Costa, dieci domande per te
Martedi 16 Febbraio 2010 alle 17:04Meglio tardi che mai. Dopo i ripetuti allarmi sullo stato della falda nell'area del Dal Molin, il sindaco prende carta e penna e, in vista del prossimo incontro con Paolo Costa in programma a fine mese, rivolge al commissario governativo dieci domande sullo stato dei lavori: i quesiti riguardano tutti, come scrive Variati nella lettera di accompagnamento, "un aspetto emerso con forza all'attenzione dell'opinione pubblica vicentina, vale a dire la preoccupazione per i fenomeni di allagamento del cantiere riscontrati nelle scorse settimane e denunciati dagli attivisti come conseguenza dell'attività di cantiere sugli equilibri della falda acquifera". Dalle falde sotterrane di quell'area - aggiunge ancora il sindaco - parte l'acqua che noi beviamo ed io ho il dovere di tutelare il benessere presente e futuro della nostra comunità . Le domande, in effetti, sono precise e perfettamente legittime: quanti pali sono stati piantati nel terreno? Come viene monitorato lo stato della falda? Come vengono smaltite le acque reflue? Sono stati scavati nuovi pozzi, e se sì, perché, visto che la base dovrebbe allacciarsi all'acquedotto? Come mai l'anno scorso, con un volume di precipitazioni superiore del 40 per cento, la situazione era tranquilla?Â
Continua a leggereIl sabato mattina alla rotatoria V.le Ferrarin
Sabato 13 Febbraio 2010 alle 09:01Â Â Â Â Â
Dalle 11.00 alle 12.00 alla rotaroria di Via Ferrarin/V.le dal Verme
Dal 21 novembre 2009 è attivo il "Gruppo Presenza Dal Molin", ogni sabato mattina dalle 11.00 alle 12.00 alla rotatoria di v.le Ferrarin.
Il sit-in è allestito con bandiere, striscioni e cartelli che chiunque può preparare.
Il "Gruppo Presenza Dal Molin" è privo di organizzatori, la partecipazione è dovuta alla spontaneità degli aderenti che si recheranno, per loro scelta e in piena libertà , sul luogo all'ora prestabilita.
La finalità è di testimoniare la disapprovazione e l'indignazione per l'atrocità delle guerre e l'inutilità delle strutture a esse finalizzate, e per denunciare Vicenza "città militarmente occupata".
Continua a leggere
I Sì Dal Molin contro l'occupazione
Lunedi 1 Febbraio 2010 alle 19:40Silvano Giometto   Â
Con il collaudato repertorio antidemocratico dell'occupazione abusiva e il taglio delle reti, una cinquantina di persone hanno invaso il 31 gennaio l'area militare del Dal Molin dando una nuova pessima immagine della città di Vicenza dove la stragrande maggioranza della città vede nella Ederle Due un rafforzamento della sicurezza della città e un rafforzamento tra la comunità americana e quella vicentina.
Un episodio molto grave perché non è ammissibile che uno sparuto numero di individui non autorizzati entrino in proprietà altrui violando le leggi della sicurezza e intromissione con l'aggravante del fatto che si tratta di proprietà militari e demaniali.
Ma la cosa più grave è che non si sia provveduto ad un arresto o custodia cautelare dei responsabili visto che il codice penale prevede per chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, una punizione con la reclusione fino a due anni.
Una pena che va applicata d'ufficio quando il fatto e' commesso da più di dieci persone, anche senza armi.
Inoltre a questo reato se ne aggiunge un altro visto che le fotografie eseguite in violazione del diritto alla riservatezza devono essere sottoposte a sequestro penale come corpo di reato.
