In questi giorni avete letto qualcosa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro? Avete sentito qualche ministro o qualche parlamentare parlarne? Eppure di lavoro e nel lavoro ci si infortuna, ci si ammala, si muore. Come e più di prima. L'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, che monitora tutti i decessi e non solo quelli degli assicurati INAIL, scrive: "I morti sul lavoro dall'inizio dell'anno al 5 agosto 2017. Sono diventati 411 sui luoghi di lavoro e oltre 900 con le morti sulle strade e in itinere". In questi 5 giorni di agosto, i morti nei luoghi di lavoro sono 12 (nella foto Andrea Gagliardini morto in modo orribile, con con la testa schiacciata da una pressa).
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Giorgio Langella, segretario del PCI Veneto, ci invia la risposta, che pubblichiamo, all'invito al convegno promosso da ANPI e Giuristi Democratici di Venerdì 23 giugno ore 17.00 in Sala Stucchi, Palazzo Trissino, Vicenza su "Resistenza e diritto di resistenza. Dalla lotta antifascista all'esperienza No Dal Molin a Vicenza. Con quali mezzi i cittadini possono opporsi alla violazione dei diritti costituzionali?")
Approfitto per esprimere un pensiero (che poi è una richiesta esplicita). Tra i diritti costituzionali violati ogni giorno penso si debbano tenere in debito conto quelli del lavoro, a partire da quelli della sicurezza nei luoghi di lavoro. Dall'inizio dell'anno sono morti oltre 300 lavoratori (è il dato più alto dal quando l'Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro - che documenta i caduti sul lavoro, anche quelli "non assicurati Inail" - operai).
Nel sito dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro (cadutisullavoro.blogspot.it) si può leggere: che, dal primo gennaio a oggi 26 maggio 2017 (prima mattina), sono morti per infortunio sui luoghi di lavoro 257 lavoratori e che "con le morti sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro, si superano i 580 morti". Viene anche rilevato che nello stesso periodo del 2016 i morti sui luoghi di lavoro erano 225 (+12,9%) e che da gennaio al 26 maggio del 2008 (l'Osservatorio venne aperto il 1 gennaio di quell'anno) i morti furono 216 (+16%). Dall'inizio dell'anno i morti sui luoghi di lavoro in Veneto sono 27 (è la regione con il più alto numero di decessi).
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Nel sito dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro si può leggere: "Dall'inizio dell'anno a oggi 13 maggio 2017 sono morti sui luoghi di lavoro 220 lavoratori. Con le morti sulle strade e in itinere si superano i 480 morti complessivi." In Veneto sono già 23 i morti sui luoghi di lavoro. La nostra regione è al primo posto, assieme alla regione Abruzzo in questa spaventosa classifica. Ma non è tutto. Sul "fronte" delle morti a causa di condizioni di lavoro insicure e volutamente precarie, si devono considerare i decessi dovuti alle malattie professionali. Morti senza volto, spesso senza nome, che vengono ricordati solo dai familiari e da pochi altri. Veri e propri omicidi che restano sempre o quasi impuniti.Â
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Caro direttore, ho letto l'articolo sulla cancellazione del video sulla Marlane Marzotto. Direi che ogni notizia sulla Marlane Marzotto (così come quelle sulla sicurezza nel lavoro e del lavoro) è sparita o in via di sparizione dagli organi di informazione. Prima il muro di gomma, adesso il colpo di spugna. Eppure a Praia a Mare sono morte decine di lavoratrici e lavoratori, c'è stato inquinamento, le regole di sicurezza rendevano precaria la vita stessa di chi lavorava in quello stabilimento e di chi ci viveva vicino. Questa è la convinzione di chi ha seguito e segue (con estrema difficoltà vista l'inesistenza di notizie) la storia di quella fabbrica, anche se, forse, nulla si potrebbe dire visto che nessuno è stato giudicato colpevole di niente.
