Il 6 febbraio del 1976, Leonard Peltier fu arrestato. Da allora è rinchiuso in carcere, condannato a due ergastoli dopo un processo che definire "discriminatorio" è solo un tragico eufemismo. Senza prove concrete, con indizi costruiti ad arte e testimonianze confuse o estorte, Leonard Peltier da 42 anni vive (ma anche questo è un eufemismo) rinchiuso in una cella. Una cella che per tanti anni è stata di isolamento. La colpa di Peltier è stata quella di nascere dalla "parte sbagliata" del mondo. Quella parte nella quale vivono (ed è sempre un eufemismo) i diseredati, gli sfruttati, quei popoli ridotti alla sudditanza, umiliati e distrutti dal colonialismo e dall'imperialismo.
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Su molti giornali si legge che è stato avviato il processo di canonizzazione per Alce Nero (Black Elk), un famoso capo pellerossa che divenne cattolico all'inizio del secolo scorso. Un fatto straordinario. Un "indiano d'America" diventerà santo. La notizia viene tiportata con qualche risalto. Si spiega. in breve. la vita di Alce Nero. Da bambino combattè al Little Big Horn contro il generale Custer. Fu anche testimone del massacro dei Sioux a Wounded Knee. Un orrore che lo segnò profondamente per tutta la vita. Morì nella riserva di Pine Ridge del South Dakota.
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Ogni tanto penso a Leonard Peltier, alla sua vita costretta da oltre quaranta anni in una cella. Penso a come si deve sentire una persona innocente, condannata solo per il fatto di appartenere a un popolo, gli "indiani d'America", che è stato massacrato dal "progresso" dei colonizzatori bianchi. Un popolo considerato inferiore, umiliato e costretto a subire qualsiasi sopruso dalla "civiltà " di chi si credeva (e si crede tutt'ora) superiore ed "eletto". Una "civiltà " che ha imposto la propria supremazia con l'assassinio e la violenza (nel video Freedom, una canzone "molto rock" di un complesso statunitense, Rage Against The Machine, dedicato a Leonard Peltier).
In queste ultime ore l'informazione dà enorme risalto alla morte di Liu Xiaobo, dissidente cinese morto di cancro al fegato al First Hospital of China Medical University di Shenyang, dove era ricoverato da qualche settimana. Liu Xiaobo era stato insignito del nobel per la pace (premio dato un po' a tutti soprattutto - o solo - per questioni politiche) ed era stato condannato a 11 anni di prigione per "incitamento alla sovversione del potere dello stato".
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"Donald Trump ha cancellato "con effetto immediato" l'accordo con Cuba. Lo stesso Trump ha dichiarato che il suo obiettivo è "una Cuba libera" e che "tutti i prigionieri politici dovranno essere liberati". L'amministrazione statunitense ancora una volta si dimostra per quello che è. Espressione dell'imperialismo più becero, nemica di ogni espressione che si opponga alle sue imposizioni": così inizia Giorgio Langella, segretario regionale del PCI Veneto, di cui pubblichiamo l'opinione. Ricordiamo, prosegue Langella, che gli USA sono cresciuti grazie al sistematico massacro degli indiani d'America. Un genocidio che ha provocato nel XIX secolo decine di milioni di morti (le stime riferiscono di un numero compreso tra i 50 e i 100 milioni). Ricordiamo come gli USA, nel tempo, abbiano sempre represso nel sangue qualsiasi tentativo di riscatto dei popoli nel mondo.Â
"Leonard Peltier è un indiano Lakota in carcere dal 6 febbraio 1976, da più di 41 anni, da più di 15.000 giorni e notti, è rinchiuso nelle carceri di massima sicurezza degli Usa. Un triste record. Leonard Peltier ha 72 anni, è malato, resiste, accusato della morte di due agenti dell'FBI, sta pagando per la lotta dell'American Indian Movement negli anni '70. Centinaia di migliaia di persone si sono espresse e hanno manifestato per la sua liberazione nel corso di questi 41 anni": è così che inizia la lettera del comitato di supporto a Leonard Peltier di Barcellona (Spagna) che è giunta a Giorgio Langella, che la sottoscrive e ci propone di pubblicarla. Cosa che facciamo volentieri di seguito sottoscrivendola come fatto in passato con un analogo appello "lanciato" proprio da Giorgio Langella, nostro opinionista e segretario regionale del PCI Veneto.
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Pubblicato alle 9.52, aggiornato alle 13.30. In una sua nota, che pubblichiamo di seguito e che condividiamo in tutto per il caso Peltier ma che ci riserviamo di commentare per la presidenza Obama in generale, il PCI - FGCI Veneto riporta la notizia del rifiuto di Barack Obama a concedere la grazia a Leonard Peltier. Questa è l'ennesima dimostrazione - proswgue la nota - dell'ingiustizia e della discriminazione esistenti negli Stati Uniti. Oggi noi accusiamo il presidente Barack Obama di non avere avuto la dignità e l'onestà intellettuale di riconoscere che Leonard Peltier, 40 anni fa, fu condannato ingiustamente per il solo fatto di essere un indiano d'America e di lottare per i diritti del suo popolo. Anche Obama, al quale fu conferito nel 2009 un preventivo - e immeritato - premio Nobel per la Pace, è stato un cattivo presidente. Un burattino nelle mani di chi detiene il vero potere.
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