Silvano Giometto
Coordinatore Sì Dal Molin
Continua a leggere
Dossier fotografico Dal Molin, parla Variati
Lunedi 1 Febbraio 2010 alle 18:04Comune di Vicenza
Nuovo dossier fotografico No Dal Molin, Variati: "Lo porto all'incontro con Costa e gli americani"
"Questa mattina - dichiara il sindaco di Vicenza Achille Variati - una delegazione del presidio No Dal Molin mi ha consegnato la documentazione fotografica raccolta ieri all'interno della nuova base. Non potevano certo pensare di avere la benedizione del sindaco per essere entrati nel cantiere violando la legge. Comunque, come ho sempre detto, ribadisco la mia preoccupazione sull'andamento della falda e intendo presentare anche la documentazione che ho ricevuto questa mattina all'incontro con il commissario di governo Costa e con gli americani. Voglio capire se questa presenza di acqua superficiale sia collegata o meno alla palificazione del terreno. Sullo stesso argomento sentirò formalmente anche Lorenzo Altissimo, direttore del Centro idrico di Novoledo, tra i tecnici indicati da Provincia e Comune per le questioni collegate alla tangenziale nord. Informerò inoltre il sindaco di Caldogno, perché un eventuale problema legato alla falda potrebbe riguardare anche il suo territorio. Auspico che tutte le verifiche tecniche e i monitoraggi chiesti dalla città siano d'ora in avanti affrontati nell'ambito del tavolo tecnico periodico già concordato con Costa e i responsabili del cantiere, senza che nessuno rischi più nuove denunce".
Continua a leggereDal Molin, un disastro annunciato
Lunedi 1 Febbraio 2010 alle 17:50Presidio Permamente No Dal Molin
Al Dal Molin un disastro annunciato
Poche foto parlano più di centinaia di comunicati stampa, analisi tecniche, menzogne costruite a tavolino per tentare di indorare una pillola amara: il cantiere per la costruzione della nuova base statunitense al Dal Molin è un pugno nello stomaco del territorio vicentino, una ferita aperta che nulla ha a che vedere con la tutela della falda e con l'ecocompatibilità del progetto sbandierata dal commissario Costa.
Le pubblichiamo di seguito, le foto, dopo averle consegnate questa mattina al sindaco, perché nessuno possa dire di non aver visto. Ecco cosa nascondono quei teli verdi messi lungo la recinzione del Dal Molin. E' ciò che i vicentini non devono vedere - nemmeno il sindaco, al quale alcuni mesi fa è stato sbattuto il cancello in faccia - perché è la dimostrazione, chiara e lampante, di cosa si sta realizzando all'interno del più grande prato verde della città : un disastro.
Il Dal Molin è un acquitrino. Mentre a Caldogno (a poche centinaia di metri di distanza dal cantiere) il pozzo piezometrico dal quale viene verificata l'altezza della falda segna una profondità superiore ai 50 metri, all'interno del Dal Molin la stessa falda esonda: basta scavare 50 cm per trovare l'acqua, tanto che le stesse trincee scavate dalla Sopraintendenza ai beni archeologici sono allagate. Laghi di alcune migliaia di metri quadri costellano l'area, mentre sono state installate idrovore particolari che la Vinca (la Valutazione d'Incidenza Ambientale approvata dalla Regione Veneto) aveva tassativamente vietato per i danni che possono provocare alla falda.
Perché questa differenza tra il pozzo di Caldogno e l'area del Dal Molin? A spiegarlo, in assemblea, è stato l'ing. Guglielmo Vernau: «come avevamo previsto - ha commentato il tecnico - la palificazione realizzata per le fondamenta degli edifici sta impedendo il regolare deflusso dell'acqua; la falda di superficie, infatti, scorre da est a ovest, da Via S. Antonino al Bacchiglione. Ma i pali conficcati sono impermeabili, e sono molte migliaia; inoltre la loro presenza ha compresso il terreno, e l'acqua non riesce più a filtrare»; in sostanza i tecnici della Cmc hanno creato una diga lunga 1400 m sotto il piano campagna del Dal Molin. Naturalmente, ne erano consapevoli, sapevano i danni che avrebbero prodotto.
Ma hanno mentito, come sempre ha fatto il commissario Costa sull'impatto dell'opera; una sola volta, infatti, il giullare degli statunitensi è stato sincero in questi tre anni di mandato: è stato quando ha scritto al Governo che «la realizzazione della Valutazione d'Impatto Ambientale rappresenterebbe un elemento ostativo alla realizzazione» dell'installazione militare. Sarebbe emerso, infatti, che quel progetto è incompatibile col territorio sul quale deve essere realizzato.