Pubblicato il 30 dicembre 2011, aggiornato il 6 maggio 2017. «Mentre stamattina (30 dicembre 2011) sta per iniziare e, speriamo, per proseguirel'infinita prima udienzaal Tribunale di Paola (Cs) del processo per gli oltre 100 morti della Marlane Marzotto, pubblichiamo qui il link alla trasmissione Crash di Rai 3, l'unica di fatto a livello nazionale che, sia pure in ore notturne, ha pubblicato un servizio approfondito sulla tragedia che ad oggi non trova non solo i responsabili ma neanche chi voglia sottoporsi al giusto esame di un tribunale». Così scrivevamo il 30 dicembre linkando all'unica trasmissione dedicata al livello nazionale al dramma della Marlane Marzotto. Ma quel link porta nel nulla dell'archivio (cancellato?) di Rai 3, per cui eccovi il video caricato e salvato su Youtube. Per non dimenticare anche quello che viene censurato!...
«Ancora un incidente mortale sul lavoro: Milos Cvejic di 25 anni, uno "straniero" serbo, poco dopo le 16 nell'azienda Dall'Alba di via IV Novembre di Santorso, di venerdì 14aprile. Morto come il suo compagno Jovica Novic di 42 anni morto anche lui a Santorso alla Valmorbida Snc»: così inizia la nota che pubblichiamo inviataci da Luc Thibault, USB Privato, che aggiunge il suo al nostro commento: «Operaio serbo schiacciato da lastra di ghisa a Santorso: nel 2017 è quinto morto sul lavoro a Vicenza, fra poco non se ne parlerà più». Un "altro" morto, scrive Thibault, che va a rimpinguare la triste moltitudine dei caduti sul lavoro. Caduti, schiacciati, carbonizzati, avvelenati.... Non tutte le loro storie sono raccontate da giornali e tv.
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Da IlGiornalediVicenza.it di ieri: "Operaio 25enne muore schiacciato da lastra di ghisa. SANTORSO. Tragedia poco dopo le 16 nell'azienda Dall'Alba di via IV Novembre. Un operaio di 25 anni, Milos Cvejic, di origini serbe è stato travolto e schiacciato da una pesante lastra di ghisa. L'incidente è avvenuto all'interno della ditta durante la movimentazione di materiale con il carroponte. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e il personale sanitario del Suem. Ogni tentativo di rianimarlo è stato purtroppo inutile. In azienda sono intervenuti anche i carabinieri e i tecnici dello Spisal che stanno compiendo accertamenti". Sono le solite scarne frasi che riportano la notizia di un altro lavoratore morto. E' il quinto, di cui si ha notizia in provincia di Vicenza, dall'inizio dell'anno.
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Sul sito dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro si legge che dall'inizio dell'anno all'8 aprile sono 150 i morti sui luoghi di lavoro, che diventano oltre 320 se vengono conteggiati i morti sulle strade e in itinere (come fanno le statistiche ufficiali). In Veneto i caduti per infortunio nei luoghi di lavoro sono 19 (5 a Verona, 4 a Rovigo, 4 a Venezia, 4 a Vicenza, 1 a Padova, 1 a Treviso). La CGIA di Mestre denuncia che, nei primi due mesi del 2017, i morti sul lavoro sono cresciuti del 33,7% (erano 95 nel 2016, sono 127 quest'anno). E anche se, come segnala la CGIA, è da tenere conto che "quasi la metà dei 32 decessi in più registrati quest'anno sono ascrivibili ai 2 casi eccezionali avvenuti nello scorso mese di gennaio: il crollo dell'albergo di Rigopiano (Pe) e lo schianto dell'elicottero del 118 avvenuto nei pressi di Campo Felice (Aq)", i numeri (dietro i quali, è bene ricordarlo sempre, ci sono donne e uomini, vite, intelligenze, volti, sentimenti ...) evidenziano come la sicurezza sul lavoro sia qualcosa che viene in troppe occasioni messa da parte. Evidentemente ci sono altre priorità .
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Sono già due gli incidenti mortali sul lavoro vicentini nel 2017, un segnale da non trascurare per una provincia che già lo scorso anno ha indossato la maglia nera del Veneto. I numeri parlano chiaro: la media degli altri capoluoghi di provincia è di 5 morti all'anno, nel 2016 a Vicenza sono stati 20. Troppi per restare indifferenti. Non rientra nel triste computo il 47enne torinese che ha perso la vita lunedì mattina, mentre cambiava una lampadina all'interno del negozio Mercatone Uno di Carrè. Secondo gli inquirenti, al contrario di quanto era stato ipotizzato in un primo momento, l'uomo si è spento a causa di un malore. Il conto, tuttavia, resta salato.
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