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Leonard Peltier, liberazione dell'indiano Lakota innocente ma in carcere in Usa: nuovo appello per lui da Barcellona a Donald Trump passando per Obama e Sala via... Langella

Di Citizen Writers Lunedi 8 Maggio 2017 alle 19:47 | 0 commenti

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"Leonard Peltier è un indiano Lakota in carcere dal 6 febbraio 1976, da più di 41 anni, da più di 15.000 giorni e notti, è rinchiuso nelle carceri di massima sicurezza degli Usa. Un triste record. Leonard Peltier ha 72 anni, è malato, resiste, accusato della morte di due agenti dell'FBI, sta pagando per la lotta dell'American Indian Movement negli anni '70. Centinaia di migliaia di persone si sono espresse e hanno manifestato per la sua liberazione nel corso di questi 41 anni": è così che inizia la lettera del comitato di supporto a Leonard Peltier di Barcellona (Spagna) che è giunta a Giorgio Langella, che la sottoscrive e ci propone di pubblicarla. Cosa che facciamo volentieri di seguito sottoscrivendola come fatto in passato con un analogo appello "lanciato" proprio da Giorgio Langella, nostro opinionista e segretario regionale del PCI Veneto.

E la lettera continua come di seguito.

Amnesty International, Human Rights Watch, Nelson Mandela, il Dalai Lama, madre Teresa di Calcutta, Michail Gorbaciov, Desmond Tutu, Rigoberta Menchù, Noam Chomsky, Angela Davis, Robert Redford, Michael Moore, Robert Redford, Harry Belafonte, Paul Mc Cartney, Madonna, Sting, Alex Zanotelli, Gad Lerner, una lunghissima fila di personaggi e di gente comune ha chiesto la sua liberazione. Vi sono state prese di posizione da parte del Parlamento Europeo, Belga, Italiano. Il suo processo fu colmo di vuoti e forzature, l'FBI voleva un capro espiatorio. Lo stesso giudice ammise, a posteriori, che non vi era alcuna prova certa della sua colpevolezza. Leonard Peltier ha sempre dichiarato la propria innocenza e ha mantenuto fermi i propri ideali di giustizia, ricordando i diritti delle tribu native, ingannate, massacrate e discriminate per più di cinque secoli. Al termine dei loro mandati i Presidenti degli Usa ricevono una gran quantità di richieste di libertà, di grazia. Anche al termine del suo mandato il Presidente Obama ne ha firmate molte.
Mr Barack Obama, perche' non ha firmato la liberta' per il vecchio Leonard Peltier?
Avrebbe potuto farlo, era nei suoi poteri. Era l'unica persona al mondo che poteva liberarlo. Secondo la legislazione statunitense, Peltier potrà uscire quando avrà oltre 90 anni. Leonard Peltier rischia seriamente di morire in carcere. La sua è una lenta condanna a morte. Lei stesso, durante il suo mandato, ha riconosciuto che c'è qualcosa che non va in una nazione che ha più di 2 milioni di persone in carcere e la più alta percentuale di detenuti rispetto alla propria popolazione. Lei ha pianto a Robben Island nella cella di Nelson Mandela, ma si è dimenticato della cella di Leonard Peltier. Ha frustrato gli sforzi di migliaia di persone che si erano mobilitate in un gran crescendo, in tutto il mondo, sperando nel suo gesto, che non c'è stato. Riteniamo possibile che il nuovo presidente sia più sensibile? Leonard Peltier è il Nelson Mandela degli indiani d'America.
Che ci si attivi fin da subito per lo meno per il suo avvicinamento, attualmente è in un carcere a più di 2000km dalla sua gente.

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Caro sindaco Giuseppe Sala,
domani lei consegnerà le chiavi della Città a Obama. Migliaia di persone applaudiranno e forse si commuoveranno, con nostalgia, di fronte all'ex presidente degli Usa. Le chiediamo di compiere un grande atto politico che parli all'umanità, rispondendo al suo bisogno di giustizia: doni le chiavi della città di Milano a Leonard Peltier. Nell'ottobre 2003 Mumia Abu-Jamal, condannato a morte negli Usa, è stato nominato cittadino onorario della città di Parigi dal sindaco Bertrand Delanoë; nel 2005 la città di Saint-Denis ha deciso di intitolargli una via. Libertà per Leonard Peltier, libertà per Mumia Abu-Jamal, libertà per il gruppo dei MOVE (tutti in carcere da oltre 35 anni). Il 23 agosto1977 l'allora governatore del Massachusetts Dukakis ammise, a 50 anni dalla loro morte sulla sedia elettrica, che Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti erano innocenti. Che non si aspetti tanto anche per questi uomini.

Milano 5 Maggio 2017

Andrea De Lotto

Per adesioni o informazioni
Andrea De Lotto,
cittadino milanese,
del comitato di supporto a Leonard Peltier di Barcellona (Spagna)
349-0931155, [email protected]
https://cslpbarcelona.wordpress.com/
http://www.whoisleonardpeltier.info/


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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