Ci sono volute 50 donne e uomini che, a rischio di una denuncia e di un possibile arresto, si sono incatenate alle gru del cantiere, per conoscere questa verità ; e questo la dice lunga sulla responsabilità di quanti dovrebbero tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini. Come è possibile che, per conoscere quanto sta avvenendo all'interno di quell'area, decine di cittadini debbano incatenarsi a delle gru e alcuni di essi arrischiarsi a scalarle?
Poco importa, ora; perché, da oggi, nessuno può far finta di non aver visto: le foto, infatti, parlano chiaro. Il cantiere deve fermarsi, subito. Prima che sia troppo tardi: prima che il disastro sia irreparabile.
lunedì 1 febbraio 2010
Questa sera è prevista una fiaccolata contro il cantiere, con ritrovo alle 20.30 in Piazza Castello.
(http://www.nodalmolin.it/spip.php?article771) Continua a leggereDomani Opera azione di Alberto Peruffo
Domenica 31 Gennaio 2010 alle 00:30
Di seguito ci sono link e comunicati inerenti l'ultima opera-azione di Alberto Peruffo www.albertoperuffo.it in difesa del patrimonio culturale della città di Vicenza.
L'artista vicentino è da anni impegnato in opere di social network di forte impegno civile come The Wandering Cemetery e The Sad Smoky Mountains.
Resto a disposizione a questo indirizzo [email protected] o al numero 3403037427 per approfondimenti.
Spero abbia visibilità a questo giorno fondamentale per la città di Vicenza e per il dibattito sull'ampliamento già in atto della base USA Dal MolinÂ
Claudia Avventi
Nuovo logo manipolato in uscita del Patrimonio Mondiale
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Patrimonio_UNESCO.png Â
Abstract Documenti Stampa
PACTA SUNT SERVANDA
1° febbraio 2010
UNESCO World Heritage Center
Place de Fontenoy
PARIGI
A compimento dell'azione-istanza Vicenza fuori dall'Unesco, che ha visto tra i primi firmatari e partecipanti molti intellettuali italiani come Mario Rigoni Stern, Antonio Papisca, Giovanni Benzoni, lunedì 1 febbraio 2010 Alberto Peruffo per il Fronte della Cultura HRANET porterà a destinazione le migliaia di firme raccolte dal 2007 ad oggi, per porre all'attenzione della comunità internazionale il paradossale caso di una città , Vicenza, già Patrimonio Mondiale dell'Umanità , che oggi si appresta a divenire la città non in guerra più militarizzata al mondo con l'ampliamento della base USA Dal Molin.
Alberto Peruffo e i suoi amici, dopo esplicita richiesta, saranno ricevuti dalla Direzione dell'Unesco World Heritage Center proprio nella giornata delle nomination dei nuovi candidati alla World Heritage List e delle osservazioni per la tutela dei Siti protetti. Accanto a questo passaggio ufficiale, un'opera-azione civile in Place de Fontenoy, porterà di fronte alla sede UNESCO la carica simbolica insita nel lavoro compiuto in questi anni da Alberto Peruffo e dalla comunità vicentina contraria alla devastazione fisica e culturale del proprio territorio: o la base o l'UNESCO. Nessuna compensazione per Vicenza. Bensì - nel giorno delle ambitissime nomination - toglierle ciò che non merita più. A meno che non si faccia dietrofront.
