La denuncia della Cgil: "nota azienda delle lavorazioni carni licenzia 4 lavoratori iscritti al sindacato"
Lunedi 17 Dicembre 2018 alle 18:11Coldiretti Vicenza: stalle vicentine e venete a rischio chiusura. Il 40% della carne arriva dall’estero
Mercoledi 25 Gennaio 2017 alle 15:27Coldiretti Vicenza al Lingotto di Torino per la difesa della carne italiana: “basta allarmismi e pericolose mode”
Mercoledi 4 Maggio 2016 alle 10:40Arriva il tutor della carne rossa. Scegliere la carne è sempre più difficile, soprattutto a causa dell'invasione dei prodotti stranieri, sottoposti a controlli decisamente diversi rispetto a quelli attuati nel nostro Paese. “Il consumatore ha bisogno di chiarezza e trasparenza, ma al contempo è necessario incentivare la corretta e completa lettura dell'etichetta. Proprio per questo domani saremo al Centro Congressi del Lingotto a Torino, con una nutrita delegazione vicentina, per la tutela della carne made in Italyâ€.
Continua a leggereIl vicentino Pizzolo presidente settore bovini da carne Confagricoltura: "anno nero"
Giovedi 3 Dicembre 2015 alle 16:39“Per le carni rosse il 2015 si chiude in forte crisi, con un’ulteriore contrazione del 2 per cento. Servono misure urgenti per salvare il settore o decine di allevamenti in Veneto chiuderannoâ€. E’ l’allarme lanciato da Enrico Pizzolo, eletto oggi nuovo presidente della sezione regionale Bovini da carne di Confagricoltura Veneto. Vicentino di Lonigo, 38 anni, laurea in economia e commercio, Pizzolo conduce con il fratello un’azienda a indirizzo zootecnico ed ha alle spalle un notevole bagaglio sindacale, essendo stato vicepresidente nazionale dei giovani Anga di Confagricoltura e vicepresidente di Confagricoltura Vicenza. Continua a leggere
Puppato: campagna Oms in favore carni italiane
Mercoledi 28 Ottobre 2015 alle 20:48Macelleria mediatica a Vicenza: dopo i vermi "post datati" e i sobillatori degli immigrati, in copertina le bistecche. Anche le buone...
Martedi 27 Ottobre 2015 alle 23:23
Vittorio, un macellaio del centro di Vicenza, dopo la consueta macelleria mediatica della stampa, nazionale e locale, che vive di agenzie e della moda del momento, è secco: "bisognerebbe fare i giusti distinguo. Non bisognerebbe mettere nel titolo all'indice la nostra bistecca e la carne rossa, tra l'altro di ottima e controllata qualità se italiana, e poi nel sommario scrivere che il problema reale caso mai risiede nelle carni insaccate, che, tra l'altro, per essere tali hanno bisogno di conservanti e quant'altro per cui da tempo il consumatore sa che abusarne di certo bene non fa". Â
Continua a leggereConfagricoltura Vicenza: "I veneti mangiano poca carne e di qualità"
Martedi 27 Ottobre 2015 alle 15:49"Troppa carne rossa fa male? Gli italiani lo sanno da sempre, visto che ne consumano in media 300 grammi in una settimana. Esattamente la metà rispetto ai dati indicati nello studio dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro". Michele Negretto, presidente di Confagricoltura Vicenza, smorza l'allarme sui rischi cancerogeni legati al consumo di carne rossa rimbalzati sui media dopo la pubblicazione dello studio Iarc e le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità . Continua a leggere
Origine della carne in etichetta, Cerantola: ma non per tutte le carni
Giovedi 2 Aprile 2015 alle 16:08Un importante passo avanti, pur restando ancora escluse alcune tipologie di carne, che permette al consumatore di sapere da dove arriva ciò che mangia ed hai nostri produttori di vedere riconosciuto l’importante lavoro fatto in termini di qualità e controlli, per garantire il meglio ai cittadini.
Continua a leggereItaliani bocciati in macelleria
Domenica 3 Ottobre 2010 alle 16:29Vie del Gusto - Amano la carne e ne consumano sempre di più ma gli abitanti del Belpaese, come emerge da un'indagine promossa da Vie del Gusto, confondono l'asado con un partito politico sudamericano e il manzo con un vezzeggiativo
Ne consumano oltre 90 kg a testa ogni anno (Dati Assocarni 2010) ma gli italiani scoprono di ignorare completamente cosa si ritrovano nel piatto.
