Costa, dieci domande per te
Martedi 16 Febbraio 2010 alle 17:04 | 0 commenti
Meglio tardi che mai. Dopo i ripetuti allarmi sullo stato della falda nell'area del Dal Molin, il sindaco prende carta e penna e, in vista del prossimo incontro con Paolo Costa in programma a fine mese, rivolge al commissario governativo dieci domande sullo stato dei lavori: i quesiti riguardano tutti, come scrive Variati nella lettera di accompagnamento, "un aspetto emerso con forza all'attenzione dell'opinione pubblica vicentina, vale a dire la preoccupazione per i fenomeni di allagamento del cantiere riscontrati nelle scorse settimane e denunciati dagli attivisti come conseguenza dell'attività di cantiere sugli equilibri della falda acquifera". Dalle falde sotterrane di quell'area - aggiunge ancora il sindaco - parte l'acqua che noi beviamo ed io ho il dovere di tutelare il benessere presente e futuro della nostra comunità . Le domande, in effetti, sono precise e perfettamente legittime: quanti pali sono stati piantati nel terreno? Come viene monitorato lo stato della falda? Come vengono smaltite le acque reflue? Sono stati scavati nuovi pozzi, e se sì, perché, visto che la base dovrebbe allacciarsi all'acquedotto? Come mai l'anno scorso, con un volume di precipitazioni superiore del 40 per cento, la situazione era tranquilla?Â
In attesa di vedere se e come Costa risponderà , resta sul tavolo un altro interrogativo. Nel caso il commissario replicasse punto per punto ed in modo esauriente (cosa su cui personalmente ho qualche dubbio, vista l'opacità con cui tutta la vicenda Dal Molin è stata gestita finora), il copione finale è già scritto: una bella stretta di mano, e avanti come nulla fosse a discutere di contropartite e compensazioni. Ma nel caso le risposte non arrivassero, o arrivassero in modo parziale, o non fossero del tutto soddisfacenti, magari anche solo in qualche punto, il sindaco cosa intende fare? Nel momento in cui Variati ha dichiarato che il Dal Molin, piaccia o non piaccia, ormai si fa, e che si discute solo di cosa la città otterrà in cambio, è pensabile che si metta di traverso per la (giusta) causa della tutela delle acque del sottosuolo? E che lo faccia proprio con il commissario con cui deve contrattare per tangenziale, metrotram e contropartite varie? Le sue domande sono doverose, ma se non chiarisce questo punto, resteranno in ogni caso lettera morta.
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