/ Approfondimenti in [formato WORD aperti]
http://www.antersass.it/netexpedition_italian.doc
/ Foglio PDF del Leaflet consegnato ai passanti e ai funzionari UNESCO
http://www.antersass.it/NetExPedi_A5.pdf
/ Pagina web riassuntiva con tutti i contenuti e i percorsi dell'Azione Unesco [galleria post-azione dalla settimana prossima]
http://www.antersass.it/netexpedition.htm
/ Intervento del Prof. Papisca, Pacta sunt servanda [Conferenza LA BASE O L'UNESCO, Vicenza 3 ottobre 2008]
http://www.antersass.it/pacta_sunt_servanda.pdf Â
Claudia Avventi
antersass RICERCA CULTURALE E COMUNICAZIONE
Corso Matteotti, 41
36075 Montecchio Maggiore - VI
www.antersass.it
tel 0444 695140
Continua a leggere
Dal Molin, sale la falda, esce acqua marrone
Sabato 30 Gennaio 2010 alle 18:56
La falda d'acqua a solo 50 cm dalla superficie
Ora dai pozzi esce acqua e fango
Il Presidio No Dal Molin, già impegnato per far valere le normative e la documentazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto dopo il ritrovo i reperti archeologici nell'area ex aeroporto, lancia l'allarme "Danni alle falde" perché, durante i lavori in corso, è stata trovata l'acqua mezzo metro sottoterra mentre "acqua color marrone" esce dai pozzi artesiani degli abitanti della zona Dal Molin.
Il tutto sarebbe "l'effetto delle palificazioni nel cantiere della Ederle 2", come si chiede il Presidio permanente, la cui leader, il consigliere comunale Cinzia Bottene, ha posto l'attenzione sulla salute pubblica con "la campagna delle tre S: salute, sicurezza e storia".
Mentre Enrico Marchesini lancia a nome del Presidio "un appello alla mobilitazione straordinaria di intellettuali e cittadinanza per la salvaguardia dei reperti archeologici rinvenuti nell'area del Dal Molin", a dicembre la Soprintendenza ha dovuto interrompere gli scavi per la falda superficiale salita allora ad appena mezzo metro sotto la superficie.
Il timore, da verificare, è che le palificazioni in cemento abbiano fatto da diga alzando la falda. E per le palificazioni Usa non ci sarebbero dati né decisioni.
Infine alcuni cittadini di S. Antonino hanno segnalato che, a volte e per alcuni giorni consecutivi, è uscita acqua sporca e marrone dai loro pozzi artesiani.
Cinzia Bottene afferma di aver "depositato istanza di accesso agli atti per avere lumi sulla falda" e invita il sindaco ad "attivarsi", cosa di cui Achille Variati ha dato immediata assicurazione impegnandosi, nel caso fossero confermati i nuovi dati, come sostiene il Presidio No Dal Molin, a fare specifiche indagini per aver risposte anche prima del tavolo tecnico del 26 febbraio con il commissario Costa e con i responsabili del cantiere. Ciò, sostiene il sindaco, a "tutela della sua città e della sua storia anche se l'area è militare".
Continua a leggere
Innalzamento falda, Variati chiede indagini
Venerdi 29 Gennaio 2010 alle 18:01Comune di Vicenza
Variati sul Dal Molin: "Servono indagini sulle cause dell'innalzamento della falda"
All'annuncio odierno del presidio No Dal Molin di innalzamenti sospetti della falda acquifera e della fuoriuscita di acqua marrone da alcuni pozzi artesiani della zona a monte della nuova base, il sindaco Achille Variati risponde: "E' sempre stata una mia preoccupazione capire quanto possa influire sulla falda acquifera superficiale e su quella profonda la palificazione necessaria alla costruzione della base. Se ora, come viene annunciato dai No Dal Molin, risultano segnalazioni e nuovi dati in questo senso, che a me peraltro non sono ancora pervenuti, chiederò di fare specifiche indagini. C'è la necessità di avere risposte anche prima del tavolo tecnico fissato con Costa e con i responsabili del cantiere per il 26 febbraio. E' soprattutto essenziale chiarire quali siano le cause di una falda superficiale più alta rispetto alla norma: potrebbe essere un effetto della palificazione? ".
"Mi aspetto - prosegue Variati - che negli incontri previsti, e anche prima, arrivino dati e i responsabili di cantiere diano risposte su questo argomento. Analogo discorso vale per il caso dell'argine che risulterebbe rialzato dalla parte della base e sul quale chiederemo giustificazioni tecniche".
