di primo grado. Le motivazioni tra 90 giorni. Dopo la sentenza di primo grado del 19 dicembre 2014, oggi, anche la Corte di Appello di Catanzaro ha assolto gli imputati: ex proprietari, dirigenti di Valdagno e quadri locali della fabbrica tessile di Praia a Mare, in provincia di Cosenza. Per loro erano rimasti in piedi in questo secondo grado soltanto i reati di disastro ambientale e rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.
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La storia si ripete, scrive nella nota che pubblichiamo il PCI federazione provinciale di Vicenza. Nell'ottobre 2010 dopo qualche udienza preliminare del primo processo Marlane Marzotto, gli avvocati difensori degli indagati eccellenti chiedevano il trasferimento del dibattimento a Vicenza, per loro "sede naturale" dal momento che le decisioni venivano prese a Valdagno. Una richiesta che venne rigettata in una successiva udienza verso fine ottobre 2010. Qualcuno ricorda cosa successe ormai 7 anni fa. Ci furono continui rinvii, eccezioni, richieste varie che fecero rallentare l'inizio del processo (cfr. "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante").
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"A sedici anni dalla chiusura dello stabilimento di proprietà dei Marzotto, aperto un nuovo fascicolo con sette indagati. Sono tutti già imputati nel processo d'appello che si sta celebrando a Catanzaro per la morte di 107 operai, ma per la procura sarebbero responsabili anche di altri decessi": questo il sommario dell'articolo odierno su la Repubblicaa firma di Alessia Candito. Commenti di VicenzaPiù? Non è mai troppo tardi... Di seguito l'articolo che speriamo sia di stimolo per altri media nel seguire correttamente almeno il Marlane Marzotto bis dopo il primo di fatto oscurato (cfr. "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante").
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Praia a Mare, nostro servizio esclusivo.C'è un tentativo di spostare il procedimento Marlane Marzotto bis dal suo naturale contesto giuridico, cioè da Paola, in provincia di Cosenza, a Napoli. Nelle prime sedute davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale calabrese, l'eccezione di incompetenza per territorio è stata avanzata dall'avvocato Gianluca Luongo, difensore dell'indagato Ivo Comegna. Una richiesta che poggia sulla circostanza che tra le 29 morti di operai per tumore iscritte in questo nuovo procedimento la prima è avvenuta proprio a Napoli. È il caso di Carmelo Martino, deceduto nel capoluogo campano nel 1980.
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La fase preliminare del Marlane Marzotto bis, presso il tribunale di Paola (Cs), è partita a singhiozzo (nella foto un mezzo dei vigili del fuoco impegnati nel prelievi e rilievi, ndr). Già due i rinvii decisi dal Giudice per le indagini preliminari sull'incidente probatorio chiesto dalla procura locale a caccia di prove per riaprire il caso sui tumoriche hanno mietuto vittime tra gli operai dell'ex fabbrica tessile di Praia a Mare(cfr. il libro "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" di Giorgio Langella da noi edito). Lo scorso 8 settembre si sono registrati dei difetti di notifica tali da indurre il giudice a rinviare al prossimo 3 ottobre. Nella prima udienza di tre giorni prima, invece, si era registrata una richiesta di integrazione dell'incidente probatorio.
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