Continua a leggereAntibiotici a pranzo e cena. Con la carne
Lunedi 29 Marzo 2010 alle 14:45Adico   Â
Ogni anno un consumatore medio ne ingerisce a sua insaputa quasi 9 grammi, l'equivalente di quattro cure
Una cura involontaria, anzi quattro. Ogni anno un consumatore medio di carne ingerisce a sua insaputa quasi 9 grammi di antibiotici, equivalenti a un poker di terapie.
Il nuovo dossier della Lav (Lega anti vivisezione) porta alla luce i rischi sanitari ancora poco conosciuti dai carnivori. L'ingestione continuata di questi medicinali, infatti, può provocare alla lunga disturbi intestinali cronici e può rendere i trattamenti antibiotici inefficaci quando veramente servono.
"PERCHE' MANGIAMO GLI ANIMALI"
Il dossier «Rischio sanitario degli allevamenti intensivi. Resistenza agli antibiotici e nuove malattie» è stato pubblicato dalla Lav in concomitanza con l'uscita del romanzo-inchiesta di Jonathan Safran Foer "Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?" (Guanda editore). Nell'autobiografia Foer - in Italia in questi giorni - descrive con realismo il sistema degli allevamenti intensivi, mettendone in discussione la necessità e in evidenza le sofferenze inflitte agli animali. Quest'indagine, che ha creato un grande dibattito negli Stati Uniti, ha portato l'autore alla scelta di diventare vegetariano.
ANTIBIOTICI A PRANZO E A CENA
Le condizioni di vita negli allevamenti industriali sono responsabili del debole stato di salute degli animali. Senza i farmaci, quindi, non sarebbe possibile far funzionare alcun allevamento intensivo. Per produrre 1 chilogrammo di carne sono impiegati mediamente 100 mg di antibiotico. I farmaci rimangono spesso nei tessuti degli animali e arrivano nel piatto. Ciò significa che l'italiano medio che consuma circa 87 kg di carne ogni anno (senza considerare i consumi di prodotti ittici) ingerisce involontariamente quasi 9 grammi di antibiotici, equivalenti alla somministrazione di circa 4 terapie antibiotiche ogni anno. «Il consumo di carne comporta rischi sanitari di cui si parla ben poco in Italia - spiega Roberta Bartocci, biologa, responsabile Lav settore Vegetarismo - e di cui raramente i consumatori hanno consapevolezza: dal rischio di assumere antibiotici ‘a pranzo e a cena', al rischio di venire a contatto con patogeni che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici».
I RISCHI PER LA SALUTE
Secondo l'Autorità alimentare europea, Efsa (European Food Security Authority), in molti casi i cibi di origine animale trasmettono all'uomo batteri resistenti agli antibiotici. L'ingestione continuata - tramite la carne - di questi medicinali può provocare alla lunga disturbi intestinali cronici e l'inefficacia degli antibiotici quando ne sorga la necessità . Il rischio è non avere la possibilità di guarire dalle patologie trasmesse da questi batteri, dalle più semplici a quelle che potrebbero avere esiti potenzialmente fatali. Tra questi patogeni che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici ci sono anche la Salmonella typhimurium e parathyphimurium (l'infezione si trasmette con le uova e la carne, soprattutto avicola e suina), lo Staphylococcus aureus, Campylobacter coli e jejuni. Ma i rischi maggiori sono quelli che potrebbe causare un altro batterio divenuto resistente: un particolare ceppo di Escherichia coli che provoca colite emorragica e insufficienza renale. La contaminazione del cibo (carne e latte bovino) avviene attraverso le feci dell'animale, ma anche tramite l'acqua. Il maggior fattore di rischio è rappresentato dal consumo di carne macinata di manzo cruda o poco cotta (hamburger disease), ma ne è stata dimostrata la presenza anche in carni di pollo, agnello e maiale.
RADDOPPIO DEI CONSUMI
Secondo la Fao entro il 2050 i consumi mondiali di carne raddoppieranno. Oggi si calcola che gli animali allevati sulla Terra siano circa 10 volte gli umani: si contano 1.300.000.000 di bovini, 1.000.000.000 di suini, 1.700.000.000 di ovini e caprini, ben 52.000.000.000 di avicoli, 900.000.000 milioni di conigli, senza considerare pesci e crostacei. "Raddoppiare questi numeri significa portare al collasso la Terra sotto il profilo ecologico, sanitario ed economico - prosegue Roberta Bartocci -. I cittadini pagheranno sempre di più con la loro salute un metodo di produzione animale altamente rischioso. E' indispensabile riconvertire il sistema alimentare attuale verso un sistema ‘sostenibile' iniziando dal non considerare più gli animali come cibo, né come cibo indispensabile perché così non è: proteine, carboidrati, vitamine, sali minerali e benefici grassi sono ampiamente disponibili nel mondo vegetale."
Carlotta De Leo
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