"Le mie domande - conclude Variati - sono quelle di un sindaco a cui spetta la tutela della sua città e della sua storia anche quando si rivolge ad un'area che appartiene al demanio militare e non ricade sotto la giurisdizione comunale. Con questo stesso spirito nei giorni scorsi ho chiesto alla Soprintendenza che l'area archeologica venuta in luce venga adeguatamente tutelata. Da come mi è stato risposto, la Soprintendenza dichiara di tenere il governo della faccenda. Ne prendo atto e lo rendo noto perché una risposta data a me è una risposta data a tutta la città ".
Mobilitazione per Reperti al Dal Molin
Giovedi 28 Gennaio 2010 alle 22:26Presidio No Dal MolinÂ
Riceviamo dal Presidio No Dal Molin e pubblichiamo
Alle associazioni, ai movimenti, a tutte le persone
che in questi anni si sono impegnate e battute per la tutela del paesaggio, della storia e delle tradizioni culturali del nostro territorio
Chiediamo
una mobilitazione straordinaria per la salvaguardia dei reperti archeologici rinvenuti nell'area del Dal Molin*.
Gli scavi per la costruzione della base americana, che procedono a tamburo battente, oltre a distruggere una delle ultime oasi di verde della città e mettere a rischio la nostra falda acquifera, stanno mettendo a repentaglio anche la salvaguardia di un nuovo sito archeologico sulle origini della nostra civiltà veneta.
I manufatti e i reperti finora ritrovati configurano l'esistenza di un villaggio paleo veneto, risalente ad un'epoca antecedente di molti secoli a quella finora ritenuta originaria; ma il rischio che tutto finisca sepolto e distrutto per sempre sotto le fondamenta di una caserma americana è molto grande!
Noi chiediamo solo la verifica del valore e della consistenza di simili ritrovamenti, attraverso i canali e le modalità , che di solito si applicano ai cantieri italiani: ossia lo stop dei lavori e l'intervento della Sovrintendenza dei beni archeologici del Veneto.
Chiediamo
che ciò venga fatto in modo trasparente, rendendo pubblico conto dei risultati di tale verifica.
Riteniamo
che una prassi del genere sia dovuta, ma crediamo che senza la mobilitazione della città anche questa sacrosanta richiesta, così come quella di consultare la volontà della popolazione sull'insediamento americano al Dal Molin e quella di valutare l' impatto ambientale dell'opera, sarà calpestata od ignorata.
Vicenza non può dimenticare che solo la mobilitazione dei cittadini, delle associazioni e dei movimenti impedì, nei primi anni settanta del secolo scorso, la cementificazione del parco più bello della città , parco Querini.
Vicenza non può accettare nella vicenda Dal Molin la compromissione del proprio futuro, l'insulto del proprio presente e la distruzione del proprio passato, per aver fatto un favore ad una potenza straniera.
Per questo invitiamo tutte e tutti, Cittadini Associazioni e Movimenti che hanno a cuore Vicenza e il suo patrimonio artistico ed ambientale, ad unirsi in questa fondamentale e imprescindibile richiesta di verità .
Presidio NoDalMolin
*Le indagini archeologiche nell'area dell'aeroporto U.S. Army in località Dal Molin (Vicenza)
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto (15 gennaio 2010)
Nel mese di giugno 2009 sono state avviate nell'area Dal Molin le indagini archeologiche preventive, con la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e la fattiva collaborazione dell'Ufficio preposto per il Department of the Army United States Army Garrison Vicenza, su cui ricade l'onere economico dell'intervento.
I lavori archeologici sul campo, iniziati dopo una lettura preliminare delle sezioni ricavate dai carotaggi in precedenza effettuati, hanno esplorato finora, tramite una serie di trincee a maglia molto fitta, un'ampia parte dell'area interessata dalle opere in progetto.
