In relazione alle polemiche scatenate da alcuni esponenti veneti della maggioranza governativa circa il finanziamento collegato alla tematica dell'inquinamento da PFAS, interviene l'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin ha dichiarato in una nota: "Ne avevo parlato nuovamente non più tardi di lunedì con il ministro Galletti, il quale anche ieri ha, fra l'altro, ribadito che i limiti ai PFAS messi dal governo nel 2015 sono compatibili con la salute dei cittadini, e mi ha riconfermato quanto mi aveva scritto in una nota di qualche settimana fa, ovvero che per la quantificazione e la tempistica precisa dei finanziamenti erano necessarie delle istruttorie, ancora in corso, tra gli uffici del suo Dicastero e la Presidenza del Consiglio dei Ministri."
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Questa mattina – comunica l'azienda Miteni in una nota ufficiale del 30 gennaio - sono stati notificati gli avvisi di garanzia per nove manager di Miteni per fatti ancora da accertare. Nel contempo è stata posta sotto sequestro l’area in cui i tecnici ambientali Miteni hanno nei giorni scorsi ritrovato un deposito di materiale di presumibile origine industriale, fuori dallo stabilimento e in prossimità del torrente Poscola. Per l’esecuzione degli atti disposti dall'autorità giudiziaria – è scritto nella nota - il personale dell’azienda ha dato piena disponibilità e collaborazione, così come l’attuale proprietà e l’attuale gestione hanno fatto fin dal suo insediamento, con ogni istituzione.
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10 avvisi di garanzia ad ex amministratori della Miteni, mentre il Governo centrale chiede i danni a chi ha inquinato la nostra regione con i Pfas. "Questi sono i primi risultati che Davide ottiene contro Golia, ovvero le associazioni, noi del M5S, Arpav e soprattutto la procura di Vicenza - dicono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti e Manuel Brusco, e la consigliera comunale M5S di Montecchio, Sonia Perenzoni - contro l'azienda di Trissino e gli assessori regionali che fino a pochi giorni fa sminuivano il problema". Il M5S, si legge in un comunicato dei pentastellati, venerdì scorso ha portato al procuratore capo di Vicenza le relazioni sui danni mortali che i Pfas producono alle persone che vi sono sottoposte. "Il colloquio e le azioni di questi giorni partite dalla procura ci fanno provare massima fiducia nei magistrati che seguono il caso.
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Una delegazione del Movimento 5 Stelle del Veneto ha incontrato oggi il Procuratore capo della Procura della Repubblica di Vicenza, Antonino Cappelleri, per fare il punto della situazione sui Pfas. All'appuntamento, come si legge in una nota del M5S, hanno partecipato il senatore Enrico Cappelletti, il consigliere regionale Manuel Brusco, la consigliera comunale Sonia Perenzoni e l'avvocato Edoardo Bortolotto: si è trattato di un incontro durante il quale il Movimento ha espresso grande preoccupazione per quanto sta accadendo in Veneto. Assieme al Procuratore capo c'erano i pm Barbara De Munari e Hans Roderich Blattner, che seguono la vicenda dei Pfas.
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«Ambiente e Pfas - Guarda (AMP) "Dopo il danno, per gli agricoltori si profila pure la beffa. No all'utilizzo dei fondi PSR per coprire le spese di adeguamento dei pozzi"»: è così che Cristina Guarda, consigliere regionale del Veneto, sintetizza i contenuti della sua nota, che pubblichiamo di seguito, sulla volontà della Giunta regionale, premette, di «dirottare fondi del PSR (Programma di sviluppo Rurale) per contrastare i PFAS in agricoltura. Ricordo che gran parte del territorio colpito è attraversato dal canale LEB che trasporta acqua priva di PFAS e che può essere facilmente trasportata più a nord, da Lonigo con impianti già esistenti. Ciò comporterebbe una riduzione dei tempi di attuazione con un costo minimo, senza distrarre fondi europei dello sviluppo». Di seguito la nota di Crisitina Guarda (nella foto un tratto del canale irriguo Leb nella Bassa)..
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L’inchiesta sulla Banca Popolare di Vicenza e quella sull’inquinamento da Pfas, sostanze perfluoro alchiliche: la prima «di impatto eccezionale» in quanto a mole di accertamenti e materia per una procura di dimensioni medio piccole come quella di Vicenza, la seconda comunque «di notevole rilievo» per gli stessi uffici. Sono quelle citate nella relazione inviata dal procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri al procuratore generale di Venezia in vista dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, domani.
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Dopo le preoccupazioni sorte per le perplessità e le richieste del Collegio dei Revisori del Comune di Vicenza, espresse per iscritto dall'organo di revisione sul bilancio di previsione 2016-2018 (si veda in fondo la trascrizione puntuale* della parte di documento di cui mostriamo anche la foto che ne abbiamo fatto), è apparsa tardiva e incompleta la consegna della documentazione richiesta da Liliana Zaltron del M5S e da altri consiglieri, anche tramite la Commissione di Controllo e Garanzia, "convocata solo grazie alle firme di richiesta da parte di alcuni commissari", tra cui la stessa Zaltron, "stanti le resistenze e i ritardi da parte del presidente, Michele Dalla Negra". Dopo aver valutato la documentazione insufficiente a valutare correttamente i rischi di perdite connessi alle numerose cause legali in corso, alcune delle quali per danni vantati per cifre milionarie, il Movimento 5 Stelle di Vicenza ha annunciato oggi pomeriggio di aver presentato il 20 gennaio scorso alla Procura di Vicenza un esposto.
L'azienda Miteni salita agli onori delle cronache per l'inquinamento delle acque nel caso Pfas (guarda qui nostro reportage con video all'interno dell'azienda durante l'apertura delle porte a luglio 2016) rende noto il ritrovamento questa mattina 25 gennaio di materiali sepolti sull'argine del torrente Poscola. Di seguito i dettagli dell'operazione nella nota ufficiale dell'azienda nella quale viene spiegato che “si tratta di materiali diversi, mescolati a calce, sepolti presumibilmente negli anni Settanta quando furono realizzati gli attuali argini del torrente dalla società Rimar (Ricerche Marzotto)â€.
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