Le indagini archeologiche preventive stanno portando all'acquisizione di nuovi dati che andranno ad integrare il quadro delle conoscenze archeologiche di un'area limitrofa all'antico centro urbano, interessata anche, come noto, dal percorso dell'antico acquedotto di epoca romana, di cui era già stato parzialmente individuato, nel corso di un sondaggio nel 1995, un pilastro, dislocato però in antico dalla sua originaria collocazione.
È attualmente in corso lo scavo archeologico in estensione nell'area del tracciato dell'antico acquedotto, lungo il margine sud-occidentale del cantiere. Tale scavo era programmato fin dall'inizio, con l'obiettivo di acquisire dati probanti circa il puntuale percorso dell'importante struttura in prossimità del fiume Bacchiglione. Verrà invece prossimamente condotto uno scavo di ampliamento in corrispondenza del rinvenimento, all'interno di alcune trincee esplorative, dei resti di una canaletta di epoca romana, presumibilmente da correlare a una qualche struttura insediativa, che parrebbe indiziata da una serie di evidenze (presenza di embrici, di frammenti di mattoni, ecc.), ma che resta tuttora da individuare.
Si sono già concluse le indagini in un'area con tracce di una frequentazione di epoca protostorica che, indiziata dal rinvenimento di alcuni frammenti ceramici, attualmente in corso di studio, non ha però restituito alcuna evidenza strutturale, mentre ancora da indagare resta un'ampia area in cui sono recentemente venuti in luce materiali ceramici e litici riferibili ad età neo-eneolitica.
Si tratta di un dato di grande interesse, in quanto finora non erano noti elementi di conoscenza riferibili a presenze di epoca così antica in questa zona, limitrofa al centro urbano di Vicenza.
Va infine segnalato il rinvenimento di piani pavimentali in cotto e di fondazioni murarie riferibili ad una costruzione colonica di epoca moderna (presumibilmente settecentesca), la cui esistenza risulta documentata nelle mappe d'archivio.
Cercasi risposte sulla sicurezza ambientale
Lunedi 25 Gennaio 2010 alle 18:58Comitati No Dal Molin
Comitati No Dal Molin: "sulla sicurezza ambientale al Dal Molin vogliamo risposte precise" - presto un esposto contro la Provincia e il Commissario Costa
La scoperta di siti archeologici ed il ritrovamento di importanti reperti appartenenti al periodo neolitico (antecedente la domus romana) è un'ulteriore conferma della delicatezza dell' area destinata ad accogliere la costruzione della nuova base presso il Dal Molin.
Diversa per alcuni aspetti, ma sicuramente non meno importante, rimane la battaglia giurisdizionale ancora da concludere, per la difesa dei diritti dei cittadini, per la salvaguardia dell' ambiente e del territorio; entrambe le situazioni sono comunque, disciplinate, in primis, dall' art.9 della costituzione (tra i principi fondamentali).
Il suddetto articolo prevede infatti la tutela delle zone di particolare interesse ambientale ( legge n. 431 /85), nonchè quella dei beni di interesse storico, artistico, archeologico(legge n.1089/39) .
Principi e normative europee, riconosciute e sottoscritte dalla legislazione italiana, prevedono anch'esse la tutela dell'ambiente, la protezione della salute umana ed il miglioramento della qualità dell'ambiente (trattato di Amsterdam) : si fondano sul concetto di prevenzione del danno e sul principio di precauzione. Nel caso dell' area in questione poi siamo in presenza di zone di natura delicata, confinanti con due SIC (sito di importanza comunitaria) ed una zona ZPS (zona protezione speciale).
La stessa Regione Veneto, con la legge n..11/2004, ha previsto delle norme per il governo e la salvaguardia del territorio Veneto (recepite integralmente anche dalla provincia), definendo gli aspetti relativi alla difesa del suolo e alla sicurezza degli insediamenti, con particolare riferimento al rischio idrogeologico e la salvaguardia delle risorse. Anche tali norme sono state fino ad ora in gran parte disattese o applicate in modo parziale.
Nel caso di modificazioni del territorio e soprattutto in presenza di un progetto così imponente (800.000 metri cubi), è prescritta l'obbligatorietà della VIA, a tutt' oggi negata dal solito Costa; i lavori stanno invece proseguendo incuranti dei principi precauzionali di cui sopra, giustificando ciò con il fatto che il procedimento amministrativo sarebbe iniziato prima della data dell' obbligatorietà della VIA ( strumento partecipativo per eccellenza a tutela di salute e territorio, che andrebbe associata al progetto). E' acclarato che il progetto definitivo è stato presentato ed approvato dopo quella data (4 gennaio 2008). Purtroppo non sappiamo ancora nulla del ricorso al TAR e, vedremo quale pretesto verrà assunto a giustificazione del mancato rispetto delle normative comunitarie.
E' di questi giorni che il portavoce del movimento favorevole al nuovo insediamento militare americano a Vicenza, il consigliere provinciale Roberto Cattaneo, ha ritenuto di dover intervenire chiedendo all'assessore Pellizzari chiarimenti "sulle modalità di gestione idrica dell'insediamento militare, quali opere e, a quale profondità ed estensione, si intendano realizzare".
Confidiamo seriamente che il Commissario governativo P. Costa (al quale l'assessore Pellizzari ha girato l'interrogazione) questa volta sappia fornire le dovute informazioni e, se possibile, rassicurazioni (scientifiche)alla nostra Città dando, finalmente, esecuzione al mandato contenuto nel decreto presidenziale di nomina a commissario straordinario per il Dal Molin, ossia "salvaguardare ogni esigenza di carattere urbanistico ed ambientale, nel rispetto delle procedure del caso".
Va ricordato che in precedenza il commissario P.Costa non aveva dato prova di grande obiettività poiché qualificava tale progetto di insediamento, come un mero "riuso dell'esistente con qualche espansione".. una colata di cemento "sull'ultima grande area verde pregiata della città " che, invece, comporterà un aumento della volumetria del 400% (superiore) rispetto alla precedente, la vecchia 5^ Ataf.
Pur riconoscendo l'importanza dell'intervento del consigliere Cattaneo non possiamo, però, esimerci dall'evidenziare come in passato, lo stesso consigliere non abbia mai alzato la voce a tutela del territorio e dei cittadini, sostenendo anzi che Vicenza e i suoi cittadini dovessero essere sacrificati alla Ragion di Stato e al Dio Denaro piuttosto che far valere i propri diritti..
Tutto questo appare ancora più grave se si considera che tale condotta è stata posta in essere quando l'amministrazione comunale era ancora in possesso di tutti i diritti e doveri per far valere ogni azione a tutela del territorio e dell'intero habitat della zona.
Ecco perché, l'intervento del consigliere provinciale a nostro parere, non ha un sapore autentico e genuino, proprio perché effettuato a distanza di quasi 4 anni da quando si è iniziato a parlare della questione "Dal Molin". Ci sarebbe piaciuto che avesse per certi versi "accompagnato la battaglia fatta dal Coordinamento Comitati" sui percorsi istituzionali (cfr. ricorsi al T.A.R. Veneto e petizione al Parlamento Europeo) a tutela dei principi di trasparenza, partecipazione democratica e legalità , nonché di rispetto delle norme comunitarie, sin dall'inizio, anziché impegnarsi a fare in modo che non venisse data voce alla Città ( era fra coloro che hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato per impedire di dare voce alla popolazione attraverso la consultazione).
Chiediamo che le istituzioni si facciano garanti, attraverso un controllo rigorosamente scientifico (una struttura autorevole formata da specialisti interdisciplinari), della situazione degli impatti ambientali cumulativi, sulle attività di cantiere come su quelle di esercizio, sulla tutela delle falde idriche, poiché non ci bastano le rassicurazioni verbali ma vorremmo risposte precise, per evitare che la questione rimanga un grande buco nero sottratto al governo locale.
Per le mancate applicazioni della legge, stiamo predisponendo un esposto rivolto rispettivamente alla Provincia ed alla persona del commissario straordinario Costa .
Giancarlo Albera a nome e per conto del
Coordinamento dei Comitati
Continua a leggere